KEVIN
Era una piacevole giornata soleggiata quella, il cielo limpido, una leggera brezza non rendeva il caldo soffocante, proprio per questo motivo Jane era particolarmente allegra ed aveva predisposto tutto per pranzare all'aperto. Mi ero offerto di aiutarla a portare fuori l'occorrente per poter essere in prima linea ed osservare ciò mi interessava davvero, il vialetto. Perché Wes era sparito da lì la sera prima e non era ancora rientrato, sapevo perfettamente dove si trovava, era con Wayne, erano stati insieme tutta la notte. Mi scosse un fremito di rabbia, ma lo trattenni, avrei osservato il vialetto finché non fosse tornato e rientrato nel mio raggio d'azione.
- Monica io qui ho finito – cominciai alla madre della mia ossessione.
- Bene anche noi in cucina, puoi andare a chiamare gli altri in garage? – mi chiese, io annuii e mi incamminai.
La missione di quella mattina della famiglia Wayright era quella di sgomberare il soppalco del garage e dare finalmente un letto a Chris. I due fratelli non ne potevano più di dividere la camera di Seth, non facevano altro che litigare e reclamare ognuno i propri spazi, il maggiore aveva letteralmente messo alla porta l'altro dopo l'ennesima lite, così avevano dovuto trovare una soluzione. Quando entrai nel garage trovai gli incaricati speciali, Ben, Nikolaj e Norman, quest'ultimo portava giù l' ultimo scatolone.
- E' tutto pronto ? – chiesi sorridendo.
Lui sbuffò leggermente – Sì, abbiamo messo il materasso ad aria con lenzuola e tutto, spero che le proteste si calmeranno –
- Sono ragazzi – disse Nikolaj con il suo tono bonario – vogliono i loro spazi –
- E dopotutto neanche noi ci sopportavamo ... insomma, mi sembrano in linea con il loro albero genealogico – commentò Ben.
Risero tutti e tre, vidi con piacere che la tensione si era allentata abbastanza di recente, forse la famiglia di Celine stava trovando finalmente un po' di equilibrio, ne fui lieto.
- Comunque le signore sono pronte, possiamo andare a pranzare – gli comunicai.
- Ottimo! –
Quando ci dirigemmo nuovamente verso il giardino addobbato dalla tavola mi resi conto che eravamo cresciuti di numero, c'erano due tavoli ora separati.
- Li abbiamo divisi per stare più comodi – ci comunicò Jane – Wes alla fine è rientrato per pranzo ... si ferma anche il suo amico –
Oh si, la vidi la gioia con cui Wayne stava affrontando quell'inaspettato invito. Erano già seduti al tavolo lui e Wes, io presi posto proprio davanti a loro per tenerli debitamente d'occhio, accanto a me, quasi inaspettatamente si sedette Seth con un fare che mi parve insolito. Sembrava quasi sorridente, mi diede l'impressione di uno che si preparava a godersi uno spettacolo a teatro. Chris si mise di fianco a me dalla parte opposta e questo relegò Celine nell'angolo esterno più distante, insieme a Debby. Senza troppi convenevoli iniziammo tutti a mangiare, i grandi discutevano mentre noi ci scrutavamo in silenzio, come se una parola di troppo avesse potuto far crollare quella sorta di pace silenziosa. Ma inevitabilmente fu rotto il ghiaccio ed a farlo non poteva che non essere Seth.
- E allora Wayne ... - buttò lì infilandosi in bocca dell'insalata – hai riaperto la stagione della caccia al merluzzo? –
Mi andò di traverso la saliva, come a tutti i presenti a quel tavolo, tranne Debby e Celine distratte dalla loro conversazione.
- Seth ... - mormorò Wes ridendo – cavolo, non perdi tempo. E poi sarei io il suddetto merluzzo? –
- Nemmeno tu, cugino ... cos'è, un invito formale? Ci stai presentando il tuo amichetto speciale? – continuava quello.
- Non contarci troppo Seth – mi intromisi io – la partita è ancora tutta da giocare ... fossi in te non mi crogiolerei troppo. – dissi a Wayne.
- Non sono famoso per darmi per vinto ... quello se non sbaglio saresti tu .. – ribatté quello in risposta.
- Ti sei informato male ... non so se te l'ha detto ma d'ora in poi faccio sul serio ... -
Allungai una gamba leggermente e sfiorai il piede di Wes, il suo sguardo si inchiodò al mio, non credeva che avrei mai fatto una cosa del genere, adesso era ora di fargli vedere fino a che punto sarei arrivato per lui.
Sentii Seth ridere – Beh ... di certo hai un valido avversario ... bisogna dire che a tempo di guerra l'Inghilterra ha sempre saputo il fatto suo ...- poi si rivolse a Wes – sei sempre il solito fortunato, cugino ... sempre tanta abbondanza intorno alla tua tavola , è proprio vero, chi semina raccoglie. –
Wes rise, portandosi una mano alle labbra e cercando di nascondere l'espressione vagamente eccitata che aveva in viso, la cosa lo divertiva, questa sorta di gara per il suo cuore doveva lusingarlo parecchio. Chris dal canto suo si limitava a fissarci con una punta di confusione sul volto, fu abbastanza saggio da evitare di chiedere e continuare a mangiare.
Il pranzo alla fine si era concluso e con mia grande gioia anche la presenza di Wayne, se n'era andato e Wes si era ritirato in camera sua, definendosi "troppo stanco per reggersi in piedi". Io trattenni ancora una volta il mio scatto d'ira, cercando di non dare peso alle sue parole, la stessa cosa non fece Seth che invece rise come a voler rimarcare la frase.
- Kev ... - Celine mi si avvicinò – sai le mie amiche hanno organizzato una sorta di rimpatriata con altre ragazze che sono tornate da poco per le vacanze ... hanno organizzato una piccola festa oggi pomeriggio – mi spiegò – è una cosa un po' improvvisata, sai, ognuno porta qualcosa e restiamo a dormire da Jessica ... ti secca se ci vado? –
Le sorrisi – No, figurati, non le vedi da così tanto tempo, passa una bella serata. –
- Ok!- rispose entusiasta – allora mi cambio e poi vado al supermercato a comprare l'occorrente, ci vediamo dopo! – poi corse al piano di sopra dopo avermi dato un bacio delicato sulla guancia.
Guardandola mi resi conto di star facendo la cosa giusta, era una ragazza così splendida che meritava davvero un uomo che vivesse per lei, che la rendesse felice in ogni maniera. Era giusto così, lasciarla essere felice, nonostante io non fossi riuscito a conquistare Wes, lei meritava comunque un futuro.
- Vedo che hai deciso di fare sul serio – disse una voce riportandomi alla realtà, era Seth ovviamente.
- Già ... ci provo diciamo ... ho seguito il tuo consiglio –
- Era ora ... credevo di aver scommesso sul cavallo perdente – mi schernì.
- Per me non è un gioco –
- Lo so ... - disse con uno sguardo carico di tensione, ancora una volta mi stava leggendo dentro, poi un rumore, la porta di ingresso si chiuse, un attimo prima si sentì "ci vediamo domani mattina Kev!" – è di sopra Wes ... in camera sua ... -
Non servirono altre parole, mi sollevai e mi diressi a grandi passi, verso quella camera, verso l'unico mio desiderio, verso la cose che non facevo altro che desiderare da giorni.
Quando entrai in camera sua lo trovai disteso sul letto, intento a sfogliare un libro, lui mi lanciò un'occhiata distratta prima di tornare alla sua lettura. Mi chiusi la porta alle spalle girando la chiave, poi mi diressi verso il suo letto, poggiando un ginocchio sul materasso, lo vidi trattenere malamente un sorriso.
- Kev .. . che intenzioni hai? Guarda che sono davvero a pezzi ... - mormorò con voce provocante.
Gli presi il libro dalle mani e lo lasciai scivolare oltre il letto, poi con una mossa svelta mi posizionai a cavalcioni su di lui.
- Ti sei divertito ieri? – mormorai.
Quello si stiracchio appena sotto di me – Sì ... sai bene che io e Wayne siamo capaci di divertirci in qualsiasi occasione. Lui non mi annoia. -
Gli bloccai le braccia sopra la testa, era così bello, quell'espressione, quegli occhi, era come una dannata visione celestiale ed era lì, in trappola, mio finalmente. Passai due dita lungo la sua guancia e percorsi il perimetro magro del suo viso, spostai il corpo leggermente facendo strusciare i nostri pantaloni, entrambi di un tessuto leggero. La risposta di Wes fu immediata, un leggerò gemito, i nostri inguini si stavano sfiorando. Allora insistetti, strusciandomi ancora una volta in quel punto lo sentii, qualcosa stava cominciando a premere sotto i pantaloni.
- Tieni le mani sopra la testa – gli intimai all'orecchio – se le muovi da lì smetto subito –
Il suo sguardo era letteralmente di fuoco mentre mi guardava scendere verso il suo inguine, istintivamente aprì le gambe mentre io sbottonavo i bottoni e la cerniera per scoprire i suoi boxer gonfi. Sorrisi soddisfatto, nonostante tutte le attenzioni di Wayne lui non riusciva a resistermi, lo liberai da tutti gli indumenti rapidamente e mi beai per qualche istante di quella visone così magnifica. Wes era eccitato e mi guardava totalmente desideroso e dipendente, così decisi di non farlo aspettare oltre. Presi la sua erezione in mano, poi mi gettai sui di lui, non doveva immaginarlo e quando la mia lingua toccò la sua pelle sobbalzò gemendo senza riuscire a controllarsi. Percorsi tutta la sua lunghezza più volte, osservandolo fremere di desiderio, ricordavo perfettamente quella volta alla stazione, l'adrenalina e quel suo modo di muoversi lascivo. Fu così che feci anche io, lo avvolsi con la mia bocca, succhiando forte, dileggiandolo, stringendo forte alla base del suo membro.
- Kev! Ah ... Ke... - non riusciva a parlare.
Teneva gli occhi serrati, la testa all'indietro, il suo corpo era diventato bollente come lava, piccoli fremiti gli scuotevano le gambe mentre le allargava impercettibilmente sempre di più. Spostai la mia mano libera ad accarezzare quel corpo, a sentire quella pelle che si stava imperlando di sudore. Vidi le sue mani spingersi verso il basso ed io arrestai i miei movimenti abbandonando la sua erezione.
- Che ti avevo detto? – lo rimproverai.
Il suo viso era sconvolto da piacere – Ti prego ... non ... - poi si sollevò e si gettò sulle mie labbra.
Il bacio fu travolgente, animalesco, desideroso, era così tanto tempo che non cedevamo l'uno all'altro, era così tanto tempo che non potevamo sentirci liberi di stringerci fino a farci male, era così tanto tempo che non mi sentivo vivo. Lo afferrai nuovamente spingendolo contro il materasso, schiacciandolo sotto il mio peso, feci aderire i nostri inguini e strusciai la sua erezione contro la mia, ancora chiusa nei pantaloni. Lui gemeva, gemeva senza controllo ed io ero dominato unicamente da quel suono, continuare a sentire Wes in quello stato era la sola cosa che mi faceva muovere. Mi sollevai a quel punto puntando le ginocchia sul materasso, lui dal basso mi fissava con le labbra gonfie e arrossate, era dannatamente eccitante, portai di fretta le dita all'apertura dei miei pantaloni e li sbottonai tirandoli giù appena insieme agli slip.
- Succhia – gli ordinai mentre liberavo la mia erezione.
Non se lo fece ripetere, si mise a sedere e portò le sue labbra su di me. Quella sensazione era indescrivibile, l'elettricità mi scorreva nelle vene al posto del sangue, il mio cuore pompava alla velocità della luce. Sentivo la sua lingua, la sua bocca, furono i miei gemiti ora a riempire a stanza, totalmente in balia di quel diavolo dagli occhi grigi. Portai una mano alla sua testa che si muoveva ritmicamente, infilai le dita fra quei capelli morbidi e sentivo dentro di me l'orgasmo aumentare, ma non volevo che finisse, non così. Tirai indietro la sua testa ed affondai nuovamente nel suo sguardo, mi abbassai e lo bacia ancora una volta, sentendo il mio sapore nella sua bocca, lui portò le mani ad artigliarmi le spalle.
- Ti voglio Wes ... voglio farti mio ... voglio farti provare cose che nessun altro uomo potrà mai farti provare – gli bisbigliai fra un bacio e l'altro – tu hai bisogno solo di me, esisto solo io Wes ... -
Rideva lui, ma non di scherno, era una risata eccitata, disperata, sconvolta da tutto quello che stavamo provando. Si lasciò cadere sul materasso, allargando le gambe in una posa fin troppo eloquente.
- Fammi tuo Kev ... fammi dimenticare il mondo –
Lo accontentai, fui un'altra volta su quel corpo e lentamente ma con decisione lo penetrai, sentii il suo fiato mozzarsi, come il mio del resto. Rimasi immobile per un istante sconvolto dagli spasmi, poi mi mossi, una volta, due volte, tre volte. Ritmicamente, sempre più veloce affondavo dentro di lui, lo sentivo fremere e chiamarmi, stringere forte la mia pelle. Aveva cominciato a muovere il bacino insieme a me, per approfondire di più quel contatto, per aumentare quella sensazione. Lo vidi portarsi una mano fra le gambe ma lo bloccai.
- Voglio essere io a farti venire ... non toccarti ...- sussurrai impazzito dal piacere – devi venire solo con le mie spinte –
Lui non aveva la forza di replicare, non aveva la forza di fare niente se non soccombere sotto il peso del piacere e dei sensi. Il mio corpo si muoveva da solo ed alla fine arrivò, quella scossa definitiva, quell'affondo liberatorio che mi permise di spingermi dentro un ultima volta, con forza e precisione. Sentii Wes urlare con me e mentre lo riempivo dentro lui veniva su entrambi sporcandoci. Collassai sul quel corpo stremato mentre sentivo Wes portare per l'ultima volta le sue labbra sulle mie, in un bacio che pose fine a quell'idillio.
WES
Ero crollato, letteralmente messo K.O. dall'impeto di Kevin. Era stato spaventosamente trascinante, quella sua indole calma e solitamente così serena nascondeva qualcosa di molto più intenso ed oscuro ... qualcosa che avevo davvero compreso soltanto dopo la nostra ultima performance.
Mi mossi appena sul materasso che scricchiolò sotto la mia schiena, cercando di riprendere un po' di fiato e mandare via quel senso di calore totale.
- M-mio Dio ... ho esagerato? - Kevin rise appena a qualche centimetro da me.
- No, magari esagerassero tutti così ... - commentai, facendolo ridere appena. Era spaventoso quel suo cambiamento, era qualcosa che non avevo tenuto neanche lontanamente in considerazione – non ho dormito affatto stanotte ... state cercando di farmi fuori a suon di fatiche, per caso? - gli chiesi lanciandogli un'occhiata maliziosa.
Disappunto. Vidi Kevin storcere il naso in un'espressione tutt'altro che entusiasta. Si stava chiedendo come avessimo passato la notte Wayne ed io ... immagini spaventose dovevano aver preso il sopravvento sul suo freddo sangue inglese tanto da farlo stizzire – mi sembravi abbastanza in forma poco fa, non deve aver fatto un lavoro così speciale. - commentò fissandomi con attenzione, forse in cerca di qualcosa nel mio volto che avesse potuto rassicurarlo o meno.
Sorrisi appena – Mi stai per caso chiedendo chi abbia fatto il lavoro migliore tra voi due? - Kevin sbuffò forte.
- Che vuoi che me ne importi? Voi americani siete così insicuri ... un inglese non porrebbe mai una domanda del genere. -
- Questo è il motivo per cui sono stato io a dar voce ai tuoi pensieri – gli feci notare inchiodandolo con lo sguardo. Mi piaceva quel Kevin, anzi ... più che piacere mi faceva letteralmente impazzire. Era forte, coraggioso e molto, molto intraprendente ... eppure, quanto sarebbe durata quella volta? Quanto ci avrebbe messo prima di tornare alla ragione e accusarmi di tutto quanto come se io fossi stato l'unico a volerlo?
- Wes, i tuoi gemiti sono stati abbastanza inequivocabili. - mi fece notare e a quel punto non potei fare a meno di ridere. Aveva ragione, non sapevo dove avesse imparato, ma sapeva come prendersi cura di un uomo. Di certo stava imparando più in fretta di quanto avessi immaginato – non ti sei ancora stufato di Wayne? Credevo che le minestra riscaldate non piacessero a nessuno ... -
- Non è proprio così, in realtà – mi ritrovai a riflettere – Wayne ed io non siamo mai stati davvero insieme. Era una storia adolescenziale potremmo dire, basata soprattutto sul sesso ... che io ricordi non abbiamo mai affrontato nessun argomento serio. Adesso sarebbe diverso ... -
Kevin era stizzito – Wayne è un troglodita ... che diavolo di discorso serio potresti affrontare con uno come lui? - mi fece notare, divertito ma anche preoccupato.
- Oh, Kev, non fermarti alla prima impressione che hai di una persona. Proprio tu meglio di ogni altro dovresti saperlo ... guardare oltre è importante e Wayne non è niente di ciò che tu pensi. - i suoi occhi si incupirono, improvvisamente l'aria intorno a noi si fece più tesa.
Non avrei mai ammesso davanti a lui che quella notte non era successo niente di fisico tra Wayne e me. Avevamo fatto tardi, ci eravamo divertiti in giro per locali, avevamo bevuto, ballato, avevamo vissuto spensieratamente quello strano rapporto che stava iniziando ad instaurarsi tra di noi. Era un rapporto molto più maturo del precedente, Wayne si era comportato bene, non aveva provato a portarmi a letto e questo era un punto a suo favore, ma non ero ancora pronto a dare quella soddisfazione a Kevin. Mi piaceva lasciarlo crogiolare nell'incertezza ... doveva desiderarmi da impazzire, soltanto così avrebbe davvero mandato al diavolo tutto il resto.
- Stai pensando a lui? - incertezza nella sua voce.
- Tu credi nel cambiamento, Kev? - gli chiesi mentre cercavo a tentoni il pacco di sigarette sul comodino. Ne tirai fuori una e l'accesi.
- Intendi in un suo cambiamento? - annuii, era pensieroso adesso, poi fece spallucce – sarò sincero, nonostante questo implichi un punto a suo favore. Sì, credo che Wayne sia cambiato nei tuoi confronti. Non lo conosco bene, né voglio farlo, ma credo che sia cotto di te adesso ... lo vedo dal suo viso, dal modo che ha di guardarti quando non te ne accorgi ... lui ti ama, Wes. E probabilmente è profondamente pentito per quello che ti ha fatto in passato, ma questo non cambia le cose. Ti ha ferito ed in modo irreversibile ... lo so. - disse in un tono basso – so che non eri così prima di conoscerlo, so che quella delusione ti ha cambiato, ti ha reso cinico e glaciale e questo non cambia. -
- L'ho perdonato per quello ... - era vero, me ne resi nel momento stesso in cui lo dicevo. Anche Wayne era stato un ragazzino e tutti potevano sbagliare, eppure ...
- Credi di poter rimettere in piedi un rapporto distrutto come il vostro? Credi di poterlo riparare? - Kevin era stizzito – no! Non sarà mai la stessa cosa di prima ... volente o nolente, il danno è fatto, Wes. -
Mi venne da ridere – Kevin, dicendo questo escludi anche un possibile rapporto tra di noi, lo sai, vero? - quello mi fissò, vidi la confusione sul suo volto – come pretendi che mi fidi ancora di te dopo il tuo volta faccia? Credi che non mi chieda quanto tempo ci metterai prima di renderti conto di aver fatto una cazzata e correre ancora una volta tra braccia di Celine? - non gli permisi di interrompermi e continuai a parlare – stavolta non sarà Nikolaj ad impicciarsi, ma qualcun altro lo farà. Sei così vulnerabile ... i giudizi degli altri sono il tuo punto debole. -
- Wes, porca puttana ... - sentirlo imprecare era sempre una grandissima sorpresa, il giovane inglese si stava americanizzando ad una velocità supersonica – credimi quando ti dico che non succederà più! So cosa voglio, so che devo lasciare Celine ... non sono il tipo di uomo che porta avanti una menzogna. -
Mi alzai da lì, coprendomi il corpo con il lenzuolo – Ne riparleremo quando la lascerai davvero. - a quel punto mi avvicinai al suo viso, baciandolo con passione. Per un attimo lo lasciai protrarre quel contatto, perdendomi nel suo sapore, ma alla fine mi allontanai da lui ed abbandonai la stanza.
Mi diressi in bagno con un'incredibile confusione in testa, il sonno mancato non aiutava. Lasciai scorrere l'acqua calda nella vasca, facendola riempire quasi fino all'orlo, poi gettai il lenzuolo nel cestino della lavanderia e mi immersi nel fantastico tepore. La porta era mezza aperta però, questo incentivò il caro cugino Seth ad entrare.
- Porca puttana, Wes! Perché fai tutto a porte aperte? - si lamentò, retrocedendo subito dopo.
- Ehi tu! Fermati subito. Dobbiamo farci una chiacchierata! - lo chiamai facendogli segno di avvicinarsi.
Avevamo stipulato una sorta di accordo ed io lo avevo onorato, forse anche più del dovuto, pensai, cercando di mettere a tacere il mal di schiena causato dalle cure poco delicate di Kevin. Lo guardai, non facendomi intimidire dal suo sguardo cupo.
- Allora? Come sta andando con ... Dominik? - chiesi, incerto sul nome – non ho visto nessun movimento losco da parte tua, nessun cellulare che squilla ... -
- Forse perché non sono così dannatamente plateale come te? - sbuffò quello, incrociando le braccia sul petto – e complimenti, ottima performance quella di poco fa. Vi si sentiva dal piano di sotto. -
Risi appena, fortuna che la piccola Celine fosse lontano da casa – Bene, è quello che dovrei sentire io se origliassi la tua porta. Allora? Che stai combinando? Non dirmi che mi hai preso per il culo ... -
- Sta calmo ... anch'io sto onorando il patto – ribatté quello, seppure a malincuore.
- Ottimo! Quindi vi state vedendo? Te lo sei già portato a letto? -
Seth mi fulminò con lo sguardo – che diavolo ... sono in ritardo, devo andare al lavoro. -
- Ehi! Non ci provare neanche con me ... allora? Voglio i dettagli, tu i miei li hai sentiti.
Quello si arrese – E va bene. Ci siamo visti ieri ... non ho idea del perché ma sembra intenzionato ad accompagnarmi a casa dopo il lavoro ... vorrebbe farlo tutte le sere. -
- Wow, che anima gentile! Deve trovarti davvero irresistibile! - commentai, facendolo imbarazzare di brutto.
- Già, e non riesco neanche a capirne il perché. Insomma, non ho fatto altro che respingerlo come il peggiore delle piaghe di questa terra, eppure ... non demorde, anzi ... sembra ancora più deciso a provarci. -
- Forse è soltanto terribilmente masochista. Lo siamo un po' tutti, no? - vidi Seth abbassare appena il capo, sapevo a cosa stava pensando. Lui era il re dei masochisti, aveva fatto così tanto per Koll ... aveva sopportato di tutto pur di rimanergli vicino ancora un po'. Di certo Seth sapeva di cosa stavo parlando.
- Non volevo farti pensare a lui ... - ammisi.
- Tanto è inevitabile – commentò lui – c'è altro? Farò tardi. -
In effetti qualcosa c'era – Sì, un'ultima cosa, Seth. Ho bisogno del tuo parere ... Matt e Nikolaj, tu come li vedi? - quel pensiero continuava a torturarmi purtroppo, non riuscivo a fidarmi del tutto di quei due, soprattutto dopo l'esplosione di rabbia che Matt mi aveva praticamente gettato addosso il giorno prima.
- Si struggono l'uno per l'altro, per chi è a conoscenza del fattaccio si vede a distanza di un miglio, ma non credo ci sia più qualcosa tra di loro, se è quello che vuoi sapere. Nikolaj non è uno stupido. -
E invece lo era, era molto peggio! Cercai di controllarmi, pensare a lui era come gettare della cera bollente sulla pelle. Lo detestavo con tutto il mio cuore.
- Spero tu abbia ragione, Seth. Ci prendi più degli altri ... mi fido del tuo giudizio. - era vero, non potevo fare molto altro in fin dei conti. Avevo deciso di non dire nulla a Monica, tanto valeva andare fino in fondo e sperare che tutto si sistemasse senza che ci fosse bisogno di interferire. Sapevo che se l'avessi fatto avrei perso Matt per sempre ... ammesso che non fosse già successo.
Osservai andar via Seth dalla stanza, immergendomi ancora più profondamente nel tepore dell'acqua. La mia mente era arrivata a South Gate piuttosto sgombra, peccato che gli avvenimenti di quegli ultimi mesi avessero messo a repentaglio la mia spensieratezza.
Che cosa mi stava prendendo?
Che fosse già arrivato quel momento della vita in cui un ragazzo matura e si trasforma in un uomo?
Nah, mi dissi, afferrando una barchetta di legno che mia zia aveva posto tra i sali per abbellire il bagno. La feci immergere nell'acqua della vasca e muovendo le mani creai una lunga serie di onde.
Sembrava di trovarsi in mare aperto, la guardai destreggiarsi tra le correnti, chiedendomi se anch'io ne fossi stato capace.NOTE DELLE AUTRICI: Salvea tutte ^^
Ecco a voi un nuovo aggiornamento piuttosto frettoloso, quindi non cidilungheremo molto ma speriamo che anche questo capitolo vi abbia riservatoqualche soddisfazione :) qualcosa si smuove nell'universo Wayright finalmente!Ormai siamo nel vivo della storia ed uscirne non sarà facile.
Vi ringraziamo come sempre per il vostro grande entusiasmo ... speriamodi sentirvi in numerosi!
Baci
-BLACKSTEEL [TGi
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The Wayright
RomanceI Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì che i suoi membri si siano allontanati progressivamente fino a sembrare dei perfetti sconosciuti. Ma cosa accadrebbe se un evento tragico quan...