26.

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Mi alzo rotolando sulla coperta, e raggiungo a carponi la cucina. Come al solito, la tavola è colma di scartoffie. Dalle bollette, testi di canzoni, o postit, fa da sfondo ai vari bicchieri posizionati sopra essi, bagnandoli parzialmente e lasciando il proprio stampo. Una lettera attira particolarmente la mia attenzione: Per Ginny Sheeran. Mittente sconosciuto.
Sheeran... okay... come cazzo ha fatto a sapere che abito con Ed? Uno stalker?
Certo che no.... non potrebbe essere... l'unica soluzione è di chiederlo ad Ed.... magari lo sa...
Mi guardo intorno per vedere se ci sono tracce di Ed. Niente. Poi lo vedo, dalla finestra.... seduto su una panchina lignea mentre fuma l'ultima sigaretta del suo pacchetto. È incazzato. Decido quindi di uscire, per capire che cosa sia successo, data la sua arrabbiatura. Infilo le mie scarpe bianche, e come cappotto la camicia di flanella che indossava Ed, ieri sera.
Esco in giardino dalla porta - finestra che si affaccia ad un piccolo pezzo verde, con qualche foglia a terra.
-ciao- sussurro, sbadigliando.
-ehi- ribatte, dolcemente cercando di coprire la rabbia.
- perché hai della cenere sui capelli? Cazzo Ed... sono troppo lunghi.... tu e le tue manie dei capelli e della barba...- dico, guardando il cespuglio ginger.
-mai quanto le tue manie sui capelli-
-ah ah ah... no seriamente, sembri più vecchio.. Comunque... perché in cucina c'è una lettera con il mio nome? Devo preoccuparmi?-
-pfff ma ti pare?- risponde con una nota di nervosismo -sarà stato qualche fan.. l'ho trovata nella cassetta della posta stamattina-
-beh voglio aprirla-
-no! Non ci provare.-
Perché?! È destinata a me cazzo!-
-non mi importa!-
-Ed... ti prego... cerca di ragionare...-
-Gaia... non puoi capire- dice, tornando in casa, con l'aria da incazzato. Credo di averlo fatto arrabbiare... ma d'altra parte, quella lettera è mia.
Il pomeriggio passa molto lentamente, con Ed in sala musica a provare e a litigare con i manager sul fatto della privacy (la storia della lettera) così decido di guardare un po'di televisione; ma nel momento stesso un cui cerco di godermi il programma televisivo, noto la lettera appoggiata sul tavolo in cucina. Devo prenderla. Ginny non fare cazzate... Puoi porre fine alla tua relazione se prendi quel pezzo di carta... do solo un'occhiata. Un'occhiata molto veloce. Senza pareri e senza contraffare la busta che contiene il messaggio. Ginevra... non puoi... lui ti vuole proteggere perché ti ama... Giuro dopo la rimetto apposto. Devo leggerla. Ne ho bisogno, come l'ossigeno. E io dell'ossigeno non posso farne ammeno.
Così, senza indugio apro la busta e analizzo il suo contenuto: un piccolo foglio ricamato da una deliziosa scrittura, e un ciondolo con la mia iniziale. Qualcosa dovrà pur significare.
Apro il delicato foglio e inizio a leggere.
"Cara Ginevra... no seriamente. Ginevra, mi dispiace. Mi rammarico della scelta che ho fatto. Voglio solo che tu sia felice."
Anonimo.
Fantastico.
Che mai vuol dire "... mi rammarico della scelta che ho fatto"? Che accidenti significa??
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Quella sera, a cena nessuno dei due ha parlato... o ha gesticolato.
-mi dispiace...-
-ti dispiace?- chiedo.
-si di non averti fatto leggere quella lettera-
-ah... beh l'ho gettata nel cestino- ( ma prima ne ho fatto una copia)
-ah...-
-senti... scusa se sono sembrata impulsiva... -
-non hai niente di cui scusarti- dice per poi mostrarmi il suo sorriso "squaglia ragazza" e niente... mi sono squagliata.
La notte, la passo in bianco. Non dormo. Quella frase mi attira troppo. E pensare ultimamente non mi ha fatto molto bene. Voglio solo capire. E poi dormire. Se posso.
Verso le tre di mattina, il mio corpo è contratto da una fitta che mi spinge ad digrignare i denti dal dolore. Ed, si sveglia di scatto, e con il braccio avvinghiato sul mio stomaco, cerca di prendermi in braccio, ma io avendo il corpo più rigido di uno stecco non glielo permetto. Ogni due minuti arriva una nuova fitta che mi contrae lo stomaco e anche il cervello. Non ce la faccio più. Ed, preoccupato più che mai prende la prima borsa che gli capita e la riempie di roba. Suppongo vestiti. Mentre lui prepara la roba, io mi accascio come un qualcosa di morto e strisciando porto le mie membra fino al wc. Quanto tempo wc. Il resto ve lo lascio immaginare.

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