Giugno era arrivato, con i suoi colori, la vivacità, i prati verdi e i bambini che cominciano a popolarli in attesa dell'estate alle porte. Tutto sembrava più semplice alla luce del sole, sembrava più allegro e anche i problemi più complessi apparivano più piccoli.
Il medico aveva raccomandato a Killian di camminare almeno per mezz'ora al giorno in modo continuato, in vista di una ripresa più rapida ed efficace: tanto che aveva da fare? Aveva perso l'unica cosa che avrebbe potuto riempire i suoi pomeriggi vuoti. Quella persona con cui condividere quelle passeggiate non c'era, ma cosa ancora più angosciante: non ci sarebbe stata più.Aveva avuto la possibilità di camminare al suo fianco: Emma gli era stata vicino nel momento in cui più aveva bisogno, non si era fermata davanti a niente. Sapeva benissimo qual era il suo obiettivo, ma qual era l'obiettivo di Killian?
Aveva mandato tutto a monte, aveva dato per scontata la presenza di Emma, quando invece doveva solo esserle grato.
Come aveva potuto essere così cieco da non vedere quanto Emma fosse speciale? Si stava innamorando di qualcuno che non avrebbe potuto avere mai più.A dare voce ai suoi pensieri c'era una vetrina: un negozio, all'angolo della via, attirò l'attenzione di Killian. Non lo ricordava nemmeno, probabilmente perché non si era mai interessato degli articoli che vi erano esposti. Si trattava di una sartoria, un negozio di abiti, e che abiti! Quei vestiti principeschi, che ogni ragazza sognerebbe di indossare, in un giorno speciale, per scendere le scale di una location da favola, sottobraccio del proprio cavaliere.
Si trattava proprio di un'atmosfera fiabesca.
La domanda sorse spontanea: come poteva un negozio del genere sopravvivere in una cittadina come Storybrook?
Certo confezionava dei capolavori, ma chi li avrebbe comprati, e per quale evento soprattutto?Tuttavia Killian stava macchinando qualcosa, e venne attirato dagli sfavillanti colori esposti in vetrina, che indossati dai manichini, davano vita a un gioco di sfumature impressionanti. Non poté che entrare:
"Buon pomeriggio giovanotto" - una signora giovane, sulla quarantina lo aveva accolto all'ingresso: si trattava di una donna di bell'aspetto, bionda, occhi azzurri, formosa e con un sorriso che conferì a Killian un'immediata tranquillità. Effettivamente gli ricordava un'altra biondina dalla giacca di pelle rossa.
"Buongiorno"
"Posso aiutarti? Io sono Ingrid, la proprietaria, nonché sarta".
Wow, era eccezionale, come poteva una sola donna lavorare su tutti questi abiti?!
"In realtà..non so nemmeno io che cosa ci faccio qui...ora che ci penso sono entrato senza un vero scopo...scusi il disturbo, la lascio lavorare." - Killian aveva già un piede fuori dalla porta prima che Ingrid lo fermasse.
"Ma nessun disturbo, figurati, la maggior parte dei miei clienti ordina i vestiti senza nemmeno presentarsi. Con l'avvento di internet ormai sempre meno clienti si presentano in negozio." - Aveva un'espressione di rammarico mentre lo diceva, e come darle torto d'altra parte?
Almeno ora Killian aveva risposto alla sua curiosità di sapere come potesse sopravvivere un tale commercio a Storybrook.
Nonostante la velata malinconia, Ingrid riuscì comunque a regalare un nuovo e pacifico sorriso a Killian. Sí, anche Emma aveva lo stesso potere.
"Lei mi ricorda molto una persona.."
"Immagino la stessa ragazza che ti ha spinto a entrare da me" - mentre lo diceva gli fece un occhiolino malizioso.
"Come?"
"Non vendo smoking caro ragazzo! Se sei entrato, è perché ti sei immaginato uno dei miei abiti indosso a qualcuno di speciale. Sbaglio?"Questa donna era riuscito a capire di Killian ciò che Killian stesso non aveva ancora realizzato: in effetti era proprio vero, ora che ci pensava, il fisico di Emma, fasciato tra quelle stoffe lucide e morbide aveva stuzzicato la sua fantasia.
"No, non sbaglia" - era inutile negare l'evidenza, e poi, aveva l'impressione che se le avesse mentito, lei glielo avrebbe letto negli occhi, esattamente come aveva appena fatto."Oh che ragazzo dolce! Allora forza, dimmi come posso esserti d'aiuto, a che cosa hai pensato?"
"Gliel'ho detto, sono capitato per caso qui dentro, non ho pesato a nulla!"
"Allora inizia a dirmi per quale occasione sarebbe questo abito? Così potremo almeno cominciare a capire quale forma dovrà rispettare"
"Settimana prossima ci sarebbe un ballo, il ballo di fine anno. Tra l'altro un ballo in maschera...che sciocchezza!"
"Ma no!! È così intrigante! Una ballo, perfetto, abbiamo tante cose su cui lavorare allora, hai proprio l'imbarazzo della scelta! Dimmi ora come vorresti vederla?"
"Beh...lei è già stupenda così com'è, non saprei.."
"Così non sei molto d'aiuto, sembri solo cotto a puntino!" - disse ridendo. "Facciamo così: se dovessi immaginarla mentre fa il suo ingresso in sala, come la vedresti?"
Killian si fermò a pensare, questo gioco stava cominciando a piacergli, gli dava come l'illusione che per lui ci fosse ancora una speranza: si immaginava di andare a prenderla a casa, alle 8, puntuale. L'avrebbero accolto i suoi genitori, mentre la sua Emma sarebbe stata ancora in camera sua per gli ultimi ritocchi, che potessero renderla impeccabile e bellissima per lui. Poi, con il cuore a mille, se la immaginava scendere le scale che portano al soggiorno, lentamente, lui si sarebbe alzato dal divano sul quale lo avrebbero fatto accomodare durante l'attesa, si sarebbe avvicinato alle scale per ammirarla in tutto il suo splendore. L'unico rumore a fare da sottofondo sarebbe stato il fruscio dell'abito lungo di lei...improvvisamente le parole vennero da sè: "un abito lungo, con una gonna ampia, in modo che possa girare insieme a lei mentre danza seguendo i miei passi. La vita stretta, per mettere in evidenza la sua forma flessuosa; uno scollo fine, perché non voglio che tutti la guardino, lei dovrà essere solo mia quella sera! Preferisco un'ampio scollo sulla schiena, adoro quella parte del suo corpo, e vorrei poter sentire la morbidezza della sua pelle sotto le mie dita mentre la faccio volteggiare. Non voglio delle maniche lunghe, piuttosto qualcosa che si leghi dietro al collo." - gli occhi di Killian erano sognanti durante la descrizione, era come in uno stato di trans, e per Ingrid era un piacere starlo a sentire. In quelle parole traspariva tutta l'ammirazione, la devozione e l'amore che quel ragazzo, che aveva davanti, provava per la propria ragazza. Con un piccolo dettaglio di cui era all'oscuro: non stava parlando della sua ragazza."Manca la cosa più importante: di che colore lo vuoi?"
"Questo è facile! Rosso. Me la immagino con un vestito lungo e rosso, così come mi immagino che quella sera anche le sue labbra saranno dello stesso colore."
"Si dovrei avere quello che fa al caso tuo allora.."
"Non c'è bisogno che lei cerchi, io ho già scelto! Voglio quello" - Killian stava indicando il primo abito che si trovava appeso alla lunga serie vicino all'entrata. Era perfetto, rispettava ogni caratteristica, e sembrava essere stato fatto apposta per essere indossato da Emma.
"Lo prendo"
"Beh questo abito costa parecchio! Sicuro di volere proprio questo?"
"Non mi importa, lo pagherò, ma quella sera deve avere quell'abito, merita di essere indossato da lei, e solo lei può rendergli giustizia"
"Va bene, allora te lo preparo subito. La tua ragazza è proprio fortunata!"
"Beh..non è la mia ragazza..purtroppo. Questo ballo probabilmente sarà un addio."A quell'affermazione Ingrid era rimasta impietrita. Come poteva fare tutto questo per un addio?!
"Come sarebbe?"
"È complicato, il succo della cosa è che l'ho persa, probabilmente per sempre. Ma sono dell'idea che la nostra storia meriti una chiusura con i fiocchi, voglio ricordarla con quel vestito. E voglio renderla una principessa per una serata, prima che lei decida di chiudere per sempre."
"Cosa ti fa pensare che accetterà il tuo invito? A quanto mi sembra di capire non vuole più saperne di te, con tutto il rispetto, ma...sei un po' presuntuoso"
"Non ho ancora definito tutti i dettagli della serata in realtà. Non mi aspetto che venga al ballo con me...ci devo ancora pensare"
"Sei un ragazzo curioso sai?" - "Lo prendo come un complimento".Dopo la risata di Killian, seguita da quella di Ingrid, la conversazione si chiuse, tra i pensieri contorti dell'uno e l'espressione basita dell'altra.
Una volta che l'abito fu pronto per essere consegnato alla destinataria, Killian lasciò il negozio.Ingrid aveva ragione ad averlo definito presuntuoso, tuttavia era convinto che entrambi meritavano un'ultimissima possibilità insieme. Se Emma non avesse accettato quell'abito, non sono avrebbe perso l'occasione di sembrare una dea, ma avrebbe anche voltato le spalle al sentimento che Killian sapeva esserci ancora dentro di lei. Era su questo che si basava la sua presunzione, sui sentimenti che Emma nutriva ancora per Killian. E in cuor suo, sapeva che non lo avrebbe deluso.
***
Eccomiii, non sono sparita, lo giuro! Ormai, mi duole dirlo, ma stiamo arrivando alla fine. Spero che questo capitolo di "transizione", chiamiamolo così, vi sia piaciuto. Io amo Killian alla follia, detto tra parentesi *.*
Detto ciò tanti auguri, spero che la befana vi abbia portato tanti dolci, e se vorrete fare un regalo anche alla befana qui presente, lasciate una stellina se il capitolo vi è piaciuto e anche i commenti sono sempre apprezzati <3
Cronicamente ritardataria vostra <3 a prestoooo
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We are (im)possible
RomanceEmma Swan e Killian Jones. Elisabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy. Epoca diversa, età diverse, circostanze diverse; ma allo stesso tempo, stessi sentimenti, stesse divergenze e stesso coinvolgimento. Difficoltà, passione, amicizia, romanticismo, dr...