VALENTINA

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DUE OCCHI GRANDI

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DUE OCCHI GRANDI.

Scrivere ... e scrivere di lui ...scrivere di un bambino di nome Andrea.

Un nome comune, come tanti ... per un bambino non comune ... come pochi.

Scrivere perché così le emozioni, i ricordi, gli insegnamenti ... i dubbi, le paure, le speranze dei mesi trascorsi si fissino, indelebili su carta bianca.

Indelebili nella memoria ... attraverso i click di una tastiera.

Scrivere di flash che tornano alla mente ... del suo sguardo basso ma vispo ... della sua voce fioca e rara. Rara come le sue parole.

Ma del resto, a cosa servono le parole quando due occhi scuri, grandi, profondi, con lunghe ciglia nere, sanno comunicare più di quanto riescono a fare le tue corde vocali?

Non servono ...

Perché da quegli occhi puoi cogliere TUTTO:

La tristezza di chi vive l'incubo,

La preoccupazione per il prossimo ciclo di chemioterapia,

La stanchezza per le ore sulle sedie del Day Hospital ...

La speranza di uno sguardo rivolto al giardino ...

La RABBIA per quel brutto scherzo che ti è stato giocato dalla vita ...

Ma anche l'energia di chi ha voglia di tornare a " suonare i campanelli" e scappare via ...

La vitalità di chi vuole correre all'oratorio ...

La spensieratezza di chi colleziona fumetti ... i più famosi, quelli del topo dalle orecchie grandi.

Grandi come quegli occhi.

E l'attesa: la trepida attesa del " bigliettino colorato" ... o di 4 o 5 insieme ... per colorare i periodi neri.

Con due occhi così le parole non servono. Vero?

Sotto quegli occhi, la bocca quasi sempre chiusa ... in segno di protesta.

Protesta contro una malattia "LEUCEMIA", che ne crea tanti di problemi ... che non ti lascia mangiare salame, che ti rende troppo stanco per scappare via dai campanelli, che non ti lascia correre all'oratorio, che ti lascia fin troppo tempo per sfogliare i fumetti ...

Malattia che ti obbliga a combattere. E a fare l'uomo.

E catapultato, in una realtà che non hai scelto, fatta di prelievi, terapie, ricoveri e ospedale, hai combattuto con uno sguardo sempre vispo e quegli occhi sempre più grandi ...

Insieme a te un intero esercito, guidato da due grandi condottieri ... chiamati mamma e papà che con ogni mezzo ti hanno difeso e protetto.

Al loro fianco i soldati, tanti, in armature bianche.

Quei soldati mica ti piacevano ... ma con sguardo basso e bocca chiusa li hai lasciati fare ... sapendo che in fondo stavate dalla stessa parte.

Stretti attorno a te tanti, davvero tanti, " compagni di viaggio" degli amici fidati, che non ti hanno mai lasciato solo: volgendo lo sguardo dal parcheggio dell'ospedale fin lassù ... all' 11 esimo piano ... si sono chiesti : " Chissà come sta Andrea oggi? "

Oggi è il 4 / 7 ... oggi lo sguardo per salutarti, deve andare un po' più in su dell'11esimo piano del San Gerardo ...oggi la tua dottoressa "rompiscatole" ha deciso che è il momento di scrivere di te. Un ANGELO.

E guardando oltre il tetto dell'ospedale salutarti con il modo che più ti piaceva ... " un pollo" sul palmo della mia mano.

VALENTINA.


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