CHEMIOTERAPIA

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Giovedì 16 giugno 2011

Ore 13.30 – Prima dose di chemioterapia

Mi riferiscono i risultati degli esami del sangue di oggi : i globuli bianchi sono ancora un po' altini e Andrea risponde lentamente alle terapie.

Comincio ad agitarmi, mi spavento, mi sembra un incubo e chiedo se mi devo preparare al peggio di fronte a quelle notizie. I dottori non si sbilanciano, mi dicono che non possono fare previsioni e che la malattia va vista giorno per giorno,  il cortisone non verrà più sospeso e  la chemioterapia sarà affiancata ad un'altra terapia, di cui non ricordo il nome. Tutto questo a causa della lentezza a cui il corpo di Andrea risponde. Dopo la prima dose di chemio io e mio marito non ci allontaniamo un secondo dal bambino per timore di qualche effetto collaterale.

E invece Andrea subito dopo la terapia reagisce: è vivace, attivo, di buon umore. Vuole continuamente giocare,  con nostra grande sorpresa parla tantissimo e chiede pure di poter salutare la nonna al telefono.

Dopo giorni di agonia e sofferenza, finalmente un attimo di felicità e di sollievo, finalmente rivediamo il nostro Andrea bello e in salute.

Purtroppo le cose belle non durano molto. Oggi capisco che bisogna agguantarle al volo e metterle in un cassetto nel cuore.

Nel tardo pomeriggio Andrea cambia umore e dall'euforia di qualche ora prima passa alla depressione più profonda. Si richiude nei suoi silenzi, vuole tornare nel suo letto, si nasconde completamente sotto le lenzuola e comincia un pianto disperato che dura più di mezz'ora.

Non ci sono parole, gesti, carezze che lo possano consolare, nessuno di noi né la dottoressa che lo segue ci riesce. Fra noi un grande muro di isolamento fatto di tante parole non dette.

Per la prima volta non so cosa fare, soffro con lui e per lui e le lacrime scendono solcando il mio viso, senza fare rumore.

Ore 20.00 circa.

Arriva la dottoressa Tiziana C. e ci chiede se possiamo uscire due minuti con lei perché deve parlarci. Sento il calore che invade il mio corpo e la paura che sta per prendere il sopravvento in quegli istanti lunghissimi. La dottoressa inizia ad aggiornarci sulle condizioni di Andrea: "Come già vi avevo anticipato Andrea si sta adattando lentamente alle terapie. La diagnosi in questo momento non è come ci si aspettava. I globuli bianchi sono ancora troppo alti."

Il mio calore sale ulteriormente e la paura aumenta man mano che il medico continua a parlare. Ascolto in silenzio, trattengo a stento le lacrime ma i miei occhi sono già lucidi, mi rendo conto che la paura ha preso il sopravvento.

Continua: "Andrea dovrà fare un trattamento più intensivo, sabato sarà sottoposto a un'altra seduta di chemioterapia e poi verrà dimesso. Tra due mesi i ricoveri, invece di tre giorni alla settimana saranno di cinque giorni alla settimana. Invece da quando verrà dimesso fino ad agosto farà day hospital con cicli di chemioterapia di tre volte la settimana."

Non riesco più ad ascoltare la dottoressa: troppo è il dolore che provo, troppa la paura che mio figlio non ce la possa fare. Ad un certo punto, scappo via piangendo: non voglio più ascoltare le parole del medico, sono spaventata. Raggiungo la sala giochi che in questo momento è vuota e guardando fuori dalla finestra piango tutto il mio dolore e la mia paura. La dottoressa insieme a mio marito mi raggiungono subito, lei mi abbraccia stretta, e mi dà conforto con una dolcezza infinita. Dopo qualche minuto, mi rendo conto che devo tornare dal mio bambino, mi asciugo gli occhi, mi stampo un bel sorriso sulle labbra e rientro in camera con mio marito che recita con me la commedia dei genitori sereni. Do un grande bacio ad Andrea che continua a guardare i cartoni animati in televisione.

Lui non chiede niente, non so se è spaventato, ma dentro di sé sicuramente sa che abbiamo parlato della sua malattia e probabilmente sospetta che non sia niente di buono, visto che il medico ha preferito parlarci in privato.

Venerdì 17 giugno 2011

Giornata tranquilla, Andrea è sereno, passa quasi tutto il suo tempo a montare la sua nuova lego.

La giornata si conclude con il risultati dei valori sanguigni ottimi.

La nostra amica chemio è stata brava ieri! Lunedì si torna a casa...

Sabato 18 giugno 2011

Arrivato il sabato, Andrea non viene dimesso. Li medici tentennano nel spiegarci il perché, dicendo che le sue dimissioni sono solo state posticipate di qualche giorno. Ovviamente non è quello che vorrei sentirmi dire. Un genitore con un figlio ammalato vorrebbe che tutto filasse liscio come l'olio, senza intoppi.

Ma soprattutto... vorrebbe aver già imboccato una sola strada, quella della sua guarigione.

Ho tanta troppa paura, e oramai le lacrime non le fermo più; continuo a ripetermi che non ce la faccio a sopportare tutto questo.

Oggi ad Andrea è stato regalato un peluche che si chiama GASPARE CHEMIO, con allegato un libriccino che gli spiegherà cos'è la chemioterapia, come e su cosa agisce e anche quali saranno gli effetti collaterali che si presenteranno.Lo leggiamo insieme, e, nonostante io non avessi voluto farlo, inaspettatamente quel libriccino capisco che aiuta Andrea in maniera molto semplice a comprendere la terapia e che, anche se il suo nuovo amico Gaspare Chemio a volte lo farà vomitare e potrà fargli perdere tutti i capelli, è la sua medicina e lo aiuterà a combattere tutte le cellule cattive che ora lo fanno stare male.

Gaspare Chemio sarà la mascotte sempre presente lì con lui, per lottare insieme a lui, per farlo guarire.

Oggi Andrea ha imparato cos'è la chemioterapia. Sa qual è il nome della sua malattia e sa, anche se superficialmente, che è ammalato il suo sangue.

I dottori non hanno ancora parlato con lui, ma sa che per guarire dovrà venire spesso in ospedale, che per questo ci vorranno almeno due anni e che non potrà, almeno per i primi periodi, frequentare la scuola e vedere i suoi amici.


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