capitolo 36

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TYLER

Ero calmo adesso, stranamente quieto e appagato dopo quei giorni infernali, mi stiracchiai appena sul letto mentre un senso di sollievo prendeva possesso di ogni fibra del mio corpo. Mi scostai da quel groviglio di corpi, avevo caldo e voglia di andar via prima che qualcuno decidesse di parlare e distruggere quel momento di assoluto nulla. Tirai su la zip dei miei jeans e mi passai una mano lungo i capelli scompigliati, una di quelle ragazze disse qualcosa, sentii la sua mano sfiorarmi la coscia, ma ero già in piedi, pronto a lasciare la stanza ed anche la festa.

Tutto bene, pensai rincuorato, ero ancora io con tutto ciò che ne conseguiva, ero andato a letto con quelle tipe senza problemi, quindi avrei potuto archiviare ogni cosa senza pensarci ulteriormente. Risi al pensiero della faccia di Wayright che si godeva lo spettacolo, beh, tanto di guadagnato per me, vedermi scopare con quelle due tipe era più efficace di mille parole, parole che comunque non intendevo sprecare con lui.

Scesi le scale a passo lento, cercare di districarsi tra quella folla indemoniata era un casino, diedi una spallata ad un ragazzo che non sembrava intenzionato a togliersi dalle palle, di rimando fu lui a chiedermi scusa. Mi diressi verso l'uscita nonostante gli schiamazzi dei miei compagni di squadra, dopotutto avevo fatto ciò per cui ero venuto, non avevo alcuna intenzione di rimanere in quella bolgia infernale. Lasciai la stanza, lanciando un'ultima occhiata a mia sorella che sembrava divertirsi in pista con alcune sue amiche. Il mio pensiero andò in automatico a lui, la nuova ossessione di Rachel, lo stronzo che avevo detestato dal momento stesso in cui aveva messo piede al mondo. -Non era così semplice togliersi certi ricordi di dosso, pensai, irritato.

Calciai con violenza una lattina semivuota abbandonata sulla porta, facendola ruzzolare lungo i gradini della villa, andai a riprenderla un attimo dopo ma qualcuno fu più veloce di me.

Wayright era lì, teneva ferma la lattina con la punta del piede, mi ritrovai a fissarlo, intimandomi di non abbassare lo sguardo né distoglierlo neppure per un istante. Non avevo nulla di cui vergognarmi, io ero normale, non ero una fottuta checca del cazzo, lo avevo dimostrato quella sera stessa e molte altre indietro . Passai oltre, impettito, detestavo quella sua aria di chi ne sapeva sempre più degli altri.

- Grazie. -

Per un attimo pensai di aver sentito male, mi voltai verso di lui, confuso ed incazzato allo stesso istante. Il mio cervello mi intimava di camminare, ma i miei piedi erano immobili e pesanti una tonnellata.

- Che hai detto? - chiesi stringendo i denti.

- Grazie. Ho detto grazie, per non aver detto niente su di me ... Hitch è venuto a parlarmi prima, mi ha spiegato come sono andate le cose , quindi ti ringrazio ... - disse lui con quella sua solita voce del cazzo, come se niente al mondo avrebbe potuto scomporlo.

- Vai a fare in culo, Wayright! Non ho fatto un cazzo per te! Sei soltanto un frocio di merda per quanto mi riguarda. Mi hai capito? Rivolgimi la parola un'altra volta e non avrai più nulla per cui ringraziarmi. - lo minacciai sussurrandogli quelle parole all'orecchio prima di riprendere a camminare con più vigore.

Una risata trattenuta ma perfettamente percettibile, mi voltai verso di lui e lo ritrovai ancora lì, un mezzo sorriso sulle labbra, braccia lungo i fianchi in una posa che mostrava una calma imperturbabile. Sapevo cosa voleva dire quella sua espressione, sapevo a cosa doveva star pensando in quel preciso istante mentre mi fissava con quegli occhi limpidi e luminosi.

"Mi chiami frocio, ma tu cosa sei? No, non credo che tu sia poi così diverso da me ... "

Fu come sentirlo pronunciare ad alta voce, la perfetta traduzione di quel sorriso vagamente provocatorio e allora non riuscii più a trattenermi, in un attimo mi ritrovai a stringere con forza il suo collo tra le mani, Chris non ebbe il tempo di reagire, il mio pugno sferzò l'aria prima di colpire il suo viso violentemente. Qualcuno urlò, non ci badai, era a terra adesso, dolorante e confuso, retrocedetti automaticamente, il pugno mi faceva male, c'era del sangue sopra, così come sul suo labbro.

The WayrightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora