WES
Me ne stavo in salotto, incassato tra i morbidi cuscini del divano in una sorta di dormiveglia dovuta alla noia. Avevo atteso l'arrivo dall'inglese dal momento stesso in cui avevo visto mia cugina sgattaiolare fuori dalla sua stanza come una ladra e dirigersi velocemente in garage per prendere l'auto. Non era stata cauta abbastanza la dolce Celine, dopotutto ero io il re delle macchinazioni in famiglia, forse avevo davvero qualcosa in comune con la buon'anima di nonno Richard. Ma mi annoiavo, non arrivava nessuno lì ed era passata quasi mezza giornata ormai. Sbuffai, allungandomi un po' sul divano, non c'era niente di divertente in quella città del cazzo, soltanto l'idea che Kevin sarebbe di certo tornato mi aveva aiutato a mantenere la calma e pazientare ancora un po'.
- Wes, hai visto Seth per caso? - mi voltai verso la porta per incontrare l'espressione preoccupata di zia Jane, aveva un cesto di panni sporchi tra le mani e l'aria di una che non si era fermata un attimo.
- No, sarà a lavoro. -
- Oggi è il suo giorno libero ... sai se ieri è tornato a casa? Non credo di averlo visto ... - continuò lei adesso visibilmente sovrappensiero – ho così tante cose da fare, non riesco più a stare dietro a nessuno. Chris è uscito? -
- Zia, sta tranquilla. Stanno tutti bene, più tardi andrò a fare in giro, passo al pub, sono certo che Seth sarà lì. - dissi giusto per rassicurarla, in realtà non ero poi così certo che tutto filasse liscio. Seth era scomparso dalla sera prima, era normale che nessuno ci facesse caso, non era un tipo particolarmente espansivo, né un compagnone, eppure mi chiesi se fosse successo qualcos'altro tra lui ed il suo tipo misterioso. L'ultima volta che l'avevo visto non era messo bene, sapevo come finivano quel genere di storie, uno dei due si sarebbe fatto male e, udite, udite ... non sarebbe stato Koll!
Feci per alzarmi da lì, ero già vestito di tutto punto, avevo scelto di indossare la mia t-shirt bianca, era quella che avevo messo l'ultima volta che avevo visto Kevin, di certo gli avrebbe richiamato alla memoria ricordi piccanti che l'avrebbero steso a tappeto ancora prima di raggiungere la sua stanza per disfare le valigie. Mi dispiaceva togliere le tende proprio quando ero certo che quei due si sarebbero fatti vivi, ma stavo cominciando a credere che Seth fosse davvero nei guai, così presi il cellulare ed il portafoglio, me li infilai nelle tasche dei jeans ed aprii la porta d'ingresso.
L'aria notturna era fresca e piacevole, quella era una delle poche note positive di quella città del cazzo, mi lasciai guidare dalla brezza leggera, sfiorando con le dita le fronde degli alberi che contornavano l'enorme giardino. Sarebbe stata una strada lunga per uno a cui era stata ritirata la patente, pensai, sbuffando appena. Ma che diavolo potevo farci, poteva capitare a tutti di finire con il muso della propria auto dentro ad un negozio, anche ai migliori ... e poi era vuoto ... perché lagnarsi tanto? Bah, inutile provare a ragionare con il governo americano.
- Ehi! Dico a te! Fuggitivo che non si è degnato neppure di chiamarci! -
I miei piedi si fermarono automaticamente, mi ritrovai a voltare il viso verso quella voce femminile quasi incapace di credere alle mie orecchie. Cazzo, quei due erano proprio fuori di testa, eppure dopo una seconda occhiata iniziai a credere ai miei occhi.
- Malìa? Ephram? Porca puttana, non posso crederci! Che diavolo ci fate qui? - chiesi fissando i due fratelli Jacobs mentre lasciavano cadere sul marciapiede due enormi zaini da trekking e mi fissavano tra l'incazzato ed il sollevato.
- Siamo venuti a trovarti, idiota! Dodici lunghe ore di autostop soltanto per te ... credo che tu sia in debito con noi adesso! - esclamò con voce maliziosa Malìa, la più spigliata dei fratelli.
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The Wayright
RomanceI Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì che i suoi membri si siano allontanati progressivamente fino a sembrare dei perfetti sconosciuti. Ma cosa accadrebbe se un evento tragico quan...