capitolo 84

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TYLER



Ero del tutto andato, cercai di trascinarmi fino al divanetto davanti a me, fu un'impresa ardua. Avevamo iniziato a bere prima ancora di arrivare lì, la maggior parte dei nostri era collassata a terra, qualcuno era finito a vomitare in giro per la villa, soltanto i più forti erano ancora in piedi, chi a limonare, chi a ballare, chi a scopare da qualche parte. C'erano alcune tipe che mi stavano puntando, mi venne da ridere pensando al mio ultimo avvilente tentativo di farmi una ragazza. Iniziavo a trovarlo divertente, doveva essere una sorta di punizione per la mia condotta meschina, peccato che ce l'avessi avuta da tutta la vita ormai, perché il karma era entrato in scena soltanto adesso?

- Siamo pensierosi? - mi chiese una di quelle, la più vicina a me. Era bella e non avevo idea di chi fosse, un punto a suo favore. Mi passò una bottiglia di champagne poi si sedette accanto a me, ricoprendo la mia gamba con la sua – con questa possiamo mandarli a dormire per un po' - lasciai passare la mia mano sulla pelle morbida della sua coscia, era calda e sembrava non vedere l'ora di divertirsi con me.

- Mmm, chi ti dice che siano pensieri cattivi i miei? -
Quella rise – Te ne stai qui, tutto solo, in mezzo ai tuoi amici ubriachi, imbronciato ... -
- Non sono i miei amici. - commentai, disgustato all'idea di poter essere considerato alla stregua di quei coglioni. Poi mandai giù un paio di sorsi che mi diedero immediatamente alla testa. Era forte ed era dannatamente buono – tu e le altre ... perché non mi accompagnate su? -
Fino a qualche settimana fa avrei potuto gestirle senza problemi, mi chiesi come sarebbero andate le cose adesso. La ragazza rise, soddisfatta, poi fece segno alle altre due di avvicinarsi. La più alta si fece avanti, mi ritrovai immediatamente bloccato sotto il suo corpo magro e flessuoso, le sue labbra mi raggiunsero mentre le mani delle altre iniziavano a toccarmi seducentemente.
Chiusi gli occhi, mi lasciai andare, poi un flash. Wayright e quei ragazzi, tutti fottutamente froci, era chiaro come il sole. Ci ero passato vicino qualche minuto prima, Sean continuava a puntarlo senza pudore, un altro tipo lo stava divorando con gli occhi, tutti erano strafatti e nel giro di qualche attimo qualcuno se lo sarebbe scopato, lo sapevo. Un moto di rabbia, non avrebbe dovuto importarmi di nulla, anzi, sarei dovuto essere felice per me, per averla scampata dopo settimane in cui avevo perso la testa.
Lui era andato avanti, non mi avrebbe più rotto le palle con la sua presenza indesiderata ed insistente, ma in realtà ero soltanto profondamente incazzato. Il suo viso apparve davanti ai miei occhi, continuavo a vederlo di continuo, ogni attimo della giornata, pensai a quelle labbra ed immaginai che fossero le sue quelle che stavano percorrendo il mio petto adesso. La ragazza aveva i capelli corti, li strattonai appena, senza aprire gli occhi, poteva quasi andare bene, poteva quasi sembrare lui.
Quel pensiero mi distrusse, mi ritrovai in piedi, la ragazza era scivolata a terra e adesso mi fissava con sguardo confuso e ferito. Ero davvero caduto così in basso da immaginare di sbattermi Chris adesso?

- Che ti prende? - mi chiese una di quelle con voce suadente.
Non riuscii a parlare, improvvisamente mi sentii cedere, retrocedetti, cercando di reggermi in piedi nonostante la vista mi si offuscasse attimo dopo attimo. Urtai qualcuno, mi voltai, ci misi qualche attimo prima di constatare che quel qualcuno era Sean. Rise appena, era da solo.
- Apprezzo il tuo impegno, Bradbury, ci stavi quasi riuscendo. Peccato, qualcosa deve essere andato storto ... -
La mia mano si mosse prima del suo corpo, lo afferrai per il collo in un gesto veloce quanto preciso, sollevandolo di qualche centimetro dal pavimento – Ti pesterei se la tua esistenza influisse abbastanza sulla mia. - sussurrai ad un centimetro del suo volto che si faceva ogni attimo più pallido. Lo lasciai andare, non volevo farmi sbattere fuori dai bodyguards, i miei occhi scesero di nuovo su quel quadretto dall'altra parte della stanza. In cuore mio avevo sperato che Wayright ci avesse notati, sapevo che sarebbe accorso in aiuto di Sean, sarebbe stato costretto a fronteggiarmi, a ricordarsi che io esistevo e che questo gli provocava qualcosa dentro, ma non era andata così. Chris stava parlando animatamente con suo cugino ed altri tipi, poi un altro ragazzo li trascinò in pista, vidi chiaramente il suo braccio intorno alla vita di Chris aggrapparsi saldamente.

- Non ho paura di te, Bradbury ... puoi anche essere il pesce più grosso dell'acquario qui dentro ma non sei forte abbastanza da prenderti quello che vuoi e questo fa di te una nullità. - Sean si sistemò la camicia, i suoi occhi erano puntati nei miei, voleva provocarmi, voleva spingermi a picchiarlo e farmi buttare fuori, lontano da Wayright.
- Te l'ho detto, Sean, prima dovresti guadagnarti il diritto di parlarmi, poi potresti farmi notare le mie mancanze. - risi, prima di dargli le spalle e andarmene. Non potevo cedere, ma la rabbia bruciante che provavo in quel momento non sarebbe andata via con una semplice dormita, afferrai un bicchiere di vino da un cameriere che passava, lo mandai giù in due sorsi. Stavo camminando, mi facevo spazio tra la folla brulicante, sbattendo contro i loro corpi accaldati e in movimento, avevo un nuovo bicchiere in mano, l'attimo dopo l'avevo già mandato giù. Non so per quanto tempo andò avanti, alla fine stramazzai sul primo gradino delle scale.
Caos. Rumori lontani. Il mondo girava e girava senza fine intorno a me, cercai un appiglio al quale aggrapparmi, ma le mie mani non toccavano nulla. Avevo bevuto troppo, provai ad alzarmi, con tutta la concentrazione di cui ero capace mi costrinsi ad avanzare su per la rampa. La musica assordante mi stava facendo scoppiare la testa, non ce la facevo più ... continuavo a vedere il suo viso, flash di ciò che era stato, la sua voce bassa e sensuale, le sue dita che si infilavano sotto la mia t-shirts.
Sono innamorato di te, Bradbury ...


- Tyler ... - mi voltai verso quella voce, come se volessi aggrapparmici con tutte le mie forze, il viso di Rachel continuava a girare vorticosamente. Era soltanto Rachel ... era soltanto lei ...
- R-rachel -

- Ty, mio Dio ... quanto hai bevuto? Vieni con me, lasciati aiutare, dobbiamo andar via. -

- No! - stavo urlando – non me ne vado. Lasciami, devo salire. -

- Cosa? Ma perché? Ti porto in macchina, non puoi stare qui ... non stai bene ... -

- No! Non posso andarmene, tu non capisci. - salii, le sue mani mi reggevano mentre continuavo a percorrere le scale con convinzione, cercando di non badare al mondo che continuava a girarmi intorno senza sosta. Qualcuno si fece da parte, altri no, ci stavo sbattendo contro ma non mi importava.

- Tyler ... non so cosa tu abbia fumato, ma mi stai facendo preoccupare seriamente ... smettila. -

Ero su, le ginocchia stavano cedendo, a tentoni cercai una stanza libera, la musica era ancora troppo forte.

- Non qui! Non vedi che c'è gente? Tyler, ti prego, dammi retta. - scostai le sue mani dalle mie spalle, continuavo a camminare, poi trovai una porta e l'aprii, mi riversai dentro e per fortuna trovai un letto. Crollai sul materasso, il respiro pesante, stavo tremando mentre Rachel mi toccava la fronte e la sua mano fredda era come un dono divino.

- Che cosa diavolo ti sta succedendo, Ty? Credevo che adesso le cose sarebbero andate meglio, Luis se n'è andato ... tu sei libero, niente più coercizioni ... perché? Perché ti stai comportando in questo modo? Cos'hai di sbagliato? -

Non riuscivo a formulare un solo pensiero sensato, parlare era diventato complicato – I-io ... ho bisogno ... -

- Di cosa? Di andare a casa! Ma non vuoi ascoltarmi, vuoi fare sempre di testa tua! -

- Devi portarlo qui, Rachel ... - chiusi gli occhi, il suo viso arrivò come di consueto a tormentarmi. Dov'era adesso? Cosa stava facendo? Sarebbe finito a letto con qualcuno, era così che doveva andare. Ed era tutta colpa mia. Era soltanto colpa mia.

- Chi? Chi devo portare qui? Ma di cosa stai parlando, Ty? -

- L-lui ... chiamalo. Ho bisogno di lui ... - un sussurro disperato – Wayright. -

Silenzio. Il viso di Rachel era in dissolvenza, stava andando via, non mi importava ... niente aveva importanza adesso – devi portarlo qui, Rachel ... hai capito? Devi ... -

- Devi fare come ti dico ... Wayright ... -
Non so per quanto tempo rimasi in quello stato, le parole persero senso, vomitai, vomitai tutto quello che avevo bevuto, Rachel mi stava tenendo stretto, mi aveva trascinato in un bagno. Mi aggrappai alla tazza del water e continuai per quello che mi parve un tempo infinito. Ero pallido, il mio viso non sembrava neanche appartenermi, il getto freddo dell'acqua contro la mia pelle mi fece gemere forte. Mi pulii la bocca con del collutorio trovato in uno dei cassetti, mi facevo schifo. Come ero potuto arrivare a tanto?
Ero grondante adesso, ma riuscivo a camminare. Stavo meglio, provai a parlare ma lei non era più al mio fianco. Mi diressi di nuovo in stanza, barcollante, cercando di mettere insieme qualche pensiero, poi mi gettai sul materasso ancora una volta e finalmente mi sentii meglio. Che cosa avevo fatto? Che cosa le avevo detto?

- N-no ... - era stato l'alcohol, porca puttana, pensai, Rachel ...
Provai a mettermi in piedi, le mie braccia tremavano, poi un rumore forte alla porta.
Wayright.
- Sei venuto ... - sussurrai sconvolto.
Era lì, gli occhi fiammeggianti, stava respirando pesantemente, si chiuse la porta alle spalle, poi mi fu addosso. Non mi mossi, lo lasciai fare, le sue parole si perdevano tra le urla e la musica. Mi parai il viso, il suo pugno mi colpì allo stomaco, ma non feci nulla, era quello che meritavo, sentii qualcosa di bollente scivolarmi sul volto, era sangue, poi un calcio. Chris era una furia, le sue urla riuscirono a sovrastare il resto mentre fissavo il suo viso e mi resi conto di non aver mai conosciuto quella parte di lui.

- Tu, lurido figlio di puttana egoista! Che cosa cazzo c'è di sbagliato in te? Porca puttana, che cazzo hai che non va in testa? Perché devi rovinarmi la vita anche adesso? Cosa cazzo vuoi da me? Devi dirmi che cazzo vuoi da me stavolta! - provai a scivolare dalla sua presa, mi parai la faccia, ma non serviva a nulla, Chris non poteva fermarsi, doveva andare fino in fondo, la violenza lo avrebbe aiutato, mi feci picchiare mentre la sua rabbia cresceva ancora – Rispondimi! Porca puttana, rispondimi o giuro che ti ammazzo! Sei soltanto un pezzo di merda, nient'altro! E' quello che sei, sei nato per rovinarmi la vita, è così! Mi sono allontanato da te, ci ho provato con tutte le mie forze, tu ... tu sei un'offesa alla mia dignità! -
- C-chris ... -
- Sta zitto!! - il suo pugno mi beccò in pieno volto stavolta, caddi a terra, battendo i gomiti sulla moquette del pavimento. Dolore. Ero a pezzi, ma non mi mossi – mi hai umiliato per tutto questo tempo! Anche adesso ... quello che continui a fare è un'offesa a me ... i-io non riesco a capire, non riesco a penetrare la tua psiche malata, davvero. -
- Allora continua a picchiarmi ... - sussurrai alzando lo sguardo su di lui, stava riprendendo fiato. Le sue nocche erano sanguinanti, doveva aver colpito il muro, ma non si fermò. Evitai il suo calcio ben piazzato per un soffio, ero a terra, la schiena contro il pavimento, il suo corpo mi sovrastava, soltanto la forza delle mie braccia gli impediva di pestarmi.

- Ripeti quello che mi hai detto! Ripeti subito quello che mi hai detto quel pomeriggio, Bradbury, ripetilo e poi spiegami perché cazzo sono ancora qui con te! -

- So quello che ti ho detto –

- Hai detto che non provi un cazzo per me, non è stato neanche un gioco, perché giocare vorrebbe dire troppo per te! Che per quanto ti riguarda potrei anche morire e che non te ne importerebbe niente. -

- Lo so che cazzo ho detto, Wayright. - urlai stringendo con violenza le sue braccia per impedirgli di tornare alla carica – lo so, che diavolo vuoi che ti dica adesso? Vuoi delle scuse? Che cosa vuoi esattamente? - le posizioni si erano ribaltate, il suo viso era rosso di rabbia, gli occhi fiammeggianti, provò a spingermi via, stava urlando, ma non potevo cedere.

- Ti odio ... ti odio con tutto il mio cuore. Mi hai umiliato e adesso sono ancora qui, sono corso di nuovo da te disperatamente, dentro di me non desideravo altro che trovare una scusa per farlo, e poi eccola ... Rachel che viene a chiamarmi, ed io ... sono di nuovo qui, pronto a subire una nuova umiliazione a causa tua - i suoi occhi si era riempiti di lacrime – mi faccio schifo, non mi sono mai fatto tanto schifo in vita mia e mi compatisco per quello che mi sta succedendo, perché ho sempre tentato di non farmi coinvolgere da niente e nessuno e adesso ... ti odio, Bradbury. Sei la persona più schifosa e crudele che abbia mai conosciuto e sono certo che nessuno potrebbe mai uguagliarti. Vorrei non averti mai conosciuto. -

- Benvenuto nel club, Chris ... - stava piangendo, ogni suo tentativo di trattenersi era andato a quel paese, le sue braccia continuavano a lottare per liberarsi dalla mia presa – smettila ... -

- Lasciami. - sussurrò ed il suo petto venne scosso da nuovi singhiozzi che non riuscì a nascondere.

- Ho detto che devi smetterla. - lo bloccai con violenza contro il mio petto, forzando le sue braccia ad aderire ai suoi fianchi, continuava a spingermi ed urlare ma non poteva nulla contro di me – Chris, basta. Non serve a niente. Non lo hai ancora capito? - lo circondai con le mie braccia, petto contro petto, mentre si dibatteva ancora con forza, cercando disperatamente di sfuggire al mio abbraccio, ma non c'era alcuna via di uscita, adesso lo avevo capito, alla fine ci ritrovavamo sempre lì, ancora più presi di prima, sempre più desiderosi l'uno dell'altro. Combattere non aveva senso, era soltanto controproducente, non faceva altro che farci ossessionare ancora di più ed io avevo sfiorato la follia in quella settimana lontana da lui.

- T-ti odio. - sussurrò tra lacrime e singhiozzi disperati.

- Lo so. - sfiorai la sua guancia bagnata con la mia, quel contatto lo fece incazzare, così evitai di ripeterlo. Mi limitai a nascondermi nell'incavo del suo collo, quel profumo mi era mancato da morire, ci annegai dentro, sordo a tutto il resto.

- D-devi starmi lontano, non posso ridurmi così ogni volta ... non voglio soffrire, non voglio ... -

- E' troppo tardi, lo sai anche tu. - lo guardai, era stanchissimo tanto da smettere di dibattersi, avrei voluto catturare le sue labbra, ma non sapevo come l'avrebbe presa – quei tipi di sotto ... so che non hai avuto il tempo di portarteli a letto, ma cosa ci hai fatto? -

Furia nei suoi occhi – No, tu non me lo stai chiedendo davvero ... -

- Certo che te lo sto chiedendo ... -

- E' per questo che sono qui? - un calcio inaspettato che per un attimo mi fece perdere la presa sul suo corpo – perché sei geloso! Mio Dio, lasciami subito, bastardo! -

Lo afferrai di nuovo, per poco non finimmo a terra ancora una volta, continuava a scalciare con rabbia, riuscii a trascinarlo sul letto – Che diavolo ti prende adesso? Credi che l'idea che andassi a letto con qualcuno mi piacesse? -

- Sarei dovuto andarci allora, brutto pezzo di merda schifoso! Scommetto che non ti sarei più andato bene! Merce avariata, toccata da altri! Sei come un cane, un giorno di questi mi piscerai addosso per marchiarmi! - mi provocò urlando, lo bloccai sotto il mio corpo con rabbia.

- Se la cosa ti eccita perché no ... - scherzai, beccandomi una testata che mi fece vedere le stelle. Per un attimo rimasi rintontito, Chris ne approfittò per assestarmi un pugno in faccia che stavolta mi centrò alla grande. Ero boccheggiante, mi portai una mano al volto, stavo sanguinando anche dal sopracciglio adesso.

- Me ne vado. -

Fui più veloce di lui, bloccai la porta con il mio corpo, poi lo presi di peso, gettandolo di nuovo sul letto, lo bloccai subito tra le mie cosce ed il materasso – Adesso basta, Wayright. Sto cominciando a perdere la pazienza. Mettiamo in chiaro le cose. Mi sta bene che tu pensi di essere innamorato di me, ok? Me lo faccio andare bene, quindi tutto risolto. -

- Tutto risolto un cazzo! - urlò distruggendomi i timpani.

- Porca puttana, non urlare! Mi stai facendo incazzare! -

- Te lo fai andare bene, eh? Fino a quando stavolta? Quando pensi che darai di nuovo di matto senza motivo? Quanto ci metterai stavolta a dirmi altre merdate e lasciarmi a piangere nel cesso di un locale di merda e ad interrogarmi su quali scelte sbagliate della mia vita mi abbiano portato a letto con uno come te? -

- Come potrei saperlo questo? -

La mia risposta lo fece incazzare, urlò di nuovo e quel semplice gesto incondizionato mi fece eccitare. Il contatto con il suo corpo mi aveva acceso sin da subito, ma adesso non potevo più resistere, lo aggredì, infilando la lingua nella sua bocca con poca grazia, poi un dolore lancinante.
- Porca puttana, mi hai morso! Ma che cazzo ti dice la testa? -

Chris sfilò via dalle mie braccia, aveva il viso arrossato e lo sguardo di uno che non avrebbe voluto sciogliersi da me così in fretta, ma poi c'era il suo orgoglio che, seppure ferito, persisteva ancora. Si sedette sul letto con la testa tra le mani. Altro sangue, anche in bocca adesso, notai, mandandolo giù deglutendo. Ero a pezzi, ma non importava, allungai una mano verso di lui, sfiorandogli appena la vita, di rimando ottenni uno schiaffo violento che mi lasciò il segno.

- Non toccarmi! Non sarà più come prima ... lo giuro. Non faremo più le porcate che facevamo, non te ne andrai mollandomi a crogiolarmi nella mia cocente vergogna ... no, basta. Questa storia deve finire. - disse voltandosi verso di me con violenza.

- Ok ... come vuoi che sia allora? - mi allungai sul letto, stiracchiando i miei muscoli ammaccati, poi appoggiai il mio viso tumefatto sul mio braccio e lo fissai, in attesa. Chris era stupefatto.

- T-tu non stai dicendo sul serio ... -

Wayright, quanto tempo credi che ci metterai prima di implorarmi in ginocchio di scoparti in mille modi diversi? Questo era quello che avrei voluto dire, ma misi a tacere la parte schietta di me conscio che stavolta non sarei sopravvissuto ad un nuovo scatto di ira.

– Wayright, davvero, va bene. La decisione è tua. Possiamo anche soltanto parlare, se non vuoi andare oltre. -

Sospetto nei suoi occhi – Che cosa ne hai fatto del vecchio Bradbury? -

Proprio niente, sto soltanto cercando di assecondare le tue fissazioni, idiota, per farti capire quanto tutti i tuoi sforzi siano inutili e vani a questo punto – Dico davvero, Chris. Non sto scherzando, facciamo come vuoi tu adesso. -

Chris non parlò, stavo per farlo io al suo posto ma alla fine si decise – Va bene. Niente sesso, Bradbury, ricordatelo. -
Sì, come no ...
- Come vuoi tu, Chris. - lo guardai ed incredibilmente sorrisi.


RACHEL



Ero sconvolta. Cercai di riprendere fiato mentre Chris correva su per le scale e svaniva oltre il fiume di gente che ci accalcava.

Ho bisogno di Wayright.

Il mio cervello sembrava essersi inceppato su quelle parole, non c'era niente che avesse senso per me. Tyler ... lui ... perché?
Ero scesa a chiamare Chris con una confusione mentale che non potevo spiegare, adesso mi stavo guardando intorno, incapace di raccapezzarmi su quanto era successo. No, non poteva essere vero. Chris e Tyler? Mio fratello ... no, lui ... dovevo aver capito male.

- Tutto bene? - Sean mi affiancò, i suoi occhi fissavano le scale, doveva aver visto tutto.

- Sì, certo. - cercai di sorridere, senza riuscirci. Ero sconvolta, non c'era nient'altro da dire.

- Allora è un'abitudine dei Bradbury fingere che tutto vada bene ... - commentò quello fissando con attenzione.

- Cosa stai cercando di dire? Senti, Sean, non è la serata adatta questa ... - no, non lo era. Non riuscivo a smettere di pensarci, era tutto così chiaro improvvisamente. Lo strano atteggiamento di Tyler nelle ultime settimane, l'astio incontrollabile che sembrava provare per Chris. Non si trattava di semplice antipatia quella, era qualcosa di diverso, di irrazionale e potente. Quei due avevano una storia ...

- E così alla fine ci sei arrivata anche tu. - Sean sorrise appena, lo guardai, incredula – sì, proprio tuo fratello ed il tuo migliore amico ... c'è qualcosa di grosso tra di loro. Incredibile, no? -

- T-tu ... è stato Chris a dirtelo? - mi sentii cedere, stavo tremando e soltanto il braccio di Sean mi permise di reggermi in piedi.

- Era chiaro come il sole, non è stato neppure necessario che lo facesse, ma posso capire, tu ci vivi con Bradbury, sei sua sorella ... deve essere impensabile per te immaginare che tuo fratello se la faccia con il tuo migliore amico. O con un ragazzo, in generale. -

Nuove conferme, non stavo impazzendo, era tutto vero, purtroppo.

- Io ... -

- Tranquilla, vuoi qualcosa da bere? Posso immaginare lo shock. - Sean mi stava guidando a sedere, lo feci senza dire nulla. Mi persi nei miei pensieri, il mondo sembrava essersi fermato fuori nonostante la musica non cessasse mai e con lei la calca di gente in pista.
Tyler e Chris.
Chris e Tyler.
Insieme.
Un brivido mi percorse la schiena, come potevo essere stata così terribilmente stupida? Tyler aveva continuato ad avvertirmi, su Chris, su quello che era, eppure non ero riuscita a fermarmi. Come puoi impedire al tuo cuore di provare quello che prova? Chris stava con mio fratello ... Tyler si era comportato in maniera più strana del solito quell'estate, adesso ne capivo il perché ... doveva essere combattuto tra sentimenti contrastanti.

- E' terribile ... -

- Lo so. - Sean mi sfiorò appena il braccio ed io mi voltai verso di lui – guarda. -

Tyler e Chris stavano scendendo le scale, a fatica seguii i loro movimenti lungo la sala scarsamente illuminata, erano messi male,notai, ad una seconda occhiata più attenta, soprattutto Tyler. Cos'era successo lì sopra? Si erano pestati? Avevano fatto pace?

- E così alla fine ha deciso - commentò Sean sbuffando – povero idiota che non è altro ... -

- Loro due, stanno insieme? - chiesi quando riuscii finalmente a riprendermi

- Insieme ... che parolone. Tuo fratello è un pezzo di merda, ma ne sei già a conoscenza di questo, quindi immagina com'è starci davvero insieme, soprattutto adesso che non vuole neanche ammettere le sue tendenze. Mentre Chris, lui è crudele ... senza neanche rendersene conto ha distrutto più cuori lui di un attacco cardiaco. - rise appena – forse in fin dei conti si meritano entrambi. Dovresti cambiare pagina, dovremmo farlo tutti. -

SETH

Quella sera dopo cena uscii con l'intento di andare da Dominik, ci eravamo sentiti al telefono e lui mi aveva chiesto di passare al suo negozio dopo la chiusura per parlare di persona. Sapevo cosa stesse pensando visto quello che era successo quella sera al pub ed era giusto che io andassi lì. Mi venne un brivido lungo la schiena quando pensai a quello che era successo con Koll. Come la metti con quello, Seth? Si chiese una parte di me, ero indeciso, dovevo dirglielo ma non volevo che soffrisse, che mi guardasse con disprezzo, che cominciasse a capire come fossi veramente.
Quando arrivai davanti al negozio sospirai, mi feci forza e spinsi la porta, era aperta, così entrai. L'interno sembrava vuoto ma poi vidi una luce provenire dal magazzino così varcai la soglia e vidi Dominik intento a sistemare alcuni scatoloni.
Si voltò verso di me e abbozzò un sorriso – Sei venuto –
- Certo ... - mormorai.
Si avvicinò a me ed io mi costrinsi a stare fermo, sentii le sue braccia che mi cingevano le spalle e la sua guancia contro la mia. Poi si mosse ancora e cercò le mie labbra, fu un bacio leggero ma dentro di me il mio cuore scalpitava, ogni suo tocco mi metteva a disagio, non volevo nasconderglielo.
- Sono andato a letto con lui – confessai staccandomi dal bacio.
Dominik rise, fu un sorriso amaro e pieno di tristezza ma contemporaneamente la sua espressione mi fece capire che se lo aspettava.
- Seth ... -
- Mi dispiace – aggiunsi subito desolato – non avrei dovuto farlo ... noi due stiamo insieme ed io –
- So che ci sono cose in sospeso con lui – mi interruppe – sai ... quella sera appena sono entrato l'ho visto. Ancora prima che tu ti avvicinassi a lui, io avevo capito chi era, semplicemente dal modo in cui ti guardava – disse – credevo di avere a che fare solo con un fidanzato bastardo ma lui è molto più di questo –
Io abbassai lo sguardo – io ... – avrei voluto dire qualcosa, ma aveva ragione.
- Lui ha un grande potere su di te, mi sono accorto che eri diverso ed era a causa sua ... persino quando sei entrato da quella porta o quando mi hai baciato ... si sente a pelle che lui ti rende diverso e che doveva essere successa qualcosa –
- Non sarebbe dovuto accadere – mormorai – mi dispiace .... –
- L'unica cosa che mi fa incazzare di tutta questa storia è quello che mi hai detto quella sera ... non voglio che tu combatta per me – disse amareggiato – lui ha tutte le ragioni per fare quello che sta facendo ... ma io, Seth ... io ho i suoi stessi motivi per volerti con me –
- Non voglio che tu resti bruciato da tutto questo – spiegai – non lo meriti Dom ... Koll è dannatamente meschino ed io non sono meglio di lui ... ci facciamo del male ferocemente e io non voglio che tu sia coinvolto. Non voglio torglierti il diritto di fare valere le tue ragioni ma ... -
- Allora smetti di preoccuparti ...- mi interruppe – non sono un bambino Seth, ho capito a che livelli giocate e mi sta bene ... anche se dovessi perdere. Saprò che mi sono giocato tutto per te e saprò che è una mia scelta –
- E se io non fossi la persona per cui credi di combattere? – chiesi ad un tratto spaventato.
Lui parve confuso ed io abbassai lo sguardo, perché doveva essere tutto così complicato? Mi chiesi, perché le persone come lui non potessero avere semplicemente la meglio su persone come Koll? Mi avvicinai alla fine e gli poggiai un altro bacio sulle labbra, lui mi strinse appena.
- Ci sentiamo presto – dissi prima di andare via.
Uscii da quel negozio tutt'altro che sereno. Mi sentivo ancora dannatamente pesante e colpevole ma questo sarebbe durato finchè non avessi lasciato andare qualcuno. Senza dubbio Dominik poteva essere la svolta della mia vita, quella che l'avrebbe cambiata definitivamente, che forse mi avrebbe reso persino migliore di com'ero. Koll era il vizio, era quella droga di cui non volevo sbarazzarmi, era nocivo ma mi piaceva comunque, era distruttivo ma mi aiutava a stare in piedi.
- Che diavolo ci fai qui? – chiese una voce acida che conoscevo bene.
Jack mi fissava con sguardo astioso da qualche metro di distanza, sospirai e cercai di andare oltre senza rispondergli ma non fu semplice, mi si parò davanti per tagliarmi la strada.
- Non hai sentito che ho detto? Che diavolo fai qui? – sbraitò.
- Non credo siano cazzi tuoi dove vado, Jack – sbottai fissandolo con rabbia dritto negli occhi.
- Chi ti da il diritto di venire qui? Dopo il modo in cui lo ha trattato credi di essere degno di presentarti da lui? – rincarò la dose – lo sapevo ... lo avevo avvisato su com'eri fatto e questo è il risultato –
- Non credo che tu abbia il diritto di avvisare nessuno visto che non sai un cazzo di me – ringhiai.
A quel punto si avvicinò ancora – so che sei un cane rabbioso, uno schizzato del cazzo che farebbe meglio a stare alla larga dal mio migliore amico ... dimmi un po' – mormorò afferrandomi per il colletto della maglietta – ci sei già andato a letto con quello? Ci scommetto che non ha perso tempo a fare la puttanella –
Mossa sbagliata Jack.
Fui rapido ed improvviso, lo colpii con una testata al naso, quello si scostò urlando ed io non persi tempo, un calcio ben piazzato allo stomaco. Cadde e mi trascinò a terra con lui.
- Bastardo! – urlò – psicopatico del cazzo –
Mi colpì, sentii il sapore del sangue in bocca ma non cedetti, riuscii a piazzarmi a cavalcioni su di lui e colpirlo ancora con tutta la forza che avevo. Lo sentii aggrapparsi forte alle mie braccia e stringermi dolorosamente, urlavo ma non smettevo di dibattermi.
- Che diavolo sta succedendo qui? – sentii la voce sconvolta di Dominik alle mie spalle – Seth! Jack! Che diavolo fate? –
A quel punto lui mi spinse via tentando di rimettersi in piedi, io rimasi qualche minuto seduto, mi sentivo stordito e dolorante, mi toccai il labbro, il sangue non smetteva di uscire.
- Volete spiegarmi che succede? – insistette Dominik.
- Quella lurida merda meritava una lezione – rispose Jack con stizza – perché diavolo è venuto qui? Cosa ha ancora da dirti dopo quello che è successo? –
- Non sono cazzi tuoi – ringhiai – vedi di girarmi lontano, coglione –
- Ci avrei scommesso! Ti avevo avvisato di non fare merdate .... Ora quel bastardo è tornato ed io lo sapevo che avresti mandato tutto a puttane con Dominik! Ti avevo avvisato di non ferirlo, di non fare l'egoista bastardo ma cosa mi aspettavo da te?? –
- Piantala Jack – si intromise quello alla fine – non ho bisogno che tu mi faccia da giustiziere ... io e Seth abbiamo messo in chiaro delle cose. Lui mi aveva avvisato prima di mettermi in questa storia, so cosa significa Koll per lui e se ci sto provando conosco perfettamente il rischio di non essere scelto –
- Il rischio? E a te sta bene farti usare da questo idiota? – sbottò ancora rabbioso.
- Quando non mi starà più bene glielo dirò ... di certo non manderò qualcuno a pestarlo, cazzo facciamo gli adulti! –disse zittendolo poi si rivolse a me – stai bene? –
Io annuii – vado a casa ora ... digli di starmi alla larga ... -
Voltai le spalle e mi misi in cammino.
- Non sparire Seth ... dicevo sul serio prima – disse la sua voce ormai alle mie spalle – non ho paura di sporcarmi le mani per le cose a cui tengo –
- Me lo ricorderò –
Rimasi ancora un po' da solo a camminare, a riflettere, poi quando fu abbastanza tardi tornai a casa, preferivo che nessuno mi vedessi conciato in quel modo. Salii in camera in punta di piedi e quando mi infilai dentro notai che Koll era ancora sveglio, se ne stava vicino alla finestra. Mi sorrise.
- Che ti è successo? – chiese avvicinandosi.
- Ho fatto a botte con Jack ... - mormorai stanco.
- Guarda come ti ha ridotto quel figlio di puttana – disse passando un dito sul mio labbro spaccato.
- Stanne fuori Koll ... che non ti venga in mente di passare a fargli un saluto – lo ammonii.
Quello alzò le mani in segno di resa – mi faccio gli affari miei –
Mi portò in bagno a quel punto, si occupò del mio labbro disinfettandolo e passandoci una pomata lenitiva, la mise anche sul mio zigomo. Poi passò le dita sul mio occhio destro dove c'era la cicatrice dell'incidente.
- Non fare quella faccia ... non è colpa tua – dissi in un sussurro.
- Forse di questo no ... ma sono certo che tu abbia fatto di peggio – ribatté.
Lo sapeva, era così evidente, dopotutto conosceva la mia natura, non gli era difficile immaginare che fossi andato fuori di testa. Sapeva quello che avevo fatto quando Tim era andato via, i miei polsi ne portavano ancora i segni, sapeva che ero stato in una clinica per quello. Forse era per questo che era così spiacente, per avermi causato un dolore cento volte superiore, ma ero sopravvissuto quella volta e questo non sfuggiva a nessuno dei due.
Io uscii dal bagno e mi diressi verso il letto, mi sentivo stanco adesso e quasi infreddolito, mi spogliai e mi infilai sotto il lenzuolo, Koll fece lo stesso. Si avvicinò a me e mi strinse fra le sue braccia per riscaldarmi, il mio corpo era gelido.
- Ho visto quel tipo l'altro giorno ... il tipo che gira con tuo fratello – disse con una punta di divertimento.
- Dovresti piantarla di fare il pettegolo Koll ... - mormorai – non sono affari tuoi. Mio fratello dovrebbe aprire gli occhi e vedere la cosa per com'è –
- E come sarebbe? –
- Un dannato disastro – risposi tranquillamente.
- Sono solo ragazzini Seth ... e quel tipo non ha capito una cosa fondamentale di cui l'ho illuminato – mi comunicò sfiorandomi il viso con la bocca – voi Wayright siete come una malattia da cui non si guarisce ... -
Risi e lo guardai bene negli occhi – forse è vero ... ma qui non si tratta di Chris ... si tratta di Tyler ... e lui ha un grosso problema, non è semplicemente un ragazzino che non sa come dire ai suoi che è gay ... è lui il primo a non accettarlo, a non volerci credere nel profondo. Forse quando è con Chris è diverso ... ma quando fa i conti con se stesso e con il mondo allora è perduto – spiegai – questo crea sofferenza –
Lui parve pensieroso per un istante e poi si ritrovò ad annuire, mi accarezzò una guancia – e tu invece? Quando lo hai capito? Come lo hai detto ai tuoi? –
Sorrisi, Dio ... era passato così tanto tempo, eppure lo ricordavo bene – L'ho capito verso i tredici anni ... stavo finendo la terza media, mentre Byron aveva già cominciato il liceo ed era tutto preso dalle ragazze ... non faceva che farmele notare – risi – ma io nemmeno lo capivo tutto quel suo parlare delle loro curve mozzafiato ... è stato lui a dirmelo per primo ... io non ci ero nemmeno arrivato, mi disse: " Seth ... ma non è che sei gay?" –
Koll scoppiò a ridere – è proprio tipico di Byron ... bacchettone e precisino non mi stupisce affatto! –
- Già ... e cavolo, aveva ragione – esclamai – trovavo molto più attraenti i maschi che le femmine ma nessuno aveva attirato il mio interesse sul serio ... Tim lo conobbi alle superiori, avevo diciassette anni e lui era nella classe di fronte alla mia –
- Io e lui siamo stati gli unici ragazzi che hai avuto? – mi chiese quasi compiaciuto.
- Ti ricordo che c'è Dominik – precisai.
- Oh giusto .... Non so perché continuo a scordarlo – mormorò soffocando un'altra risata.
Io scossi la testa – Beh ... come sai lui non era dichiarato ... ma quanto meno Tim era sincero con se stesso e con me ... forse semplicemente era troppo giovane per conquistarsi la libertà che gli spettava –
- E tu? –
- Io all'inizio lo nascondevo unicamente perché lo faceva lui ... non volevo metterlo in difficoltà – spiegai – lo dissi a diciotto anni ... dopo un anno che stavo con Tim, mio nonno invitò a cena alcuni suoi amici. Una di quelle cene pompose ed odiose ... e questi avevano una figlia ... Dio, avresti dovuto esserci a quella tavola, era così tutto dannatamente palese ... cercavano di combinare una sorta di fidanzamento! – feci una pausa scuotendo la testa, Koll era divertito – non facevano che vantarla, elogiando tutti i suoi successi accademici, ripetendo quanto fosse in gamba e determinata a diventare chirurgo –
Koll nascose il viso nel cuscino, il suo corpo era scosso da fremiti per le risate trattenute – E tu? –
- Loro mi chiesero: cosa ci dici di te Seth? Ed io risposi : comincerei dal fatto che sono gay ... così magari ci rilassiamo un po' tutti ... -
Scoppiammo a ridere entrambi, tentavamo di trattenerci ma al solo ricordare le facce a quel tavolo non riuscivo a smettere.
- Cristo, è stata una della cene più assurde della mia vita ... le loro facce Koll ... nessuno disse una parola. Peccato che dopo che furono andati via la ramanzina di mio nonno durò per due ore piene –
Koll era divertito, con le lacrime agli occhi, si sporse verso di me e mi baciò con passione – tu sei tutto matto ... - mormorò.
Io arrossii sotto quello sguardo di totale venerazione con cui mi guardava – che mi dici di te?-
- Beh ... io non ho nessuna famiglia da scioccare a cena – esordì – lo capii in collegio ... anche io quando cominciò la pubertà ... gli altri ragazzi facevano girare alcune riviste porno nei dormitori ... ma quella roba non mi attirava un granché ... al contrario c'era un ragazzo, non ricordo neanche il nome più ... lui si che era eccitante ... -
- Ti sei messo con lui? –
- No ... si finiva nei guai per cose del genere nel mio orfanotrofio ... e poi non sapevo neanche se lui fosse come me ... o se ci fosse qualche altra persona al mondo come me ... - rispose – non facevamo molte lezioni di orientamento sessuale lì, sai le politiche cattoliche! – rise - quando me ne andai a sedici anni ed entrai in quella gang ... lì c'era un ragazzo ... Cristo, era totalmente folle si chiamava Trix, si faceva di eroina ... -
Lo fissai sconvolto – a sedici anni? –
- Lui ne aveva diciotto ... ma credo proprio che avesse cominciato già da qualche anno ... era sempre fuori di testa ... ma quelle poche volte in cui era in sé era fantastico –
- Era il tuo ragazzo? –
- Non proprio ... andavamo a letto insieme ... ma lui stava anche con altri – poi mi fissò attentamente – ad essere sincero il mio primo ragazzo sei tu –
- Scherzi? – ero allibito.
- No ... con Trix non c'era quel tipo di rapporto ... rimasi nella gang fino ai diciassette anni e poi conobbi Gregor ...lui di certo non mi faceva problemi e per un po' sono uscito con un tipo che veniva spesso al negozio. Ma dopo ... è cominciata la mia vita ... la vita di Koll ... e non c'è più stato spazio per l'amore vero ... -
Non me lo aspettavo, avevo sempre creduto che lui potesse avere quello che voleva, che aveva infranto chissà quanti cuori con quel suo modo di fare.
- Sei sorpreso – notò.
- Lo sono sempre con te – ammisi.
- Tu mi hai fatto quello che credevo che nessuno mi avrebbe mai potuto fare – disse – mi hai cambiato, mi hai fatto desiderare di stare con qualcuno sul serio ... mi hai intrappolato, proprio io che mi ritenevo irraggiungibile.Vedi? Ci vuole un Wayright per rendere possibile l'impossibile, per catturare chi passa la sua vita a fuggire -

ANGOLO AUTRICI:

Vi avevamo promesso un riavvicinamento giusto? XD dopo un capitolo del genere c'è ben poco che possiamo aggiungere ... ormai i sentimenti di Tyler per Chris sono tanto palesi che persino Rachel se n'è accorta! Non vediamo l'ora di sentire le vstre impressioni! Naturalmente anche il capitolo di Seth è stato molto coinvolgente, c'è stato un confonto con Dominik, il quale ha ancora ribadito la sua posizione, nonostante conosca poco Seth è intenzionato a non lasciarselo scappare ... come d'altronde fa Koll! Abbiamo avuto anche altre rivelazioni sul suo conto, chi immaginava che Seth fosse stato il suo primo ragazzo ed innamorato? XD Vi lasciamo la parola sperando di avervi rallegrato con l'aggiornameto .... vi ricordiamo che siamo in dirittura d'arrivo ... approssimativamente 10 capitolo .... e poi saluteremo i nostri ragazzi!Noi siamo già nostalgiche! :(
A presto

BLACKSTEEL

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