capitolo 67

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NIKOLAJ


A svegliarmi fu una forte luce che non capivo da dove provenisse, ero convinto di aver tirato le tende e quando aprii gli occhi ero più confuso che mai. Mi ci vollero una manciata di secondi per rendermi conto di dove mi trovavo, anzi di dove non mi trovavo. Non ero a casa, non ero nel mio letto, dopo un occhiata sommaria intorno a me capii di trovarmi ancora nell'auto di Norman e, cosa ancora più preoccupante, una testa bionda appoggiata al mio petto mi ricordò bruscamente cos'era successo la sera prima. Avevo soccorso Matt, tutto quello che era successo, le cose che ci eravamo detti, non era stato il frutto di uno strano sogno, no, era tutto reale. Cercai di muovermi leggermente ma quando lo feci vidi il suo viso contrarsi e poi i suoi occhi azzurri gettare uno sguardo confuso intorno a sé. Quando i nostri occhi si incrociarono i nostri visi avvamparono, eravamo ancora nelle posizioni della sera prima, io al posto di guida e lui su di me, seduto a cavalcioni sulle mie gambe e sdraiato sul mio petto.

- Ehm ... io ... mi sposto – balbettò imbarazzato e nel movimento cercò di coprire il più possibile la sua nudità.

- Ecco ... - non sapevo cosa dire esattamente, quella della notte prima era stato un gesto folle, dettato da chissà quale istinto.

- Ero ubriaco ...- disse lui ricomponendosi – quindi ... se non volessi dare peso a quello che ho detto e fatto ... ecco ... non sarebbe sbagliato –

- Ma sei sobrio adesso ...- dissi quasi con rammarico – quindi ... puoi dirmi quanto di tutto quello che è successo era reale ... intenzionale –

- Temo ... anche troppo – confessò – so che ci eravamo detti delle cose, che avevamo stabilito che era finita ... ma ... io non voglio che finisca niente. Tu ... ecco ... -

- Io sono un idiota Matt – dovetti ammettere - credevo di avere tutte le risposte, credevo di sapere cos'è giusto e cosa sbagliato, credevo di conoscere ogni sfaccettatura di me stesso – poi lo guardai negli occhi, quelle pozze celesti che mi facevano dimenticare ogni cosa – ma tu mi hai fatto capire che non è così ... tu mi hai fatto capire che ci sono lati di me che non conosco e che contano più di quanto pensassi. Mi hai fatto capire che il confine tra giusto e sbagliato molto spesso è una linea quasi invisibile ... e mi hai fatto capire che ci sono delle cose per le quali vale la pena rischiare ... mettere in gioco tutto quanto ... -

Il suo sguardo si illuminò, come se sentisse le parole che aspettava da tutta una vita e forse era davvero così.

- Quindi ... tu ... insomma noi ... possiamo avere una possibilità? – chiese tentennante.

- Ci sono delle cose che devo sistemare – dissi ed il mio pensiero andò a Dylan, avrei dovuto lasciarlo, senza dargli troppi dettagli ovviamente, ma avrei dovuto risolvere seriamente le cose – devo fare ordine nella mia vita ... perché se includerò te devo cambiare tutto ... - persino il viaggio ormai era in discussione, il trasferimento, ogni cosa – ma mi farebbe davvero felice poterti avere nella mia vita ... poterti rendere felice ... anche se nessuno saprà mai di noi –

Lui sorrise, un sorriso dolce, timido, adorabile – io ho spedito le domande dei College qualche giorno fa ... non sono sicuro in quanti mi accetteranno e dove ma ... spero che sia a Saint Louise ... -

- Sarà difficile Matt ... dannatamente difficile .... Ma ti amo ... e questa è l'unica cosa contro cui non voglio combattere –

Si sporse verso di me e alla fine unimmo le nostre labbra in un bacio lungo ed intenso, affondai le dita fra i suoi capelli attirando il più possibile il suo viso al mio, poi ci staccammo ancora una volta con il batticuore.

- Ti amo anch'io Nik ... staremo attenti ... staremo insieme ...-

Poi il vibrare di un cellulare attirò la nostra attenzione, era quello di Matt ed il nome che comparve sul display ci gettò entrambi nel panico. Wes. Fece un lungo respiro e prese la telefonata con quanto più controllo possedeva.

- Ehi Wes ... - ci fu una pausa – ehm ... no ... non sono in spiaggia, ti senti bene? – altra pausa – no ... io ho preferito tornare a casa poi ... sai non sono stato bene, ma niente di che. Sì, potete partire ci vediamo dopo ... ciao – chiuse la chiamata e tirò un sospiro di sollievo.

- Allora?-

- Fortunatamente è alle prese con un post sbornia da paura ... si era persino scordato di me ... ma dobbiamo fare presto, stanno rientrando e non devono vederci insieme –

Io annuii e rimisi in moto la macchina, ci dirigemmo di fretta verso casa, la parcheggia e smontammo guardandoci intorno circospetti, nessuno all'orizzonte ancora. Varcare la soglia non fu facile, ero terrorizzato che Wes fosse già arrivato o che si materializzasse all'improvviso davanti noi e facesse di nuovo piombare la nostra relazione nell'oblio. Non accadde, per una sorta di miracolo tutto andò liscio, la casa era ancora tranquilla, i miei fratelli dormivano, entrammo in cucina ed io mi misi ad armeggiare con il caffè, Matt aveva ancora una pessima cera. Dopo qualche minuto, il tempo di versarlo nelle tazze, apparve Monica.

- Buongiorno – ci salutò sorridendo – Matt ... com'è andata? –

- Tutto bene mamma ...- rispose vago.

- Ma tuo fratello? – domandò guardandosi intorno – non sono ancora tornati gli altri? –

- Ehm ... no ... io sono tornato da solo ... per conto mio ... non era poi così divertente il falò .... Sono tornato ieri sera, molto tardi ...- tentò di costruirsi un alibi ed entrambi fissammo Monica nella speranza che ci credesse.

- Ero così stanca che non ti ho nemmeno sentito rientrare ... - constatò – certo che tuo fratello avrebbe potuto riaccompagnarti ... fortuna che gli avevo raccomandato di badare a te ... -

- Ma dai ... sai com'è fatto Wes ... e poi io non sono mica un bambino ...- si lamentò.

- E' vero tesoro ... forse avrei dovuto dire a te di tenere d'occhio lui! –

Ridemmo tutti e dopo pochi istanti il rumore all'ingresso ci fece notare che il resto della truppa era tornata alla base, sfilarono tutti davanti a noi con delle facce davvero inqualificabili. Di certo andarci pesante era solo un modo di dire simpatico rispetto a quello che dovevano aver passato la sera prima. Wes e Kevin erano due derelitti, pallidi e con l'aspetto nauseato, il primo non ci guardò, nemmeno fece un cenno alla madre prima di lasciare la cucina per salire rumorosamente le scale seguito da Kevin anche lui a pezzi. Chris invece prese qualche croissant e un caffè, aveva una strana aria sognante stampata in faccia, niente espressione crucciata da dopo sbornia per lui a quanto mi parve di vedere. Seth era il più tranquillo della comitiva, morigerato com'era, di certo non aveva esagerato con l'alcol, si versò del caffè e si sedette in cucina.

- Beh ... io vado a fare una doccia – ci informò Matt lanciandomi un'occhiata sorridente di sfuggita.

Monica lo seguì – aiutami prima a togliere a tuo fratello quei vestiti sudici ... non voglio che sporchi le lenzuola di Jane ... -

Anche io mi apprestai a lasciare la cucina ma la voce di Seth fermò i miei movimenti.

- Vedo che avete riaperto bottega voi due ... - buttò lì vagamente mentre sorseggiava il caffè.

- Tu ....- l'ansia mi assalì di colpo.

- Vedi di giocartela meglio questa volta – mi avvisò – niente occhiatine da piccioncini ... se vi becca di nuovo ... non ve la farà passare liscia ... -

-Non glielo dirai? – ero stranito da quelle parole.

- No ...-

- Perché? Cosa ti spinge ad aiutarci? Non lo reputi sbagliato? – ero davvero curioso di entrare nella mente imperscrutabile di Seth per una volta.

- Sì, ovvio che credo sia sbagliato ... - mormorò – ma io sono il primo a trarre piacere delle cose sbagliate, quindi non è mio compito puntare il dito ... -

Se ne andò portandosi dietro la sua tazza e lasciandomi lì come un idiota, sì dovevo esserlo, forse più pazzo che idiota. Indubbiamente credere che quella storia avrebbe avuto un lieto fine era da folli, ma contemporaneamente non avevo altro desiderio. Non mi sarebbe importato come, mi dissi, basta che funzioni.



CHRIS


Quel giorno mi sentivo incredibilmente bene, mi sembrava di camminare a qualche metro dal pavimento, come se niente avesse potuto turbare quel momento. Ma non era così, ben presto quel senso di serenità svanì, successe nello stesso istante in cui smaltii gli ultimi sintomi della sbornia, alla fine mi ritrovai in cucina, con un enorme tazza di caffè sotto il naso, a riflettere su quanto fossi stato stupido a fidarmi di uno come Bradbury.

Potevo anche giurarci se qualcuno me lo avesse chiesto, ero certo che quelle sue parole erano state dettate dall'alcol che gli scorreva nelle vene, sapevo che avrebbe ripreso il suo vecchio comportamento scostante, probabilmente non aveva neanche capito quello che mi aveva detto, né la serietà che mi aspettavo da lui se avesse acconsentito a trattarmi come si deve. Prova ne erano le numerose chiamate a cui non si degnò di rispondere. Eppure non aveva avuto il tempo di bere così tanto ... inoltre a letto era stato particolarmente sveglio. Non era poi così ubriaco, dannazione.


Era pomeriggio inoltrato quando lo vidi sgattaiolare fuori di casa, ben nascosto dietro la finestra della mia ex stanza da letto, era sveglio ed aveva deciso deliberatamente di ignorare le mie chiamate. Proprio come stavo facendo io con Scott e Lewis, mi dissi, rattristandomi.

Dov'era diretto? Da Isabelle? Da un'altra? Non lo sapevo, ma non mi sarei abbassato a tanto, non potevo seguirlo e non volevo farlo. L'ultima mia mossa sarebbe stata quella di passargli le poche scoperte su Caleb di cui ero riuscito ad impossessarmi ... la sera prima ero stato troppo impegnato ad odiarlo per ricordarmi dei fogli abbandonati nel mio zaino che avrei dovuto dargli. Così decisi di tornare a letto, avevo molto sonno da recuperare e nessuna voglia di affrontare altre elucubrazioni su quanto stronzo e disonesto fosse stato Bradbury nei miei confronti, ma purtroppo la voce di mia madre distrusse i miei piani. Mi stava chiamando dal piano di sotto.

Mi alzai dal letto a malincuore, chiedendomi che cosa volesse da me adesso. La casa giaceva nel silenzio più totale, segno che tutti o quasi, lì dentro, stessero cercando di riprendersi dalla nottata precedente.

Così scesi in salotto e trovai l'ultima persona che avessi mai immaginato di poter trovare.

Lewis Noble se ne stava seduto sul mio divano con la solita aria bonaria, mia madre rideva alle sue battute, mentre quello accettava educatamente la bibita che Jane gli aveva appena offerto.

Un lupo. Mia madre aveva appena accolto un lupo nella nostra tana, pensai, gelando dentro. A quel punto ci guardammo, i suoi occhi si fecero più sottili, l'attimo dopo stava sorridendo.

- Ehi Chris, spero di non aver disturbato! - disse gioviale – tua madre è stata così gentile da invitarmi ad entrare. -

Lurido bastardo – certo che no ... tutto bene? - gli chiesi cercando di mantenere la calma.

- Sì, e a te? Come va a te, Chris? Sei di ritorno dal falò? Anche a me sarebbe piaciuto andarci ... - mia madre ci stava lasciando e proprio in quel momento Lewis continuò – peccato che nessuno dei miei vecchi amici mi abbia invitato ... e sai perché? -

Lo detestavo, sentivo il bisogno di chiudermi in una stanza da solo con lui

- Non è colpa mia! – I suoi occhi erano intrisi di odio adesso – che cazzo ci fai qui? - dissi, a denti stretti.

- Lo sapessi se ti degnassi a rispondermi al cellulare, bastardo – commentò quello alzandosi in piedi – voglio sapere che diavolo sta succedendo con Scott. E' scomparso proprio quando sembrava che tutto stesse tornando quasi alla normalità. So che c'entri tu, Chris. -

Mi ritrovai a inspirare forte. Eravamo alla resa dei conti, non potevo fare altro per ritardare la mia fine ormai, Lewis era incazzato e pronto a tutto.

- Questo non è uno scherzo, lo hai capito? Se tu non mi dai una risposta potrai dire addio alle tue libertà, Chris ... ti farò passare quello che ho passato io in questo mese! Mi hai più visto frequentare qualcuno? No ... non posso. Tutti continuano a fissarmi e bisbigliare al mio passaggio! Sei disposto a questo? - stava sorridendo crudelmente – sei disposto a dire addio alla tua popolarità? Chris il genio della scuola, Wayright il figo che esce con Rachel Bradbury ... -

- Fa pure se devi - dissi seccamente – sono stanco di sottostare a voi due. Non c'è niente che possa fare per convincerlo a tornare con te, Lewis, mi dispiace ma è così. Devi accettarlo. -

Il suo viso si incupì, il ghigno divertito gli si era gelato in volto. Non immaginava neanche lontanamente che alla fine avrei ceduto in quel modo, credeva che avrei combattuto con tutte le mie forze per rimanere a galla, ma io ero stanco, non aveva senso continuare – è soltanto un rimandare la fine, no? Tanto vale che tu lo faccia subito. Non posso fare nulla per te, Lewis. -

- Bene, se le cose stanno così vorrà dire che tua madre sarà la prima a saperlo. - disse mentre con la voce che tremava mentre avanzava velocemente verso la porta della cucina. Mi sentii morire dentro, furono i miei piedi a muoversi per primi, mi gettai sul muro in direzione della stanza attigua e aprii le braccia, impedendogli l'accesso con il mio corpo.

- N-no, non puoi farmi questo. N-non i miei genitori ... - dissi incontrando i suoi occhi spietati – Lewis, non è colpa mia se è successo quello che è successo! -

- Lo è invece! Non te ne rendi conto mai! Sei un fottuto provocatore! Il modo in cui punti chi ti piace ... quel tuo sguardo da vittima ... tu sei il carnefice, Chris! -

- Sei completamente uscito fuori di testa, Lewis! - dissi in un sussurro concitato – cosa credi di ottenere parlando con i miei? Vuoi rovinarmi la vita? Ma perché? -

- Forse mi sentirei meglio – i suoi occhi erano lucidi adesso – forse accetterei quello che mi è successo e la smetterei di sentirmi un fottuto sfigato che è stato beccato mentre tu sei ancora in giro, a spassartela alle spalle di tutti! -

- Ma io non volevo che ti beccassero, che cazzo! Ero lì con te anch'io, è stato soltanto un caso se quello stronzo non ha fatto il mio nome ... - un caso, forse era meglio chiamarlo Tyler Bradbury, ma quella era un'altra storia che a Lewis non avrei raccontato – forse ha visto soltanto il tuo viso! Che cosa posso farci io? Che cosa diavolo posso fare? - ero disperato ... non potevo permettere che raccontasse ogni cosa ai miei, non a loro ... non dopo Seth. Mio padre ne sarebbe stato distrutto. Un figlio gay poteva anche accettarlo, ma due sarebbe stato troppo. Tutte le speranze di mio padre erano state riposte in me ed io non ero pronto a vederle andare in fumo insieme a lui.

- Bene, allora stammi a sentire. Chiamerai Scott e ti farai dare un appuntamento per stasera. Io verrò con te e risolverò tutto. - disse a denti stretti – è l'unica tua chance per uscirne illeso, Wayright. La mia pazienza ha un limite e credo di averlo raggiunto. -

Tornai a respirare, sotto lo sguardo sempre più cupo di Lewis, in attesa di una mia risposta. - Ok ... lo chiamerò, ma non credo che lui sarebbe felice se tu ... -

- Non mi importa un cazzo. Lo vedrò stasera. Non accetto un no, Wayright. Ti aspetto fuori casa mia, mi porterai con te. -

Non mi diede il tempo di dire altro, lo vidi scomparire oltre la porta, sbattendosela alle spalle. Ancora una volta ero stato messo alle strette, con la mano tremante afferrai il cellulare e, isolatomi in garage, composi il numero di Scott. Ci mise un po' a rispondere, la sua voce giunse fredda e distaccata, quasi tagliente.

- Oh bene, guarda chi si risente ... il figliuol prodigo. - commentò sarcastico – a cosa devo la tua chiamata?

- Scott ... io devo parlarti. Possiamo vederci stasera? - dissi senza perdermi in preamboli ed altro.

- Ti fai sentire dopo una lunga settimana in cui ti dai per disperso ed hai anche il barbaro coraggio di stabilire appuntamenti? Hai proprio una bella faccia tosta, Chris, devo ammetterlo ... - lo sentì ridere piano, poi un attimo di silenzio – comunque stasera mi è impossibile, ho un incontro importante con un noto scrittore della zona. -

Merda – Scott, è importante ... ti prego. Ho bisogno di vederti stasera – ero disperato, anche il mio tono doveva esserlo, non potevo rimandare, Lewis era diventato terribilmente pericoloso, non avrebbe accettato un no.

- Che c'è? Vuoi fare ammenda per i tuoi peccati? Te ne darò la possibilità, non temere, ma non stasera ... non posso davvero. -

- E' complicato ... per favore, ti porterò via soltanto qualche minuto, te lo prometto ... - lo pregai con il cuore in gola.

- Solo qualche minuto? Ed io che come minimo pensavo di averti con me per una notte intera ... - cercai di non fare caso a quelle provocazioni, Scott era pericoloso, ma a differenza del suo ex ragazzo non avrebbe spifferato niente a nessuno – e va bene. Fatti vedere tra un'ora esatta, ma ero serio prima ... non potrò dedicarti molto del mio tempo. -

Era fatta, almeno quella era fatta – Ti ringrazio, Scott. Ci vediamo tra poco. - scrissi velocemente un messaggio a Lewis e ricaddi inerme sul materasso ad acqua che mia madre mi aveva procurato. Che casino enorme ... stavo per portare Lewis a casa di Scott a sua insaputa. Non osavo neanche immaginare che cosa sarebbe potuto succedere dopo, ma conoscendo i loro caratterini ... era praticamente l'inizio della terza guerra mondiale come minimo.

Alla fine mi vestii alla bell'e meglio, da come si fossero messe le cose quella sera sarebbe dipeso il mio futuro e quello della mia famiglia. Avevo un'ultima cosa da fare prima di passare da Lewis e dirigerci allegramente dal suo ex, dovevo mettermi in contatto con Tyler o quanto meno tentare di farlo

Il suo cellulare continuava a suonare ma come sempre alla fine fu la segreteria telefonica a rispondermi, così mi vidi costretto a lasciargli un messaggio.

- Ehi, sono Chris. Non credere che ti stia stressando per quello che è successo ieri notte, so che non è contato nulla per te, come sempre. Volevo soltanto dirti che ho trovato delle cose ... delle cose su Caleb, rovistando nello studio di mio padre. Non so quanto possano esserti utili sinceramente, magari sarebbe stato meglio evitare – forse non era neanche un po', pensai – però, beh, se ti servono ce li ho io. Fammi sapere. Ciao. - spensi la chiamata e rimasi lì, a fissarmi i piedi e a chiedermi perché continuassi a girargli attorno come una fottuta falena notturna farebbe con la luce artificiale di un lampione. Perché sei un masochista, Chris, mi dissi, vuoi proprio bruciarti con quella luce. Vuoi sentire le tue zampette pelose sfrigolare prima di cadere dritta al suolo, stecchita.


Convincermi ad avvicinarmi volutamente a Lewis fu straziante. Lo detestavo, e trovarlo lì, a pochi centimetri da me, seduto in auto, mi faceva venire il voltastomaco. E pensare che fino a poche settimane fa avrei fatto di tutto per quel tipo ... certo che la vita è strana, ed i desideri umani sono continuamente soggetti ad evolversi.

- Mi credi un pazzo, vero? - disse interrompendo il silenzio perpetuo che aveva preso possesso dell'abitacolo dello stesso momento in cui era montato su.

- Non ti credo proprio niente, Lewis ... non mi importa. - dissi con sincerità – sono soltanto terribilmente stanco. -

Quello rise appena – In realtà noi siamo fatti così, Chris, potrà sembrarti strano. Ma il nostro è un tira e molla senza fine, Scott sta soltanto facendo il prezioso più del solito, vedrai anche tu come andranno le cose. Non possiamo starci per troppo tempo lontani, due come noi si completano. - la cosa peggiore è che ne sembrava davvero convinto, pensai, guardandolo di sfuggita.

- Siete andati a letto insieme, vero? - quella domanda mi mise a disagio, non volevo che il discorso vertesse su argomenti del genere, soprattutto perché ci tenevo ancora alla mia vita, dopotutto – non fare quella faccia! So che ci ha provato con te, non sei soltanto il mio tipo ... sei uno che fa gola a molti. Con quella tua aria da primo della classe, sei uno di quelli che flirta con lo sguardo e per di più senza accorgersene ... -

Non sapevo cosa dire, continuai a guidare, cercando di non mostrarmi troppo imbarazzato. Facevo gola a molti? Mi chiesi che cosa ne pensasse Tyler a proposito ... se facessi gola anche a lui, se lo avevo provocato flirtando senza volerlo per tutto questo tempo.

- No, non siete andati a letto. Non arriverebbe a tanto, ho superato il limite facendomi scopare da te, lo sai? Solitamente Scott ed io non lo facciamo. Anche noi abbiamo un codice morale, sai? - ne dubitavo fortemente, ma non ebbi l'ardire di fargli notare quanto fossero gretti.

- Quindi come funziona? Cos'è un tradimento e cosa non lo è per voi? - chiesi, curioso.

- Oh, beh ... tutto quello che è un tradimento secondo la logica comune lo è anche per noi, soltanto che alcuni sono più perdonabili di altri, no? Baciarti andava bene, anche toccarti o farmi toccare, beh purtroppo ho superato i limiti. Capisco il suo risentimento, ma gli darò la possibilità di andare a letto con qualcuno, così saremmo pari ... sono certo che gli piacerà come proposta. -

Ero sconvolto, esisteva davvero gente così toccata? Ebbene sì, quei due lo erano assolutamente. Fortunatamente eravamo in dirittura di arrivo, sperai soltanto che la mente contorta di Lewis non stesse viaggiando troppo di fantasia e che Scott avesse davvero deciso di metterci una pietra sopra, prima o poi. Parcheggiai sulla strada che dava sulla sua villetta, Lewis sembrava terribilmente tranquillo mentre smontava dall'auto e si dirigeva impettito verso l'ingresso, citofonando subito dopo.

Era un casino. Scott mi avrebbe ucciso mentre Lewis alla fine avrebbe detto tutto ai miei. Ecco come sarebbero finite le cose, pensai, tremando dalla paura.

Mi avvicinai alla porta, spinto da non so quale strana forza un istante prima che questa venisse aperta e rivelasse la figura sconvolta di Scott.

- Ciao stronzo, ti vedo piuttosto sorpreso – disse Lewis a mo' di saluto mentre infilava un piede tra le porta ed il muro per impedire che l'altro gliela sbattesse in faccia.

- Tu! - Scott mi puntò, era furioso – figlio di puttana! Mi hai incastrato! -

- Mi ha costretto lui! Se soltanto la smetteste di minacciarmi il mondo sarebbe un posto migliore! - urlai, incazzato. Lewis stava entrando di prepotenza nel salotto di Scott – sei sorpreso, di vedermi, eh? Ti piaceva così tanto ignorare le mie chiamate, vero? - continuò, inarrestabile.

- Non quanto è piaciuto a te farti scopare da questo tipo però! - oddio no, pensai, Scott stava decisamente scendendo al livello di Lewis adesso.


- Bene, ho sbagliato. Non sono perfetto, ok? Anche tu hai avuto molte scappatelle con i tuoi studenti e colleghi, credi che non lo sappia? - Lewis era inferocito mentre spingeva via l'altro e si insinuava con prepotenza nella stanza. Non mi rimase che seguirli, forse alla fine avrei perfino dovuto impedire una strage quella sera – credi che non abbia mai trovato i loro messaggi sul tuo cellulare? Come pensi che mi sia sentito, eh? -

- Certo, rivanga pure il passato adesso, ragazzino! Non sono mai arrivato a tanto con nessuno di loro, i patti erano chiari – ringhiò l'altro, con le mani sul petto del suo ex che continuava ad avanzare, imperterrito – il tuo corpo appartiene a me. -

- Bene, perché non te la prendi con lui allora? - Lewis puntò il dito verso di me – è una fottuta tentazione vivente, te ne sarai accorto anche tu! Voglio che tu ci vada a letto esattamente come ho fatto io, soltanto così saremo alla pari! -

No, per un attimo non riuscii a credere alle mie orecchie. Rimasi immobile, a fissarli come un idiota.

- Tu sei fuori di testa, Lewis! - sbottò Scott, sconvolto quanto me – non è così che si sistemano le cose. Non è portandomi a letto qualcuno che laverai la tua colpa! Voglio che mi lasci in pace adesso! -

- No! No! Io ti amo da morire, non te lo permetterò! - Lewis stava piangendo adesso, le sue mani stringevano spasmodicamente la camicia dell'altro – sei tutto quello che ho, Scott. Sei il pianeta intorno a cui ho ruotato per tutti questi anni ... non posso vivere senza di te, ti prego. Accetta le mie scuse, farò quello che vuoi ... ma ti prego, dammi almeno un'altra possibilità. -

Ero sconvolto, ritrovarmi davanti ad una scena del genere mi faceva sentire terribilmente fuori posto.

- L-lewis ... - Scott abbassò lo sguardo e smise di lottare, lasciò che l'altro lo raggiungesse e si stringesse con forza contro il suo corpo – ti prego ... non fare così. -

- Dimmi che mi ami! - continuò il più giovane – dimmi che nonostante tutto mi ami ancora! Ho bisogno di sentirtelo dire! -

- Sai che è così ... - gli occhi di Lewis si riempirono di una gioia tale da sconvolgermi, a quel punto si gettarono entrambi l'uno contro l'altro, baciandosi con trasporto. Era assurdo, mi sembrava di star assistendo ad uno spettacolo tragicomico, quei due erano del tutto fuori di testa. La situazione si stava scaldando attimo dopo attimo, i primi indumenti iniziarono a cadere a terra, quindi indietreggiai, chiudendo la porta d'ingresso dietro le mie spalle.


Era finita ... la minaccia era passata, sospirai, lasciandomi cadere sui gradini della villetta con una stanchezza mentale e fisica impossibile da quantificare.

NOTE DELLE AUTRICI: Salve a tutti ^^ eccoci con un nuovo aggiornamento serale ed anche parecchio sudato T_T fiuuu, ce l'abbiamo fatta!
Come potete ben vedere qualcuno sembra aver abbandonato i buoni propositi che si era proposto. Nikolaj non riesce a rinunciare a Matt, tanto da aver deciso di continuare questa relazione anche in un futuro. Come credete che si metteranno le cose per loro? Supposizioni? Io direi soltanto "Attenti al Wes che dorme" u_u quanto coraggio quei due però!
Nel frattempo Chris sembra aver risolto qualcuno dei suoi casini, anche se molti altri rimangono. Come l'enorme problema rappresentato da un certo vicino di nostra conoscenza :P qualcuno che sembra essersi dato alla macchia come al solito!
Speriamo che il capitolo sia di vostro gradimento ^^ Fatevi sentire!
Grazie di tutto :)


- BLACKSTEEL - 

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