capitolo 21

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Capitolo 21


"You say I'm crazy
'Cause you don't think I know what you've done
But when you call me baby
I know I'm not the only one

You've been so unavailable
Now sadly I know why
Your heart is unobtainable
Even though Lord knows you have mine."


SAM SMITH - I'M NOT THE ONLY ONE

SETH

Quella sera uscii di casa per andare al pub per il mio turno, ne fui più felice del solito, gli adulti sarebbero tornati il giorno successivo ma nel frattempo Wes aveva trasformato la sua camera in un bordello vittoriano e vedere lui e Wayne sbucare per i corridoio mezzi nudi alla lunga era diventato stancante. Mi chiedevo perché avesse fatto una cosa del genere, di certo far rientrare Wayne nel suo giro non lo avrebbe aiutato in nessun modo, anzi tutt0altro. Lo avevo sempre ritenuto spregevole e del tutto superficiale e di certo averci a che fare non aiutava affatto l'indole di Wes. Mi chiesi cosa ci fosse sotto, se mio cugino stesse davvero tornando sui suoi passi, quasi a voler ricalcare gli errori del passato o se invece avesse imparato dalla lezione ricevuta.

Arrivato al locale mi misi il grembiule ed iniziai il mio turno sperando di poter tenere a bada i miei di problemi sentimentali. Ogni istante in cui non mi tenevo impegnato finivo col pensare a Koll e fissare il cellulare, non sapevo da cosa scaturisse il mio dubbio eppure una voce sempre più pressante nel mio cervello mi diceva che le cose non andavano bene in quel modo. Doveva essere il mio buon senso, doveva ormai averne abbastanza delle condizioni in cui mi permettevo di vivere.

C'era un discreto afflusso di gente quella sera e poco dopo le dieci vidi entrare una faccia conosciuta, era Kevin. Aveva lo sguardo spento ed un'espressione molto tesa che rendeva il suo viso più severo, niente a che fare con l'inglese distaccato che era entrato in casa nostra qualche settimana fa. Prese posto su uno sgabello del bancone senza farsi notare più di tanto, alla fine gli andai incontro.

- Come mai qui? – chiesi rifornendo velocemente di stuzzichini le ciotole vuote intorno a me.

- Non sopportavo più quel rumore, sono dovuto uscire di casa. – mormorò mentre lasciava scorrere una mano tra i capelli.

Sapevamo entrambi cosa si nascondeva dietro la parola rumore, ancora Wes e Wayne, era evidente come la cosa lo disturbasse e, ancora più di ogni altra cosa, lo rattristasse. Non avevo badato molto a come si fossero evolute le cose fra di loro, ammesso che ci fosse davvero stata un'evoluzione, ma se conoscevo mio cugino sapevo che non aveva mollato. Stava giocando ancora con loro ma dal modo in cui Kevin si tormentava le mani capii che doveva essere un gioco a tutt'altro livello adesso.

- Cosa ti porto? – chiesi a quel punto.

- Qualcosa di forte, per favore. –

Presi un bicchiere e lo riempì di scotch, glielo porsi e lui bevve una lunga sorsata – se vuoi parlarne ... -

- Cosa ci sarebbe da dire? – mormorò amareggiato dopo qualche attimo – tutta questa situazione è ridicola, io lo sono, anche il fatto che io sia qui è ridicolo! – lo vidi stringere con forza il bicchiere – guardami Seth ... guardami e dimmi che non merito di essere deriso. –

- Nessuno lo merita. – risposi ed era vero.

Conoscevo quella sensazione, quello stadio di mezzo straziante, indeciso fra come dovresti comportarti e come vorresti, confuso sul da farsi quando la cosa giusta da fare sai che sarebbe correre via.

- Che dovrei fare secondo te? – mormorò ma lo chiese più a sé stesso che a me.

- Se vuoi che sia sincero, considerando tutto ... dovresti saltare su un aereo e non rimettere più piede qui – sussurrai – altrimenti finirai per bruciarti sul serio. –

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