City of stars

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Tutto era perfetto: la palestra era stata addobbata a dovere, l'atmosfera era ricca e accogliente, quasi avvolgente. Anche chi fosse venuto da solo, avrebbe passato una tranquilla serata con gli amici. Non era una classica festa da coppiette, come ci si potrebbe aspettare da un ballo di fine anno. Allo stesso tempo però, le luci soffuse davano un tocco intimo, alla giusta evenienza anche per i giovani innamorati. Era stato allestito un piccolo palco (più una piattaforma rialzata che un vero e proprio palco), sulla quale si era appostata la band che il comitato organizzativo aveva ingaggiato per la serata. Alcuni degli strumenti appartenevano proprio alla scuola, trasportati nel locale, direttamente dal teatro, in occasione del ballo.

Dalla parte opposta un lungo tavolo con delle vivande era riccamente fornito di ogni genere di finger food e bevanda, analcolica ovviamente, ma di diversi colori, come se avessero voluto giocare, e cimentarsi in qualcosa di nuovo e divertente per la serata. Il risultato, tuttavia, aveva più del tavolo di una festa per bambini; mancava solo un clown di fianco, che gonfiasse palloncini per dargli poi la forma di un cagnolino.
Mancavano gli alcolici, con grande rammarico di Killian. Dio solo sa quanto avrebbe voluto bere qualcosa di vero in quel momento. Un po' di rum, perché no?

La tensione era alle stelle, tutti stavano chiacchierando allegramente, alcuni ballavano, altri semplicemente molleggiavano sui piedi a ritmo di musica. Le ragazze erano brillanti, sfoggiavano il meglio di loro, tra nastri, tacchi, trucco e colore; i ragazzi, non da meno, vestiti di tutto punto, eleganti e ansiosi per la serata.

Il gruppo era ben organizzato, e le canzoni orecchiabili, anche se alcune toccavano delle note abbastanza fuori corda per il solista. Le risate e il chiacchiericcio facevano da sfondo.

Erano ormai le 22:35 passate, e di Emma ancora nessuna traccia.

Killian continuava ad aggirarsi tra la pista, tenendo d'occhio la porta d'ingresso e anche quella sul retro. Non poteva sfuggirgli il di lei ingresso. Aveva anche rifiutato un audace invito a ballare da parte di una ragazzina, che non poteva andare oltre i 16 anni. Troppo piccola! E poi lui aveva ben altro in mente in quel momento.

L'attesa era estenuante. Aveva i nervi a fior di pelle, non riusciva a stare fermo, e le persone stavano cominciando a dargli fastidio. Non potevano essere tutti così felici e allegri mentre lui stava letteralmente morendo dentro. Il suo cuore andava ad un ritmo tale che per poco avrebbe potuto uscirgli dal petto, continuando imperterrito a battere incessantemente.

Il peggio arrivò nel momento in cui vide Regina fare il suo ingresso. Aveva un ampio abito nero, con un corsetto troppo stretto e troppo scollato per i suoi gusti. Anche se, doveva ammettere che Robin aveva scelto proprio bene. Un pensiero peccaminoso lo avrebbe fatto anche lui, in circostanze diverse, se Emma non fosse mai esistita, se non fosse già la ragazza del suo amico e se non fosse così irritante quando parla. Va bene, forse nemmeno in quel caso avrebbe mai potuto pensare a loro due come coppia, forse solo un leggero passatempo, quello sì.

I pensieri di Killian avevano totalmente perso ogni controllo, quell'ansia che lo stava padroneggiando gli stava dando alla testa, il che non faceva altro che peggiorare la situazione. Dov'era Emma? Le ragazze di solito non si danno appuntamento per fare un ingresso trionfale insieme? Possibile che Emma avesse veramente deciso di non presentarsi? Dopo tutto quello che Killian aveva fatto per lei?

Tra un giro di pista e l'altro, aveva tirato le undici e un quarto, e di Emma ancora nessuna traccia. Aveva quasi pensato persino di andare da Regina per chiederle dell'amica, ma l'orgoglio gli aveva impedito di fare quella stupidaggine. Va bene dipendere completamente da lei, ma voleva almeno risparmiarsi l'umiliazione di sembrare completamente disperato, anche se in realtà era il suo esatto stato d'animo in quel momento.

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