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'Sii protagonista della tua vita' un bacio A.

Antonio ha scritto sul mio specchio col mio rosseto.

E già, sto sopravivendo e questo non mi va più bene. Devo mettere fine a tutto questo groviglio e fare chiarezza per me. Lo devo a me stessa. Indosso un vestito rosso che l'immagine che rimanda lo specchio è di una donna sicura di sé. Forza, respiro profondo e apriamo questa porta che mi separa dal mondo esterno.

"Ma come ti sei conciata? Devi provare il vestito! Quel trucco non va bene!"

"Amore stai benissimo!"

"Dobbiamo parlare d'affari ora che ti sposi devi mettere alcune firme!"

Tutti mi assalgono con domande e proposte e ciliegina sulla torta Valentina appoggiata all'ingresso della cucina con un ghigno sulle labbra e Cesare che la stringe da dietro e gli bacia il collo. Quando sono arrivati?

"Basta! Ora parlo io! Come fate a passare sopra ad ogni cosa? Tempo fa ero in clinica e non mi avete chiesto il motivo! Per voi è tutto cosí normale?" dico guardando tutti a uno a uno.

"Su Caterina smettila con queste storie, sei stata poco bene, lo abbiamo superato, ora anche tu devi guardare avanti" dice quella donna che crede di essere mia madre.

"Tu chi sei realmente? Perchè ti definisci mia madre quando mi hai detto chiaramente che non lo sei! Chi era mia madre?" la guardo e scandisco le parole. Cerco dentro di me pace. Non voglio insultarla e urlarle contro devo essere distaccata altrimenti da questa sittuazione non se ne esce.

"Come hai osato dirglielo!" mio padre nero di rabbia si mette davanti a me e poi girandosi e guardandomi negli occhi dice:

"Perdonaci volevamo fare la cosa giusta...adottandoti"

Addottandomi? Come? Cosa?

Giro per la stanza questo è un incubo. Lui non è mio padre?

"Ero giovane, amavo tua madre, era la mia migliore amica abbiamo avuto una breve ma intensa relazione, lei scomparve, un anno era trascorso, io ero...già sposato, e lei aveva già Valentina da una precedente relazione, quando mi arrivò un telegramma. Tua madre mi mandava a chiamare. Noi siamo andati al suo capezzale e tra le lacrime ci confessò che la bimba sulla culla non era figlia mia e in nome dell'amicizia che ci legava ed essendo io l'unica persona cara che gli era rimasta ci fece promettere di adottarti e poi è morta, in seguito siamo andati a lavorare all'estero poco dopo... Ma questa è un'altra storia. Il punto è che vi ho amato come figlie mie. Caterina assomigli tanto a tua madre, hai il suo stesso carattere..."

Per questo la donna che chiamo madre non mi ha mai voluto, rappresento il frutto di una passione proibita. Di un tradimento...

"Ecco Perchè sono stata cresciuta come una estranea da te!" dico con disprezzo alla donna che si fa chiamare mamma

Non può essere...oddio.

"Hai avuto sempre tutto di che ti lamenti?" la voce di Valentina spezza il silenzio.

"Tutto? Tu parli? Mi hai rubato Tutto nella vita, la gioia di una famiglia, la libertà e il mio fidanzato!"

"Caterina smettila con questa storia. Si ok te l'ho rubato ma Lui mica ha detto di no!" dice annoiata

"Io ti detesto! Io vi odio!"

"Perché? Su pollo cocode di perché, perché?"

"Perché....a causa tua e sua...io..."

"Tu? Cosa? COSA?"

"Ho abortito!" in quel momento mi rendo conto quanto è grande Il mio dolore, cado a terra con le mani sul viso e piango

"Il mio bambino!" Come può una cosa che non Sei mai riuscita a vedere fare cosí male nel perderla...

"Ero incinta non lo sapevo, non lo sapevo..." È un dolore che mi porto dentro da troppo tempo ormai, un segreto che non avrei mai creduto di poterlo mai confessare. Ed eccomi qui con l'anima nuda e spezzata, davanti a queste persone che oggi ho scoperto di non avere niente a che fare con me.

"Un aborto spontaneo causato dallo stress e... non posso avere più figli!" ecco l'ho detto mentre mi rialzo piano piano e mi appoggio alla finestra, racconto tutto, di quando sono stata spedita a Roma a casa di Valentina e la scoperta che Cesare aveva una relazione con lei pur avendo chiesto a me di sposarlo. E poi la pozzanghera di sangue, la corsa in ospedale e il referto del dottore.

"Tu Papá sapevi chi era l'uomo che mi aveva fatto male eppure gli vuoi lasciare l'azienda, come puoi solo pensarlo!"

Mio padre è furibondo ma ha sempre avuto controllo di sé. Col suo sguardo sta uccidendo Cesare e Valentina.

"Caterina, principessa mi dispiace sinceramente tanto per tutto il male arrecato, perdonami" e cosí dicendo cade in ginocchio davanti a me.

"Che stai dicendo deficiente?"  Valentina è arrabiata.

"Prima cosa dovrai subire le conseguenze delle tue azioni" mio padre come immaginavo fa appello alla legge, l'unica arma in suo potere. Sa come distruggere una persona finanziariamente, è il suo lavoro.

"Me lo merito ma se affondo io, affonda con me anche Valentina" Valentina gli salta addosso con pugni e schiaffi.

"Calmati Valentina!" urla la madre, con un ghigno, quello che Usa quando sta pensando a qualche cattiveria. Quello di cui ho sempre avuto paura nell'adolescenza dice:

"Non puoi farlo, Cesare se ricordi bene non Sei nemmeno sposato con Valentina. Io sono testimone di come hai architettato un imbroglio a danni di mio marito per avere la sua azienda. Ora Caro marito lasciamolo che vada via. Con la promessa scritta e siglata che se mai uscisse di nuovo a galla questa storia sarà punito per legge" una strega in piena regola. Mi scordo sempre che è stata un ottimo avvocato in passato.

"Sono d'accordo"

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Stiamo arrivando piano piano allo sbroglio della matassa. Quante altri altarini ci saranno da scoprire? Katty riuscirà a mantenere la lucidità mentale?
Vi aspetto al prossimo capitolo. Grazie ancora a chi mi legge. Se volete commentate e votate. Un abbraccio virtuale😘

la mia solita sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora