Abby.
«Sii paziente, abbiamo quasi fatto. Adesso, guarda altrove e trattieni il respiro. Questo farà più male di prima» Gabriel mi parla con voce calma e affusolata da dietro la mia schiena.
Ci troviamo nel suo studio, adesso. Siamo tutti qui: Jared, gli altri Guerrieri, Nolan e il resto della famiglia Evans. La signora Evelyn e Janise ci hanno raggiunti non appena sono state messe al corrente del nostro attacco in città e adesso ci contornano come se fossimo dei superstiti che hanno appena ricevuto la grazia.
«Sono propri necessari i punti?» chiedo di controvoglia, cercando di non fissare la pelle arrossata e lacerata sulla spalla. Per fortuna, il proiettile mi ha colpita solo di striscio e non c'è stato bisogno di rimuoverlo dalla carne.
Jared è seduto accanto a me su uno sgabello alto, con i gomiti poggiati sul bancone da lavoro. Fa roteare gli occhi e sbuffa. «Ti hanno appena sparato con una pistola e ti preoccupi per un ago?»
Sento qualcosa infilarsi dentro la pelle e perforarla dall'altro lato. Questo movimento si ripete per una serie di volte, giostrato dalle mani esperte del dottore, e mi provoca un bruciore misto a fastidio.
«Fatto» esclama poi, sfilandosi i guanti di lattice. Li poggia sul bancone e si pulisce le mani sul camice, prima di afferrare un barattolo di vetro contenente una strana poltiglia verdastra. Con una spatolina, ne distribuisce un po' sulla pelle e poi ci applica sopra una benda adesiva «I punti si riassorbiranno da soli entro una decina di giorni, ma, nel frattempo, prendi queste compresse di antibiotico. Vorrei evitare di incorrere in eventuali infezioni.»
Annuisco e afferro lo specchietto che tengo tra le gambe. Lo porto all'altezza del volto, dove ho quel brutto taglio sulla guancia. Adesso è coperto da due piccoli cerotti color carne. «Resterà il segno?»
«Sulla spalla, forse. Ma non lì. Non è abbastanza profondo» asserisce Gabriel, con disinvoltura. Mette via gli arnesi del mestiere e sposta lo sguardo su Nolan, sdraiato su una barella in fondo alla stanza e circondato da altre persone.
«Quanto ci metterà a riprendersi?» Jared segue la sua traiettoria e la intercetta.
«Potrebbe metterci meno del previsto. Il proiettile è andato molto a fondo, ma per fortuna, non ha colpito organi vitali. E poi... quell'ametista. È stata una mossa fatidica applicarla dopo il colpo. Se quel ragazzo respira ancora, è solo merito della pietra.»
«Lo so. Ho sbagliato a dubitare di Nolan. Probabilmente, ha fatto molto meglio di quanto sarei riuscito a fare io» ammette a bassa voce lui. Nella sua frase ci sento tanto rimorso e senso di colpa.
«Jared, non incolparti per quel che è successo» lo rassicuro, sfiorandogli appena la mano.
«Lo so. Non è colpa mia, ma di...»
«David» conclude Gabriel, poggiandoci le mani sulla schiena «Immagino che vi abbia separati di proposito.»
«Ma perché? Non riesco a capirlo» esclamo, cercando di mantenere basso il tono di voce.
Gabriel e Jared si scambiano un'occhiata strana e mi sembra di scorgere nel dottore un'espressione di disaccordo.
«Non è il momento di parlarne, adesso» si limita a dire Jared, più rivolto a Gabriel che a me.
«Ma forse dovremmo» ribatte lui, incalzandolo «Potrebbero non esserci più momenti migliori. Potrebbe non esserci più il tempo.»
«A cosa vi riferite?» guardo prima uno e poi l'altro con aria confusa.
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Hybrid - L'Esperimento
FantasyIl mondo non è abitato solo dagli esseri umani. Loro lo ignorano, convinti di essere l'unica forma di vita presente. Ma non sanno che, tra le strade delle loro città, circolano delle forze più potenti che giostrano gli equilibri delle loro vite. For...