39. Subisci o reagisci?

9.5K 677 164
                                    


Abby.


Le parole di Cornelius riecheggiano dentro di me come una dolorosa litania di morte.

«Oh, no. No, no, no, no...» sento la gola improvvisamente secca, quando vedo una macchia rosso vivo allargarsi con una rapidità mostruosa attraverso le fibre della sua maglietta «Mio Dio, no! Nolan, ti prego, reagisci! Ti prego, ti prego...» nonostante le fitte alla testa, mi obbligo ad alzarmi in piedi e insieme a me trascino lui.

Nolan è vigile e cosciente, anche se non reagisce ai miei tentativi di mettermi in contatto con lui. Piuttosto, si porta una mano sul retro del fianco, mentre con l'altra si sorregge a me e prova a verificare l'entità del danno.

«No! No, fermati! Potresti peggiorare l'emorragia!» la mia reazione è rallentata e le parole mi escono dalla gola raschiando «È... oddio, è una ferita da arma da fuoco, Nolan.»

Lui si sforza di sorridere. Ha il volto biancastro e sudato. «Te l'avevo detto che usavano anche le pistole, gli... s-stronzi» ansima «Ma non, non credevo che... conoscessero i s-silenziatori.»

Mi sfilo il giacchetto e lo appallottolo, per poi poggiarglielo sul fianco, proprio sopra al piccolo forellino nero. Lo spingo sulla ferita, ignorando il ringhio gutturale che gli fuoriesce dalla bocca, e guido la sua mano sopra la stoffa, per cercare di contrastare la fuoriuscita del sangue.

«Shh, non parlare, adesso. Devi solo risparmiare le forze, Nolan. Ti prego, devi... devi resistere, d'accordo? Non chiudere gli occhi!» lo sprono a reagire, mentre lo spingo addosso alla parete del palazzo. Lo aiuto a sedersi a terra, ma quando lascio le sue braccia, lui mi afferra il polso e mi trattiene.

«Non... non siamo soli, Abby. Devi, d-devi scappare, hai capito?» tossisce e sbatte le palpebre «Va' via di qui, ora. C-cerca aiuto, ma non tornare... non tornare da sola.»

«Non me ne andrò senza di te, Nolan. Non ti lascio qui, a costo della mia stessa vita» allontano la sua mano dal polso e mi alzo in piedi, con le gambe che tremano per la paura.

"Prima volevi fuggire, adesso non te ne vuoi andare. Ma pensavi che avresti avuto comunque scelta?". La voce torna a irradiarsi nella mia testa, stavolta in maniera più diffusa e meno traumatica. "Quante altre persone dovrai metterti davanti, come scudo? Quanti altri ancora dovrai far sacrificare, prima di capire che io ottengo sempre ciò che desidero?".

Stringo i pugni e mi volto verso la piazza, apparentemente vuota. Il mio corpo è interamente scosso da tremiti. «Adesso basta! Devi smetterla di prendertela con persone innocenti! Perché non esci allo scoperto, Cornelius? Perché ti ostini a colpire alle spalle? Abbi il coraggio di uscire, ovunque ti trovi! Vieni fuori e uccidimi, ma fallo guardandomi negli occhi!»

"Tu non capisci, Abby. Sono pronto a colpire tutti, pur di arrivare a te. Ma non è mia intenzione ucciderti. Io ho bisogno di te".

«Ma io no! Io no! Mi stai rovinando la vita... la stai rovinando a tutte le persone che ho accanto!» grido al vento, agli alberi e al cielo. Ma nessuno risponde. Non letteralmente, almeno.

Dietro alle mie spalle, Nolan emette dei rantoli e cerca di richiamarmi. «Non perdere altro tempo, Abby...»

"Qual è il tuo limite? Quanto altro dolore puoi sopportare, prima di scoppiare? Quanto ancora dovrò aspettare, prima che il tuo odio maturi?".

«Io ti odio già, Cornelius! Io ti odio con ogni particella di me stessa!»

"Non è abbastanza... non mi basta. Sblocca appieno i tuoi poteri, Abby. Puoi fare meglio di così!", mi incita lui, quasi urlando. "Arrabbiati. Fammi vedere cosa sei realmente in grado di fare. Buona fortuna".

Hybrid - L'EsperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora