Capitolo 3

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KEVIN

"La nostra vita non è nostra. Da grembo a tomba siamo legati ad altri. Passati e presenti e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro." da Cloud Atlas

Finalmente le vacanze tanto agognate erano arrivate. In seguito ad una sessione di esami io e Celine avevamo deciso di intraprendere un viaggio negli Hampton dove la mia famiglia ci avrebbe ospitati nella nostra villa estiva. Aria fresca, relax, un'intera estate a prendere il sole alla larga dalla noiosissima e frenetica vita in città, ma purtroppo non era andata così. Quando eravamo ormai prossimi a fare le valige una tremenda notizia giunta dall'America aveva distrutto i nostri sogni: il nonno di Celine era morto. La notizia l'aveva turbata più del previsto, a quanto mi era sembrato di capire non intercorrevano dei rapporti particolarmente idilliaci fra la sua famiglia ed il resto dei parenti americani e la morte del nonno li avrebbe riuniti dopo parecchio tempo. Era più la paura di affrontare i suoi cugini a disturbare Celine, non tanto la morte del signor Wayright.

- Ti prego Kevin vieni con noi, so che è una seccatura e a te non piace neanche l'America – mi aveva detto con una vocina triste – ma per favore, si tratterà di qualche giorno, non lasciarmi sola con loro ... –

I francesi la chiamano Noblesse Oblige, la nobiltà comporta obblighi ed io ero un gentiluomo abbastanza da comprendere quando la mia ragazza aveva davvero bisogno di me. Vista poi l'espressione truce sul volto di Celine, mi trovai costretto ad accettare, pur mantenendo la speranza di poter comunque trascorrere qualche settimana in pace com'era previsto in origine. Così, da un giorno all'altro mi ero ritrovato seduto su un aereo pronto a lasciare l'Inghilterra per andare al funerale di un perfetto sconosciuto in una delle terre che meno mi affascinava sull'intero globo.

Il nostro aereo atterrò il giorno stesso del funerale e le prime ore furono un vero delirio. Nessuno dei familiari di Celine aveva pensato di venirci a prendere così i suoi avevano dovuto noleggiare un'auto appena fuori l'aeroporto e ci eravamo diretti verso South Gate. Il nome non mi attirava per niente e di certo il posto non era da meno, una cittadina piuttosto ordinaria con nessuna attrattiva evidente, se non una costa molto carina, per quanto mi riguardava.

Quasi a ridosso della cerimonia il signor Wayright ci aveva portati direttamente al cimitero, dicendo che dopo la cerimonia saremmo andati alla villa del fratello dove si sarebbe tenuto un piccolo ricevimento. Lì ci saremmo potuti sistemare portando su le valige, ci avrebbe ospitati nella grande casa di famiglia che il nonno aveva lasciato al figlio più grande. Così una volta trovato posto ci incamminammo verso la cappella di famiglia attorniata dalla folla che era venuta a dare l'ultimo saluto ad un uomo a detta di Celine molto rispettato.

Le persone erano ben sistemate, alcune file di sedie erano occupate da quelli che dovevano essere i parenti più stretti, mentre gli amici sedevano un po' più dietro. Prendemmo posto sullee sedie lasciate libere per noi ed osservammo la grande bara scura che padroneggiava la scena. Di lì a poco il prete cominciò la lettura della benedizione ed i riti di sepoltura.

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