Un incubo

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Emma si sentiva davvero male: quello che aveva fatto con Killian la tormentava da giorni. Non ne aveva parlato con nessuno, nemmeno con Killian. Non lo aveva più rivisto da quel pomeriggio, aveva saltato le prove, non lo voleva vedere; così si diede malata.
Avrebbe voluto dire tutto alle sue amiche, ma come l'avrebbero giudicata? Con il senno di poi capì di essere stata una vera incosciente, fare quello che hanno fatto in teatro, sarebbe potuto entrare chiunque e vederli in quello stato. Aveva tradito August, non solo fisicamente, era presa anche mentalmente da Killian; lei era tornata indietro perché voleva essere lì con lui. La verità era che nel profondo lei non era pentita di quello che aveva fatto, nonostante tutto e tutti. Era questo quello che più la faceva arrabbiare.

Nonostante tutto quello che lui le aveva detto, nonostante avesse capito che per Killian lei non era altro che una bambolina da aggiungere alla sua collezione, lei voleva di più. È vero che evitava le prove per non vederlo, ma soltanto perché altrimenti sarebbe ricaduta nella medesima tentazione.
Era una situazione pessima, non sapeva come uscirne. E come se non bastasse c'era la cena organizzata da Regina.

Doveva chiamare August, invitarlo e cosa avrebbe detto? Gli avrebbe riferito la proposta di Regina in tutta allegria? O gli avrebbe confessato il suo tradimento? Avrebbe aspettato. Non poteva fare altro, non voleva rovinare i piani di Regina, non poteva deludere un'altra persona a lei cara. E questo andava anche a suo vantaggio, seppur egoisticamente, perché le avrebbe dato il tempo di pensare a quello che voleva.

"Ciao August" - "Ciao tesoro! Hai ragione avrei dovuto chiamarti io, sono tre giorni che non ci vediamo, e a malapena ci sentiamo, come vanno le prove?" Perché doveva rendere mentire ancora più difficile? Lei sperava di omettere semplicemente: "Ehm, bene, direi..qualche problema qua e là, ma nulla che non si possa sistemare - o almeno sperava che le cose si sarebbero sistemate presto - comunque ti chiamavo per chiederti se sabato sera ti va di uscire con Regina e Robin, vogliono fare un'uscita a quattro. Tu conosci Robin no?" - "Diciamo che ci avrò parlato una o due volte, non ricordo nemmeno in che occasione. Comunque sì, ci sto! Molto volentieri, facciamo qualcosa di diverso, e stiamo un po' insieme." - "Allora riferirò a Regina, che ne sarà felicissima, e poi ci risentiamo per i dettagli di luogo e ora." - "Si, passo a prenderti io, dimmi l'ora e mi farò trovare. Amore, ti lascio che ho mille cose da fare. Ci sentiamo più tardi?" - "Non so, sono molto stanca, penso che questa sera andrò a dormire prima del solito" - "Oh...ok, allora ci sentiamo domani. Buonanotte, ti amo" - "Buonanotte!"
Le risposte di Emma furono molto schiette e fredde. Sperava che ad August non fosse arrivata tutta quella freddezza che aveva provato lei nel parlarci. Non se la sentiva di rispondere con un "ti amo" di risposta. Non dopo quello che aveva fatto, e non con tutta quella confusione che aveva in testa. Doveva fare chiarezza, al più presto.

Il sabato sera arrivò molto velocemente, anche se Emma sperava che quel giorno non arrivasse mai. Nonostante tutto si era fatta carina, dedicando cura al trucco e indossando uno dei suoi vestiti preferiti, almeno per sentirsi un minimo a suo agio nella situazione in cui si sarebbe trovata di lì a poco, la quale non si preannunciava particolarmente semplice. Avrebbe dovuto stamparsi un bel sorriso in faccia e far sembrare che tutto andasse bene. Anche se era chiaro che non fosse così.

August si presentò sotto casa sua all'orario che le aveva indicato, puntuale come sempre. Emma salutò i suoi genitori prima di uscire e salì in macchina. Il viaggio fu abbastanza veloce, e comunque parlò tutto il tempo August, lui aveva sempre molto da dire. Di solito era così anche per Emma, ma non quella sera, e sperava che il suo compagno non se ne accorgesse. Arrivarono così al locale in cui aveva prenotato Regina "Heart & Huntsman". Il luogo era molto carino, la sua amica aveva sempre avuto buon gusto. Luci soffuse, musica soft in sottofondo, tavoli decorati in stile moderno, ma allo stesso tempo creavano un'atmosfera intima; ideale per delle coppie che volessero trascorrere una serata romantica.

Cenarono, ed Emma se ne stette sempre sulle sue, nonostante i vari coinvolgimenti da parte di Regina. Ma proprio non riusciva a mettere da parte il senso di colpa per una sera. Aveva sbagliato ancora, non avrebbe dovuto accettare la proposta di Regina, anche perché Regina sicuramente sarebbe stata arrabbiata dopo, e l'avrebbe fatta passare per la guastafeste di turno.

Dopo tutto non fu una serata così lunga, finché, quando si spostarono nell'area pub, Emma non poté fare a meno di notare che c'era anche Killian in un angolo; stava giocando a biliardo con altre persone mai viste. Emma fu come presa dal panico. Non poteva rimanere un minuto di più in quella stanza, così si alzò con una scusa e si diresse alla toilette. Aprì l'acqua e si rinfrescò il viso, dopodiché si guardò allo specchio: la sensazione che provò fu più che spiacevole, era come vedere riflessa l'immagine di una sconosciuta. Quella serata doveva finire, uscita da lì si sarebbe scusata con Regina e Robin e avrebbe chiesto ad August di riportarla a casa con una scusa.

Quando uscirono dal locare questa volta anche August era silenzioso. Appena arrivarono alla macchina August l'afferrò per un polso, prima che aprisse la portiera per salire in macchina e fece in modo che si girasse. Avvicinandosi ancora di più a lei cominciò è baciarla, sembrava eccitato, anche se ad Emma non sembrava di aver fatto nulla per fargli capire di voler fare qualcosa quella sera. Così cercò di respingerlo: "August...no, non mi va...ma che fai" cercava di dire tra un bacio e l'altro. August era insistente, come non lo era mai stato prima, ed Emma non riusciva a fermarlo, finché...

Improvvisamente fu liberata dalla presa di August, ma il tutto era avvenuto così velocemente che non riuscì a capire subito cosa fosse successo: pochi secondi dopo realizzò di avere Killian davanti, mentre August era stato spinto via. "Tutto bene?" Rivolto ad Emma. "Ehi tu che vuoi?! Non sono affari tuoi!" - "Mi sembra di aver sentito che non volesse i tuoi baci e non mi sembra che tu abbia smesso di importunarla!" - "Importunarla?!" Disse August ridendo, una risata ironica, con un'espressione infuriata: "Ma chi credi di essere per metterti in mezzo?! Se non lo sai lei è la mia ragazza! Ho tutto il diritto di baciarla" - "Certo! Finché lei è d'accordo. Emma vuoi che ti porti a casa?" - "Farò finta che tu non abbia fatto e detto nulla, altrimenti potrebbe finire molto male!" - "Sono a tua disposizione se vuoi fare a botte! Ti avviso però, potresti farti male!"

"Ehi, ehi ragazzi basta! Killian grazie, ma non ho bisogno del tuo aiuto. August andiamo via per favore!" - "Certo, ma non finisce qui Jones!". Killian si girò e se ne andò, mentre Emma e August salirono in macchina e si diressero verso casa. Il viaggio fu completamente silenzioso; lui era chiaramente arrabbiato. Emma sapeva che però non era solamente dovuto a quanto successo con Killian, ma anche perché lei lo aveva respinto. Doveva parlargli, la situazione si faceva sempre più insostenibile, ma non quella sera. Quella sera August la intimidiva, nonostante sapesse che non avrebbe mai alzato nemmeno un dito su di lei, se non per accarezzarla, ma non voleva peggiorare la situazione dicendo che aveva fatto sesso proprio con la persona che lo aveva spintonato poco prima.

Quando scese dalla macchina lo salutò con un casto bacio sulla guancia, che per lui sembrò essere uno schiaffo. Si diresse verso la porta di ingresso, e quando la richiuse alle spalle potè finalmente tirare un sospiro di sollievo.

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