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Mi sveglio nel mio letto cercando di soffocare un urlo per non svegliare tutti.

Istintivamente mi tocco la gola, per poi scendere a cercare il ciondolo che porto da quando sono nata. Lo stringo e respiro a fondo, fino a che mi calmo.
Quest'incubo è stato il più terribile mai fatto e non credo che riuscirò a riaddormentarmi.
Voglio prendere un po' d'aria, così mi alzo ed esco in silenzio dalla piccola capanna, dove ho sempre vissuto con i miei 3 fratelli e mia madre.

Siamo poveri ma non manca mai il mangiare sulla nostra tavola perchè siamo una famiglia di cacciatori.
Io stessa, pur essendo una ragazza, maneggio arco e spada con la destrezza di un uomo adulto, ma non amo cacciare. Lo faccio solo in casi estremi.

La luna illumina la foresta intorno a me con la sua pallida luce.
Mi siedo vicino ad un ruscello e mi bagno il viso. Piccoli pesci guizzano nell'acqua, deformando il riflesso del mio viso.

Osservo me stessa: occhi grigio chiaro spiccano su un viso cosparso di leggere lentiggini ed incorniciato da lunghissimi capelli rossi.

Sono cosi diversa dalla mia famiglia, tutti con i capelli e occhi castani. Mia madre mi ha sempre detto che ho preso da mio padre, che non ho mai conosciuto perchè è morto in una delle tante battaglie che imperversano nella terra di Palhom ed io mi sforzo di crederle e di non farle troppe domande, alla quale sono sicura non saprebbe come rispondere.

Tuttavia mi sento diversa.
Ho un'abilità che nessuno ha, sento la voce della natura. Parlo con qualsiasi animale e persino con piante ed alberi e loro mi capiscono. Spesso esco e vago per i boschi, conversando con gli animali che incontro e gli alberi mi porgono saluti da ogni dove.
Non ne ho mai parlato con nessuno neanche con mia mamma, sono sicura che si metterebbe a sbraitare, dicendo "Elle figlia mia sono solo fantasie! Non vorrai farti chiudere in manicomio a soli 18 anni?".

Decido di addentrarmi di più nella foresta, seguendo il corso del ruscello, che man mano diventa un torrente più profondo. Quell'angolo della foresta è come se fosse solo mio, ci vado spesso quando ho bisogno di stare sola a pensare o anche solo a farmi un bagno senza essere vista.
Mi svesto ed entro in acqua, rinfrescandomi e togliendo quella sgradevole sensazione del sudore sulla pelle. Mi immergo totalmente, nuotando contro corrente e piano piano inizio a rilassarmi, dimenticando l'incubo.

Finita la nuotata mi sento rinata e, dopo essermi asciugata, mi rivesto e mi sdraio sotto un salice piangente, che mi accarezza con le sue fronde cantando una dolce ninna nanna antica.

Riesco ad addormentarmi e questa volta non faccio incubi.

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