DON REMO

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Un filo misterioso e nascosto mi ha legato ad ANDREA in un modo particolare

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Un filo misterioso e nascosto mi ha legato ad ANDREA in un modo particolare. Ho avuto con lui un feeling non sempre loquace, ma molto intenso ed efficace nelle emozioni e nell'affetto per una situazione personale singolare vissuta in concomitanza con la sua vicenda che mi ha permesso di legarmi a lui in modo forte.

Ho saputo della sua tremenda condizione da alcune mamme molto scosse dalla notizia e anch'io ne rimasi molto turbato. Dopo qualche tempo anch'io ho avuto una fase di salute rischiosa improvvisa e grave che è sfociata nella stessa malattia di ANDREA: LEUCEMIA.

Subito il mio pensiero è corso ad ANDREA e questo mi è stato motivo di grande sostegno, solidale con lui: in due il cammino si fa sempre meglio. Da allora sempre ho cercato di stare aggiornato sull'evoluzione della sua battaglia. La mia sembra che dopo le dovute cure, si sia risolta, ma non era così aggressiva come per ANDREA. Si trattava di stare vicino al suo impegno. E allora a volte era la telefonata con la mamma, a volte la visita, il sorriso, quando coraggiosamente ANDREA, si faceva notare con tutte le precauzioni in Oratorio con gli amici, in chiesa col suo bel sorriso senza paura e senza complessi , perché all'esterno si vedeva la sua situazione precaria. Incoraggiamenti, preghiere e amicizia con tutti i suoi compagni con cui voleva vivere normalmente la sua vita di ragazzo. Apprensione poi per l'aggravarsi della malattia, la speranza nel trapianto...e poi purtroppo la resa incondizionata al male che lo consumava. Ma ho sempre visto in lui ( visitandolo all'HOSPICE di VARESE) un combattente, un eroe piccolo, ma grande per coraggio ed umanità. Gli propongo la CRESIMA come la riceveranno i suoi compagni tra qualche giorno, così li precede tutti e ANDREA accetta con determinazione e consapevolezza, senza esitazione. Aspettavo solo il momento adatto sperando sempre in qualche miglioramento, ma la notizia improvvisa di mamma Laura mi spinge a rompere gli indugi e visto il precipitare degli eventi, mi fiondo all'OSPEDALE di MONZA. Non voglio però andare da solo, dico alla catechista e ad alcune persone amiche di accompagnarmi ed è stato provvidenziale per tutti. Incontro ad altissima tensione, emozionante, drammatico, ma al tempo stesso sereno: chi ci ha dato la forza di trovare la serenità è stato ANDREA. Dal suo letto bianco abbozza un sorriso, si vuole mettere seduto, chiede al papà di sorreggerlo e si mette in atteggiamento di vivere questo momento di consacrazione e benedizione come il più navigato degli adulti (la sofferenza ti matura). Stiamo iniziando il RITO dell'unzione dei malati e della CRESIMA e ANDREA stesso dice al papà: "Spegni la televisione!". Non ci eravamo accorti (volume basso e di fronte in alto) di questo particolare, ma lui era presentissimo e consapevole che questo momento richiedeva tutta la concentrazione e il raccoglimento che meritava e non ha esitato a richiamarci tutti alla solennità di questo momento. L'ho visto sereno davanti a DIO pronto a presentarsi come un ANGELO gigante e tenace: ha partecipato a tutte le preghiere in modo stupendo e commovente, trascinando tutti i presenti che a stento trattenevano le lacrime e controllavano l'emozione. In lui ho visto tanta serenità e coraggio. Poi il saluto: "Arrivederci ANDREA". Con tutto quello che significa questo saluto per chi crede. E ha spiccato il volo dopo poche ore addormentandosi dolcemente nelle braccia dell'ETERNO. Arrivederci... appunto! Da lì la sua presenza è più viva e percettibile in ogni momento, è un vederci ogni giorno in modo diverso, ma non meno reale. Per me Sacerdote, è automatico ora affidarmi alla sua intercessione per aiutarmi a capire i giovani, per aiutare i suoi coetanei a capire la bellezza della presenza di questo DIO che "non toglie la gioia della vita ai suoi figli se non per dargliene loro una più grande e più bella", come dice il Manzoni. Lo vedo negli angeli dipinti nella volta della nostra CHIESA, lì a proteggere, a pregare per noi e con noi, perché non perdiamo la bussola della VITA anche davanti al dramma e al dolore. E i giorni successivi sono stati a dir poco un trionfo... paradossale, ma è così. Quanta gente ha fatto riflettere, quanto ha commosso, scosso, lavorato il suo esempio, la sua testimonianza di piccolo campione. Ha costretto tutti "a guardare oltre" a proiettare la nostra vita verso l'INFINITO, a riscoprire con serenità e speranza, non solo con lo strazio, la nostra condizione di uomini, che non son fatti per la terra...

L'apoteosi è avvenuta poi allo STADIO di SAN SIRO nell'incontro dei CRESIMANDI col PAPA il 2 giugno 2012. E' stata letta la testimonianza dei genitori di questa esperienza tremenda, ma non senza speranza. 80.000 ragazzi e catechisti hanno ascoltato in un silenzio mai raggiunto prima in questo incontro e ...quanta commozione... poi l' APPLAUSO spontaneo di tanta folla è salito al cielo per dire grazie di questo CAMPIONE. Anche i genitori che siamo riusciti a far incontrare con PAPA BENEDETTO XVI, hanno avvertito questo immenso abbraccio consolatorio di tutti i ragazzi, i cresimati e della chiesa tutta di MILANO e universale che si è inchinata a tanta saggezza e santità.

Umanamente non è mai facile capire, accettare senza fatica... La vita di ANDREA è stato un dono per tutti e la sua esperienza straordinaria ha toccato tanti cuori spingendoli a gesti più umani e ...divini. Ha toccato fortemente anche me. Grazie ancora ANDREA, piccolo campione e angelo di Dio, riversa su di noi tutti, sulla tua famiglia quella serenità che ora esperimenti senza pericolo che qualcuno te la porti via.

Il tuo Parroco don Remo


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