capitolo 31

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NIKOLAJ

Nonostante fossero passati due giorni dal brusco arrivo di Markus si respirava ancora quell'aria pesante e imbarazzata. I miei fratelli si aggiravano mal volentieri per i corridoi come se temessero di incontrarsi e non sapere come comportarsi l'uno con l'altro. In realtà era quello che accadeva, c'era un forte imbarazzo soprattutto nel confronti di Amanda che sembrava essersi isolata in stanza, non parlava nemmeno col marito. La cosa però che non riuscivo a togliermi dalla testa era l'espressione pietrificata sul volto di Matt, era infinitamente triste e non potevo fare a meno di pensare che fosse anche colpa mia, il modo in cui lo avevo trattato lo aveva ferito profondamente. Senza contare tutta la storia del padre che non aveva fatto che peggiorare le tensioni tra i fratelli Wayright, Matt era da solo a gestire tutta quella sofferenza e io mi vergognavo di me stesso. Dopo tutto quello che lui aveva fatto per me, io non ero in grado di restituirgli un briciolo del sostegno che mi aveva dato.

Mi ritrovai a passare davanti alla sua camera da letto, esitai nel camminare oltre, volevo bussare, provare a parlargli ma non sapevo come fare, con quale coraggio affrontare quegli occhi fiammeggianti. Ad un tratto sentii un rumore provenire da dentro la stanza, voci, il tono si alzava sempre di più, mi avvicinai per sentire, erano Matt e Wes.

- Stai esagerando adesso. – mormorò il più grande.

- Esagerando? – il tono di Matt era furente – ma lo sai cosa hai fatto? Ti rendi conto? Che bisogno avevi di sbandierare tutto ai quattro venti in quel modo? –

- Tanto lo avrebbero scoperto. Credi davvero che Markus fosse venuto qui con un intento diverso dal mettere questa famiglia alle strette? –

- Mi sembra giusto dargli una mano allora! - fece una pausa – Cristo, guardati intorno Wes! Non ti dispiace neanche un po'? Non provi un briciolo di rimorso? In qualche modo le cose funzionavano prima .... ma adesso ... -

- L'ipocrisia non mi è mai piaciuta e sono stanco di mettere pezze tra le macerie di questa famiglia. – si giustificò Wes.

- Nemmeno la felicità altrui ...- sentenziò il fratello – sei passato sopra tutti loro, sopra delle famiglie che volevano dimenticare, sopra la mamma che desiderava solo andare avanti, hai trascinato tutti nel fango! Solo per divertirti. Sei come lui. –

Quello rise appena – e tu Matt? Tu sei il sommo saggio dispensatore di buoni consigli? Lo sputa sentenze privo di colpe? –

- No, ma di certo non godo nel vedere gli altri annaspare. Non mi vanto di distruggere quello che il prossimo ha costruito – un'altra pausa – che stai facendo a Celine? Come lo chiami quello? Altra ipocrisia da sfatare? –

Un'altra risata, tesi l'orecchio ma ad un tratto la porta si aprì rivelando a figura sorpresa di Wes, mi fissò incerto prima di lasciarsi andare in un sorriso compiaciuto.

- Ehilà zietto, ti serve qualcosa? – disse, pungente.

- Io ...- non sapevo bene come giustificare la mia presenza lì fuori.

Quello passò oltre lasciando la stanza e rivelandomi a Matt che mi fissò incerto, aveva lo sguardo teso e dopo poco smise di guardarmi del tutto, fissando il pavimento. Wes andò via tranquillo come sempre mentre il fratello si ritirò in stanza, non volevo che finisse così, mi feci coraggio e mi addentrai con lui nella stanza.

- Matt ... non era mia intenzione origliare ... - cercai di giustificarmi, quello scosse le spalle.

- Lascia stare ... se era solo questo il problema non temere. – mormorò triste mentre si sedeva sul letto.

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