Uscire da quella stanza fu come riemergere dall'acqua dopo un troppo prolungato periodo di apnea. Emma era esterrefatta da come la vita si stesse prendendo gioco di lei; che cosa aveva fatto mai di tanto brutto da meritarsi una simile beffa?
Nonostante tutto, poteva sempre contare sulle sue amiche, che anche in quel momento le erano vicino, pur sapendo di averle trascurate ed escluse dalla sua vita parecchio in quell'ultimo periodo. Uscire da quella stanza non fu solamente un sollievo, ma le permise anche di riprendersi da quello stato di stallo in cui, si era accorta solo allora, di essersi rinchiusa.
Prima di tutto avrebbe dovuto una spiegazione sia ad Elsa sia a Regina, inoltre aveva bisogno di raccontare a qualcuno quello che era successo quella notte, essendo certa di non aver vissuto tutto quanto in un sogno. Dirlo ad alta voce avrebbe conferito a quell'esperienza un tono reale, perché se lo avesse tenuto per sè, prima o poi, avrebbe rischiato di perderlo, non riuscendo più a capire quale fosse il margine tra realtà e fantasia. Certo non avrebbe potuto dimenticare, questo mai."Emma...- con molta cautela, non sapendo come avrebbe potuto reagire l'amica, Elsa cercò di colmare il silenzio - ieri sera, quando ho ricevuto il tuo messaggio stentavo a credere ai miei occhi! Questa mattina siamo venuto prima che abbiamo potuto, prima di scuola, ma non ci aspettavamo...sì, non ci aspettavamo.."
"Di trovarti comodamente addormentata tra le braccia di Hook" - Regina aveva finito la frase per lei.
"Abbiamo forse interrotto qualcosa? I conti non ci tornano Em, come è possibile che abbiate dormito insieme se nemmeno si ricorda di te? E poi quali sono le sue reali condizioni? Ieri sera quel messaggio sembrava molto disperato"
"Lo so ragazze, ammetto di avervi tagliato fuori da questa cosa. Giuro che è stato fatto inconsapevolmente. Ero così preoccupata per Killian che nulla esisteva più, mi sono come estraniata dalla realtà"
"Sì, questo lo abbiamo visto anche da sole, ma ora spiegaci cosa è successo" - il tatto di Regina non aveva eguali. Non riusciva a capire quanta fatica stesse facendo Emma per aprire il suo cuore tanto fragile in quel momento, che già era in pezzi.
"L'altro ieri sera Killian è venuto da me"
"COSA?!" - Elsa era sorpresa, dato che non aveva idea che Hook e la sua amica passassero del tempo insieme al di fuori dell'ambiente scolastico. In quel momento realizzarono davvero quanto Emma le avesse tenute all'oscuro di tutto per chissà quanto tempo.
"Sì beh, è una storia un po' lunga da raccontare, e non è questo che mi preme dirvi. Vi basti sapere che quella sera abbiamo litigato pesantemente e l'ho cacciato di casa..."
Un lungo silenzio seguì quella frase, il quale portò Elsa e Regina a guardarsi perplesse sul da farsi: non sapevano se incitarla a continuare o aspettare che lei trovasse le parole adatte senza bisogno di aiuto.
Ovviamente aspettarono, vedendo lo sguardo palesemente a disagio dell'amica.Dopo qualche minuto, tempo in cui la tensione crebbe a dismisura, Emma riprese, trovando il coraggio che prima le era mancato per esprimere tutto il suo senso di colpa, che fino a quel momento aveva cercato di allontanare dai suoi pensieri: "Una volta lasciata casa mia, un bastardo senza senno non ha rispettato il rosso e...beh, il resto lo sapete. C'è stato un incidente. L'incidente che ha ridotto Killian in questo stato."
Quel fiume di parole, dette lentamente, con un filo di voce, precedette un altro minuto silenzioso. Questa volta però fu un silenzio senza pretese: sentire quel racconto aveva reso una minima idea alle due ascoltatrici di quello che Emma stesse provando. Conoscevano troppo bene l'amica per sapere che si sentisse responsabile dell'accaduto, quando ovviamente lei non aveva la minima colpa."Em...non potevo immaginare" - Elsa le si avvicinò ulteriormente, nonostante quel muro, fuori dalla stanza 216, a ridosso del quale erano tutte e tre sedute, fosse freddo e sicuramente di impedimento per un abbraccio come si deve. Inoltre Emma non voleva essere abbracciata, non si sentiva degna della compassione di nessuno, tanto si sentiva responsabile.
"Ragazze, voi non capite! Se solo io...s-se solo io non lo avessi cacciato di casa...non sarebbe successo nulla!" - in quel piccolo lasso di tempo, sembrava che le lacrime fossero state rigenerate, e si stavano di nuovo affacciando agli angoli degli occhi, ancora gonfi per i pianti del giorno precedente.
Quelle parole furono la conferma di quanto le amiche già temevano: "Emma non puoi sentirti in colpa per una cosa del genere, non potevi saperlo! Ovviamente se lo avessi saputo non lo avresti fatto uscire di casa, a costo di tenerlo legato ad una sedia!"
"Certo! Se lo avessi saputo, ma non riesco a non chiedermi che cosa sarebbe successo se non fosse uscito proprio in quel momento. Bastavano 5 minuti prima o 5 minuti dopo per evitare quella tragedia!"
"Esatto: SE. Non possiamo vivere basandoci sui 'se'. Emma devi reagire, non poi portarti questo fardello inutile a vita. Non sei tu quella che deve provare rimorso per quello che è successo. Ormai è successo, Killian ora è fuori pericolo e fisicamente sembra stare bene, per quanto non si possa dire lo stesso della sua memoria, ma sono sicura che si riprenderà al 100%" - Elsa era la solita ottimista, e la sua vena filosofica non aveva indugiato ad uscire.
Emma doveva ammettere che provava un certo sollievo nel constatare che Elsa non aveva tutti i torti. Non era riuscita a eradicare tutta la sua amarezza, ma comunque stava alimentando quel fuoco che normalmente le bruciava dentro, e che in quei giorni si era affievolito. Doveva reagire. Non doveva crogiolarsi nel suo emisfero di solitudine come aveva fatto fino ad allora, doveva aiutare Killian a ricordare."Ora che abbiamo chiarito questo punto, spiegaci come mai vi abbiamo trovato abbracciati questa mattina" - Regina era impaziente di sapere quei dettagli, e ancora una volta la sua intemperanza aveva avuto la meglio.
"Ieri sera ho avuto un incubo: Killian era morto e...l'unico modo per farmi smettere di tremare di paura era portarmi da lui."
"E tua madre ti ha lasciato passare la notte con quel ragazzo?" - Entrambe erano abbastanza esterrefatte da quella rivelazione, conoscendo Mary Margaret, erano ben a conoscenza anche del senso di protezione che in ogni momento cercava di rivolgere verso la propria figlia.
"A dire il vero è stata lei a propormelo! Ha stupito anche me. Però sapete..è in un letto di ospedale, era certa che non mi avrebbe toccato con un dito, altrimenti ovviamente non me lo avrebbe permesso"
"Ovviamente. È chiaro che non conosce nemmeno i vostri precedenti" - disse Regina alludendo a una dei pochi fatti che Emma aveva rivelato alle amcihe.
"Già. In ogni caso, quando sono arrivata in ospedale la situazione non era cambiata di una virgola rispetto a come l'avevo lasciata il pomeriggio. Così ho dato il cambio ad Anne e mi sono accoccolata sulla poltrona di fianco al suo letto. Mi sono addormentata dopo ore passate a leggere per lui, sperando che sentendo la mia voce avrebbe trovato la strada per riprendere coscienza. - Stranamente nessuna delle due sembrava voler interrompere il racconto con commenti vari, come era loro solito fare - Non so che ore fossero, o da quanto stessi dormendo, so solo che ad un certo punto ho sentito pronunciare il mio nome."
"O mio dio, si era svegliato?" - Regina, la solita impaziente.
"Sì, non solo, mi fece segno di salire sul letto e dormire tra le sue braccia. Io pensavo che fosse un sogno, così non ho chiamato nessuna infermiera o inserviente e semplicemente ho seguito il suo suggerimento. Solamente stamattina, quando ci avete sorpreso voi, mi sono resa conto che quello che era successo questa notte era tutto reale."
"Un momento...ma allora questa notte sapeva chi fossi" - qualcosa lasciava intendere che altro ottimismo stesse per irrompere in quella conversazione dalle labbra di Elsa.
"Esatto. Quando svegliandolo, questa mattina non mi ha riconosciuto, non riuscivo a spiegarmelo. Non lo credevo possibile. Eppure questa sembrerebbe essere la situazione"
"Un bel casino! Dobbiamo solo aspettare a questo punto"
"Ma no!! Regina che dici?! Aspettare con le mani in mano è proprio l'ultima cosa che Emma dovrebbe fare!"
"Elsa che vuoi dire?"
"È semplice: questa è la tua occasione per rifondare da zero il tuo rapporto con Killian, fatti conoscere, stagli vicino e fallo innamorare di te come non mai"
"Elsa, è appena uscito dal coma, di certo non farò la gatta morta tra le sue braccia!"
"Non sto dicendo questo, ci mancherebbe, sai che non sono il tipo che ti darebbe certi consigli. Sto solo dicendo che magari cercando di fargli tornare la memoria, potresti portarlo nei posti che frequentavate insieme, o che frequentava lui, e standogli vicino, hai l'opportunità per farti conoscere senza il pregiudizio di come vi trattavate a vicenda prima di tutto questo casino. Tu potresti tirare fuori il tuo lato dolce, lasciando perdere tutte le frecciatine che gli riservavi in ogni dove, potreste scoprire di avere tante cose in comune e potreste avvicinarvi sempre di più."
"Sarebbe come ricominciare da zero: cancellare tutti i nostri battibecchi e i nostri problemi, ma allo stesso tempo sarebbe comunque un aiutarlo a ritrovare la memoria."
"Sembra un controsenso" - disse Regina un po' confusa.
"No! Elsa, sei un genio!" - non potè che abbracciarla in quel momento.
Emma aveva ufficialmente ritrovato il sorriso.***
Capitolo XXL oggi, allora ditemi, che ne pensate?Pubblicità: Enchentress ha scritto un primo capitolo e un prologo da mozzare il fiato! Passate a dare un'occhiata alla sua storia: Enchantress ;) fidatevi, ne vale la pena!
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We are (im)possible
RomanceEmma Swan e Killian Jones. Elisabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy. Epoca diversa, età diverse, circostanze diverse; ma allo stesso tempo, stessi sentimenti, stesse divergenze e stesso coinvolgimento. Difficoltà, passione, amicizia, romanticismo, dr...