La casa sull'albero

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Mancavano solo pochi minuti all'inizio della pausa pranzo, ed Emma era molto preoccupata per la punizione di cui aveva parlato la signora Gold. Non era mai stata in punizione, ed ora, per colpa di Killian Jones, Hook, come lo chiamava lei, non poteva far altro che aspettare il fatidico verdetto.

Emma non ricordava nemmeno da dove fossero nati i loro battibecchi. Da piccoli erano stai molto amici, i classici vicini di casa che giocano nella casa sull'albero in giardino, con fantasia e spensieratezza. Erano stati inseparabili, finché al fratellino di Killian, Liam, era stata diagnosticata una forma di leucemia, che aveva costretto la famiglia a trasferirsi in città.

Emma non aveva mai capito il motivo della loro separazione: all'epoca aveva solamente cinque anni, e a causa del tipico senso di protezione dei genitori, le era stata risparmiata la preoccupazione di una malattia che probabilmente non avrebbe nemmeno capito.
Con il tempo Killian non le era più tornato alla memoria, e la sua vita era andata avanti indisturbata, felice delle nuove amicizie e nella serenità più ingenua dei bambini a quell'età.

Regina ed Elsa avevano colmato il vuoto lasciato da Killian: conosciute in prima elementare e mai più lasciate. Quelle amicizie genuine che fanno persino invidia a chi non le ha mai sperimentate. I litigi non sono mai mancati, ma nonostante tutto, bastava un abbraccio o un piccolo chiarimento, perché tutto tornasse alla normalità.

Era stato il ritorno di Killian a dare una svolta alla sua vita. Era stato come uno shock trovarlo al liceo, cambiato, cresciuto: eccome se era cresciuto! Non era nemmeno sicura che fosse davvero lui, ma non si era dovuta impegnare molto per scoprirlo, dal momento che era stato lo stesso Killian a riconoscerla.
Ecco! Ora ricordava, tutto era partito proprio quel primo giorno di liceo: nell'adattarsi ai nuovi ambienti, alle nuove persone e la distrazione ebbe la meglio, quando un ragazzo, (molto maleducato a giudicare dal primo pensiero avuto dopo lo scontro) nel correre in mezzo al corridoio, non l'aveva urtata, facendole cadere tutti i libri che aveva in mano. Senza nemmeno chiederle scusa si era girato, aggiungendo poche parole, che le avevo dato la conferma: "Ehi Em! Guarda dove cammini!".

Sì, era stato allora che Emma aveva avuto la totale convinzione che quel ragazzo fosse proprio Killian.

Quello stesso giorno, tornando a casa, aveva preso il coraggio che non aveva mai trovato, per chiedere ai genitori che cosa realmente era successo nove anni prima: fatti che i suoi genitori avevano sviato più volte.
La risposta era stata totalmente scioccante, perché se solo avesse saputo, avrebbe trovato un modo per stargli accanto.
"Ma chi vogliamo prendere in giro?! Avevo cinque anni, come avrei potuto fare qualcosa!".
Nonostante tutto Emma ricordava di essersi sentita in colpa.

Il giorno dopo, aveva deciso di cercare Killian per parlargli e chiedergli come stesse, ma le aspettative della conversazione non erano state esattamente soddisfatte.
Killian le aveva detto in modo freddo e brusco, che suo fratello ora stava benissimo, che erano tornati a Storybrook proprio per questo. Inoltre aveva tenuto a precisare che non aveva bisogno di qualcuno che gli ricordasse il brutto periodo passato da poco.

Emma non aveva mai capito il motivo di quella reazione, così sulla difensiva, nonostante il suo modo di porsi: era stata la gentilezza in persona. Fatto sta che da quel giorno, Killian era diventato la sua spina nel fianco, peggio di una spina, come un uncino conficcato in profondità: Hook.

Prima i tipici scherzi da quindicenne: bigliettini equivoci, libri nascosti e ritrovati nei posti più improbabili, pallonate in piena faccia durante l'ora di ginnastica, colla nei capelli ecc. Con il passare del tempo, e la crescita che avanzava, questi ridicoli tentativi di approccio da ragazzi disagiati erano finiti, lasciando spazio alla più completa indifferenza, se non per evidenziare gli errori di Emma, o metterla in cattiva luce, qualora si trovassero nello stessa cerchia di persone.

Era davvero sconfortante; non reagire non era stata una tattica eccellente, e era stato così che avevano cominciato a litigare in ogni dove.
Emma non chiedeva altro che essere lasciata in pace.

Le cose erano migliorate quando Killian si era fidanzato con Milah, anche se la storia non era andata avanti molto; quel tanto che bastava per distogliere l'attenzione da Emma, e lascare a lei il tempo di respirare.
Nel contempo Emma invece si era fidanzata con August, storia che andava ancora avanti da un anno. In sua presenza Hook era meno insistente, anzi l'indifferenza era diventata come un mantra, ed Emma ne era sollevata tuttora.

No, Emma non dimenticherà mai il Killian con cui aveva condiviso la casa sull'albero da bambina, ma non potrà nemmeno dimenticare l'inferno che Hook le stava facendo passare al liceo.

Questi erano stati i pensieri che avevano occupato la mente di Emma in quei pochi minuti che la separavano dalla pausa pranzo. Un pensiero ancora più audace, invece, le aveva sfiorato la mente due secondi prima di aprire la porta dell'aula della signora Gold: cosa sarebbe successo se veramente questa "punizione" li avesse fatti riavvicinare?

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