capitolo 79

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NIKOLAJ

Durante le prime settimane di agosto la situazione iniziò a farsi strana in casa, potevo percepirlo chiaramente, una tensione febbrile dilagava in ogni angolo, come se fra i ragazzi da un momento all'altro potesse detonare una bomba e forse le prime esplosioni c'erano già state. Celine aveva annunciato ai suoi e a Jane che Kevin se n'era andato, aveva detto che ultimamente avevano dei problemi e che avevano deciso di lasciarsi. Era stata vaga al riguardo e nessuno si era sentito di dire o chiedere nulla, la tristezza nei suoi occhi spiegava le domande in sospeso. Io d'altronde potevo capire cosa ci fosse dietro a quella rottura, la stessa persona che da quel giorno si faceva viva raramente in casa, Wes non sembrava più nemmeno lui. Stava chiuso in camera sua da due giorni, parlava a stento ed evitava Celine, Monica era preoccupata ma ovviamente non sapeva che fare o dire. Seth, che di solito sembrava sempre pronto a tirargli su il morale, ultimamente era persino più assente del solito, si vedeva nel suo sguardo e nel suo viso, anche lui era nei guai. Persino Chris che era il più allegro della casa, di recente non stava bene, aveva passato molto tempo chiuso in garage e quando era in casa rispondeva in modo sintetico e triste.

- Tira davvero una pessima aria – disse ad un tratto Matt dando voce ai miei pensieri.

- Sei preoccupato per tuo fratello? – chiesi sfiorandogli i braccio con le dita – questa storia di Celine ... -

- Già ... so che si sono lasciati per Wes ... - disse poi accucciandosi di più alla mia spalla – ma so anche che mio fratello non è più quello di prima, non ha più voglia di fare la guerra a nessuno, l'ho visto nei suoi occhi ... credo stia soffrendo molto –

- E non è il solo ... voglio dire, Kevin ... Celine ... - mormorai – lei lo sa ... credo che non sia stato facile per nessuno ... per quanto loro abbiano avuto delle buone ragioni, non cambia la sofferenza che le hanno arrecato –

Mentre pronunciavo quelle parole mi accorsi che quel discorso valeva anche per me, io stesso stavo mentendo, stavo arrecando dolore a Matt e a Dylan, anche se tutto fosse andato secondo i miei piani qualcuno che non lo meritava avrebbe sofferto.

- Nik, tutto bene? – mi chiese lui preoccupato.

Fissare il suo viso era doloroso, mi riportava alla mente di continuo quello che era successo quella notte con Dylan e lo stomaco cominciava a farmi male.

- Sì ... tutto bene ... sono solo preoccupato ... ultimamente sembra che qui tutti non facciano altro che soffrire –

- Wes dice che è una sorta di maledizione ... - mormorò – che i Wayright sono destinati a soffrire sempre, a essere delusi ed a morire odiando –

- Pensi sia vero? –

Quello scosse le spalle – non lo so ... non credo alle maledizioni ... ma guardati intorno ... se fosse vero, credo che tutto quello che succede qui avrebbe senso ... -

Già, mi dissi fra me, persino la nostra storia sarebbe in perfetta linea con quella maledizione, noi che non potevamo stare insieme eppure continuavamo a lottare per quello. A cosa ci avrebbe portato tanto insistere?

A rompere quella strana atmosfera di tristezza fu lo squillare del mio telefono, notai il nome sul display, era lui.

- Pronto? –

- Nik? Tutto bene? Era un'emergenza grave? – disse ricordandomi il motivo per cui gli avevo dato buca a colazione, un'emergenza familiare ma non era vero.

- Ehi ... tutto bene, solo mio nipote che non stava bene ... sai sono ragazzi, ci mettevamo nei casini anche noi alla loro età –

- Sì, è vero – rise – allora se sei libero stasera usciamo? –

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