27

124 5 1
                                    

11 anni prima...(4* parte)

L'abito mi schernisce,

Bianco, Scintillante, appeso di fronte alla porta del garage. Eccolo, il mio acquisto più prezioso... rido, rido con disgusto per me stessa. Cos'era passato per la mia mente pacata quel giorno? Che fretta avevo? Disoccupata, single, mendicante, ecco le parole che mi vorticano in testa se mi dovrei descrivere.

In questo momento non sono più niente, ho una laurea che non sto usando, sono stata sfrattata da casa dei miei, ho un vestito da sposa che non indosserò mai....

Mi faccio pena da sola come ho fatto a non accorgermene? Come ho fatto a dipendere da lui?

Cosa sono diventata?

Alzo lo sguardo la tela bianca grande quanto la parete che avevo comprato per farne un'opera da regalargli alle nostre nozze, sta lí e mi chiama a sé.

Scaravento il vestito per terra, lo strappo in mille pezzettini, sono rapita da una rabbia furibonda, accecante. Mentre affondo con pennellate pesanti sulla tela emergono le immagini dei traditori. Non riesco a frenare la mia mente, sono in completa agonia. Corro all'armadio per cercare altre cose da spezzare come il mio cuore. La giacca di Cesare, appesa alla cruccia, mi ricordo che mi aveva chiesto di portarla a una sarta per sistemarla.

"Principessa, è grande portala dalla sarta" dico scimiottando la sua voce

Principessa? Principessa! Bastardo! Come hai potuto? Urlo, piango afferro la sua giacca e con le forbici la riduco in brandelli. La scuoto, la trascino per terra afferro un coltello, la pugnalo...piango, urlo dalla rabbia che mi attraversa il corpo, il cuore e la mente. Dalle tasche cade un foglio... Lo apro:

- Questo prof mi annoia... - la scrittura di Cesare...

- Un'altra mezz'ora e poi saremmo liberi di tornare a casa nostra insieme...

Magari! Devo vedermi con insalata di Pollo

Inventati una scusa... Che devi studiare... Sappiamo entrambi cosa realmente studierai... Me!

Tigrotta ***

Grrr -

Non ci vedo più, sono oltre la rabbia sono furibonda! Squilla il telefono, lo afferro, è lui!

"Da quando convivevate, Stronzo! Quel appartamento è mio! Vi sfratterò e vi renderò la vita impossibile!"

"Non oserai! Pollo cocode... Hai firmato e lo hai lasciato a me"

"Stronza che vuoi ancora?"

"Niente, volevo solo dirti che io e Cesare. Ci siamo laureati... ho detto a mamma che ho accettato uno stage all'estero quindi non mi vedrai per mooolto tempo...io e Cesare ci sposiamo, lui mi ama e presto avremmo un bambino quindi...tu non sei la benvenuta nella nostra famiglia e per rispondere alla tua domanda conviviamo da oltre un anno... Sei cieca e stupida proprio come un pollo. Uno struzzo continua a nascondere sottoterra la tua testolina pacata, non ti accorgi mai di niente, te l'ho fatta sotto il naso! Hahahaha!"

Chiude la telefonata, mi gira la testa, mi fa male nel punto dove colpivo a terra quando Valentina mi ha aggredito... Mi sento bagnata alzo la mano e quello che vedo mi paralizza...sangue! Penso subito che forse è vernice abasso lo sguardo, sono in una pozza di sangue. Mi tremano le mani, ho paura .... Digito il numero del pronto soccorso in un momento di lucidità poi mi accascio e perdo i sensi.

Sono nello studio di un dottore che mi sta rilasciando il foglio per le dimissioni dall'ospedale. Sono sotto shock, ho avuto una leggera commossione celebrale con la conseguenza di un'emorragia interna...

"Signorina quindi da quello che posso leggere nel suo referto...era incinta, ma lo stress subito ha provocato la perdita del bambino e ... Mi dispiace dirlo ma... Non credo che il suo corpo sarà cosí forte da sostenere un'altra gravidanza in futuro..." il dottore continua a parlare a io mi perdo nella parola sterile.. Si sterile come la mia vita senza senso.. Vuota come un guscio... Sterile! Esco dallo studio barcollando, le persone che mi passano accanto non sono nitide, la vista viene offuscata, il viso è bagnato, lacrime amare...

"Katty sei tu?"

Mi giro vengo travolta in un abbraccio forte che mi spacca l'anima...

Oggi

"Basta, basta non fateli ricordare più niente, piccola Katty, guardami, mi dispiace tanto" mi circonda con un abbraccio cosí forte che mi si spezza l'anima e la ricompone... Sento una nuova energia corrermi nelle vene...


Era lui? In questi anni ho cercato di ricordare ma non ci sono mai riuscita... Era Antonio che mi ha portato a casa di Betty, lui si è preso cura di me.

"Eri tu! Come ho fatto a scordarlo? Tu sempre mi sei stato accanto.."

Mi accarezza la testa, mi tiene stretta a se.

Con le lacrime agli occhi:

"Piccola perdonami, ho sbagliato a portarti qui"

mi perdo nei suoi occhi, è sempre il mio migliore amico.

"Non vedi i suoi occhi sono cambiati, hai fatto il tuo primo passo verso la consapevolezza: non è stata colpa tua" Libertà, la fata madrina, cosí appare ai miei occhi, della terapia d'urto ha preso la parola.

"Ripeti con me Angelo, anzi facciamolo tutti: 'non è stata colpa mia' forte lo devono sentire tutti. Per anni hai portato questo peso, ora hai noi su cui contare! Non è stata colpa mia!"


la mia solita sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora