capitolo 26

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Capitolo 26

KEVIN

Ormai era evidente, potevano chiaramente vederlo tutti il mio stato di shock. Era così che mi sentivo, come se fossi sopravvissuto ad un disastro aereo, come se soffrissi di uno strano disturbo post traumatico. Quando mi aggiravo per quei corridoi continuavo a rivedere ogni piccolo dettaglio della mia vita in America. Rivivevo ogni momento, dal giorno in cui lo avevo visto arrivare al funerale, a quella sera maledetta, il pugno che gli avevo rifilato e poi quella tensione perenne.

Ogni volta che sfioravo Celine per qualche ragione finivo per pensare a lui e questo mi disgustava, era come se avessi perso il controllo di me stesso, se non ero io a comandare allora chi guidava le mie azioni? La risposta era inaccettabile. Per un momento mi vennero in mente le parole che pronunciò Seth al locale. Prendi un aereo e scappa. Forse lui aveva visto lontano, doveva aver notato qualcosa di cui non ero in grado di rendermi conto.

Con la mente preda di quei pensieri entrai in stanza, sollevai gli occhi e trasalii alla vista di Seth steso sul letto, quando anche lui sollevò lo sguardo la sua espressione era raggelante.

- Scusami ... ero sovrappensiero, ho sbagliato camera – mi affrettai a dire.

Lui n rispose, mi guardò per qualche istante ancora e poi mi fece un gesto con la mano verso il letto, che interpretai come "accomodati" . Così mi addentrai nella camera e mi sedetti a poca distanza da lui, Seth rimase in silenzio a fissarmi tanto che alla fine distolsi lo sguardo imbarazzato.

- Perché sei qui? – chiese ad un tratto.

Io rimasi per un attimo stranito da quella domanda – perché m hai detto tu di entrare ... –

- Sbagliato – dichiarò con tono duro, di accusa quasi, allora mi ritrovai a guardarlo, completamente perso – perché sei qui Kevin? –

- Io ... - aprii e richiusi le labbra incapace di parlare mentre quegli occhi sembravano perforare il mio cervello.

- Perché! – disse quasi urlando.

Sobbalzai – Non lo so! Non so niente! – mi ritrovai ad urlare – non so perché sono qui ... non so niente! Non so cosa sto facendo, non so cosa sto pensando .... Mi sento .... Mi sento perduto – ammisi sconvolto – sono entrato in questa casa sicuro di me, sicuro della mia relazione ... sereno sotto ogni punto di vista mentre adesso ... sono ... io non so chi sono. –

Mi fissava in silenzio – ricordi ancora cosa ti ho detto ? se ci tieni a te stesso ... se hai ancora un po' di amor proprio... fa come ti ho detto, Sali su un aereo. Niente potrà restituirti quello che stai perdendo Kevin. –

- Perché lo fa? – bisbigliai pieno di vergogna.

- Chi lo sa? Perché qualcuno lo ha fatto a lui prima forse? O perché gli va, o magari perché si annoia e tu sei il suo nuovo passatempo – il suo tono era indecifrabile come il suo sguardo – non è questa la domanda Kevin ... la domanda è: ti va bene così? –

- No ... io voglio che finisca ... – dissi serio .

- Allora torna indietro senza voltarti ... Celine capirà, metti un punto prima che altri soffriranno. –

Annuii e mi sollevai dal letto, era giusto così, per me, per Celine, per quello in cui credevo – grazie, Seth ... ti sei dimostrato mio amico ... –

Ancora quello sguardo distante - non ringraziarmi, Kevin .... Credimi, non sono per niente tuo amico, se lo fossi ti accompagnerei all'aeroporto in questo preciso istante, perché ricorda ... troverai sempre un motivo per restare – fece una pausa - ma non lo farò ... tu sei da solo qui. –

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