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Dario mi ha raccontato un po' quello che mi è successo. Ho avuto tipo una crisi di panico combinata ad un'alta dose di droga e alcool, in pratica Antonio per l'ennesima volta mi ha salvato la vita e non solo anche la carriera. Si è messo in contatto con il mio datore di lavoro chiedendo un periodo di malattia e di ferie. Ho praticamente alcuni mesi per ristabilirmi completamente. Saranno le medicine ma io mi sento stordita, Il periodo chiesto al lavoro mi sembrano un'eternità, dovrò pensare cosa fare in quel lasso di tempo... Oltre all'ora che dovrò fare con una psicoterapeuta. Odio raccontarmi eppure in questi giorni non ho fatto altro. Cristina la dottoressa che mi segue mi sta dando degli step da raggiungere è gradevole parlare con lei anche se io vorrei Libertà con me. Sto giá pensando alla dottoressa che Mi terrá in cura a Roma chissà se sarà capace di tirarmi fuori da questo tunnel scuro in cui mi Sono infilata...

"Pollo coccode" aria soddisfatta avanza la stronza verso il mio letto. Chi l'ha fatta entrare.

"Che ci fai qui?"

"Sei mia sorella, no? Devo recitare questo ruolo che mi hanno affibiato dalla nascita e cosí sto facendo"

"Non ho bisogno di te!"

" Pollo coccode, quanto sei poca cosa... La tua mancanza di forza mi ha disgustata... Cosa pensavi di fare? Sei una fallita perfino per morire..."

"Le tue parole non mi toccano più, ho rifflettuto sai. Sul fatto che non siamo sorelle e ora capisco tante cose..."

"Dai dimmi cosa avresti capito di tanto importante da esporlo a me" mi guarda con aria di sufficenza la stronza, pensa che sarò magnanima nel mio discorso. Spero solo che sia efficace.

"Ho capito perchè non ho mai avuto sentimenti verso di te, perchè tutto quello che mi facevi era il nulla. Perchè tu sei il nulla. Non sei nessuno ne per me ne per mio padre. Sei solo una Bastarda nata per il volere egoistico di una madre senza amore ne dignità. Io ti osservo sai? Ma non ti vedo!"

Gli occhi Sono di fuoco, spalancati e con la bocca aperta non riesce a proferire parola. Io sto zitta Perchè vorrei dargli la stangata finale e concludere con lei per sempre Ma non voglio abbassarmi al suo livello. Mi dispiace per quello che sua madre l'ha fatta diventare, una donna senza empatia, sola e...poca. Si è questa la parola che mi viene in mente guardandola, è poca.

Afferra un cuscino e me lo scaraventa in faccia, salendoci sopra. Preme forte e io comincio a dimenarmi sferro pugni da tutte le parti e non so quante volte la colpisco. L'aria comincia a mancarmi e...buio!

"Piccola! 1...2...3" sento una pressione sul torace, respiro. Riempio i miei polmoni d'aria e di nuovo vedo il mio eroe accasciato su di me in lacrime che mi accarezza il viso e mi abbraccia.

"Piccola stai bene?"

"Che è successo?" mi sento stordita, non capisco niente.

"Muori! Muori! Tu sei il nulla!" è in un angolo della stanza. Cesare la blocca con tutto il suo corpo.

"Oddio Valentina perfino gli insulti come l'uomo che ti mantiene sono di seconda mano?"

"Stronzaaa!!" scavalca Cesare e corre verso di me con le mani tese pronte a strangolarmi. Antonio la trattiene e arriva nella stanza l'infermiera con il primario.

"Che succede qui?"

"Piccola è tutto nelle tue mani"

Che responsabilità... La denuncio e divento la cattiva della storia Perchè mia...ehm sia madre non me lo perdonerà mai o lascio stare e l'avrò per sempre in mezzo ai piedi.

Tutti mi guardano, Valentina fa una smorfia e ripete a bassa voce: coccode coccode!

Cesare fa di no con la testa e Antonio leggo speranza nei suoi occhi e tanto amore....

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La protagonista sempre in lotta per avere un po' di pace nella sua vita. Antonio il suo eroe arriva sempre al momento giusto. Cesare e Valentina sempre più cattivi.
Spero che vi stia piacendo la storia se volete votate con la stellina e commentate. Un abbraccio virtuale a tutti!!😘

la mia solita sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora