capitolo 7

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Capitolo 7


"Il diavolo aiuta i suoi, ma non li salva." Proverbio

NIKOLAJ

Me ne stavo disteso su quel letto immobile, passare lì altro tempo mi avrebbe di certo mandato al manicomio, ero stato chiuso in quella camera tutto il giorno ma di certo il pensiero di uscire non mi faceva stare meglio. Incontrare chiunque in quei corridoi mi provocava un dolore fisico, le loro facce cupe e guardinghe non erano il massimo, sapevo che io non sarei dovuto essere lì, punto. Sospirai, avrei anche dovuto chiamare Dylan ma il pensiero di dover rivivere il dramma nuovamente per raccontarlo a lui mi straziava, volevo solo dimenticare. Purtroppo per quel giorno non mi era concessa una pausa, il cellulare iniziò a suonare come se avesse potuto leggermi il pensiero: era lui. Mi schiarii la voce per non sembrare troppo tubato e farlo preoccupare, dopodiché risposi.

- Pronto? –

- Nik! Allora? Fortuna che dovevi chiamarmi – disse con una nota preoccupata nella voce– sei sparito, com'è andata? Dove sei adesso? –

- Scusami, è successo tutto troppo di fretta, adesso sono a casa loro ... resterò qui finché non sarà possibile accedere al testamento per regolamentare la divisione dei beni. –

- E loro come sono? Che reazione hanno avuto? –

Rispondere a quella domanda mi turbava profondamente ma non potevo negarglielo – Beh ... insomma direi che erano sorpresi ... chi non lo sarebbe ...-

- Sì ma cosa hanno detto? Ti fanno problemi? Posso prendere delle ferie e raggiungerti, non ti lascio nuotare in una vasca di squali ... –

No, ti prego, pensai, la mia vita è già un impresa così – non fa niente, qui è tutto ok, poi sono cose di famiglia, non è davvero il caso. È gente a posto, non hai niente di cui preoccuparti, Dylan. –

Poi sentii un rumore, mi votai verso la porta e vidi la figura di Matt sulla soglia che mi salutava timidamente.

- Ci sei ancora Nik? –

- Sì scusa ... devo andare adesso, mi stanno chiamando – tagliai corto.

- Ma non mi hai raccontato niente! – protestò.

- Un'altra volta, ti chiamo io ... –

Lo salutai e chiusi la chiamata, ero salvo almeno per il momento. Se avessi iniziato un resoconto delle mie giornate qui a South Gate avrei finito per dire tutta la verità e questo avrebbe fatto incazzare Dylan. Con tutta probabilità avrebbe preso un aereo e sarebbe arrivato fin qui a peggiorare le cose, questo volevo evitarlo.

- Scusami se ti ho disturbato ... non era mia intenzione. – mi disse Matt venendomi incontro titubante.

- Oh no non temere, stavo comunque per chiudere. –

- Era un tuo amico? – mi chiese.

Esitai un attimo nel rispondere, ma anche stavolta non avevo voglia di dare troppe spiegazioni – Sì ... era preoccupato. –

- Beh, ero passato a vedere come andava ... insomma, non sei uscito per tutto il giorno ... – ammise con un po' di imbarazzo.

- Sei davvero gentile, ma ho la sensazione che sia meglio che mi faccia vedere il meno possibile dagli altri. –

- Nikolaj ... - il suo tono era quasi disperato – non è evitandoli che risolverai la cosa. Dovresti provare a parlarci, farti conoscere e conoscere loro, lo scopo è farvi interagire. Non credo che il nonno volesse che venissi qui e restassi tutto il giorno chiuso in camera altrimenti perché farti scomodare? –

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