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"Amici? Ma ti rendi conto? Mi ha chiesto di essere Amici...io e te, Antonio siamo amici. Con lui è più di un'amicizia... Mi sbaglio?"

"Piccola Katty, mi stai dicendo che non ti va bene nemmeno questo? Uno che deve fare per piacerti, ti deve saltare addosso? Non siete mai contente voi donne..."

"Uff Antonio!"

"Se ti saltava come un animale ora staremmo a parlare del fatto che non aveva avuto tatto..."

"Ma..."

"Niente ma, piccola, devi prendere il toro per le corna, ringraziare la buona stella che te l'ha messo nel cammino, che è paziente e calmo perché io al posto suo avrei rinunciato secoli fa"

"Secondo te mi diverto a rifiutare tutti? A rifiutare lui?"

"Ne sei innamorata?"

"Non lo so. Mi piace la sua compagnia ma innamorata è esagerato dirlo" Innamorata proprio! Mica sono un'adolescente che mi faccio trascinare cosí dai sentimenti! Antonio non sa quel che dice.

"Se non sei innamorata, se i vostri momenti sono noiosi, che ti devo dire non dargli più speranze e dimenticatene. Piccola Katty, quante volte dovró farti questo discorso? Il treno passa solo una volta e questo è il tuo momento secondo me, poi fai come ti pare!"

Sto al telefono con il mio migliore amico dopo che ho lasciato Abby a scuola. Mi toccano alla spalla mi giro, un ghigno sulle labbra e occhi chiuso a fessura mi scrutano, Cesare!

"Cesare" dico ad alta voce e Antonio all'altro capo del filo risponde:

"Se ti fa ricordare tanto l'orco e visto che è nei paraggi a quanto mi racconti forse vorrai un'altra possibilità con lui..."

"COSA?? Tempo delle mele, prima visione!"

"Comincio a sospettare che è una frase in codice 'tempo delle mele, prima visione' ..."

"Sto cosí lontano da Roma quanto vorrei un altro round con lui, grr"

Il cellulare scivola via dell'orecchio. Cesare lo afferra e legge nel display.

"E ti pareva, sempre Antonio di mezzo! La tua guardia del corpo"

Dice scimiottando un po' la voce.

"Lascia perdere! Piuttosto, Mi stai pedinando che ti trovo sempre in mezzo ai piedi?"

"Non essere acida che Non ti di addice quella maschera, Non sei mai stata cattiva. Tu sei la sorella buona e io ti amo! Giuro che solo te voglio, ho ottenuto il divorzio finalmente sono libero e ti sposo!"

Sono sconvolta e senza parole. La rabbia si intreccia con la disperazione, questa storia Non avrà mai fine!! Mi giro pronta ad andare via, mi afferra dal braccio e mi sbatte contro un muro. Tutto il suo corpo contro il mio. La paura, quella mia, è palpabile e lui come un cane fiuta il mio terrore. Cerca di baciarmi, mi divincolo Finchè riesco a scappare e corro perdifiato. Come si permette! Odio quest'uomo che un tempo ho tanto amato...

Sabato decido di andare da mia mamma. Domenica parto di nuovo e Non posso dire sempre di no ai suoi brunch, come gli chiama lei e con tutta la pazienza del mondo sono davanti al suo portone. Questa casa, la mia prigione d'oro l'ho odiata sempre. Solo quando ero in giardino con Papá mi sentivo bene. La casa è grande come quella di Dario... Ma posto per me non c'è mai stato in questa casa.

Sto decidendo se suonare o scappare.

La porta si spalanca ....

"Caterina! Non è Domenica! Muoviti. Entra! Non rimanere lí imbambolata"

Uff sono stata beccata in pieno.

Mi accomodo come al solito aspetto istruzioni dove posso mettermi. Mi posiziono nella hall in attesa di un suo cenno per non dire di un suo ordine preciso. La hall è Un piccolo ingresso con un divanetto e una specchiera. Mia mamma con i suoi tacchetti che risuonano sul parquè si avvicina e sorpassandomi annuncia:

"Caterina non andare in sala! hai compreso? Vai in terrazzo, Consuela ha preparato il brunch!"
La sala è stata sempre fuori portata. Con Betty l'abbiamo sopranominata "la stanza sacra". Tutto lì dentro è lindo e pulito. Divani bianchi, tende bianche, tappeto bianco. In un angolo Un piano a coda nero, se mia mamma ti permetteva varcare la sua soglia era solo per pulirlo o se eri un ospite segno di nota su cui fare colpo. Salgo le scale di marmo rosa. Una vetrata separa la zona studio dal terrazzo. Questa ala della casa è dedicata al tempo libero.

Apro la porta del terrazzo e ... Chiamalo brunch, mia mamma si era superata nell'organizzazione di quello che sembrava Un meeting d'affari, più di una cena di famiglia. La gente che girava per il terrazzo era tutta in smooking e le donne in abiti da sera. Io? Mi sentivo uno straccio, con il mio vestitino color azzurrino, avevo solo un fil di rossetto praticamente non ero adeguata alla sittuazione. Strano che mia mamma non me lo avesse fatto notare...

"Insalata di pollo! quanto tempo!"

Porca....Valentina!!.

la mia solita sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora