FINIRA' MAI?

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22 dicembre 2011

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22 dicembre 2011

Dopo dieci giorni di ricovero, finalmente dimettono Andrea. Le sue condizioni sono buone. non ha più dolori, né febbre... e i valori di piastrine, emoglobina e globuli bianchi sono alti. Abbiamo scongiurato il Natale in ospedale. Ieri gli hanno fatto l'esame del midollo osseo, speriamo che l'ultimo ciclo di terapia sia andato meglio, perché purtroppo il midollo precedente ha rilevato un altissimo residuo della malattia. E' un periodo che mi sento piuttosto scoraggiata, è come se mi aspettassi che anche questa volta non andrà bene. Tra una decina di giorni avremo i risultati e saranno per l'ennesima volta i giorni più lunghi e angosciosi. L'attesa mi distrugge. I medici mi hanno spiegato che, se anche questa volta il midollo risulterà molto sporco si procederà con un altro blocco di chemioterapia intensiva, al contrario, se il residuo della malattia sarà minimo, farà una terapia più blanda. Il donatore non l'hanno ancora trovato. Il trapianto è spostato per febbraio. Angioletto di mio figlio, veglialo sempre e fa che al più presto si trovi un midollo nuovo per il mio bambino.

In reparto conosci tanti bambini malati, ognuno con la propria storia. Mi ha colpito molto e mi ha fatto stare male conoscere quella di un ragazzino di dodici anni, Cristian, anche lui malato di leucemia, al quale, dopo due anni di terapie e il trapianto di midollo osseo fatto sei mesi fa, la malattia si è ripresentata. Ascoltare dal padre la sua storia è stata una brutta botta, una pugno al petto e un dolore immenso capire che non è mai finita. Mentre parlava aveva gli occhi arrossati, mi diceva che aveva promesso al figlio che non avrebbe fatto mai più chemioterapia. Mi sono sentita male, sono uscita fuori dalla camera e ho cominciato a piangere. E' tutto così ingiusto, perché succedono queste cose, perché a dei bambini, perché devono continuare a soffrire? Ho paura che possa accadere anche a mio figlio. Storie simili a queste, qui al S. Gerardo di Monza ne conosci tante, bambini che non ce la fanno, bambini che a cui, dopo la guarigione, si ripresenta la malattia, bambini che impari a conoscere, a familiarizzare, ad affezionarti, a volergli bene, ad amarli, entrano a far parte della tua vita e poi un giorno qualcuno ti viene a dire: "Non ce l'ha fatta, ora è un angioletto". E' orrendo, ingiusto, troppo doloroso. Fortunatamente ci sono anche storie a lieto fine, ma chissà perché ti entrano, ed è il caso di dirlo nel sangue, più quelle negative. Mio figlio ha undici anni, ora pesa a malapena ventisei chili, le sue gambe sono due scheletri in piedi, purtroppo dopo sei mesi di cure non c'è un minimo di miglioramento.


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