capitolo 37

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NIKOLAJ

Quella sera c'era una calma surreale in casa, come se tutti fossero troppo tesi e si sforzassero di non esplodere ma comunque la miccia fosse accesa, potevamo vederla tutti costantemente ma nessuno aveva intenzione di fare una mossa per primo. Jane come al solito sorrideva e cercava di coinvolgerci tutti in una semplice chiacchierata, Amanda era tesa e stava a debita distanza dal marito, Norman era accigliato, quella tipica espressione che a volte vedevo sul volto di Richard quando aveva a che fare con dei problemi. Monica cercava in tutti i modi di arginare la cosa, sapeva che il figlio era il responsabile del trambusto, ma ormai il danno era fatto. Poi c'era Ben ... lui mi preoccupava sul serio. Da come tutti parlavano di lui era una persona abitualmente superba, di quelli che non ti guardano in faccia perché non sei degno di far perdere loro del tempo, odiosi sì, ma in qualche modo spesso mi capitava di invidiarli un po' di invidiarli per quella loro sicurezza. In realtà di recente la vena superba di Ben si era smorzata fortemente, la situazione lo stava provando molto e non potevo fare a meno di dispiacermene un po'.

Dopo cena si alzò in fretta dalla tavola e si allontanò a grandi passi verso lo studio di Noman, non so quale idea mal sana mi spinse a seguirlo ma lo feci, mi mossi svelto verso la stanza ed entrai senza neanche bussare. Lui se ne stava seduto su uno dei divanetti con un bicchiere di liquore in mano, inutile dire che non fu felice di vedermi.

- Ciao Ben .. – mormorai, la sua espressione scocciata si accentuò – a te non piaccio, lo so – dissi sollevando le mani – ma vorrei parlare un po' se ti va ... –

- Parlare? – chiese inarcando un sopracciglio – non sono una signorina che ha bisogno di essere tenuta per mano. Non ti disturbare, non ho bisogno di nessuno con cui parlare. –

- Quello che stai passando ... è ingiusto, mi dispiace molto – confessai, sordo ai suoi tentativi di allontanarmi.

- Ingiusto? – sembrò ancora più irritato a quel punto – non direi ... è quello che merito dopotutto. –

- Nessuno merita questo. –

- Ma fammi il piacere! Cosa vuoi saperne tu? – ringhiò – non sai niente di me e di mio fratello ... di Amanda e di Jane, dannazione! –

- Sono tutto orecchi però ... – ammisi con un mezzo sorriso.

Quello si irritò ancora di più – Bene, allora ti farò felice, stronzetto rompipalle – mi venne da ridere, lui mi fissò con ancora più astio – Norman ed io eravamo due bastardi da ragazzi, facevamo scommesse su quante ragazze riuscissimo a portarci a letto, poi le mollavamo per noia ... sai, quel genere di cose che rendono un uomo un indegno stronzo ... - fece una pausa – andò avanti per un bel pezzo, fino a quando non incontrammo Jane. Cristo, lei era così bella ... nel giro di qualche giorno persi la testa per lei ... e anche Norman. Jane era così dannatamente irraggiungibile ... una ragazza tutta d'un pezzo. Sapevo che in fondo a lei interessava mio fratello, lui ci impiegò mesi per ottenere un appuntamento con lei ... - rise amaro – stavano bene insieme ... guardali tutt'ora, sono favolosi ... io non avrei mai potuto avere una sola speranza ... per questo terminai gli studi in Inghilterra, volevo evitare di trovarmi davanti ogni istante. -

- L'hai conosciuta lì Amanda. – dissi.

- Già ... anche lei era bellissima, lo è ancora ... ed era pazza di me ... non capivo cosa ci potesse trovare in un uomo pieno di sé e sgarbato, ma mi amava. – bevve un altro sorso dal bicchiere – le dissi di Jane ... del mio amore per una donna impossibile da avere e lei disse che avrebbe fatto di tutto per farmi dimenticare di lei ... e così fu. Ci sposammo e io non ricordavo quasi più che faccia avesse ... ma poi, Richard ci volle tutti qui in America ed io la rividi. Inutile dire che la guardai come non avrei dovuto ... Amanda ne fu ferita profondamente ... - sospirò – sono un uomo che non sa dimostrare alla moglie che la ama ... è tutta colpa mia, l'ho spinta io fra le braccia di quel pezzo di merda ... quindi sì, merito tutto questo, merito il suo disprezzo ... l'unica innocente in questa storia è mia sorella. –

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