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I giorni sono passati, volevo tornare di corsa a casa e affrontare mio padre. La rabbia stava prendendo forma e i pensieri si accumulavano in testa. Avevo da tempo assopito i miei sentimenti per la stronza e l'innominabile, convivevo con l'indifferenza di mia madre, ma da mio padre non mi sarei mai aspettata un colpo cosí basso. Mi rovvellavo cercando una soluzione, un preludio di conversazione per addentrare il discorso che avrei dovuto affrontare una volta tornata. Volevo di nuovo isolarmi e ovattare i sentimenti.

Mi tiravo i capelli quando sentì bussare. Mi ero nascosta nel bagno perché non sopportavo la gente che mi circondava.

Ero in mezzo a una prima artistica. Come avevo promesso a Betty la stavo aiutando nell'allestimento della galleria, sopraggiunti gli invitati, tra falsi sorrisi e strette di mano, presa dallo sconforto non riuscendo a tenere a bada i pensieri in testa mi ero nascosta.

Il bussare continuo mi aveva riportato alla realtá, dovevo farmi forza, dopottutto da lí a qualche giorno lo avrei affrontato era inutile andare nel panico e lasciare Betty da sola nell'organizzazione. Mi stampai il piú falso dei sorrisi, mi sistemai il trucco e finalmente dopo un profondo respiro uscì.

La serata stava andando bene. Avevo conosciuto molti finanziatori, gente altolocata che volevano vedere il nuovo artista emergente, non sapevo chi fosse, Betty si era tenuta per sè quest'informazione perché volevano creare una sorta di mistero, l'idea era di capire se era una mostra degna di nota senza conoscere l'artista. Mistero era la parola chiave.

Ho intratenuto per buona parte gli ospiti, conoscendo dei critici, facendo pubblicità a questo artista emergente e ogni tanto inserendo qualche buona parola per i miei lavori che si trovavano in una delle sale.

Sotto ai quadri avevo letto la sua firma D&D aveva una linea post moderna incrociata con il cubismo era originale e ti faceva spaziare nella loro interpretazione. Mi piaceva molto decifrare i quadri e trarre cosí l'animo dell'artista.

Il mio nome d'arte era : Selvaggia.

Il mio alterego, quando prendevo parte a quest'incontri. Caterina la timida, sottovalutata, disprezzata da sua madre nonchè la sfortunata non esisteva più, al suo posto una donna soffisticata, intraprendente e audace prendeva forma. Ero nella mia dimensione più assoluta. I problemi venivano accantonati e il mio vero io si sprigionava.

"Un attimo di silenzio, vogliamo presentarvi l'artista, che con il suo stile ha rapito tutti noi, signori ecco a voi D&D"

Betty proclama l'ingresso dell'artista che con la mia massima sorpresa è Dario.

Ma questo ragazzo quanti lavori fa? Non era un animatore? È possibile che me lo ritrovo sempre davanti? Non che mi dispiaccia ma ha potere su di me e mi vergogno a morte, anche se ero ubriaca, per averlo invitato in camera mia ed essere stata rifiutata per una situazione che ha completamente travisato. Devo cercare un posto dove nascondermi, tanto ormai qui ho finito, piano piano per non dare nell'occhio esco dalla sala avvenimenti e vado in quella dove stanno le mie opere.

Grande quanto il muro c'è il mio quadro post Cesare, ricordo ogni singola pennellata di quel quadro, la frustrazione mentre lo dipingevo e aggiungevo dettagli: c'è un mostro con le fauci aperte e le zampe pronte ad attaccare un omino stilizzato avvolto dalla luce contrapposto dall'oscuritá che avvolge il mostro e in basso nell'angolo opposto un Angelo fatto con i pezzi del mio abito da sposa che emmerge lottando dalle ragnatele fatte con i pezzi della giacca dell'abito da sposo di Cesare. Leggo il titolo: Rinascita.

È il mio augurio per la donna che un giorno spero di diventare, che tuttora non riesco a raggiungere.

Una lacrima sfugge al mio controllo, al ricordo e alle emozioni che mi provoca guardarlo.

"Nocciolina, piccolo il mondo? Ci rivediamo"

Asciugo in fretta le lacrime versate "tu cosa ci fai qui? Dovresti stare di lá, devi fare relazioni sociali" dico soffiandomi il naso con il fazzoletto.

"È finito, Betty mi ha chiesto di cercarti mentre lei finisce di parlare con un acquirente....."

Comincia a guardare il mio quadro "Come si chiama l'artista? 'Selvaggia, titolo: Rinascita' spettacolare...vedo sofferenza, pathos... ha usato dei colori cosí in contrasto...sento la sua animositá..quando osservo dei quadri m'imformo sull'artista. La conosci?"

Cosa vorrebbe che gli rispondesse, si sono io, cosí dovrei raccontargli i fatti miei e leggere nei suoi occhi compassione? Opto per il silenzio.

"C'è qualcosa di straziante su questa tela...sento il dolore...mi piace che ha usato sia le tempere che materiale riciclato...ma cos'è? Sembra stoffa... "

"Brandelli di un abito da sposa" dico sovrapensiero.

"Interessante... Se è cosí potrei interpretarlo come...tradimento e quindi una rinascita inteso come speranza di credere di nuovo....Sei silenziosa Nocciolina"

Ha indovinato in pieno! Mi sento cosí esposta, cosí nuda e fragile...

"Ecco qui signor Loren, è qui l'artista Selvaggia"

"Posso stringere queste mani che mi hanno dato un quadro che m'ispira tanta possitivitá. L'anno scorso comprai 'Luce' ..."

"Oh si mi ricordo di lei, la ringrazio" rispondo un po' imbarazzata.

Continuamo a discorrere sotto lo sguardo orgoglioso di Betty e indagatore di Dario.

Sono sciolta, disinvolta e mi lascio tanto prendere dal discorso che finisco vendendoli 'Rinascita' a una cospicua somma, racconto che è stata una storia sentita alla tv e mi sono commossa tanto che le mie mani hanno preso la tela rapita dall'estasi hanno creato quest'opera.

Lo stesso signor Loren ha messo il prezzo tanto alto, che siamo rimasti tutti sbalorditi. Non posso essere che felice. Betty propone una cena e invita Mauro suo marito, Antonio il fratello, Dario e si aggiungono il signor Loren e suo nipote Gabriel e altri giovani investitori amici di Mauro.

Non mi sembra affatto una cena tra amici, più che altro sembra la cena alla ricerca del fidanzato modello.

lo so che Betty, la mia migliore amica, non lo fa apposta, vuole davvero il mio bene, ma ogni volta che la vengo a trovare non perde occasione di presentarmi qualcuno che secondo lei andrebbe bene per me.

Ma io...sono perseguitata dalla mia solita sfortuna.

Sono al centro dell'attenzione, sotto il nome di Selvaggia. Dario è dall'altra parte del tavolo e non smetta di guardarmi mentre Gabriel e gli altri investitori adulano il mio lavoro. Sono la vera me qui e ora ma con il nome del mio alterego.

Ogni tanto Gabriel invade il mio spazio, spingendosi verso di me e sfiorandomi la mano.

Il racconto della poverina tradita che alla tv dichiarava di star inseguendo una rinascita, rapisce tutti, questa è la versione ufficiale quando racconto del quadro, sarebbe umiliante se qualcuno sapesse la veritá.

A un certo punto della serata gli ospiti si accomiatano e Dario approfitta per sedersi vicino a me, posa le sue labbra al mio orecchio e dice: "lasciamo tutti qui, voglio camminare con te."

la mia solita sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora