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I suoi occhi diventano ancora più scuri, riesco a notarlo perchè nonostante sia notte fonda, la luce di un lampione illumina a malapena l'interno della macchina. Cerco di scavalcarlo per rimettermi sul mio sedile ma Lui mi afferra con forza dai fianchi e mi trattiene.

"Dario...io...che vuoi dirmi?" il mio cervello ha bisogno di tempo per tornare a funzionare dopo un orgasmo...

"Amore mio, ho detto ai tuoi che siamo fidanzati" cosí dicendo si avvicina a me e posa le sue labra di nuovo sul mio seno. "Stasera... tuo padre era felicissimo e tua madre era emozionata alla notizia, perfino tua sorella e tuo cognato Sono stati gentili!" Devo rimanere lucida, sta giocando sporco. Bacia i miei seni e continua a spingere il bacino su di me.

"Dario...fermati...aspetta" sta giocando veramente sporco. Sa come muoversi ma la facenda ha delle sfumature grigiastre e non vedo più gli arcobaleni, mi sento usata e sudicia, lui continua non sente le mie suppliche e nemmeno vede le mie lacrime. Mi fa sentire sbagliata, lurida. Il mio corpo è un pezzo di legno. Sembro una bambola senza sentimenti. Il suo respiro diventa sempre più affannoso sta per arrivare al godimento del suo stesso piacere. All'ultimo respiro alza lo sguardo. Sorrido e piano piano mi sistemo sul mio sedile. In silenzio mi rivesto, in malo modo. Voglio solo tornare a casa.

"Amore mio, sei stupenda!" mi schiocca un bacio sonoro sulla guancia e accende il motore. Ripartiamo, un viaggio lungo 2ore e lui con la lingua sciolta parla all'infinito sui progetti che ha per noi. Già dal "Amore ho pensato di comprare una casa ai Parioli" ho smesso di ascoltare. La mia mente vaga, appoggiata al finestrino. Vedo la vita scorrermi davanti. Non ho concluso niente. Sono in terapia, Sono esaurita. La mia droga mi si è rivoltata contro e ora devo farci i conti.

La macchina finalmente si ferma e riattivo la mia mente alle parole: "ho deciso la data, quest'estate sarebbe perfetto"

Mi sto infuriando. Dentro di me cresce un fuoco e non riesco a sedarlo.

"Tu stai scherzando! Primo, Chi ti ha dato il permesso di dirlo ai miei! E quando lo avresti detto? Oddio, ora capisco ...." Betty, e il brindisi di mio padre..."ora Tutto ha un senso! Che strano progetto hai architettato! Rimbambiamola con il sesso cosí non si rende nemmeno conto di quello che gli accade intorno! Cosí hai pensato? Secondo..." M'interrompe, infuriato mi dice:

"Te l'ho chiesto! Tu hai detto di si!" urla piangendo e io sussulto.

"I miei sentimenti per te sono sinceri!" mi afferra un braccio con forza.

Meglio calmarci qui si finisce a botte.

"Dario ti prego..." usiamo la persuasione." ...lasciami andare... parliamone...con calma..." dico. Ho paura che mi possa far del male.  Evidentemente ha misericordia di me e Sento che allenta la presa.

Posa due dita sotto il mio mento e mi fa alzare lo sguardo verso di lui. Piange.

"Non lasciarmi! Ti prego! Io ti amo Nocciolina..."

"Dario io...non so che dirti..."

I suoi occhi sono supplichevoli. Sospira rimaniamo a guardarci in religioso silenzio.

Non so come mi sono rivestita, ma avrò di sicuro un'aria da pazza, il mascara ormai sarà colato e non ho salvietine umide con me.

Sto per scendere dalla macchina e mi afferra un braccio.

"Nocciolina... Perdonami se ho perso le staffe ma io ti amo... Ho paura di perderti" mi abbraccia forte mi bacia gli occhi.

"Posso dormire da te?"

"Dario io..."

"Non aggiungere altro ne parliamo domani con calma. Non voglio assilarti. Prenditi tutto il tempo che vuoi. Chiamami amore mio" mi bacia sulle labra e scendo dalla macchina. Lui mi segue con lo sguardo fino alla porta. Che imbarazzo! Appena raggiungo il portone del Palazzo sento il rombo del motore e va via.

Sto per mettere la chiave nella toppa quando la porta si apre da dentro. Antonio in boxer mi apre.

Antonio mi osserva attentamente. Gli occhi gli escono fuori dalle orbita quando nota il mio stato sconvolto.

"Dov'è quel bastardo!" urla uscendo al pianerottolo

"Lascia stare. È ripartito" dico mentre lo trattengo da un braccio per arrestare la sua corsa. Mi guarda, mi avvolge tra le sue braccia e un attimo mi sento a casa.

la mia solita sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora