VALENTINA

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  06 maggio 2012

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06 maggio 2012

GIORNO +83

È mattina, sono seduta su una sedia al fianco del letto di Andrea, lo guardo, lo accarezzo e gli stringo delicatamente la sua magra manina, ho paura che anche una semplice carezza possa fargli male. Si è appena svegliato, dopo una notte molto agitata, con febbre alta, tosse e affaticamento respiratorio. Io e mio marito non abbiamo dormito molto: la preoccupazione e il dolore sono troppo intensi per riuscire a chiudere occhio. Tutto questo non mi piace, va a peggiorare di ora in ora.

Abbiamo appena finito di parlare con il medico responsabile del reparto, "il gigante buono".

In questo reparto il medico che arriva chiede solo come va, quali sono i sintomi del paziente e come ha passato le ultime ore o la notte. Non si effettuano visite, non ci sono i continui prelievi del sangue, niente trasfusioni, niente terapie, solo antidolorifici, il paziente qui non si cura, lo si accompagna solo verso una morte, senza speranze e senza dolore. Ci riferisce che la febbre è dovuta all'avanzamento della malattia e non da un virus come noi genitori speravamo ed è improbabile che domani faccia la seconda radioterapia. Le condizioni di Andrea vanno peggiorando rapidamente e viviamo di ora in ora.

07 maggio 2012

GIORNO +84

Stanotte la temperatura corporea di Andrea è arrivata a 40°. Il bambino chiede in continuazione di essere trasferito a Monza, non vuole rimanere qui, non si fida, non gli piace, non è il suo ambiente, addirittura ha chiesto di volere solo Valentina D, la dottoressa che in day hospital, per quasi un' anno intero si è presa cura di lui e che ancora oggi lo fa telefonicamente. Tutti i giorni mi chiama per sapere le condizioni del suo piccolo paziente. Stamattina mi ha chiamata, dicendomi che in serata, dopo il turno di lavoro, sarebbe venuta a trovarlo con la dottoressa Veronica L e che non vede l'ora di incontrarlo. Mi ha raccomandato di non dire niente al bambino, perché vuole fargli una sorpresa. Valentina D è il medico che più ha condiviso con me, tutti i momenti di rabbia, di tristezza, di pianto, e rifiuto di Andrea. Spessissimo l'ha trattata male, rifiutandola e ignorando tutte le sue richieste fatte con dolcezza, simpatia, comprensione e compromessi pur di vederlo sorridere almeno una volta e di conquistare la sua fiducia, ma Andrea è sempre stato molto duro con lei, rifiutando anche di parlare. Non le ha mai dato soddisfazione né mai ceduto alle sue richieste, anche se in fondo sanno entrambi di volersi bene. Tante volte Andrea ha abbassato la testa pur di non farle vedere il sorriso che gli trasmetteva. Poi c'erano i regalini scherzosi che Andrea le faceva. Un giorno si è presentato in day hospital regalandole un disegno fatto da lui pieno di teschi, con la scritta: " Ti faccio licenziare".

A Natale come regalo le ha portato un pezzo di carbone, dicendo che era quello che si meritava, ma Valentina rispondeva sempre alle sue provocazioni stuzzicandolo con il solletico e lui si arrabbiava ancora di più dicendole: "Muoviti a visitarmi così te ne vai"

Poi c'è il famoso saluto del pollo, che Andrea non le ha mai voluto dare la soddisfazione di fare, se non rare volte, se solo se Valentina aveva ceduto a una sua richiesta, di solito quella di essere mandato a casa il prima possibile o la conquista di uno o più biglietti colorati per poter ritirare un regalo all'undicesimo piano, presso il comitato di Maria Letizia Verga. Quella tra loro era una vera e propria trattativa.

Andrea riusciva sempre ad averli e nell'ultimo periodo anche più di uno, dicendo che glieli doveva dare perché altri dottori e in altri ospedali, come a Varese, gli avevano fatto degli esami particolari, quindi ora si meritava il premio. Da lì nasceva una vera trattativa tra lui e la dottoressa, che non capiva perché altri dottori gli facessero gli esami e lei dovesse cedergli i biglietti. Di solito viene dato come premio ai bambini che effettuano esami invasivi, come il prelievo del midollo osseo, rachicentesi, esami in anestesia, ma per questi biglietti Andrea riusciva a tirar fuori la sua timida voce nascosta e a far valere il suo diritto ad averli, anche barando se era necessario. Tornando al gioco del pollo è una specie di saluto con la mano, tipo "dammi un cinque", invece dici pollo, : è uno scherzo da bambini, la dottoressa chiedeva sempre che Andrea glielo facesse, ma lui orgoglioso e irremovibile non ha mai ceduto . Il loro rapporto è sempre stato così, sfogava su di lei tutta la rabbia e l'odio che aveva verso questa malattia, con silenzi e testa china, forse per non guardare in faccia l'incubo che stava vivendo, per cancellare dalla sua vista i camici bianchi, le lunghe ore nella sala d'attesa del DH, gli intollerabili e fastidiosi cicli di chemioterapia che gli portavano malessere. In realtà sappiamo tutti che Andrea gli è affezionato, ; è un ottimo medico ed è anche una persona emotivamente molto coinvolta. Penso che ogni suo singolo paziente le entri prima di tutto nel cuore. Spesso mi è capitato di vederla con gli occhi rossi e lucidi, e da quello capivo che stava accadendo o era accaduto qualcosa di grave a un suo piccolo paziente.

Andrea è sempre più stanco e debole, non parla quasi mai, la sua pelle sembra carta velina, le sue vene tracciano una mappa evidente per tutto il corpo, la massa toracica è sempre più grande, come se volesse esplodere fuori dal suo petto. Non cammina più se non pochi minuti seduto sulla sedia a rotelle. Le nostre uscite sono brevi passeggiate lungo il corridoio silenzioso e vuoto del reparto, carico di tristezza e dolore. Ha bisogno di aiuto anche per mettersi seduto o andare in bagno. In questo momento è tranquillo, la febbre si è abbassata e ha voluto togliere l'ossigeno, cosa molto strana perché negli ultimi giorni lo teneva ventiquattro ore su ventiquattro; senza gli manca l'aria. E' steso sul suo letto e guardiamo insieme i cartoni animati.


la vita rubataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora