°8°

116 10 0
                                    

Una grande luce davanti ai miei occhi mi abbagliò, lasciandomi quasi cieca per qualche secondo.
Mi sfregai gli occhi, cercando di mettere a fuoco il luogo nel quale mi trovavo.
Mi arrivò sotto il naso un leggero profumo di fiori ed in lontananza sentii lo scrosciare di una cascata.
Poco a poco i miei occhi riacquistarono la vista e finalmente fui libera di ammirare lo spettacolo bellissimo davanti a me: un prato enorme, costellato di fiori dai mille colori, solcato da un piccolo ruscello,che sembrava  fatto di argento  fuso.

Ad un tratto udii una voce lontana, ma chiara e nitida, che chiamava il mio nome.
Ne fui attratta in maniera irresistibile così iniziai a camminare in mezzo all'erba, alta fino alle ginocchia.
Il vento mi accarezzava dolcemente.
La voce mi chiamò ancora, così io accelerai il passo fino a correre pur non avendo una meta precisa.

Notai che il prato era in discesa e, proprio in fondo, si apriva una grande vallata. In mezzo ad essa sorgeva una bella casetta bianca, con il tetto rosso. Il comignolo sbuffava nuvole di fumo.

Ancora quella voce, sempre più vicina.

Avevo il cuore a mille dalla felicità, anche se non sapevo chi fosse a chiamarmi.

Finalmente arrivai davanti alla porta della casa e la spalancai, con il cuore che batteva impazzito nel petto.
Mi ritrovai davanti la donna più bella che avessi mai visto. Emanava una luce dorata ed era seduta su una piccola sedia, attorniata di fiori bianchi bellissimi.
Aveva i capelli rossi che le ricadevano fino ai piedi e mi guardava con occhi grigi colmi di lacrime.
Si alzò e mi abbracciò forte, sussurrando, "Oh bambina mia...".
Io piansi di gioia, incapace di proferir parola davanti a quella che era evidentemente mia madre.
Pensai che Peter aveva ragione, io ero la sua fotocopia, a parte il fatto che era più alta di me e con le orecchie appuntite.

Lei mi osservò dalla testa ai piedi, traboccante di gioia.

"Sei così bella amore mio.. Vieni siediti..".

Io mi la assecondai, senza mai staccare lo sguardo dalla sua figura.
Mia madre si fece seria.
"Nel tuo futuro ci saranno molti pericoli.. Ma io sarò sempre con te.."disse afferrandomi le mani.
"Chi è stato? Chi ti ha fatto morire mamma dimmelo ti prego..", lei sospirò e rispose "È stata Meidrel.. Mi ha avvelenato.. E pensare che la consideravo una mia fedele amica.. Se mi fossi accorta prima di cos'era in realta.."
Scosse la testa tristemente.
"Perché mamma? Cos'è Meidrel? Non è un essere umano?"
"No! In realtà è un demone malvagio.. Noi le chiamiamo Grishel. Sono mezze donne e mezze uccelli e da tempo la popolazione degli elfi e la loro sono in guerra.. Ed adesso lei è regina.. Che disgrazia.."
Capii che la donna del mio incubo era proprio lei ed un brivido mi corse lungo la spina dorsale. Mia madre sorrise e mi accarezzo una guancia

"Tu puoi batterla.. Sei nata per questo Elle..", io esitai, "Ma... Come farò mamma?"
Lei si alzò in piedi e disse, "Le Grishel odiano la natura e gli animali.. Ne hanno sempre avuto il terrore pur essendo anche loro in parte degli animali. Tu hai tutta la natura dalla tua parte.. Se vuoi puoi anche comandare i quattro elementi a tuo piacimento anche se ancora tu non lo sai.. Basta un po' di allenamento.. ", fece una pausa, guardando fuori dalla finestra poi si girò nuovamente verso di me.
"Tutti gli elfi di questa terra accorreranno per servirti.. E poi tu avrai sempre me tesoro mio.. Quando avrai bisogno stringi il tuo ciondolo ed io ti darò la forza necessaria ad affrontare qualsiasi cosa... Ti amo figlia mia... Ricordatelo sempre!", e detto questo tutto intorno a me sparì, in un mare di luce e profumo.

Il Trono(In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora