capitolo 91

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KOLL

Il parcheggio era deserto, erano quasi le due passate e non mancava molto al suo arrivo, non mi sbagliavo infatti. Vidi il furgone nero entrare nello spiazzale e fermarsi non lontano da me, il conducente spense il motore e smontò. Clayton ed io ci eravamo conosciuti durante un lavoro che avevo svolto in Austria, era un tipo particolarmente pragmatico a cui ti rivolgevi solo se avevi un certo tipo di problemi da risolvere. Nell'ambente li chiamavano spazzini, lavoravano per un gruppo di criminali conosciuti come fratelli Williams e si occupavano di togliere dalle palle cadaveri indesiderati e scene del delitto, oppure venivano ingaggiati come una vera e propria squadra d'assalto. Avevo intenzione di ritagliarmi la mia possibilità con Seth, per farlo però dovevo togliere di mezzo la minaccia dei cinesi che mi stavano alle costole e che avevano ucciso Gregor, dopo serviva qualcuno che ripulisse tutto in modo che non fosse mai successo nulla.

- E' da parecchio che non ci si vede Koll – mi disse a mo' di saluto.

- E' una gran fortuna, Clayton – gli strinsi la mano.

- Allora? La tua chiamata mi ha stupito non poco – mi disse – i dettagli di questa missione? –

- Devo uccidere due musi gialli che cercano di accopparmi da mesi ... e ho bisogno di una squadra di pulizie che mi garantisca di uscirne indenne – lo informai – e prima che tu me lo chieda posso pagarti –

Quello rise soddisfatto – allora sarà un piacere lavare via il sangue –

- Devi anche aiutarmi a trovarli, so che sono qui ... ma non sono riuscito a localizzare il loro covo – lo infomai.

- Nessun problema – convenne.

Ad un tratto sentii il mio cellulare vibrare, lo portai all'orecchio e la voce di Byron mi raggiunse con tono truce. Perché mi chiamava alle tre di notte'?

- Koll? Sono Byron –

- Ehi, che ti serve? – chiesi con una nota di preoccupazione.

- Senti, hai per caso visto Seth? È lì con te? – mi chiese.

- No –

- Capisco ... - sembrava nervoso – magari tu potresti scoprire dove si è cacciato... sono successe delle cose qui stasera e se n'è andato abbastanza arrabbiato, alla fine l'ho seguito per cercare di convincerlo a prendersi almeno un passaggio ma ... ho trovato il suo cellulare e il portafogli vicino ai cassonetti ... insomma è abbastanza strano ... -

Mi si accapponò la pelle, erano arrivati a lui, dannazione, dovevano avermi seguito, dovevano aver scoperto della sua esistenza, credevo di essere in vantaggio ed invece ero già in ritardo.

- Hai sentito suo fratello? Hai controllato casa sua? – continuai ogni istante più nervoso.

- Sì ho chiamato tutti ... Wes, Chris, nessuno lo ha visto, ho chiamato a casa e Debby ha detto che non è rientrato ... Chris è andato a cercarlo ... -

- Dominik? – al solo pronunciare quel nome provai una rabbia sempre più crescente.

- E' qui con me ... - disse in un tono abbastanza eloquente, mi fece intendere che doveva esserci lui dietro l'allontanamento di Seth.

- Va bene, ascoltami Byron, ci penso io a ritrovarlo... so dove potrebbe essere ... di' a Chris di venire da te e restate al locale, ve lo riporto tutto intero – conclusi.

- Koll ... cosa sta succedendo? – la sua voce aveva un tono grave e consapevole che le cose erano terribili esattamente come sembra.

- Ti fidi di me? –

- Per niente ... - mormorò – riportalo sano e salvo. Puoi riuscirci solo tu ho idea, vi aspetto –

Chiusi la chiamata e sospirai, merda.

- Che succede? – chiese Clayton curioso.

Non feci in tempo a rispondere che sentii il cellulare vibrare, era un messaggio e quando lo aprii mi ritrovai un numero di telefono e la foto di Seth legato ed imbavagliato. Chiamai il numero segnato ed a rispondermi fu una voce in cinese.

- Dove diavolo lo avete portato?- chiesi ringhiando.

- Lo scoprirai ... sai quello che vogliamo da te ... il materiale ... e la tua dipartita ... ci sei costato troppa fatica per i nostri gusti – disse la voce – che vogliamo fare? Il rosso vale la tua vita? –

- Sì – risposi senza esitare – tu dimmi dove siete e vi consegnerò tutto quello che ho, voi lo lascerete andare ... e poi potrete uccidermi –

La voce parve soddisfatta, si lasciò andare ad una leggera risata – molto bene ... sapevamo che eri un tipo ragionevole ... sicuramente più di quel vecchio ... non voleva proprio collaborare –

Figli di puttana ...

- Come avete scoperto di Seth? – mormorai a denti stretti.

- Sei davvero ingenuo Koll ... noi siamo lì da più tempo di quanto tu pensassi ... ti abbiamo osservato attentamente e niente sembra interessarti più di quel ragazzino ed ora è in mano nostra ... la cosa che più vuoi è qui adesso e se non ti sbrighi cominceremo a giocarci ... - rise – pezzo per pezzo Koll ... ci divertiremo a tagliargli via qualcosa ad ogni minuto di ritardo ... e poi lo sgozzeremo ... - la voce divenne rabbiosa – ti aspettiamo alle cinque alla vecchia fabbrica fuori città –

- State scherzando? Mi serve del tempo per prendere tutto, il materiale non ce l'ho con me ... – provai a temporeggiare.

- Credi di avere a che fare con dei dilettanti? Non hai tempo ... vedi di non fare scherzi, ricordati ad ogni minuto di ritardo noi gli tagliamo via qualcosa ... se non vieni, lui muore –

La chiamata si interruppe ed io rimasi in meditazione per qualche secondo, furbi, credevano di cogliermi impreparato ma quanto meno non sospettavano dell'arrivo di Clayton.

- Koll? Ma in che casino mi hai coinvolto? – quello parve divertito.

- Beh ... la missione di pulizia è appena diventata una missione di salvataggio ... hanno preso una persona ... devo portarla in salvo –

- Beh, questo ti costerà ... - mi fece notare.

- Posso pagarti, non essere noioso ... dobbiamo andare ... -

Salimmo entrambi sul furgone e ci dirigemmo verso la fabbrica, Clayton guidava ed io trafficai con il computer per trasferire il denaro nel suo conto, aggiungendo un extra per gli imprevisti.

Parlai quando lo sentii frenare e spegnere il motore.

- Ho fatto la transazione – comunicai – ho inserito una somma extra ... se le cose non dovessero mettersi bene per me voglio assicurarmi di una cosa ...dovrai portare Seth al Celtic Druids, sano e salvo –

Rise – e mi paghi in più per questo? Che fine credi che abbia fatto il mio onore? –

Mi unii alla sua risata – e tu che fine credi che abbia fatto la mia intelligenza? Non deludere il tuo cliente Clayton ... -

- Mai fatto prima d'ora, la principessa è al sicuro –

- Bene ... andiamo a stanare i lupi ora ... - mormorai.

Scendemmo dal furgone e l'aria fuori era arida, tipica delle mattinate estive, il cielo era tinto di chiaro, senza stelle né luna, fra un ora o meno sarebbe sorto il sole. Fra un ora o meno avrei scoperto se avessi vissuto ancora o mi sarei unito alla polvere trasportata dal vento afoso di agosto.


CHRIS



Mi svegliai con il batticuore, automaticamente allungai il braccio verso l'altro lato del letto, sicuro di non trovare ormai nessuno. Incredibilmente il colpo caldo di Tyler rispose ai miei movimenti, lo sentii mugugnare appena, infastidito.


- Wayright ... che stai facendo? - biascicò girandosi verso di me con gli occhi socchiusi ed un'espressione confusa sul volto.


- I-il mio cellulare ... - puntai il dito verso la lucetta intermittente che illuminava la stanza, il ronzio della vibrazione era stato attutito per metà dagli indumenti sul quale giaceva il mio telefono. Una chiamata a quell'ora della notte? Perché? Chi poteva essere? Avevo avvertito i miei genitori che avrei passato la notte fuori da un amico.


- Cazzo, sono le tre del mattino ... - Tyler si lamentò appena, ma alla fine si sollevò dal letto, essendo il più vicino – chi diavolo ti chiama a quest'ora? -


Lo vidi fissare il display ad occhi socchiusi, poi fece spallucce – Byron? Il tipo del Celtic Druids? -


Un brivido freddo mi percorse la schiena mentre prendevo il cellulare che mi era stato porto da Tyler e rispondevo alla chiamata con un filo di voce.


- By? Che cos'è successo? Va tutto bene? - chiesi allarmato, un attimo dopo stavo già vagliando tutti i possibili motivi per cui uno come Byron mi avesse chiamato a quell'ora della notte. Seth. Doveva essere successo qualcosa a Seth, senza dubbio.


- Ehi ... non volevo svegliarti, né farti preoccupare ma ... potremmo avere un problema. Seth ... non riesco a capire dove sia andato a finire, lui sarebbe dovuto tornare a casa già da molto tempo ma ho sentito Wes e mi ha assicurato che non è mai rientrato ... -

- Forse è passato da Koll ... -


Silenzio, Byron prese un respiro profondo – No, io non credo ... Chris, ho trovato il suo portafoglio e il suo cellulare vicino ai cassonetti qui fuori mentre uscivo a cercarlo ... -


Gelo, rimasi pietrificato. Non riuscivo a mettere insieme un solo pensiero sensato. Mio Dio ... Seth, che cosa gli era capitato? Byron continuava a parlare mentre io balzavo su, incurante del terribile mal di testa che non mi lasciava da tutto il giorno e facevo segno a Tyler di passarmi gli indumenti.


- Dobbiamo chiamare la polizia? I-io sono smarrito ... non riesco a capire ... -


- No – risposi concitatamente – non ancora, non vorrei complicare le cose, devi chiamare Koll. - quel bastardo, pensai, doveva essere tutta colpa sua. Era nei guai prima ancora di sbarcare qui in America, qualcuno gli aveva perfino sparato e adesso ... adesso anche Seth era finito nei guai a causa sua. La disperazione più totale mi sommerse, mi concentrai sul semplice atto di chiudere i bottoni dei miei jeans con una sola mano mentre l'altra reggeva ancora il cellulare.

- Lo chiamo subito. -


- Grazie, Byron. Io sto per uscire, comincio a cercarlo in giro ... fatti sentire non appena hai notizie, io farò lo stesso. - chiusi la chiamata sotto le occhiate confuse di Tyler che stava iniziando a vestirsi di riflesso.


- Seth? Cos'è successo? -


- E' scomparso. Byron ha trovato il suo cellulare e il suo portafogli abbandonati vicino al Celtic Druids ... - dissi in un sussurro che mi fece raggelare di nuovo le vene. Porca puttana, i sensi di colpa cominciavano a farsi sentire. L'avevo trattato di merda appena un paio di ore prima ed adesso lui era chissà dove, a subire chissà cosa ... lo avevano rapito? No, non poteva essere, ma in che diavolo di casini poteva essere invischiato uno come Koll? Non era un'ipotesi assurda quella, purtroppo.


- Cazzo ... prendiamo la mia auto. Hai idea di cosa possa essere successo? Quel tipo ... il suo ragazzo, l'avete sentito? -


Scossi la testa, non avevo neanche il suo numero di telefono. Sperai con tutto il cuore che Byron riuscisse a mettersi in contatto con lui, se c'era qualcuno che poteva risolvere questa enorme montagna di merda era proprio chi l'aveva provocata.


- Quel criminale del cazzo ... - scesi le scale come una furia, Tyler mi stava dietro. Mi portai una mano alla tempia, mi faceva male, per non parlare dei brividi di freddo che avevano iniziato a scuotermi da cima a fondo. Tyler sbuffò un attimo, poi lo vidi svanire in cucina, stavo per domandargli perché stesse ancora perdendo tempo ma quello era già di ritorno. Mi passò una capsula ed una bottiglietta d'acqua.


- Prendila, idiota. Avresti dovuto ascoltarmi un paio di ore fa. Adesso diamoci una mossa. -


- Perché stai venendo con me? - chiesi confuso, dopo aver mandato giù la pillola con un paio di sorsate d'acqua fresca. Stavamo correndo verso l'auto adesso, Tyler sembrava totalmente tornato alla normalità nonostante la mattinata spaventosa che avevamo vissuto.


- Tu mi hai dato una mano con mio fratello, non vedo perché non dovrei fare la stessa cosa col tuo adesso ... - detto questo mise in moto e in un attimo fummo lontani dal quartiere.


Mi guardavo intorno aguzzando la vista per i sobborghi bui della città, quasi come se mi aspettassi che Seth sarebbe potuto sbucare fuori da una di quelle viette come per magia. No, lui non era lì, non si trattava di uno dei suoi strani vagabondaggi in giro per la città, non si sarebbe liberato dei suoi fottuti averi in quel modo. L'avevano preso ... sarebbe potuto morire ed io lo avevo trattato di merda per giorni interi. Mi chiesi come fossi diventato così stronzo e freddo, quando era accaduto veramente? Era stato un passaggio graduale, alla fine avevo voltato le spalle a tutti pur di seguire i miei interessi.


- Chris ... smettila ... so a cosa stai pensando e smettila immediatamente. Non è colpa tua.


- Che diavolo ne sai tu? L'ho evitato per settimane ... lui mi infastidiva, è quello che sa fare meglio di ogni altra cosa ed io l'ho detestato per questo. Abbiamo litigato una marea di volte e anche oggi ... se adesso fosse morto ... se qualcuno lo avesse ucciso ... -


- Perché avrebbero dovuto ucciderlo, porca puttana? Sei serio? Chi cazzo può andarsene in giro a South Gate ad uccidere dei barman? Jack lo Squartatore dei barman sgarbati? Beh, in quel caso tuo fratello lo è parecchio ... non la vedo bene.


- Smettila di sparare cazzate, Bradbury! Koll ... deve essere stato lui ... l'ha messo nella merda, non ha fatto altro che trascinarlo nei suoi casini – smisi di guardare la strada, non riuscivo a concentrarmi su nulla, né a stare seduto su quel sedile ancora per molto.


- Di che genere? Che sai di quell'uomo? Credi sia invischiato in qualcosa di grosso?


- L'abbiamo trovato mezzo agonizzante a pochi metri da casa nostra ... quel qualcuno che lo sta cercando deve essere arrivato qui, Tyler ... -


- E deve aver attaccato una delle poche cose care a lui ... -


Seth. Era tornato qui per stare con lui, ma inconsciamente doveva essersi portato dietro anche i suoi problemi ... stavamo per fermarci nei dintorni della metro, volevo fare un giro, fare qualche domanda a chi frequentava quei posti, forse lo avevano visto con qualcuno di losco e avrebbero potuto darci qualche informazione, ma fu la suoneria del mio cellulare a farmi dimenticare ogni mio intento. Lo afferrai e risposi febbrilmente a Byron.


- Byron ... dimmi che hai delle buone notizie, ti prego ... -


- Sono riuscito a contattare Koll, dice che se ne occupa lui ... ha detto che dobbiamo soltanto aspettarli, lo riporterà al Celtic Druids.


- Dov'è? Che altro ti ha detto? Sta bene? - chiesi incalzante.


- N-non lo so, Chris ... non ha detto altro, io non ne ho idea. Ti aspetto qui? -


- Sì, sto arrivando. -


Tyler mi fissava, senza rendermene conto la sua mano era scivolata sulla mia coscia, mi stava accarezzando, forse per calmarmi, era comunque un gesto spaventosamente carino da parte sua, come tutto lo era stato in lui quella sera del resto.


- Koll sa dove potrebbe essere, ha detto che lo riporterà al Celtic Druids ... dobbiamo soltanto aspettare. Potresti portarmici? E' l'ultimo favore che ti chiedo ... a piedi ci metterei troppo. -


Tyler mise in moto senza dire nulla, mi persi nella contemplazione del suo viso pallido, aveva le mascelle ben pronunciate, il naso dritto, le labbra carnose, appena sporgenti. Le ombre della notte creavano dei disegni affascinanti sul suo volto, illuminando i suoi occhi naturalmente glaciali, rendendoli, adesso, ancora più sfavillanti che mai.

Pensai a lui, a noi, a quella notte in cui eravamo riusciti a riposare insieme, non per molto, era vero, ma abbastanza da poterci stringere forte per qualche ora. Mi ero addormentato cullato dal suo respiro basso e regolare e poi c'era quel profumo ... sapeva di mare ed un lieve aroma di colonia maschile, era il profumo che facevano le sue lenzuola e mi era entrato dento. Non l'avrei dimenticato così facilmente, mi sembrava di sentirmelo addosso anche in quel momento.


- Tyler? -


Il mio richiamo lo fece voltare appena verso di me, un solo istante, c'era attesa nei suoi occhi, mi chiesi se un'altra dichiarazione lo avrebbe fatto incazzare o lo avrebbe semplicemente reso triste come sempre.


- Dimmi ... non ti senti bene? Vuoi che vada più piano? -


Scossi la testa confusamente – N-no ... a dire il vero ... vorrei che andassi sempre così ... -


Tyler afferrò il messaggio nascosto nelle mie parole, lo vidi sorridere appena – Allora non è me che vuoi, Chris. -


- Questo è quello che sei quando la smetti di cadere in paranoia. -


- Sono paranoico per natura, è parte di me, ne deduco che una buona fetta del mio carattere non ti piaccia. So perché continui a starmi dietro, Chris ... -


- Perché sono fottutamente innamorato di te. Ecco perché. - dissi rabbiosamente, Tyler continuava a fissare la strada, la sua mascella si era irrigidita, così come il suo sguardo.


- Presto o tardi capirai che ti sbagli ... non sono fatto per essere amato, sono soltanto un pezzo di merda con un cuore di pietra che va avanti per inerzia. -


- Perché saresti qui con me allora? Perché ti saresti preoccupato di darmi una fottuta pillola e portarmi in giro a cercare mio fratello? E non rifilarmi altre balle, non mi devi niente tu. Non più. -


Tyler era in difficoltà, si morse il labbro nervosamente, le sue mani erano strette intorno allo sterzo.


- Almeno senti qualcosa per me? Qualcosa di ... nuovo? Insolito? -



Un lieve cenno con il capo – Sì, una terribile voglia di mollarti sul ciglio di questa strada deserta se non smetti di frignare su eventuali sentimenti, Wayright. -


- Ma non lo fai, significa che ti importa di me in fondo. -


- Se mi importassi davvero ti lascerei vivere la tua vita, ti staccherei da me con tutta la forza che ho in corpo ... la smetterei di darti dei dolori, sai?


Sorrisi appena, non c'era nulla per cui essere felici in realtà.


- Perché ridi? -


- Preferirei essere triste con te che felice con un milione di altra gente, quindi smettila. Ho scelto di piangere insieme a te, non puoi farci più niente adesso. - dissi in tutta sincerità. Vidi lo shock sul volto di Tyler, coperto subito dopo dalla sua migliore espressione neutra che riusciva sempre a nascondere alla perfezione i suoi veri sentimenti. Era un campione in quello, tanto che iniziavo quasi a non farci neanche più caso.


- Sei un idiota ed è così che te ne andrai. Credevo fossi intelligente, non hai soltanto A in pagella? Devo essermi sbagliato ... così bravo negli studi, così negato nella vita, capita ... -


Non disse altro, né io trovai qualcosa da rispondere, quelle parole erano dure, ma la sua mano stringeva la mia, senza rendercene conto non ci eravamo mai staccati per tutto il tragitto. Infilai meglio le mie dita tra le sue, Tyler mi strinse appena, facendo combaciare i nostri palmi alla perfezione. Come poteva essere così cattivo e toccarmi in quel modo allo stesso tempo? Come poteva il suo cervello essere in totale contrasto con il suo cuore?



- Eccoci ... - Tyler parcheggiò direttamente davanti al locale. C'erano pochissime vetture fuori, in effetti il pub era chiuso, eccetto per quei pochi ancora in attesa di Seth. Scostai la porta con una sensazione di pesantezza al petto, per un attimo sperai di vederlo lì, stretto tra le braccia di Byron, con una pinta di birra davanti e un racconto perfettamente sensato su cosa fosse successo e dove fosse stato che non avesse avuto niente a che fare con la malavita e Koll. Ovviamente non andò così.


Byron mi venne incontro nervosamente, aveva il viso tirato e l'aria di uno che non si era fermato neanche un attimo.


- Sei qui ... noi non abbiamo ancora nessuna notizia ... Koll non risponde. -


Annuii confusamente, Wes sollevò la mano a mo di saluto dall'altra parte della stanza, aveva un'espressione cupa sul viso così come Kevin che abbozzò ad un sorriso mal riuscito. Guardai l'ultima figura presente nella stanza, era Dominik. Erano tutti lì, in evidente attesa, inutili come lo ero io.


- Cos'è successo esattamente? Perché è andato via dalla festa? Voi due non stavate insieme? – mi rivolsi proprio su quell'ultimo, lo vidi agitarsi appena sul suo sgabello quando mi sentii pronunciare quelle parole.


- Noi abbiamo avuto da ridire ... lui si è agitato ... poi è andato via. So che avrei dovuto provare a fermarlo, ma lui è così testardo ... non credo che mi avrebbe dato retta. - Dominik era mortificato, i suoi occhi scuri zigzagavano da me a Byron a qualche metro da lui.


- Che cosa vorrebbe dire che si è agitato? Cos'è successo? -


- E' successo che qualcuno qui non ha le palle per prendersi le proprie responsabilità – commentò Wes dal fondo della sala, lanciò un'occhiata cattiva a Dominik, poi bevve un altro sorso di birra – perché non gli racconti come sono andate le cose? Di come non sei neanche riuscito a tenere a bada quel tuo amico di merda? -


- Non sapevo che avrebbe detto quelle cose a Seth! Non avevo neanche idea di quello che era successo con il suo ex! I-io ... ho soltanto chiesto conferme a Seth, lui ha perso la testa ... -


- Certo, povero Dominik! Avresti dovuto seguirlo, idiota! Sbaglio o rimane comunque il tuo ragazzo? - rincarò la dose Wes


- E chi può dirlo! A quanto pare se l'è spassata di nuovo con il suo ex nelle ultime settimane. Non avevo idea di quello che ... insomma ... lui è così diverso ... ieri sera ho perso la testa ...- ribatté quello.


- Smettetela tutti adesso – Byron mi precedette, lo vidi scuotere la testa, non ne poteva più – comportatevi da persone mature ed evitate di litigare proprio in questo momento. Cerchiamo di stare uniti ... cerchiamo di pensare positivo e non addossiamo nessuna colpa a nessuno soprattutto. Nessuno voleva che finisse così ... -


Mi lasciai cadere su una delle sedie accanto a quella di mio cugino e Kevin, soltanto in quel momento notai che Tyler mi era venuto dietro. Lo guardai, dovevo sembrare un bambino smarrito in quel momento, avrei voluto chiedergli il perché, ma per una volta nella vita i suoi occhi stavano davvero parlando più di mille parole. Mi lanciò un'occhiata profonda prima di darmi una pacca leggera sulla spalla e passare oltre. Rimase immobile, appoggiato contro il bancone, ad attendere come tutti noi nonostante quella non fosse la sua battaglia.


SETH


Non sapevo dove mi trovavo, il sacco mi impediva di vedere e quasi di respirare, puzzava di qualcosa di vecchio e rancido, mi sentivo soffocare. Dentro di me tramavo ma cercavo di non dimostrarlo, di restare calmo e avere fede, mi ritrovai a stringere ancora quella collana tra le dita. Cominciavo ad avere dolori ovunque, quella posizione mi bloccava e non sapevo più da quante ore mi trovavo così, perfettamente immobile. Sentivo i passi degli uomini intorno a me, parlavano ma non capivo la loro lingua e questo non faceva altro che innervosirmi di più.

Non sapevo quanto tempo era passato ma ad un tratto sentii qualcuno avvicinarsi a me ed il cappuccio mi venne sfilato dalla testa. Mi ritrovai davanti il più grosso dei due che sorrideva soddisfatto, aveva un coltello in mano e rigirava la lama davanti ai miei occhi.

- Il tuo bel fidanzato sta venendo qui ... - cominciò stirando ancora di più quel sorriso sinistro- vuole salvarti ... è pronto ad arrendersi per poter salvare la vita a te ... mi si scioglie il cuore! – poi puntò la lama verso di me – sbudellerò quel sacco di merda con le mie mani! E visto tutto il tempo che abbiamo perso a rintracciarlo, sarò molto lento .. e prima di farlo spirare ti taglierò la gola! Così vivrà giusto il tempo di vedere te crepare –

Quelle parole mi fecero montare dentro una rabbia incontrollabile, mista alla paura folle di vedere Koll torturato e ucciso, il mio Koll, non doveva morire. Mosso da quei sentimenti scattai in avanti sputandogli addosso.

- Fottuti psicopatico del cazzo! Sarai tu a crepare come un cane! Non lo toccherai!- urlai – tu non lo toccherai! –

Quello rise, una risata profonda e maligna, mi afferrò i capelli con la mano e poggiò la lama del coltello sulla mia guancia.

- Non hai ancora capito moccioso ... siete solo due cadaveri ... finiremo il lavoretto che abbiamo iniziato con lui a Singapore, gli piazzerò una pallottola nel cervello e tu starai a guardare ... - poi premette forte la lama.

Le lacrime mi scesero sole mentre la pressione incideva sulla mia carne facendola bruciare, sentivo il sangue colare e gli occhi dell'uomo sempre più soddisfatti nel notare il dolore nei miei.

- Mi assicurerà che la tua agonia sia lunga quanto la sua, visto che ci tieni tanto – mi sussurrò all'orecchio.

Poi mi lasciò andare, strattonandomi ancora i capelli e riposizionandomi il cappuccio in testa. Ero bloccato, incapace di essere d'aiuto, volevo avvisare Koll, dirgli di non venire, di salvarsi, accarezzare realmente la prospettiva di perderlo per sempre mi squarciava il petto. Lo conoscevo abbastanza da sapere che non si sarebbe arreso, che si sarebbe giocato il tutto per tutto, che avrebbe perso la vita solo per tentare di salvare la mia. Non volevo che accadesse, era stata colpa mia, avevo perso la testa ed ero andato via, avevo infranto quella promessa ed ora lui stava rischiando la vita. Stringevo forte quella collana, come se potessi parlargli attraverso quella, come se potessi comunicare con lui ed urlavo, urlavo dentro di me: " Non salvarmi, ti prego, scappa"




Non so dopo quante ore sentii nuovamente passi intorno a me, non mi fu tolto il cappuccio sentii solo quella risata fastidiosa e quella voce profonda.

- E' arrivato puntuale ... la sua fine non lo farà attendere –

Poi si avvicinò e con un movimento fluido mi strappò di mano la collana, mi catapultai in avanti ma ero bloccato e caddi con il viso sul pavimento.

- Ridammela! – urlai – lascialo stare! Bastardo non toccarlo! –

Ma non c'era più nessuno lì, ero solo, solo ad attendere la mia fine.



I colpi non tardarono a cominciare, sentivo gli spari e le voce indistinte, sentivo urla, la puzza di fumo e polvere da sparo cominciava ad essere chiaramente percepibile. Per un momento mi parve di riuscire a distinguere la voce di Koll in quel baccano, cercavo di concentrarmi su quella per capire se fosse ancora vivo. Altri spari, altre urla, il mio cuore galoppava furiosamente nel petto, non riuscivo a togliermi dalla mente il corpo senza vita di Koll, le risate di quel bastardo.

Ad un tratto tutto cessò, per un minuto il silenzio fu totale e questo mi fece venire i brividi, era finita.

Poi ricominciò il rumore di passi ed io mi irrigidii, si facevano sempre più vicini ed alla fine qualcuno si piazzò davanti a me, sentii qualcosa di duro segare le fascette che mi tenevano legate mani e piedi, un coltello. Deglutii, pronto a scattare, avrei vendicato Koll, avrei ammazzato quel pezzo di merda, una parte sempre più grande del mio cervello non voleva altro che quello. Mi tirò via il cappuccio ed io non attesi altro, gettandomi alla cieca su quel corpo davanti a me, prendendolo di sorpresa. Mi ritrovai su di lui ed un paio di occhi verdi mi fissarono sorpresi mentre io con l'adrenalina nel corpo faticavo a connettere cervello e immagini. Era Koll.

Appena il mio cervello fu in grado di comprenderlo mi gettai col viso su di lui, cominciai a baciarlo avidamente e lui strinse le braccia intorno alle mie spalle in una stratta quasi dolorosa. Era sporco di sangue, interamente, ma non mi importava, stava bene, era lì per me, stavamo entrambi bene.

- Avevo ... - dissi a fatica staccandomi da quel bacio – paura che ti avessero fatto del male ... non dovevi rischiare per me ... -

- Non mi è rimasto più nessuno per cui rischiare Seth – mormorò lui accarezzandomi – farei qualunque cosa per te ... - ovviamente notò lo sfregio sulla mia guancia – quei figli di puttana ... che ti hanno fatto ... -

- Va tutto bene – mormorai adesso improvvisante infreddolito, il mio corpo stava tremando – andiamo via ti prego ... -

Lui annuì e mi aiutò a rialzarmi, stretto a Koll percorsi quella che alla fine riconobbi, la vecchia fabbrica abbandonata fuori South Gate, camminavo e pestavo detriti e proiettili. Mi accorsi del cadavere del primo uomo, quello più magro, aveva il petto trivellato di colpi e gli occhi spenti e vuoti, non avevo mai visto un cadavere prima. Per un attimo i miei occhi videro Koll al suo posto e mi si accapponò la pelle, è finita Seth, pensai, lui sta bene, state bene entrambi. Passammo oltre e prima dell' uscita vidi il secondo uomo, aveva varie ferite e fori di proiettile ma quello che risaltava di più era il grosso buco alla base del collo, uno squarcio inferto ceratamene da un lama. Ricordai che lui aveva la collana, così mi staccai da Koll e mi abbassai davanti al cadavere, la vidi luccicare a pochi centimetri dalla sua testa insanguinata e la raccolsi, stringendola forte.

Quando uscimmo dall'edificio credetti che mi sarei sentito meglio, eppure quel senso di oppressione non mi lasciò, sentivo la puzza di sangue su di me, la guancia mi bruciava e il mio stomaco era prossimo a rigettare il poco che c'era al suo interno. Koll continuava a camminare ed a reggermi, probabilmente senza di lui sarei crollato come una bambola di pezza. In lontananza vidi un uomo che rinfoderò la pistola una volta accertata la nostra identità, aveva un aspetto ancora più sinistro di Koll e gli occhi gelidi per nulla avvezzi a provare pietà o qualunque altro genere di sentimento.

- Sono morti? – chiese a Koll.

Quello annuì – lascio il resto nelle tue mani ... -

- Non temere mi occuperò di tutto – poi gli porse una chiave – è di una stanza al motel qui vicino, non fatevi vedere datevi una ripulita, ho lasciato di vestiti puliti – spiegò – restate dentro finchè non busso, appena arrivo io ve ne andate e lasciate a me il resto. Chiaro? –

- Va bene ... grazie per l'aiuto Clayton – si strinsero la mano.

- E' stato divertente Koll – poi estrasse il cellulare e cominciò a comporre dei numeri.

Prendemmo il furgone che c'era lì vicino lasciando la moto di Koll, salimmo e lui partì di fretta.

- Chi era quello? – chiesi con un filo di voce.

- Uno che sistemerà le cose ... li chiamano ripulitori – rispose sbrigativo.

Mi si strinse lo stomaco – e cosa puliscono? – dentro di me lo sapevo.

- Scene del crimine ... fanno in modo che niente sia successo –

Calò ancora una volta il silenzio, vidi il sole ormai quasi del tutto sorto e notai che erano quasi le sette, lo spiazzale del motel era deserto, solo qualche macchina parcheggiata e tutti gli ospiti ancora addormentati. Il furgone si fermò davanti all'ingresso della nostra camera e noi scendemmo rapidamente e ci infilammo nella stanza.

Eravamo al sicuro, a quel punto mi gettai verso il bagno, abbandonandomi con la testa nel water, vomitai l'anima mentre sentivo Koll alle mie spalle abbracciarmi forte. Mi baciò la nuca.

- E' tutto finito Seth ... stai bene adesso ... stiamo tutti bene – mi sussurrò all'oreccio.

Mi tirò su e cominciò spogliarmi, regolò l'acqua della doccia e poi si tolse anche lui i vestiti, quella scena era spaventosamente famigliare. Ci gettò entrambi sotto il getto di acqua calda che cominciò a levare via il sangue ed in quel momento finalmente sentii di essere in grado di respirare di nuovo. Mi appoggiai alle mattonelle fredde e lasciai che Koll mi passasse la spugna lungo il corpo, lo osservavo attentamente, il suo sguardo severo e preoccupato.

- Mi dispiace – dicemmo all'unisono.

Risi, distogliendo lo sguardo – mi dispiace Koll ... non avrei dovuto perdere la testa, non sarei dovuto andare via da solo ...-

- Non avresti avuto problemi se non ti fossero crollati i miei addosso Seth – mormorò – che ti è successo? Perché sei andato via dalla festa? –

Sospirai, ripercorrendo con la mente quei momenti, lo sguardo di Dominik mi fece rabbrividire – ho rotto con lui ... -

Gli occhi di Koll si fecero più intensi ed un bagliore li illuminò per un istante – perché? –

- Gli è stato mostrato chi sono veramente ... come sono ... quello che faccio ... e cosa voglio – dissi tenendo testa a quegli occhi – lui non era fatto per il vero Seth ... quello senza filtri e costrizioni ... quello che ho scelto di essere –

- Mi fa piacere che tu abbia deciso di essere te stesso fino in fondo. È giusto che tu ti senta libero – chiuse l'acqua ed uscii dalla cabina.

Io lo seguii e mi lasciai avvolgere dal telo morbido, sollevai gli occhi verso lo specchio e vidi Koll dietro di me, mi stava guardando, osservava il mio collo, le mie spalle, come se volesse divorarmi, come se non volesse più separarsi da me.

- Koll ... - dissi ad un certo punto – voglio mettere in chiaro le cose fra di noi – avevo tutta la sua attenzione, si legò l'asciugamano alla vita e si sedette sul letto – sai che ho accettato tante cose per stare con te ... nonostante tu non mi abbia mai obbligato a farmi andare bene niente, nonostante tu mi abbia lasciato libero di essere me stesso e decidere quando finirla ... io mi sono sempre trattenuto. Mi sono fatto calpestare, ingannare, ho accettato tutto perché credevo di morire senza di te ... ma tu sei andato via ed io ho capito ... di poter sopravvivere senza di te, di poter esistere anche da solo – il suo volto era teso – quindi ho io delle condizioni adesso ... tu devi essere mio prima che di chiunque altro, non devi mai mentirmi, voglio venire con te dovunque andrai, non passerò la vita a preoccuparmi di rivederti o meno, sarò al tuo fianco. Non mi importa come farai ma niente più storie con nessuno, sei solo mio, non mi lascerai mai più indietro ... so di essere possessivo ed egoista, so di essere un pazzo, ma questo è il mio modo di amarti e se non ti sta bene devi dirlo adesso ... -

- Anche io ho delle cose da dirti Seth ... - disse serio – guardati intorno ... questo sono io, ora capisci a pieno quando dico che questa vita è rischiosa ... - si passò una mano sul viso – farei di tutto per te, ma per quanto mi impegni non potrò sempre garantire la tua sicurezza. La paura, il rischio ... faranno parte delle tue giornate e se vorrai davvero seguirmi ho bisogno che tu sia pienamente cosciente di quello che fai, lo sei Seth? Sei in grado di vivere così? –

- Sono in grado di vivere con te, qualunque cosa accada, qualunque cosa mi aspetti e che i miei occhi vedranno – dissi sicuro, ricambiando quel suo sguardo serio ed intenso – e tu? Vuoi essere mio? Nel modo in cui io ho bisogno che tu lo sia ... – avevo paura della risposta.

- Seth ... io non appartengo a nessuno ... sono venuto al mondo nell'anonimato, ho vissuto fra gente che mi considerava una nullità, l'unico uomo che mi abbia mai apprezzato e che abbia considerato la mia famiglia è morto ... - disse a voce bassa senza smettere di guardarmi, si era alzato e veniva verso di me – non ho una casa ... non ci sono persona che mi conosco ... sono un fantasma ... e tu mi stai offrendo tutto ... tutto l'amore che volevo, la considerazione, appartenenza, tu mi stai dando una casa e un valore ... come potrebbe non starmi bene ... non voglio più lasciarti Seth ... - sussurrò ad un millimetro dalle mie labbra – mai ... -

Il mio petto si riempì di puro fuoco, mi gettai sulle sue labbra e lui sembrava non aspettare altro, sentivo le sue braccia stringermi forte. Lo spinsi violentemente contro il letto facendolo crollare sul materasso, i suoi occhi erano pieni di desiderio, familici quanto i miei. Ci liberai entrambi dalle asciugamani e mi sdraiai lungo il suo corpo facendolo rabbrividire, sentivo le sue mani posizionarsi sui miei fianchi. Lo volevo, lo desideravo da morire , eccolo il mio amore, ecco com'era, io amavo possedendo e divorando, amavo come fanno le bestie feroci e Koll era l'unico al mondo disposto ad arrendersi a farsi dominare e dominarmi, questa era la realtà dei fatti. Sentire le sue labbra sulla mia pelle cancellava ogni dubbio e ogni brutto ricordo legato a me stesso. Tim, Dominik, semplicemente non erano adatti, erano loro non io, non ero io ad essere sbagliato, strano, pazzo, non riuscivo più a crederlo, non mentre sentivo la voce di Koll al mio orecchio, non quando percepivo la forza con cui mi stringeva.

- Ti amo Rosso – mormorò mentre mi succhiava con forza un lembo di pelle sul collo.

- Ti amo anch'io ... - dissi alla fine stringendo ancora di più le gambe intorno alla sua vita.

Glielo avevo detto alla fine e fu una dolce liberazione, sì lo amavo e lui amava me, Richard aveva torto, c'era una persona che poteva capirmi a questo mondo, c'era qualcuno in grado di amarmi, sentivo la rabbia fluire via, tutta quella frustrazione accumulata per anni e anni stava uscendo dal mio corpo mentre mi contorcevo sotto le premure di Koll. Lo sentivo dentro di me ed intorno a me, era nella mia testa, sotto la mia pelle, la sua voce mi bisbigliava all'orecchio ed io mi sentivo a casa.

- Seth .... – ansimava mentre i suoi movimenti erano sempre più accelerati – sei mio ... -

Io ridevo, con il cervello totalmente sconvolto dal piacere, da quelle sensazioni che Koll mi dava, da quell'infinita pace, il mio cuore stava per scoppiarmi fuori da petto mentre anche io muovevo i fianchi per andargli incontro e divoravo il suo viso con i miei baci.

- Koll!!! – ad un tratto urlai quando lo sentii rilasciare il suo seme bollente dentro di me ed io boccheggiante mi unii al suo orgasmo.

Ci furono alcuni secondi di silenzio perfetto, sentivo il ronzare lontano di qualche motore mentre nelle mie orecchie predominava il pompare del battito cardiaco. Fissavo il tetto sporco della camera e non riuscivo a muovere un muscolo, sentii Koll prender qualcosa sul comodino e poi portare le sue labbra al mio orecchio.

- Voglio che tu mi prometta una cosa ... - sussurrò – non devi perderti per starmi dietro ... voglio che tu mantenga i contatti con la tua famiglia, ho intenzione di tenere l'appartamento a South Gate ... torneremo qui, per i compleanni, per le feste e tutte le volte che avrò del tempo ...loro sono la tua famiglia e no ne avrai mai un'altra, nel bene o nel male sono parte di te, sono la tua casa e tu sei la mia –

Io annuii debolmente mentre nella mia mente già stavo pensando a come metterla con i miei, come dirgli che andavo via senza mettere Koll troppo in mezzo. Lui si sporse verso di me e mi allacciò la sua collana al collo, ci fu un lungo sguardo che precedette un bacio quasi disperato, era fatta, eravamo di nuovo insieme ma questa volta non c'era più dolore. Quella collana non era un collare pesante, era un dono, era il simbolo di Koll e del fatto che ci appartenevamo. Ad un tratto il cellulare di Koll squillò.

- Va bene – disse e poi riagganciò – dobbiamo muoverci sarà qui tra cinque minuti e noi dovremo andare.

Ci rivestimmo, lui sistemò una garza sulla mia ferita e quando il tizio bussò alla porta noi eravamo pronti, Koll gli lasciò le chiavi e lui gli consegnò quelle della moto.

- Come se niente fosse successo ... - disse quello.

- Non mi aspettavo niente di meno da te – rispose Koll.

Il tipo gli diede una pacca sulla spalla e lanciò a me un occhiata compiaciuta che però servì solo a farmi agitare, metteva davvero i brividi.

Alla fine salimmo sulla moto ed andammo via, riconobbi immediatamente la strada che stavamo percorrendo e non mi sorpresi di dover smontare davanti al Celtic, erano quasi le dieci di mattina ormai.

- Erano tutti preoccupati – disse Koll – gli ho detto di aspettare qui –

Ci avvicinammo all'entrata ed infatti sentii del trambusto provenire dall'interno.

- Concediamogli ancora qualche minuto – diceva Chris – non sono ancora le dieci-

- Abbiamo aspettato fin troppo, Byron chiama la polizia – ribatté Dominik.

- Stai un po' zitto – sbottò Wes – non sei tu che ti stai sbattendo a cercarlo quindi tappati la bocca ... abbiamo deciso di chiamarla alle dieci –

A quel punto entrammo – niente polizia – annunciò Koll facendo voltare tutti.

I volti dei presenti si illuminarono, Chris e Wes mi corsero incontro stritolandomi in un abbraccio disperato.

- Seth! Seth! Fanculo che fine avevi fatto?- cominciarono entrambi tra l'incredulità e la gioia.

- Cugino che diavolo è successo? –

- E' una storia molto lunga e complicata – risposi – ma sto bene quindi lasciamo perdere –

- Come dovremmo lasciare perdere la cosa che hai in faccia? – esclamò Chris preoccupato.

- Esattamente –

Lanciai un occhiata nella stanza, per incontrare i visi sollevati degli altri presenti, Kevin aveva la faccia di uno che stava mentalmente ringraziando tutti i santi del paradiso, Byron sembrava finalmente in grado di respirare e si versò da bere, preparandone un bicchiere anche per Koll che accettò di buon grado, Dominik invece se ne stava dritto sullo sgabello, sollevato ma non meno triste, doveva sentirsi in qualche modo responsabile ... e poi c'era Tyler ... che diavolo faceva lì Tyler?

- E lui che ci fa qui? – chiesi accigliato a mio fratello.

Quello parve in difficoltà per non parlare di Tyler che mi lanciò un'occhiata cupa, per niente contento di aver attirato l'attenzione. Fu sorprendentemente Koll a rompere il silenzio.

- Andiamo Seth .. – disse buttando giù il bicchierino di liquore – di che ti stupisci ... sono amici Chris e Tyler ... è venuto a dare una mano ... a confortare -

Che grosso bastardo pensai mentre lui rideva sotto i baffi e Chris annuiva come un idiota.

- Dico bene no? – rincarò la dose Koll – ciao Tyler – disse rivolgendosi a quello che ormai trasudava vergogna da tutti i pori.

A quel punto si mosse, scappando letteralmente da sotto gli occhi di tutto, mormorando un " torno a casa visto che tutto si è risolto" quasi inudibile sotto lo sguardo scosso di Chris che rifilò un' occhiataccia anche a me. Io scossi le spalle ingenuamente.

A quel punto Kevin si sollevò – sarà meglio andare adesso ... dai Wes, Chris, vi accompagno io ... Seth? –

- Vi raggiungo a casa ... solo un altro momento, ci vediamo dopo –

A quel punto rimanemmo solo in quattro ed io mi diressi verso Dominik – Ehi ... -

- Ehi .. – disse lui rosso di vergogna – mi dispiace tanto, Seth ... il modo in cui ho reagito, le cose che Jack ti ha detto ... non avrei dovuto permetterlo ... -

- Quelle cose sono vere ... non c'era motivo per cui tu non dovessi saperle – lo rassicurai.

- Ma i tuoi occhi ... Cristo ... eri a pezzi ... e la cosa migliore che ho saputo fare è stato voltarti le spalle, trattarti in un modo meschino ... mi sentivo frustrato, perché temevo di non reggere il paragone con Koll ... e quando ho saputo quelle cose, mentre Jack parlava ti ho fatto sentire sbagliato solo per lenire il mio disagio ...solo per poter dire non è niente di speciale, è solo un ragazzo strano e da evitare ... - era accorato, si passava le mani sul viso nervoso – tu mi hai sempre avvertito ed io sono stato tanto superbo da pretendere di capirti ... ma quando si è presentata l'occasione sul serio mi sono tirato indietro ... -

A quel punto lo abbracciai – io ho le mie colpe Dom ... sono sempre stato infantile e cattivo, lo sono stato anche con te ... ma dopo averti conosciuto ho scoperto del buono negli altri ... tu mi hai aiutato a maturare ...mi hai fatto crescere e capire che potevo farcela con le mie gambe e questo non lo scorderò –

Quando ci staccammo lui sorrise appena e toccò la mia collana – siete tornati insieme alla fine ... - disse più a sé stesso che a me – credo sia giusto così ... -

Poi mi voltai verso Byron che mi sorrideva bonariamente – d'ora in poi sii felice Seth ... altrimenti mi incazzo sul serio –

Abbracciai anche lui – promesso By ... -

- Koll mi ha detto che ti porta con sé ... - disse quello con voce nostalgica – non avrò il mio cameriere più spigliato questo inverno ... perderò clienti –

Io risi mentre scioglievo l'abbraccio – posso sempre lavorare part-time quando passo di qua ... -

- Lo spero amico mio ... fatti vivo –



Alla fine Koll mi lasciò davanti casa e prima di concedermi di allontanarmi mi diede un lungo bacio, sentivo le sue dita intrecciarsi alle mie.

- Sabato aprono il testamento ... e poi sono libero – mormorai ad un millimetro dal suo viso.

Lui catturò le mie labbra nuovamente – ottimo ... quando hai il diploma dell'accademia? –

- Domenica ... c'è la mostra, devo esserci –

- Allora partiamo la settimana dopo ... -

Sorrisi, non riuscivo a smettere di ridere mentre pensavo a quello che mi stava aspettando, io e Koll finalmente.

- Stiamo scherzando? – sentii una voce bisbetica e acuta a pochi passi da noi ed infatti mia sorella Debby ci stava fissando dal cancello – è lui, vero? Porca miseria Seth! Ci avrei scommesso che ci saresti ricascato! Che imbecille! –

- Modera i termini mostriciattolo! – rimbeccai.

- Tu devi essere la famosa Debby – si intromise Koll – mi sa che ci siamo sentiti solo per telefono noi due ... -

- Chissà per colpa di chi – precisò acida – stai piantando di nuovo le tende nel letto di mio fratello? –

Io sbuffai, ero abituato al tono pungente e sfrontato di Debby, Koll rimase per un primo momento basito e poi scoppiò a ridere – mi piace lei ... ha il tuo stesso caratterino irascibile ... -

- Debby, te ne vuoi andare? –

- Altrimenti? –

Prima che potessi aggiungere altro mi ritrovai le mani di Koll sul viso e i suoi occhi a pochi centimetri dai miei.

- Vai a casa ora ... ci sentiamo per Domenica ... vengo alla mostra –

Poi mi bacio e salì nuovamente sulla moto, se ne andò lasciandomi un po' stordito, Debby si accostò a me, con espressione dubbiosa.

- Viene alla mostra? – chiese scettica.

- A quanto pare ... -

- Mmh ... - fu tutto quello che ebbe da replicare – che ti è successo alla faccia? –

- Affari miei piccola strega ...-
- Alla mamma dovrai dare una spiegazione - insistette - sono tutti incazzati perchè non hai avvisato che non saresti rientrato a casa ... a mamma è preso un colpo quando non ti ha trovato a letto - mi informò.
Sbuffai fra me, di certo non gli avrei potuto rivelare la verità, ma forse una rissa al bar sarebbe stata una spiegazione sufficiente per il mio zigomo - tu vedi di farti gli affari tuoi mostriciattolo ... e non dirmi chi può o non può piantare tende nel mio letto –

Quella rise e mi prese per mano, poi ci dirigemmo verso il giardino, casa dolce casa.

ANGOLO AUTRICI:

Ragazze! Speriamo che questo capitolo lungo e succulento vi sia piaciuto! Seth alla fine è uscito ... diciamo vivo XD anche se non indenne da questo rapimento ed ha compiuto così' la sua scelta ... Sappiamo che ci sono stati molti dibattitial riguardo ed il voto non era unanime, ma alla fine il dato è tratto! Cosa ne pensate? chi è favorevole e chi ancora contrario? Adesso avete davvero tutte le informazioni per deliberare XD E di Chris e Tyler cosa ci dite? Sembra che i due si siano uniti parecchio ed anche Bradbury sia stato coinvolto e presente per il giovane Chris, farà parte del cambiamento? Vi ricordiamo che manca davvero pochissimo quindi fatevi sentire! Ci auguriamo che questo capitolo non sia stato troppo cruento e che la storia vi stia continuando ad appassionare!
PS: I veterani delle nostre storie forse avranno notato un riferimento a dei fratelli ed un gruppo di criminali organizzati .... sì, sono loro ;)
Un bacio

The WayrightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora