capitolo 19

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Capitolo 19

"I want to reconcile the violence in your heart,
I want to recognize your beauty is not just a mask,
I want to exorcise the demons from your past,
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

Please me,
Show me how it's done,
Trust me,
You are the one"
MUSE - UNDISCLOSED DESIRES

NIKOLAJ

Quel posto era davvero meraviglioso, un Hotel ultramoderno interamente di vetro fuori, ma molto più familiare all'interno. La Hall era molto grande e l'addetto alle informazioni ci guidò brevemente all'interno dell'albergo mostrandoci l'ampia ala dedicata al benessere, la sala ristorazione e le nostre camere da letto.
Mi accomodai nella mia e per qualche momento mi godetti la comodità di quel materasso, tirai fuori qualche indumento che si sarebbe spiegazzato a furia di rimanere in valigia e li appesi nell'armadio, poi venni chiamato dagli altri per cenare e andare poi insieme a fare un giro dell'albergo.

La cena andò piuttosto bene anche se come al solito Ben fu sempre caustico nel conversare con gli altri, non ne capivo il motivo, l'atmosfera era rilassante ed il cibo buonissimo, ma a quanto sembrava qualcosa doveva non piacergli. La curiosità mi stava divorando, così attesi di rimanere solo con Monica e affrontare l'argomento.

- Scusami se sono indiscreto – iniziai – ma non riesco a fare a meno di notare il comportamento di Ben ... insomma, inizialmente credevo di essere io il problema ... -
Lei sorrise appena – Non lo sei più di qualunque altra cosa non gli vada giù. La verità è che Ben era l'ultima persona al mondo a volersi trovare qui in America. –
- Beh, capisco ... sta in Inghilterra, no? –
- Sì, vive a Londra, si è trasferito lì dopo la fine del College – mi spiegò - e tornava a casa sempre più raramente, poi dopo il matrimonio solo d'estate e alla fine ha preso le distanze, si faceva vedere di rado perfino da Richard. –
- Ma perché? Problemi? – chiesi francamente curioso.
- Direi amori irrisolti – mi confidò abbassando il tono - Norman e Ben hanno fatto il College insieme, in quel periodo hanno conosciuto Jane – mi raccontò con un sorrisino amaro sul volto – con Norman è stato amore a prima vista ma Ben ... beh, lui era geloso, Jane era meravigliosa, lo è ancora e lui era cotto di lei. Ma non ci fu verso, nonostante le avance di Ben, Jane aveva occhi solo per Norman e puoi immaginare quanto sia stato difficile per Ben accettarlo ... non ha mai avuto un caratterino mite. Le cose sono peggiorate dopo il matrimonio di mio fratello maggiore. –
Rimasi sbigottito, non avevo idea che ci fosse un trascorso tanto teso fra i due e una cosa del genere potesse bruciare tanto a distanza di tutto questo tempo. Alla fine lasciammo la sala da pranzo ed io mi diressi a cambiarmi e a fare un giro nel centro benessere. Decisi di iniziare dalla vasca idromassaggio, il luogo più rilassante dell'intera struttura. Entrai nella camera colma di vapore e mi infilai lentamente nell'acqua calda, chiusi gli occhi e mi lasciai andare a quella fantastica sensazione di tepore, sembrava di essere in paradiso. Le bolle erano confortevoli e sentivo i muscoli sciogliersi l'uno dopo l'altro, poi un movimento dell'acqua mi fece riaprire gli occhi e lo vidi davanti a me. Matt era nella vasca, con il suo visino angelico imperlato di gocce d'acqua ed i capelli bagnati, mi sorrise, serafico come sempre.
- Che ci fai qui? – chiesi a disagio adesso.
- Faccio il bagno – mi spiegò sorridente – qui è una favola, ci voleva proprio. –
- Matt .... Perché sei qui? Che stai facendo? – dovetti domandargli ormai sfinito.
- Che vuoi dire? Non capisco ... – ribatté lui facendo palesemente il finto tonto.
- Lo sai cosa dico! Dannazione non dovresti essere qui ! Non dovresti parlarmi, non dovresti fare una sola delle cose che fai. – insistetti.
- Mi sto già trattenendo abbastanza a dire il vero – disse quello con l'aria scocciata, in quel momento mi ricordava molto il fratello – se non mi stessi comportando bene te ne accorgeresti, sai? –
- Cosa vorresti dire con questo? – sbottai.
Il suo sguardo si fece serio e con un gesto rapido si allungò verso di me smuovendo l'acqua e portando il suo viso a poca distanza dal mio. Sentivo il suo respiro lieve, nonostante l'aria rarefatta dal vapore sentivo il suo soffio leggero sul mio viso mentre fissavo ipnotizzato quegli occhi assolutamente azzurri. Sentii una delle sue mani spostarsi sul mio viso ed accarezzarmi lentamente, poi scese sul collo senza smettere di fissarmi. Quel tocco mi lasciò impietrito, totalmente paralizzato, provai a dire qualcosa ma alla fine non ci riuscii e mi limitai a restare completamente alla sua mercé. Ero un uomo adulto messo in ginocchio da un ragazzino. Lo sentii ancora muoversi, posizionarsi sempre più vicino a me, mettendosi a cavalcioni sulle mie gambe.
Portò le labbra al mio orecchio – Lo sai cosa muoio dalla voglia di fare, Nik? – sussurrò sfrontatamente.
Non attese risposta, mi poggiò un bacio sul lobo e poi iniziò a percorrere con le labbra il mio viso fino a raggiungere la bocca. La distanza era millimetrica ma ancora non sembrava decidersi ad unirci in un bacio, cedetti, non riuscii più a controllare me stesso e preda di un impeto che originava da dentro le mie viscere scattai in avanti. Afferrai il suo viso selvaggiamente con una mano e unii quelle magnifiche labbra alle mie, lo volevo, il calore mi stava soffocando, sentivo il bisogno di stringerlo a me. Lui si adeguò prontamente a quel bacio, sentivo le nostre lingue intrecciarsi mentre lui mi stringeva con forza sempre maggiore. Spostai una mano sulla sua coscia e la percorsi per tutta la lunghezza, palpandogli i glutei ancora fasciati dal costume. Lo sentivo premere col bacino contro il mio e fu quella sensazione a svegliarmi, come un scossa elettrica il brivido del desiderio mi ordinò di prenderlo, di spogliarlo e farlo mio come desideravo ma quello stesso ordine mi riportò al presente, a quella stanza. Cosa stavo facendo? Era solo un ragazzo, mio nipote per lo più ed io non potevo compiere un'azione del genere. Mi staccai, mettendo una certa forza per allontanarlo dal mio corpo, lui era visibilmente accaldato, con le guance rosse e gli occhi pieni di desiderio.
- Nik ... dai non ... - provò a convincermi, ma io lo zitti, appoggiando una mano sulle sue labbra.
- No Matt, non possiamo fare una cosa del genere. -
- Se va bene a te e va bene a me! Perché non possiamo? – insistette afferrandomi per un braccio.
- A me non sta bene. – dissi in un sussurro.
- Non mi sembrava – sbottò lui arrabbiato – mi volevi, mi hai baciato. Ti sono venuto vicino e tu mi hai baciato! –
- Mi hai provocato – ringhiai – sei venuto qui con la sola intenzione di provocarmi! -
- Esatto – ammise sorridendo vittorioso –e tu hai ceduto, ti sei arreso perché io ti piaccio, quindi vedi di raccontare poche balle! Mi vuoi! –
Mi sentivo soffocare, lo scostai ancora una volta ed uscii rapidamente da quella vasca, dovevo allontanarmi da quel ragazzo, stava davvero diventando pericoloso per me. Dovevo sfuggirgli finché potevo perché mi rendevo conto di quanto ogni volta diventasse sempre più difficile.
Mi gettai nel corridoio nella speranza di raggiungere presto la camera ma lui non desistette, era ancora dietro di me. Ad un tratto mi sentii afferrare. Mi voltai e lui stringeva forte la mia mano, mi fissava con sicurezza e si avvicinò di un passo.
- Guarda che lo so – disse con voce seria – ho visto il pc in camera tua, ho letto cos'ha scritto, so cosa provi per me ... –
Restai impietrito davanti a quell'affermazione, lo sapeva, sapeva cosa le sue attenzioni mi stavano scatenando dentro. Volevo replicare, urlargli di sparire dalla mia vista ma non riuscivo a sciogliere quella presa. Ad un tratto una voce si sollevò accanto a noi, proveniva da una delle camere.
- Non lo sopporto, Ben! – era la voce di Amanda – adesso è troppo. È sempre così con te! Sono passati trenta dannati anni e tu non sei riuscito a fartene una ragione! Continui a guardarla con quegli occhi ... –
- Smettila di fare l'isterica e non dire cazzate! – sbottò Ben.
La loro camera era a qualche passo da noi, Matt ed io ci fissammo, incerti, ma alla fine lo seguii e ci mettemmo in ascolto.
- L'hai sempre amata! Ed il tuo amore per lei ha sempre messo in secondo piano quello che provi per me, la consideravi la donna della tua vita e persino adesso non ti curi di nasconderlo! Ha sposato tuo fratello, Ben, lei non ti vuole, né lo farà mai! Perché non puoi smettere di pensarla? – era fuori di sé ormai – questo matrimonio va in pezzi ogni giorno di più! –
- Davvero? – sbottò quello acido – per questo ti sei scopata Markus allora? Per sistemare le cose, adesso capisco! Non provare a gettarmi la colpa addosso, sei soltanto una sgualdrina ... –
I toni si erano drasticamente alzati e io indietreggiai istintivamente verso il corridoio. Gettai uno sguardo su Matt, immobile davanti a me, il suo sguardo era di pietra adesso. Gli occhi sgranati, il viso teso, non capii il motivo di quella reazione ma intuii dai suoi movimenti le sue intenzioni. Era proiettato verso la porta pronto ad entrare, lo fermai circondandogli le spalle con un braccio. Lui fece resistenza, gli occhi pieni di rabbia, dovetti trascinarlo via mentre si dibatteva per liberarsi. Con enorme fatica riuscii ad aprire la porta della mia stanza e a chiuderci dentro.
- Matt? – lo chiamai – ma che ti prende? -
Rimase in silenzio, immobile per qualche istante, poi le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, non c'era traccia del ragazzo provocante di qualche secondo fa, era lì davanti a me in tutta la sua fragilità. Si portò le mani al viso per nascondere il dolore e l'imbarazzo di star piangendo davanti ad uno sconosciuto. Mi avvicinai ancora, confuso e gli poggiai una mano su una spalla, lui fece uno scatto nascondendo il viso nel mio petto.
- Matt? Che succede? Parla ... – sussurrai accarezzandogli i capelli.
- Lui ... ha ... - singhiozzava - ... i miei ... si sono lasciati perché mio padre ... ha tradito mia madre. Markus è mio padre ... -
In quel momento realizzai ciò che Matt stava cercando di dirmi e rimasi raggelato al pensiero. Amanda aveva tradito Ben con il marito di Monica, rabbrividii, una famiglia sconvolta perché qualcun altro non era felice. Ben pensava ancora a Jane, Amanda si sentiva sola e per ripicca aveva tradito il marito, distruggendo la famiglia di Matt per sempre.
- Tua madre non ti ha detto niente? – chiesi incerto.
Fece segno di no con la testa – Ha solo detto che papà aveva un'altra e che si sarebbero separati ... mio Dio, devo dirlo a Wes? –
Lo strinsi forte in quel momento e sentii le sue dita artigliarmi la maglietta – va tutto bene, Matt ... sono certo che tua madre ha soltanto cercato di proteggervi ... –
- Mi dispiace – mormorò – non so perché l'ho presa così. –
- Beh, hai appena scoperto che tuo padre se l'è fatta con tua zia ... sarei sconvolto anch'io. – dissi per cercare di sdrammatizzare.
A quel punto vidi la sua testa sollevarsi dal mio petto, aveva gli occhi arrossati e le guance velate di porpora, mi fissò per un istante e poi accennò un mezzo sorriso. Gli passai le mani fra i capelli lentamente come faceva mia madre quando ero triste e avevo bisogno di essere consolato. A quel punto lo vidi sporgersi poco verso di me e mi poggiò un bacio lieve sull'angolo della bocca poi si riposizionò stretto sul mio petto e fu automatico per me circondarlo in un abbraccio. A malincuore però dovetti rendermi conto che Matt non era affatto un bambino, non nel modo in cui lo intendevo io. Il suo aspetto fanciullesco poteva trarre in inganno ma le realtà dei fatti era di gran lunga differente, Matt era un ragazzo di diciannove anni, un ragazzo che presto avrebbe iniziato il College e che sarebbe stato indipendente, uno che decisamente sapeva quali erano i suoi obbiettivi ed aveva una sua determinazione, dovetti rendermi conto che tutto questo mi piaceva, che lui mi piaceva.


CHRIS

Palms Beach era un sogno, era come camminare scalzi in un paradiso tropicale sconfinato, circondato dal suono confortevole delle onde che sbattevano sulla battigia. Colori, voci, risa, palloni mancati per un pelo, surfisti in barba, l'estate a South Gate era quello e molto altro.

Rachel sorrise accanto a me, aveva le mani sporche della stessa crema che stava spalmando sulle mie spalle, aveva i capelli legati in alto e un paio di occhiali da sole neri che non toglieva mai. Sembrava felice nonostante la ferita al braccio le avesse impedito di immergersi completamente nelle bellissime acque dell'Atlantico.

- Allora? Chi è il fortunato? Sono indecisa tra Mike Rosenberg e Allan Matthews ... stai guardando parecchio verso la loro zona. - sussurrò Rachel ad un centimetro dal mio orecchio.
- Acqua! E non mi dire che si nota così tanto ... - dissi scostando subito lo sguardo dal campo di beachvolley in cui Lewis stava dando prova di sé nel miglior modo possibile. Era abbronzato e terribilmente sexy nonostante il sudore grondante che ricopriva il suo corpo muscoloso e longilineo. Bevvi una lunga sorsata della mia birra ancora fresca per mandar via quei bollenti spiriti che mi pervadevano quando mi ritrovavo a lasciar cadere lo sguardo verso la sua direzione.
- Oh, no. Nessuno se ne accorgerebbe se non lo sapesse, sta' tranquillo. Credo proprio di averlo capito adesso, dovevo immaginarlo. Ti piacciono i ragazzi con un fisico da paura, eh? - Rachel sghignazzava a più non posso – ok, Noble è un figo pazzesco, te lo concedo. -
Parlare con lei di quella roba era ancora abbastanza assurdo per me, ma stavo iniziando a farci l'abitudine più in fretta di quanto avessi mai immaginato, in fin dei conti mi era sempre mancata una figura del genere, qualcuno con cui poter essere onesto senza preoccuparmi di possibili giudizi negativi. Le passai la mia bottiglia sopportando stoicamente le sue risatine e decisi di mollare ogni remore.
- Sì, è figo quanto vuoi, su questo siamo d'accordo, ma non credo giochi nella mia stessa squadra, se sai cosa intendo. - ero depresso, quella situazione mi stava dando più grattacapi del previsto – sai, mi basterebbe sapere da che parte sta, tutto qui. Sarebbe più facile mollare la presa, ma così ... non so, è come se vivessi sempre con la speranza che possa essere gay. -
- Beh, non so molto sul suo conto purtroppo. Non credo di averlo mai visto in giro con qualcuna però, è un tipo che sta sempre in compagnia dei suoi amici ... uno di quelli carini e gentili con le ragazze ma che non si sbilanciano troppo. Proverò ad investigare tra le mie amiche, ok? Magari qualcuna ha sentito qualcosa sulle sue abitudini - Rachel mi passò la birra, sorridente. - a proposito, non riesco a togliermi dagli occhi quel tipo lì sulla destra. E' un tuo cugino, vero? -
- Già, è Wes, il figlio più grande di mia zia Monica. - dissi dopo aver lanciato un'occhiata veloce verso di lui. Se ne stava beatamente disteso su una sdraio, sigaretta tra le labbra, cocktail fruttato ai piedi e un vecchio libro logoro su Freud tra le mani. Inutile dire che nonostante non ne fosse conscio aveva attirato un numero piuttosto elevato di attenzioni da parte del genere femminile lì intorno.
- Ok, quello me lo farei sul serio. - commentò Rachel un po' arrossata – con quelle labbra ... cioè, sembra uscito da una fottutissima copertina di Vogue. -
- Beh, dovresti proporti allora. Wes è un tipo che non disdegna le cose belle, che siano carne o pesce a lui va bene tutto. - mi gustai l'espressione confusa che apparve sul volto della mia amica, poi la vidi aprire appena le labbra, alla fine le serrò.
- Stai cercando di dirmi che anche lui è gay? Ma cos'ha la tua famiglia che non va? -
Non potei fare a meno di ridere, Rachel aveva ragione, eravamo un fottuto casino. - E' bisex, credo. Non lo so, sai? E' soltanto Wes. E' sempre stato così lui, un tipo singolare, anche più del resto di noi ... però è vero, siamo parecchio strani noi Wayright. Credo sia dovuto alla componente macho persistente in casa nostra quando eravamo dei bambini. Nostro nonno non faceva altro che parlare delle sue conquiste, anche mio padre e suo fratello facevano a gara al College su chi riusciva a portarsi a letto più ragazze. -
- Chi Norman? Norman Wayright? Il rispettabilissimo avvocato di South Gate? - Rachel rise forte, era allibita – beh, non importa, Chris. Il mondo mi piace per questo ... non troverai mai una persona completamente uguale ad un'altra. Questo nostro essere diversi è la cosa più bella. -

Era vero, non avevo mai considerato la mia omosessualità come qualcosa di negativo, però mi risultava anche complicato vederla come una semplice componente della mia persona. Eppure era così, Rachel aveva detto una verità che fino a quel momento non avevo preso in considerazione.
- Basta parlare di checche adesso! Facciamo qualcosa di molto etero. -
- Tipo? - chiesi lanciandole una lunga occhiata curiosa.
- Tipo tu che mi spalmi questa crema dietro mettendoci molta enfasi. - Rachel sorrise maliziosamente prima di slegare i laccetti del costume nero e sdraiarsi sul suo telo con la schiena pallida e nuda. Sarebbe stato uno spettacolo piuttosto erotico per uno che non fosse completamente perso nell'osservare i muscoli flessuosi di Lewis Noble che correva a raccattare la palla.

Lasciai uscire una dose abbondante di crema sul palmo della mano, poi iniziai a passarla lungo le spalle caldissime di Rachel, scendendo in basso di tanto in tanto. Era rilassante stare con lei, solitamente le mie visite alla spiaggia non erano così tranquille, mi piaceva praticare un sacco di sport, anche in spiaggia non potevo fare a meno di muovermi piuttosto che starmene sdraiato sul telo a prendere il sole. Ecco cosa comportava avere una donna per amica, pensai, mettendo un po' più di pressione nei miei massaggi.
- Ok, avete anche intenzione di trombare qui davanti a tutti adesso? No, perché potresti trovarti senza mani, Wayright del cazzo. -
Rimasi immobile, non volevo davvero incontrare il proprietario di quella voce che ben riconoscevo. Fu Rachel a sollevarsi, si tolse gli occhiali puntando lo sguardo dietro le mie spalle.
- Mi sta soltanto spalmando la crema, fratellino, non vorrai mica vedermi tornare a casa rossa come un peperone. - disse quella sfoggiando un sorriso luminoso e decisamente cattivo allo stesso tempo.
- Meglio rossa come un cazzo di semaforo piuttosto che incinta di un Wayright di merda. -
- Incinta? - sbottai voltandomi verso quell'ammasso di arroganza che mi fissava dall'altro del suo metro e novanta – non sono ancora così evoluto da metterla incinta con un semplice massaggio alla schiena! -
- E' meglio per te, Wayright. - sbottò quello, incrociando le braccia muscolose sul petto. Indossava la tipica tuta da surf, peccato che quel giorno le onde non fossero così alte da ucciderlo, pensai, digrignando i denti.
- Calmatevi adesso, l'onore della damigella è salvo. - sghignazzò lei allegramente – perché non vai a domare qualcun altro? - aggiunse poi rivolgendosi al fratello che sollevò un sopracciglio in segno di stizza.
- Mi piace riversare il mio disappunto su più fronti. Hai con chi tornare a casa dopo? Wayright non è un opzione. -
Stavo per prendere la parola ma Rachel mi precedette, era chiaro che non volesse assistere a nessuna tragedia estiva per quel giorno. - Ci sono le mie amiche poco più in là. Sì, sono quelle che ti fissano con la bava alla bocca, ci vedi bene e sì, sono disposte ad accompagnarmi a casa prima che faccia buio. -
- Ops, nessuno sembra aver bisogno di Tyler Bradbury qui. - mi lasciai sfuggire fissando la mia nemesi che mi fulminò immediatamente con lo sguardo.
- Qualcuno avrà bisogno dei tuoi organi dopo che ti avrò sistemato però, sta attento a dove cammini, Wayright, finché hai gambe su cui poter camminare. - ribatté lui, scrutandomi con i suoi occhi gelidi da squalo e facendomi desistere da qualsiasi altro tentativo di provocarlo.

Rachel sbatté le palpebre, non aggiungemmo nulla e a quel punto Tyler dovette sentirsi abbastanza soddisfatto da abbandonare il campo di battaglia per primo e tornare dagli altri sportivi. Lo vidi andar via, spalle larghe, viso rivolto appena verso l'alto, passi lunghi e decisi. Un vero e proprio duro, insomma. Suo padre doveva essere molto fiero di lui, sembrava in tutto e per tutto un Marine, eccetto forse per i capelli un po' troppo lunghi. In effetti anche quel caratterino di merda non avrebbe aiutato molto ...
- Non è sempre così ... a volte è ok. -
Le parole di Rachel suonarono incredibili alle mie orecchie. Dovette trovare divertente l'espressione di puro scetticismo che si dipinse sul mio volto perché un attimo dopo scoppiò a ridere. - A volte tipo quando dorme, no? Ah, no aspetta, ci sono! Lui è uno di quelli duri come il guscio di una noce fuori ma morbidi come panna dentro e non aspetta altro che un'anima gentile lo liberi da questa prigione buia e gli faccia conoscere l'amore vero! -
Rachel stava iperventilando per il troppo ridere. - Oddio, non dire mai niente di simile davanti a lui o neanche l'intero esercito americano potrà nasconderti così bene da permetterti di sfuggire alla sua furia assassina. - il suo viso si stava facendo di nuovo serio adesso – Tyler ... uno come lui non lo puoi odiare o amare, finisci sempre per odiarlo ed amarlo allo stesso tempo. -
Stavo per ribattere qualcosa di cattivo ma proprio in quel momento i miei occhi incontrarono una figura in avvicinamento. Sbattei le palpebre, Lewis mi raggiunse, sorridente e splendido come la più bella delle apparizioni paradisiache.
- Ehi, Chris! Come va? Che fai? -
- Ehi ... eri qui anche tu? Ma dai. - dissi mostrandomi quanto più sorpreso possibile. - mi sto rilassando un po', niente di che. Oggi non è la giornata adatta per cavalcare le onde. -
- No, affatto. Il mare è calmo come una tavola, ma c'è un bel venticello in crescita, magari più tardi si potrebbe provare. - erano convenevoli quelli? Era parlare del più e del meno, senza dubbio e la cosa mi disturbava. Perché girare intorno quando l'unica domanda che avrei voluto porgli era la sola che non riuscivo a pronunciare?
- Tu che fai? -
- Un'amichevole a beachvolley al momento, ma tra poco mi dileguo. Stasera c'è una festa alla pista, organizza un mio amico, sarete dei nostri? -
Evviva. Un breve attimo di giubilo prima che notassi le parole scelte da Lewis ... ci aveva invitati entrambi, Rachel e me, ad una festa piena zeppa di altra gente, tra l'altro.
- Ah, mi dispiace io non posso. Sono con le mie amiche, ma tu ci vai, no? Era già nei tuoi progetti. Adesso hai trovato anche la compagnia. - Rachel mi diede una pacca sulla spalla, evitai di guardarla in viso, sapevo che stava gongolando alla grande.
- Perfetto. Vuoi uno strappo? Ti passo a prendere per le dieci allora. Devo scappare, il secondo tempo sta per iniziare. A stasera, Chris! -
- A stasera! - mi ritrovai a ripetere con lo stesso brio di un pesce lesso – a stasera ... porca puttana ... -
Rachel era su di giri – Ecco a te l'occasione che cercavi. Vedi di usarla a tuo favore. Non puoi crogiolarti per sempre nel dubbio, dovrai essere diretto stanotte. Ti sdebiterai per il favore reso facendoti vedere in giro con me da mio padre, tranquillo.
Deglutii, conscio che mi aspettava una seratina tutt'altro che tranquilla.


NOTE DELLE AUTRICI: Salve a tutti :)
stiamo quasi raggiungendo i venti capitoli ormai e la situazione non è mai stata così complessa :P
Credo però che a questo punto vi siate fatti un'idea sui nostri personaggi ricorrenti e abbiate i vostri preferiti!
Questo capitolo è piuttosto frenetico, Nik cerca di trattenere i suoi spiriti bollenti mentre Matt fa di tutto per mettere in pericolo la virtù dello zio eheheheh è pur sempre un Reed, no? Forse ha imparato qualcosa dal fratello maggiore dopotutto :P
Sarà soltanto una scoperta sconvolgente a far desistere Matt dai suoi propositi ... cosa ne pensate? Potevate mai immaginare questo triangolo tra i fratelli Wayright e la bella Jane?
Passando all'altro pov qualcosa sembra muoversi nell'universo del piccolo e sfigato Chris ... un invito ad una festa da parte di Lewis, ma i dubbi del giovane Wayright sono leciti: Noble giocherà nella sua stessa squadra? Voi cosa ne pensate?
Abbiamo anche intravisto un Tyler decisamente aggressivo ... fate i vostri pronostici sul prossimo capitolo!
Grazie di tutto e a presto!
Sperando di sentirvi numerosi, altrimenti ci preoccupiamo >_<


- BLACKSTEEL -

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