capitolo 64

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CHRIS



- Hai intenzione di rispondere prima o poi? - mi chiese mio fratello Seth, fissando il mio cellulare che continuava
a vibrare. Lo presi dal tavolo e lo nascosi in tasca.



- No.- bofonchiai, nascondendomi dietro la mia spremuta. Era Scott o forse Lewis, entrambi continuavano a chiamarmi da tre giorni ormai, ma
non avevo mai avuto la forza di prendere le chiamate. Sapevo cosavolevano, il primo voleva vedermi, il secondo era incazzato perché il
primo, invece, non voleva ancora incontrarlo.

Sapevo che avrei dovuto rispondere per il bene del mio segreto, ma cosa potevo fare? Come potevo declinare gli inviti di Scott senza farlo uscire fuori di testa? Doveva aver smesso di chiamare Lewis, di certo io non ero stato ai
patti. Mi portai il viso tra le mani e fissai in trance la sedia libera di Norman.



- E' ancora nello studio? - chiesi, rivolto a Wes e Seth, gli unici che, come me, erano finiti a far colazione
quasi prima di pranzo praticamente.



- Sì, perché? Qualche problema? - chiese il primo, interessato.



- No ... lasciamo perdere. - avrei avuto altre occasioni per investigare, mi dissi, non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Tyler. Era
una storia orribile e per quanto sperassi che si fosse completamente sbagliato dentro di me sapevo che non era così. Luis Bradbury era
subdolo abbastanza da insabbiare praticamente qualsiasi cosa.



- Va tutto bene a te, Chris? - le parole di Seth mi riscossero dai miei pensieri, alzai lo sguardo sul suo volto.



- Sì, certo. Perché? - sorrisi, mostrandomi il più naturale possibile. In realtà fu il citofono a salvarmi da quella strana situazione, quei due
mi stavano puntando senza ombra di dubbio. Sperai che Nikolaj non avesse fatto la spia, non ci avevo più pensato ma in effetti ero stato beccato
in compagnia di Scott un paio di sere prima, non conoscevo mio zio abbastanza bene da poter dire che tipo di persona fosse, quindi non mi
rimaneva che sperare nella sua capacità di badare ai suoi fatti.



- Chris ... c'è Rachel – Debby entrò in cucina, seguita dalla mia amica che sorrise con un pizzico di imbarazzo.



- Permesso ... -



- Ehi Rachel! Che sorpresa. Come stai? Vuoi qualcosa da bere? Caffé? Un succo? - chiesi meravigliato da quella visita.



- No, grazie. Ho già fatto colazione – rispose salutando anche gli altri due.



- Bene! Ti mostro la mia nuova stanza allora ... - le dissi un attimo dopo, sentii Wes ridere piano dietro di me.



- Porte ben aperte, Chris, mi raccomando. - scherzò quello, per niente scoraggiato dalla mia occhiataccia.



- Per fortuna non sono un Reed. - commentai prima di allontanarmi dalla stanza seguito da Rachel.



- Non fare il finto tonto, Chris. Sai perché sono qui ... - iniziò subito lei, facendo sospirare. Mi toccava resistere – non hai risposto alle mie
chiamate! -



No, non lo avevo fatto perché non sapevo che diavolo dirti, pensai, incazzato, perché ho già dovuto rifilarti una
balla enorme e non sono disposto a rovinare ulteriormente questo rapporto. In realtà mi limitai a sopportare il suo sguardo furioso.



- Che cosa stai combinando? Sono preoccupata per te ... è come se stessi cercando di evitarmi. -



- Sì, è quello che sto facendo, Rachel – dissi incazzato – sto perdendo il controllo sulla mia vita, ok? Ho evitato tutti, Lewis continua a
minacciarmi, Scott continua a chiamarmi ed io non so più che diavolo fare! - non ne potevo più, il casino in cui ero finito mi stava
schiacciando ogni giorno di più.



- Che cosa è successo? Scott ... che cosa ha preteso da te? - doveva aver capito alla fine, forse lo aveva sempre saputo. Sia lei che Tyler mi avevano messo in guardia, ero intelligente abbastanza da sapere che prima o poi si sarebbero davvero avverati i loro pronostici, ma che cosa potevo fare?



- Lui vuole vedermi ... - il mio sguardo era eloquente – non abbiamo fatto niente ... niente di irreversibile almeno. -



- Porca puttana, Chris ... - Rachel era sconsolata, la guidai verso il mio letto e ci sedemmo – posso dirlo a Tyler! Può spaventarlo, anche
pestarlo se serve. Per me lo farebbe. -



Quelle parole mi lasciarono di sasso. Tyler sapeva di Scott, purtroppo però non gliene fregava abbastanza di me da incazzarsi per quello che mi stava facendo, ma questo ovviamente Rachel non poteva saperlo.



- No ... non si risolverebbe niente così. Lascia perdere ... alla fine dovrò parlarci, suppongo. Non posso evitarlo per sempre ... -



- Anche se ti piace, anche se lo trovi affascinante ... sappi che è una persona orribile e che ti metterai nei guai - continuò accorata – non
puoi lasciarti ricattare in questo modo ... -



Lo sapevo, purtroppo ne ero pienamente consapevole – E' la fine, Rachel. Doveva arrivare questo momento prima o poi, no? In fin dei conti ci si abitua in fretta, probabilmente sarò l'argomento principale per un paio di settimane, ma entro l'anno prossimo a nessuno importerà più di me e
della mia omosessualità. Devo soltanto resistere ... - dissi con un filo di voce. Non volevo neanche pensarci ... come potevo affrontare qualcosa
del genere? Come potevo guardare in faccia mio padre?



- Chris ... mi dispiace tantissimo. Non so che dirti, ma io ti starò accanto, qualsiasi cosa accada e qualsiasi decisione tu prenda ... - la
mano di Rachel era calda tra le mie che continuavano ad essere fredde, nonostante la calura estiva – forse Lewis non dirà nulla ... forse voleva
solo spaventarti ... -



- Chi può dirlo ... non mi resta che scoprirlo, no? - cercai di abbozzare un sorriso, ma non ci riuscivo
proprio. Era la fine, fare coming out avrebbe distrutto ogni cosa, perfino quella sorta di relazione, sempre se tale si poteva definire,
tra Tyler e me. Non si sarebbe più fatto vedere in giro con uno come me, non mi avrebbe più rivolto neanche la parola con ogni probabilità. Ma
era con una persona del genere che volevo davvero stare?



- Parlerò con Scott, lo farò di persona ... gli dirò come stanno le cose e dopo di che sarà lui a decidere cosa fare. Non posso costringerlo a
tornare con Lewis e non posso costringere Lewis a non sbandierare il mio segreto ai quattro venti. Avrei dovuto darci un taglio subito con
questa storia ... sono un perfetto idiota. - ammisi a me stesso. Era come se vedessi il quadro completo della situazione per la prima volta dopo
quasi più di un mese.



- A Lewis piacevi molto in fondo ... non ti distruggerà la vita, Chris. Non voglio crederci. - la lasciai reclinare il capo contro la mia spalla e ci abbracciammo.
Povera Rachel, aveva così tanti casini in famiglia, eppure continuava a preoccuparsi per me ... che non fossimo poi così diversi, dopotutto?



- Tu che ci fai qui? Luis è in casa? - chiesi intenzionato a cambiare argomento.



- No, per fortuna è andato ad un controllo con mia madre. Ma in compenso c'è quello stronzo di Tyler ... si è portato a casa Isabelle ... -



CRACK.
Ancora quella sensazione, ancora quella morsa che mi attanagliava lo stomaco e si propagava per il resto del mio corpo, facendolo a pezzi.



- ... non lo avrei mai detto, quella tipa è l'esatta copia al femminile di mio fratello. Una sgualdrina rompipalle e maleducata. Non li sopporto
più - si lamentò sbuffando – mi hanno svegliato loro! Che diavolo, potrebbero almeno farlo in silenzio come tutti ... invece no! Perché
preoccuparsi della tipa che dorme nella stanza accanto? -



Avrei voluto urlarle di smetterla, di non dire più nulla, ma non potevo ... ero inerme di fronte a quel fiume di imprecazioni che Rachel vomitava
fuori. Cercai di non ascoltare, non volevo stare male, non volevo svegliarmi da quel fottuto sogno in cui ero caduto. Ma quale sogno,
Chris? Quale sogno? Questo è un incubo e faresti meglio a lasciar perdere tutto prima che sia davvero troppo tardi, ammesso che non lo
fosse già.



- Vorrei che li beccasse mio padre. Beh,Tyler le prenderebbe ma almeno potrei dormire in santa pace. - concluse
dopo cinque minuti buoni di sfogo.



- Credi che sia una cosa seria? - chiesi improvvisamente senza che fossi capace di trattenermi.



Quella scoppiò a ridere – Una cosa seria? Seria? Stai scherzando, vero? Hai idea di chi stiamo parlando qui? Di Tyler Bradbury! Se c'è una parola che non potrà mai essere pronunciata accanto al suo nome è proprio questa. Si sta soltanto divertendo, lo stronzo. E' la sua valvola di
sfogo, non gliene potrebbe importare meno di nessuno ... lo conosco. -

Avrei dovuto esserne sollevato, ma in realtà provai soltanto una profonda amarezza. Mi stava usando come stava usando una miriade di altre
ragazze, e la cosa peggiore è che glielo stavo ancora permettendo. Mi sentivo uno schifo, come uno straccio usato e sporco che veniva gettato
nell'immondizia con noncuranza. Non ero un cazzo per lui, non valevo neanche la metà di quel poco che avevo sperato.
- Capisco che Luis lo mette continuamente alla strette, tra gli allenamenti e l'arruolamento ... ma in fin dei conti questo è quello che è. E' pessimo dentro almeno quanto è perfetto fuori. Peccato che nessuno capisca quanto sia dannatamente incasinato. Lo trovano affascinante, questo suo essere così privo di scrupoli ... almeno fino a quando non vengono mollate in lacrime
da qualche parte. -
La capivo, aveva ragione. Aveva assolutamente ragione. Era andato a letto con Isabelle nonostante tutto, nonostante ci
fossimo avvicinati un po' di più giorno dopo giorno. Beh, che cosa mi aspettavo? Come se un bacio potesse cambiare le cose ... no, non per
Tyler. Mi aveva baciato per accontentarmi? Per evitare di sorbirsi le mie seghe mentali? Qualsiasi fosse la sua motivazione non aveva senso ...
ci sarebbe sempre stato qualcuno che avrebbe ricevuto il mio stesso trattamento.
Rimasi accanto a Rachel, sforzandomi di comportarmi come sempre fino a quando non mi salutò e si diresse verso casa.
Camminai lungo il corridoio con così tanti pensieri in testa che pur non essendo passato pranzo mi sentivo già stanco, soltanto in quel momento
mi resi conto che lo studio di mio padre era rimasto incustodito. Lo sentivo chiacchierare al piano di sotto con i miei zii, così salii gli
ultimi gradini del piano quasi correndo, per poco non sbattei contro Matt che si fermò giusto in tempo.
- Chris, che ti prende? Va tutto bene? -
- Sì ... - stavo per andar via ma poi ci ripensai – senti Matt, puoi farmi da palo? Devo dare un'occhiata a delle cose qui dentro ... - buttai lì con
fare poco sospetto.
- Nell'ufficio di zio? Emh ... - vidi l'indecisione farsi strada sul suo volto.
- Dai, è una cazzata. Devi soltanto avvisarmi in caso lo sentissi salire! - non gli lasciai aggiungere altro, oltrepassai la porta semi aperta
dello studio e iniziai ad aprire qualche cassetto. Era un casino, c'era un sacco di roba ed io non avevo idea di cosa cercare, né di dove
bisognava guardare. Per fortuna mio padre era un maniaco dell'ordine, i fascicoli erano catalogati in ordine alfabetico, ma nonostante avessi
controllato più volte non c'era nessun Bradbury lì. Chiusi il cassetto e mi guardai intorno, sapevo che mio padre teneva i suoi documenti
protetti da una password, quindi non aveva senso provare con il suo computer. Ci sarei potuto entrare, volendo, me la cavavo in quelle cose,
ma non avevo abbastanza tempo per farlo da lì.
- Chris ... sento dei passi ... - mi avvertì Matt, sbucando con il capo nella stanza – muoviti. -
Mi guardai intorno, scoraggiato, non avevo neanche la più pallida idea di cosa avrei potuto trovare, ammesso che ci fosse davvero qualcosa. Forse delle vecchie annotazioni ... mio padre annotava praticamente tutto, doveva aver qualcosa che riguardava i Bradbury. Era stato il loro legale per quasi un decennio dopotutto!
- Chris! Dai, muoviti! Che stai facendo? -
Aprii l'ultimo cassettino e mi misi a rovistare tra la pila di fogli bianchi ed altra cancelleria, poi le vidi: le agende di mio padre. Ce n'era
soltanto tre, probabilmente quelle dell'anno corrente, ma dove teneva il materiale vecchio? Norman non gettava via niente ... quindi dovevano
essere lì da qualche parte.
- Chris!!! Sta salendo le scale!!! Muoviti! - sussurrò mio cugino mentre batteva le nocche sul muro. Dovevo
andare, ma sarei tornato. Chiusi velocemente il cassetto e corsi alla porta, dove affiancai Matt. Un istante dopo mio padre voltò l'angolo.
- Niente spiaggia oggi? C'è un vento piacevole, dovreste andare a fare un po' di surf prima che si calmi... - sorrise, bonario. Quanto meno non
avevamo l'aria di chi aveva tramato alle sue spalle, pensai, ridendo forte.
- Già! Sì, ci andremo! - dissi prendendo a braccetto Matt e trascinandomelo letteralmente dietro. Quando non fummo più a portata
d'orecchio lo vidi voltarsi verso di me.
- Che cosa stavi facendo? Ci hai messo mezzo secolo ... stava per beccarci. -
- E' una storia lunga. Grazie comunque, Matt. - gli sorrisi ed in quel momento notai che c'era qualcosa di strano in lui. Un'ombra che oscurava
quegli occhi solitamente molto vivaci ... doveva avere anche lui dei grattacapi non indifferenti, pensai. Chi non li aveva? Chi in quella
casa poteva affermare di essere perfettamente in pace con sé stesso?
Nessuno.
Alla fine avevo seguito il consiglio di mio padre, mi incamminai verso la spiaggia, tavola da surf sotto braccio e una voglia
orribile di annegare tra quelle onde piuttosto che domarle. Tutta quella gente allegra iniziava ad infastidirmi parecchio, per poco non venni colpito da un pallone di calcio che mi sfrecciò ad un centimetro dal viso, ma alla fine giunsi sano e salvo sulla riva. C'erano parecchi
ragazzi che conoscevo, li salutai, fermandomi a parlare con loro del più e del meno e racimolando nuovi allievi che avrebbero voluto prendere
delle lezioni prossimamente. Dovevo godermi quel momento, presto avrei potuto perdere la mia popolarità, o meglio, presto sarei potuto essere
sulle bocche di tutti, ma non per le mie capacità scolastiche fuori dal comune.

- Ehi, Bradbury! Quanto tempo! - non mi voltai, continuai a fissare le onde rabbiose del mare, concentrandomi su quello. Era lì, ero
così terribilmente sfigato da beccarlo anche quando non era mia intenzione. Doveva aver terminato la sua mattinata di fuoco con
Isabelle.
- Non potevo perdermi queste onde – lo sentii rispondere – allora? Ci mettiamo al lavoro? -
Lo trattavano come un fottuto Dio sceso in terra, era così irritante. Il modo in cui tutti lo idolatravano ... c'era qualcosa che non andava nel
mondo, mi dissi, stringendo i pugni. Poi li sentii passarmi accanto, probabilmente mi aveva anche visto, ma come al solito mi stava
ignorando. Come potevo essere così stupido da continuare a sottostare a quello schifo?
- Ehi ... - mi sentii toccare la spalla, per un attimo rimasi accecato, Bradbury mi passò oltre, sorridendo appena. Lo guardai,
aggrappandomi a quel piccolo barlume di saggezza che sembrava avermi illuminato quel giorno, e mi dissi che non dovevo cedere. Non risposi al suo saluto, probabilmente non ci fece neanche caso, ma non importava, erano piccoli passi ... piccoli passi verso la riconquista della ragione.
Non lo guardai, sapevo perdermi nell'osservazione del suo corpo, ogni fottuto centimetro era perfetto, non si poteva essere tanto belli e
crudeli ... avrebbero dovuto bandirlo dal mondo, ma non erano pensieri da fare.
Mi concentrai sulla mia prossima mossa: chiamare Scott e chiedergli di vederci. Avrei dovuto chiarire tutto, non potevo più
continuare in quel modo. Sperai che tutto andasse bene, ma la speranza non era di moda nella famiglia Wayright.




NIKOLAJ

Quando cliccai su invio mi sentii come se avessi tolto un tappo, come se adesso potessi rilassarmi, stavo facendo finalmente qualche passo per se stesso, per andare avanti. Avevo risposto al Rettore della Berkley e gli avevo comunicato la mia decisione finale, avrei accettato il posto.
Mi sarei trasferito con Dylan, era la decisione giusta, un taglio netto che mi avrebbe portato lontano dalla tentazione di Matt. Non avrei detto
a nessuno del mio nuovo lavoro, lui e gli altri dovevano pensare che fossi ancora a St Louis così avrei evitato che tornasse a cercarmi, che
provasse a raggiungermi, perché sapevo non essere in grado di sfuggirgli. Dovevo solo tenere duro, ancora per una mese, dopo Agosto
sarabbe tutto finito, sarei tornato a casa ed una volta con Dylan tutto sarebbe tornato come sempre, perché io lo amavo, non poteva essere
altrimenti.

- Pronto? – la sua voce raggiunse il mio orecchio al terzo squillo.

- Dylan! Hei, come stai? – chiesi.

- Tutto bene ... novità? –

- Beh ... è ufficiale, ho accettato la proposta dell'università! Quindi ... a Settembre cambia tutto! – comunicai.

- Mio dio Nik! È fantastico! Sono fiero di te, sarai un professore fantastico ne sono certo ...- esclamò gioioso – se solo fossi qui potremmo
festeggiare ...-

- Lo faremo al mio rientro ... dopotutto sarà ufficiale a Settembre ...- chiarii – infatti non dirò nulla qui per il momento .. –

- Oh d'accordo!- disse lui – non vedo l'ora di riaverti con me ... mi manchi da morire –

- Mi manchi anche tu, D. davvero ... non vedo l'ora di riabbracciarti –

Ed era vero. Volevo disperatamente tornare me stesso.

Quando scesi in cucina trovai Matt che sorseggiava una bibita, ci guardammo per un istante e tutte quelle emozioni che ci tenevamo dentro tornarono a galla, lo vidi avvicinarsi a me e ne ebbi paura.

- Non farlo ...- sussurrai e lui si bloccò.

Il suo viso si intristì immediatamente – io ci provo Nik ... ci provo a non pensarci, ad andare avanti ... ma ... -

- Niente ma, Matt, basta stronzate. Lo sai, non possiamo più stare insieme, abbiamo messo un punto – dissi freddo.

Lui parve meravigliato – da quando sei così distaccato? Perché devi parlarmi così ... -

- Perché tu stai ancora combattendo Matt, lo vedo, nei tuoi occhi, nei tuoi gesti, hai ancora discussioni con tuo fratello – gli dissi secco –
devi cercare di superarla –

- Superarla? Come fai tu? – sbottò – Nik tu sei impotante per me ...e io combatto per le cose importanti, i Reed fanno questo –

- I Reed si mettono solo nei guai ... e combattono...per le cose sbagliate – dire quelle parole fu dura ma dovevo essere chiaro, volevo che
demordesse e non gettasse la sua vita dietro un illusione.

Il volto di Matt divenne funereo, abbassò lo sguardo e strinse i pugni risentito.

- Wes mi ha detto che c'è una festa stasera ... in spiaggia, andiamo con i sacchi a pelo e le tende, passiamo la notte fuori – puntò gli occhi
ardenti verso di me – in questo genere di eventi c'è sempre un mucchio di gente ... di ragazzi ...-

Sapevo dove voleva andare a parare – mi sembra un buon modo per conoscere qualcuno della tua età ...-

- Ah, davvero? – era stizzito – ottimo ... quindi posso tranquillamente sentirmi libero ... magari mi faccio anche io qualche sconosciuto nella
spiaggia! Sarebbe il perfetto stereotipo che hai della mia famiglia ... perché discostarmene? –

- Matt – cercai di chiarire – sai che non è quello che intendevo ... il motivo per cui non può funzionare non è
certo colpa tua ... è qualcosa che va oltre ciò che possiamo decidere –

- Fanculo! Sei tu che non hai il coraggio di decidere invece! Unadecisione si può sempre prendere, su ogni cosa! Noi possiamo decidere di
combattere ... e invece tu preferisci la resa! Sei un vigliacco! – sbraitò – ha ragione ... abbiamo chiuso! –

Poi lasciò la cucinacon passo furente ed io restai solo, dovevo essere fiero di me ma non lo
ero, forse Matt aveva ragione, ero solo un vigliacco che non era certo delle sue scelte dopotutto.

I ragazzi erano usciti tutti insieme, avevo visto Seth muoversi mal volentieri sotto le spinte di Wes che invece sembrava fin troppo ansioso di andare, anche Kevin si era unito visto che Celine si era trattenuta ancora dalle sue amiche. Avevo
lanciato un ultima occhiata a Matt prima che lasciasse la casa ma era così furente da non degnarmi nemmeno di uno sguardo. Mi dissi che era
meglio così, visto quello che c'era stato fra noi non potevo pretendere che saremmo tornati a semplici convenevoli fra zio e nipote, non ci
eravamo considerati in quei termini. Se non potevamo amarci, mi dissi, ci saremmo odiati e per quanto fosse doloroso era l'alternativa
migliore.

Il tempo passava, le chiacchiere con i miei fratelli pure, ma io ero stupidamente ancora fissato a quella discussione, il
battibecco fra me e Matt non era mai stato tanto agguerrito e personale. Continuavo a pensare a quella fra "quindi posso tranquillamente
sentirmi libero ... magari mi faccio anche io qualche sconosciuto nella spiaggia", mi vennero i brividi. Era vero, chissà quanti ragazzi
avrebbero partecipato a quella festa, chissà quanti avrebbero notato Matt, del resto non passava per niente inosservato. Del resto io stesso
gli avevo messo quell'idea in testa, di cosa mi lamentavo adesso? Era suo diritto conoscere gente, divertirsi, socializzare con ragazzi della
sua età e vivere normale, era la scelta giusta eppure non sopportavo quel pensiero. L'immagine di Matt stretto fra le braccia di qualcun
altro, le sue labbra sfiorate da uno sconosciuto, un nodo mi si formò allo stomaco e decisi di sollevarmi dal divano. Dovevo assolutamente
trovare il modo di passare quella serata, di non pensarci e non ritrattare la mia decisione. Optai per andare a letto, stare sveglio
implicava pensare, se mi fossi coricato la notte sarebbe trascorsa e basta, senza che mi sentissi così di merda.

Mi distesi sul letto ma ovviamente non dormii, non ci riuscivo, continuavo a rigirarmi nel
letto ben consapevole del tempo che passava e conscio che Matt era lì fuori, arrabbiato. Stupido, sei un vecchio idiota, mi dissi. Poi vidi
una luce, lo schermo del mio cellulare si era illuminato, osservando il numero lo riconobbi, era lui. Quando presi la chiamata il vociare della
gente mi investì l'orecchio.

- Pronto? – dissi tentennante.

- Niiiiik!!!- la voce di Matt era molto alta – sei un dannato idiota! Ci scommetto che sei solo a pensare a quanto sei idiota – le parole
sembravano strascicate e impastate.

- Matt? Hai bevuto? – chiesi allarmato.

- Sta' zitto! – sbottò – ho fatto come mi hai detto ... mi sto divertendo, ecco! Ti ho chiamato per fartelo sapere ... ci sono un sacco di ragazzi
fighissimi qui, uno di loro è proprio gentile ... - rise istericamente – mi passa lui da bere, è proprio simpatico ... non come te, musone stupido
idiota! –

- Matt, ma dov'è Wes? Si è accorto che sei ridotto così? –

- Fottiti! – sbraitò – sei sempre a parlare di Wes ... Wes di qua, Wes di là! Cazzo, vuoi farti mio fratello? Basta dirlo! – ora era arrabbiato.

- Adesso calmati ... ascoltami bene, smetti di bere, sciacquati la faccia e vai verso la strada .... Vengo a prenderti –

- Cooooosa? – cominciò a ridere di nuovo – adesso non ti piace più la cosa? Vieni qui ... e mi porti via? Non credo proprio –

- Matt ... non sai quello che stai facendo! – lo ammonii – qualcuno potrebbe approfittarsi della situazione –

- Non sarebbe il primo! – sbottò lui ed iniziò a singhiozzare – tu ... ti sei approfittato ... tu ... io ti amo e a te non importa più! –

Quella frase mi colpì il petto come un macigno, il fiato mi si mozzò, mio dio, Matt, il piccolo dolce Matt, avevo calpestato tutto di lui, solo per
uscirne indenne, solo avere la vita facile, stavo deliberatamente ignorando i suoi sentimenti e i miei. Non mi stavo comportando da uomo,
stavo solo scappando, come un vigliacco.

- Mi dispiace ...- mormorai – perdonami ... ti prego ... fai come ho detto ... sto vendo a prenderti –

La telefonata si interruppe ed io schizzai fuori dalla mia camera, scesi e presi in prestito la macchina di Norman per poi dirigermi in tutta
fratta verso la spiaggia. Avevo un bruttissimo presentimento, non fu difficile trovare il posto, c'era un grade falò e gli schiamazzi e la
musica erano chiaramente udibili dalla strada. Accostai ed aguzzai la vista preoccupato, poi vidi una sagoma accucciata a terra, scesi svelto e
mi avvicinai, era Matt. Se ne stava seduto con le ginocchia al petto e la fronte su di esse.

- Matt ...- chiamai, lui sollevò il capo, era rigato di lacrime.

- Sei venuto ...- mormorò quasi sorpreso.

Lo aiutai a mettersi in piedi – certo, vieni andiamo a casa –

- Io ... io ...- cominciò tremante – l'ho baciato ... quel ragazzo ... io l'ho baciato .. ma è stato strano ... brutto ... io non, mi sono sentito
sbagliato, che non era quello che volevo baciare –

Lo abbracciai forte a quel punto, stringendolo a me – sei gelido ... -

- Ho fatto il bagno – confessò a mezza voce contro il mio petto.

Lo aiutai a salire in auto e ci dirigemmo verso casa, se ne stava teso e rigido, notai che tentava di guardarmi di sott'occhi ma che poi tornava
con lo sguardo in avanti imbarazzato. Così accostai, c'era un parcheggio poco più avanti e fermai la macchina, spensi il motore e allora lui mi
guardò.

- Io ... - cominciò - ... ho riflettuto dopo ... a quello che ho detto ... ecco ... non ... - sembrava stare acquistando lentamente lucidità
– non è colpa tua, tu ... ti sei comportato bene con me ... io lo capisco che non possiamo stare insieme ... solo che .. è difficile accettarlo ... -

- No ...- mormorai io – tu hai ragione ... sono solo un vigliacco ... preferisco scappare anziché affrontare ciò che mi sta succedendo,
anziché guardare in faccia la realtà ... - guadai quel viso così bello che si illuminava di speranza – non riuscivo a stare tranquillo a casa, il
solo pensiero che tu avresti potuto conoscere qualcun altro ... io ero geloso ...- confessai – hai ragione ... sono solo un idiota ... un idiota
codardo che mente a se stesso e ti ferisce .... Non so cosa tu ci trovi in uno come me... ma se per una volta dovessi essere sincero ti dire che ti
amo ...-

I suoi occhi si riempirono di lacrime, si sporse dal sedile gettandosi su di me, gettandosi sul mio viso e baciandomi con
passione, io non potei fare a meno di ricambiare e stringerlo ancora di più a me.

- Troveremo un modo ... staremo attenti – mi disse fra un bacio e l'altro – combatteremo ... solo ... non lasciarmi mai più –

Ero completamente preso da lui, totalemte abbagliato e in quell'istante ogni mio timore sparì, non c'era niente di troppo duro da affrontare o
da combattere. Esistevamo solo noi due quella sera, solo due persone che si erano innamorate e potevano stare insieme ed andare avanti,
attraverso le difficoltà, attraverso il buio, potevo vedere un futuro. Sentivo il corpo di Matt che si spostava su di me, le sue mani che mi
sfilavano la maglietta e credevo che fosse passato un secolo dall'ultima volta che avevo mai provato quella sensazione. Era come sentirsi vivi
per la prima volta, guardare il bagliore di quegli occhi azzurri e meravigliosi, sentire il suo sapore nella mia bocca. Tutto quello a cui
riuscivo a pensare era che lo rivolevo indietro, rivolevo quel ragazzino, quello che avevamo, quella possibilità che avevamo deciso di
darci, mi dissi che avrei potuto farlo funzionare. Sentivo il suo corpo muovermi sul mio, contro il mio ed era come essere in paradiso, come
essere in un mondo a parte, nell'oscurità più dolce che io potessi mai concepire. Forse eravamo sbagliati, la nostra testa era sbagliata, il
nostro sangue una maledizione, eppure non trovavo niente di più giusto se non quello che stavamo facendo. Adesso che lo avevo ritrovato non
avevo più la forza di lasciarlo andare, era troppo tardi, ci eravamo uniti ad un punto tale che staccarci ancora avrebbe significato la fine
totale, l'annientamento di due persone, irrimediabilmente.

- Te lo prometto ... te lo prometto Matt ... basta ... non ci lasceremo più ... staremo attenti ... io combatterò al tuo fianco, io ... voglio vivere al tuo fianco – dissi.

Lui rideva, gemeva, mi chiamava e mi stringeva e sentivo che si aggrappava sempre di più anche alla mia anima.

- Andrà tutto bene ... ogni cosa ... alla fine ... sarà ... come deve essere –

- Ti amo Nik .... – disse ancora una volta dopo l'ennesimo bacio bollente.

- Ti amo anche io ... ti amo più di ogni altra cosa al mondo ... ti amo come non ho mai amato nessun altro ... - sussurrai al suo orecchio.

Ed era vero, che fosse la salvezza suprema o la condanna definitiva, non c'era niente di più reale di quella confessione.

ANGOLO AUTRICI:

Ragazze XD vi ricordate quando vi avevamo detto di un certo falò? beh, è arrivato e porta con se molta rivoluzione XD cominciando da Nike Matt che sembrano intenzionati di nuovo a ripercorrere certe vie XD Nik si è finalmente stancato di fare la mummia e sembra deciso a combattere davvero per Matt .... Quanto ci sarà di vero stavolta? E Wes? Come faranno a tenerlo allo scuro? Siamo curiose di sentire le vostre supposizioni su questa coppia ....
Piccolo anticipo allettante XD Nel prossimo capitolo avverrà qualcosa di sconvolgente XD chi se la sente di fare ipotesi? XD
Ringraziamo tutti coloro che ci seguono sempre, che recensiscono <3 vi vigliamo bene!, che leggono, seguono e apprezzano la storia! Un ringraziamento speciale a chi sta con noi dietro le quinte, il caro Pen Free Reader che ci beta i capitoli ed è uno dei fan più appassionati della storia !
Ci vediamo fra qualche giorno, nel frattempo vi aspettiamo numerosi! Sia qui fra i commenti, per ridere insieme e scambiarci pareri, sia sulla pagina Fb della storia, dove potrete interagire con noi quando volete!
Un abbraccio

BLACKSTEEL

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