41. Ha Bisogno d'Aiuto - parte 2.

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Jared.


La prima cosa che noto quando raggiungiamo Ground Square è il silenzio. L'oscurità sembra aver ovattato qualsiasi rumore, dal sibilo del vento, al cantare di qualche uccello notturno. Ma poi, vedo il resto.

Per la prima volta nella mia vita, sono frenato in prima battuta dalle emozioni. Lungo tutto il perimetro della piazza rettangolare sono abbandonati dei corpi: alcuni contornati da pozze di sangue, altri giacciono semplicemente a terra. Ma una sola cosa li accomuna: sono privi di vita.

I Guerrieri mi raggiungono alle spalle affannati, ma la vista panoramica sulla placida Ground Square lascia senza parole anche loro.

I nostri bracciali sono freddi, a testimoniare una minaccia passata. Qualsiasi attività demoniaca, qui, si è dileguata nello stesso momento in cui qualcuno ha letteralmente radiato i Sottomessi.

«Che diavolo è successo qui?» Tom sussurra parole di sgomento e fa una rotazione di trecentosessanta gradi su se stesso.

«Sono tutti morti? Tutti tutti?» esclama Kara, portandosi le mani sulla bocca.

Io cerco istintivamente le figure di Abby e Nolan tra i corpi collassati a terra, con la speranza di non trovarli.

Forse hanno fatto in tempo a fuggire. Forse stanno bene.

«Dove sono Reed e l'Ibrido?» Mitchell prende parola dopo un bel po' di silenzio «E, soprattutto, chi ha fatto tutto questo?» alza il mento a indicare i cadaveri a terra.

«Chiunque sia stato, non è uno di noi. Insomma, qualsiasi Guerriero saprebbe che i corpi dei Sottomessi vanno nascosti, in attesa della decomposizione» sbuffa Kara, scuotendo la testa.

«Gli umani non ucciderebbero mai i Sottomessi, Kara» replica Tom, stizzito «Dev'essere stato per forza qualcuno di noi.»

«E allora dov'è andato? Sentiamo.»

Mi passo le dita sulle tempie e mi volto di scatto verso di loro. «Perché non iniziate a fare qualcosa di utile, anziché pensare a queste stronzate? Nascondete i corpi dietro il vicolo, prima che qualche persona esca a buttare l'immondizia e scopra che si è svolta una carneficina proprio sotto casa sua.»

«Perché non ci aiuti anche tu, Jared?» Mitchell sospira e si lamenta al vento, mentre si avvia verso il primo cadavere.

Perché devo impegnarmi a mettermi in contatto con Abby.

Non percepisco più i suoi pensieri o le sue emozioni e questo basta a mandarmi fuori di testa. Perché non riesco più a sentire nulla?

L'urlo di Kara mi distoglie dai tentativi di connessione mentale e mi riporta con i piedi a terra.

«Jared! Oh, mio Dio, Jared!» grida, dall'altra parte della piazza. Sventola le mani verso di me, come se stesse invocando aiuto. L'ombra di un palazzo la oscura per metà.

A qualche metro da lei, anche Tom si lascia andare a un'esclamazione sorpresa. «Jared, corri subito qui!»

Non me lo faccio ripetere due volte e inizio ad arrancare verso i palazzi, al limite della piazza. La trama fitta della notte non mi consente di mettere bene a fuoco la zona, ma, a mano a mano che mi avvicino, vedo delinearsi ai loro piedi delle sagome, allungate a terra. E se Mitchell si sta occupando di eliminare i cadaveri dei Sottomessi, le uniche persone che potrebbero essere...

Quando li raggiungo, ho il fiatone: e non è per la corsa, ma per la paura. Faccio scattare lo sguardo prima sul corpo poggiato alla parete di un palazzo, poi su quello disteso a terra. Trattengo un gemito, mentre il mio mondo, costruito su una fortezza di certezze inespugnabili, vacilla sotto ai piedi. Tutto quello che avevo demonizzato e scongiurato, si è trasformato in realtà. Le mie paure più grandi hanno preso vita, dando il via a uno degli spettacoli più dolorosi e spaventosi a cui abbia mai assistito: i corpi di Nolan e Abby sono accasciati sull'asfalto, avvolti da sangue, sofferenza e sfinimento.

Hybrid - L'EsperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora