°9°

86 10 0
                                    

Mi sveglio e ancora sento il profumo dei fiori addosso a me.
È la prima volta che non faccio un incubo e finalmente mi sento davvero riposata.
Accarezzo il mio ciondolo, che ora è diventato ancora più prezioso per me, ed una sensazione di benessere immediato si diffonde in tutto il mio corpo.
Mi alzo e mi accorgo subito che Peter non è nel letto.
Dove può essere andato quello stupido?

Noto delle piccole gocce di sangue fuori dalla porta, esco in tutta fretta e me lo ritrovo davanti casa, seduto nell'erba. Credo che voglia farmi uscire fuori di testa?! Ma che vuole fare?

"Peter!?", grido.
Ora ho perso la pazienza.
Mi avvicino a lui, che mi guarda con aria colpevole.
"Lo so.. Lo so, sono un paziente terribile scusami..", esclama agitando le mani, la mia rabbia si spegne un po' quando vedo la sua espressione da bambino monello stampata in faccia.
Mi passo una mano tra i capelli e gli chiedo, "Giusto per informazione.. Dove credevi di andare?"

Lui ride,"Volevo solo prendere aria.. Oggi mi sento molto meglio davvero!"

"Sì come no.." gli tocco la fronte, la febbre non c'è più ed ha ripreso colorito, ma la benda sulla gamba è macchiata di sangue, così lo aiuto a rientrare e mia madre gli da una controllata.
È saltato qualche punto ma non è niente di grave anzi, la ferita è nettamente migliorata. Non è più gonfia e il colore della pelle sta tornando normale.
Mia madre gli anestetizza leggermente la pelle con un unguento e riapplica i punti. Io gli metto una benda pulita

"Aspetta qui in attimo..", gli dico ed esco. Prendo un pezzo di legno dalla catasta che abbiamo dietro casa, ha una biforcazione così potrà usarla come stampella.

"Se proprio ci tieni ad uscire almeno usa questa così non appoggi sulla gamba.." dico porgendogli il bastone, lui mi sorride e mi ringrazia, provando subito a gironzolare per casa.
È al settimo cielo.

"Va piano!?", lo ammonisco io, ma lui non mi ascolta, la stampella gli scivola di mano, sta per perdere l'equilibrio.
Riesco ad afferrarlo appena in tempo prima che cada e ci troviamo faccia a faccia, praticamente ad un centimetro di distanza. Sento che sto arrossendo e Peter ha la stessa reazione

"Ops.. Scusami sono un imbranato.." dice sorridendo e passandosi una mano tra i capelli, lo aiuto a sedersi.
"Già.. Mi chiedo come hai fatto a diventare capitano delle guardie reali.." dico io, ridendo per alleggerire l'imbarazzo.
Lui mi guarda sbalordito, "E tu come fai a saperlo?!"
Rido ancora più forte, "Ma è ovvio no?" esclamo, "Me l'ha detto il tuo cavallo!".

Il Trono(In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora