46. Concentrazione.

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Abby.


La sera del giorno seguente, Jared irrompe nella mia camera mentre mi sto ancora preparando. Finalmente, è arrivato il momento di scoprire la verità. Finalmente, avrò l'occasione di capire qualcosa di più su Cornelius e sul nostro legame. Finalmente, entrerò dentro la Lacrima. Costi quel che costi.

Insieme a Gabriel, abbiamo optato per incontrarci di sera. Jared si è interessato a studiare a memoria l'agenda degli impegni del signor Clint, fino a scoprire l'unico giorno in cui non si sarebbe trovato nella Caserma: stanotte, almeno in base a quanto riportato da lui a penna, si terrà una conferenza di strateghi Celesti nella sede centrale, distante parecchie miglia dalla casa base. E il fatto che lui non si trovi a gironzolare per i corridoi, rende il momento più che perfetto per agire alle sue spalle: David non sa nulla della Lacrima, e secondo i nostri piani, deve continuare a ignorarlo.

Chiudo le palpebre e prendo dei respiri concisi. Non devo farmi prendere dal panico.

«La porta è aperta, Jared» dico ad alta voce, consapevole che sia lui ancor prima di vederlo materializzarsi oltre la soglia. Probabilmente, la Iunctura rende più prevedibile ogni mossa.

Lui non aspetta un secondo di più ed entra nella mia camera, richiudendosi la porta alle spalle. Mi raggiunge di fronte allo specchio e mi fissa. Il suo sguardo sembra trasudare preoccupazione da ogni poro. «Sei pronta?»

«No. Ma questo non cambia le cose» replico scherzosamente. La mia voce però tradisce ogni forma di timore. Andiamo, Abby, concentrati. Puoi fare meglio di così.

Jared sospira e prende tempo. Probabilmente, non sa come iniziare il discorso. «Abby... Nessuno ti sta obbligando a farlo. Sappiamo tutti quanto sia pericoloso, e per questo...»

«Jared, ti prego. Ne abbiamo già parlato.»

«Potresti morirci, lì dentro, Abs. Non ne parleremo mai abbastanza» replica lui, con un sospiro di disdetta. Sa già di aver perso, ma non si arrende ancora.

Sorrido e scuto la testa, prima di afferrargli una mano. «Andrà tutto bene. Ci sarete voi, con me. E poi, resterò giusto il tempo di dare una sbirciatina al ricordo.»

«Non sappiamo quanto sarà possibile comunicare, una volta che sarai in quello stato di trance psichica. Non possiamo sapere se le nostre ipotesi funzioneranno.»

«Lo scopriremo provandolo. È l'unico modo che abbiamo.»

«Abby, se tu dovessi morire...»

Alzo gli occhi al cielo. Ho sentito questo discorso sotto ogni sfaccettatura diversa. «Spero che mi organizzerete un funerale degno, allora. Niente fiori, però. Puzzano da fare schifo.»

Il suo sguardo rimane profondamente accigliato. «Ti pare il momento di scherzare, questo?»

«Sto solo cercando di allentare la tensione e tu non mi aiuti, se continui a parlare della mia imminente morte» replico, stizzita. Mi passo una mano tra i capelli e li sposto da una parte «Ho solo bisogno di sapere che ci sarai. Promettimi che mi resterai accanto durante tutto il sonno. Mi basta sapere questo.»

Lui sospira e scuote la testa, prima di aggrottare le sopracciglia e abbracciarmi. «Prometterti di restarti accanto non è sufficiente» mi mormora, le labbra quasi poggiate sulla mia tempia «Io giuro di riportarti indietro. A qualsiasi costo.»

Mi allontano di qualche passo per scrutarlo meglio. Il suo volto è tirato per via del nervosismo e sembra riflettere il mio stato d'animo interiore. I suoi occhi, le sue espressioni, stanno esteriorizzando i miei più profondi timori. Li portano in superficie e mi fanno tremare. Me li sbattono in faccia e non mi fanno sentire più invincibile. Quello che lui teme, spaventa anche me.

Hybrid - L'EsperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora