17. Nuove Conoscenze.

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Abby.


Sono appena uscita dalla mia camera. Ero stufa di stare rinchiusa in quelle quattro mura spoglie, sola come un'eremita.

Il signor Clint mi ha già presentata agli altri Guerrieri, quindi adesso non ci sono scusanti per non uscire in totale autonomia nella Caserma. Tutti, ormai, sono a conoscenza della presenza dell'Ibrido tra loro, e la cosa bella è che non possono farci proprio nulla. Nonostante sia una sorta di nemico dei Celesti, sono il pupillo del signor Clint, e questo vale a dire che nessuno può toccarmi.

Sorrido tra me e me, gongolandomi in questa piccola soddisfazione. Se Henver è diventato un posto pericoloso, è rincuorante sapere di essere al sicuro almeno nella Caserma.

Dopo un'accurata analisi delle alternative che ho per trascorrere la giornata, opto per fare una passeggiata nella Caserma. Ma non voglio disturbare Jared. Quel ragazzo mi detesta, e non accetterebbe mai di farmi compagnia.

Prima di uscire dalla stanza, mi cambio, indossando finalmente i miei abiti. Non sono mai stata una maniaca del look, ma con i miei shorts preferiti e una t-shirt azzurra mi sento molto di più a mio agio.

Scendo dalle scale principali, diretta verso l'atrio illuminato. Non so con precisione dove andare, ma ho bisogno di camminare, svagarmi e riflettere con calma su tutti gli avvenimenti che mi stanno sconvolgendo la vita. Con molta fatica sono riuscita ad accettarli, ma la mia mente cerca ancora di rifugiarsi nell'idea che sia solo un sogno.

Scaccio dalla testa questo pensiero. Ho detto di volermi svagare e non di arrovellarmi il cervello per la milionesima volta con queste fesserie.

Mi avvio verso il portone maestoso e lo tiro verso di me con forza. Accanto a me, alcuni ragazzi mi guardano di sottecchi. Non ho fatto niente di scandaloso, eppure sono riuscita ad attirare l'attenzione di tutti, come se avessi attaccato sulla schiena un cartello con scritto "Sparlate di me".

Voglio uscire di qui al più presto.

Appena metto piede fuori dall'atrio, tiro un sospiro di sollievo automatico. È veramente difficile sostenere un peso del genere, soprattutto per una che non è mai stata abituata a trovarsi al centro dell'attenzione.

Mentre mi scrollo di dosso la tensione, svolto l'angolo che porta al giardino sul retro, diretta verso una delle panchine in pietra. Ma qualcosa si frappone tra me e la mia destinazione. Qualcuno, per essere più precisi.

Alzo lo sguardo verso l'ostacolo contro cui mi sono scontrata, e mi trovo di fronte una ragazza, anche lei stizzita dall'impatto.

«Vuoi stare un po' attenta?» sbotta stridulamente, spingendomi per scrollarmi di dosso «Non mi piacciono quelle che dormono in piedi.»

«Scusa, ero distratta» azzardo, fissandola.

La ragazza è alta e slanciata, con delle forme sinuose. Ha i capelli neri e lisci come l'olio, che le scendono lungo la schiena. Il volto ha dei lineamenti marcati, fin troppo, per una che probabilmente ha diciotto o diciannove anni. È truccata, con un rossetto bordeaux sulle labbra e due righe di eyeliner sugli occhi neri. Anche la divisa ha qualcosa di eccessivo. Forse, è colpa della troppa aderenza, o forse della zip della giacca troppo aperta sul davanti, che lasciano davvero poco spazio all'immaginazione.

All'apparenza, sembra la tipica bella senza cervello, con un ego spropositato. Di quelle che finiscono sulla mia lista nera dopo pochi minuti. Ma non voglio lasciarmi trarre in inganno dall'aspetto fisico. Magari potrebbe rivelarsi cordiale.

Hybrid - L'EsperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora