8. Il Racconto - parte 2.

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Abby.


Scuoto la testa in cenno di diniego.

«I Demoni possono attingere all'uso delle capacità psichiche e psicologiche su ogni essere vivente, umano o non» spiega «Da sempre, si sono occupati di grandi opere di convincimento e di persuasione, manipolando scelte e decisioni, giuste o sbagliate che fossero.»

«Un'arma a doppio taglio. Può andare bene finché vengano utilizzate in maniera corretta» rifletto, ignorando un campanello di allarme che mi si accende nel cervello.

«Infatti, così accadde. Dal momento che venne eletto nel Consiglio il nuovo Demone Superiore, essere spregevole e insano di mente, i suoi deliri di onnipotenza lo portarono a credere che fosse ingiusto mantenere un regime bilanciato tra loro e i Celesti. Credeva più opportuno che il potere passasse nelle sole mani dei Demoni» fa una piccola pausa e lancia uno sguardo veloce all'orologio «Il Demone iniziò a manifestare atteggiamenti sempre più compulsivi e maniacali verso i suoi studi. Diede vita a un vero e proprio libro, che conteneva tutti gli esperimenti effettuati di nascosto per accrescere il loro potere e togliere di mezzo il Consiglio Supremo e i Celesti. Nelle sue pagine erano rivelate le tecniche demoniache più pericolose e mostruose che si potessero immaginare. Quel libro incarnava il male, Abby. Quando il Consiglio Supremo si rese conto dell'insanità del Demone Superiore e della sua opera, lo rimosse dalla carica e lo condannò a morte per aver ideato dei complotti contro i Celesti, violando apertamente le leggi di tolleranza. Il Demone venne giustiziato, e la sua opera, da quel momento denominata "De Rerum Vetitae", venne accuratamente nascosta dal Consiglio Supremo.»

«De Rerum... È latino?» domando, confusa.

«Sì. Sta a significare "Sulle cose proibite", letteralmente.»

«Però, non capisco... Non sarebbe stato più sicuro distruggerla, visto ciò che conteneva?»

«Domanda intelligente» David mi sorride «Tuttavia, il Consiglio volle conservarla il tempo sufficiente per leggere ciò che vi era contenuto all'interno e rendersi conto del lavoro compiuto dal Demone. Detta in questi termini, sembrerebbe un'operazione di poco conto, ma invece si rivelò estremamente complicata. Al punto da ingaggiare un'intera equipe di traduttori ed esperti di linguistica.»

«Era scritto in una lingua straniera?»

«No, Abby. Era scritto in una lingua incomprensibile. Era come se il Demone avesse messo in conto la possibilità che il libro potesse finire nelle mani sbagliate, facendolo impegnare non soltanto nello studio dei suoi esperimenti, ma anche nel modo migliore per renderli criptati a chi di dovere.»

«Ma cosa ci poteva essere scritto di così tanto terribile?» mi chiedo, aggrottando le sopracciglia.

«Atrocità, esprimenti che trasgredivano le regole stilate dal Consiglio Supremo... Abomini. Ma la storia non finisce qui. Questa era solo il preludio dei nostri guai odierni» continua David «Il Demone che venne giustiziato aveva un giovane discepolo al suo seguito, il quale iniziò a manifestare fin da subito atteggiamenti di astio nei confronti del Consiglio Supremo. Accusò i suoi membri per il delitto imperdonabile di cui si erano macchiati. Il ragazzo, in poco tempo, iniziò a seguire le orme del maestro, promettendo a se stesso di continuare il suo progetto» il signor Clint alza lo sguardo su di me «Solo che non si limitò a proseguire le sue teorie. Fece molto peggio. Lui le mise in atto

«E come ci riuscì, se il Libro era nelle mani dei traduttori ingaggiati dal Consiglio?»

«Questo è un interrogativo ancora aperto. Sappiamo soltanto che da un giorno all'altro il De Rerum Vetitae scomparve, proprio quando era stato decifrato quasi tutto. E quando il Consiglio se ne accorse, ormai era troppo tardi» David si ferma di nuovo, aspettando un cenno da parte mia per poter continuare.

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