"Emma.."
Il viso di lei era un miscuglio di espressioni. Di questo Killian si era accorto più volte: Emma aveva una capacità espressiva notevole, era in grado di manifestare allo stesso tempo stupore, malinconia e delusione allo stesso tempo.
"Killian!"
Il silenzio imbarazzante caló all'istante, Emma cominciò a guardarsi attorno, alla ricerca di chissà che cosa; prese velocemente un libro senza nemmeno guardarne il titolo, e in maniera alquanto goffa fece per andarsene.
Dio quanto era bella anche in quel momento, con quel leggero colore rosato a colorarle le guance. Killian era come in trance: piano piano stava cominciando a ricordare, e ogni ricordo riguardasse Emma era una scossa unica. Come aveva potuto dimenticare quelle emozioni? Non era umanamente possibile, eppure ci era riuscito. Era ancora reduce da quel bacio, che al solo pensiero gli aveva fatto mancare il fiato, e trovarsi l'oggetto del desiderio proibito davanti, non poteva che essere un segno del destino.Non poteva vedere Emma in quello stato. Era stato uno sciocco a poter pensare di escluderla completamente dalla sua vita! Lei ne era parte integrante, anzi, negli ultimi mesi era diventata forse la parte più importante.
Non ci pensò due volte, la seguì."Ha trovato la collocazione del libro?"
- Killian era fin troppo occupato a pensare ad Emma per capire quello che gli era appena stato chiesto.
"Come?" - "Orgoglio e Pregiudizio, ha trovato il posto giusto?" - "Oh, mm..sì, credo di sì"
"Ottimo, e non ha preso nulla di nuovo?"
"Mi scusi signora Darling, ora sono di fretta, tornerò un'altra volta." - detto ciò, liquidata velocemente la bibliotecaria fin troppo insistente, per i suoi gusti, imboccò il corridoio.
Per fortuna era deserto, tuttavia, nemmeno la mancanza di persone gli permise di individuare Emma al primo colpo. Sembrava essersi volatilizzata nel nulla.
Svoltò l'angolo più vicino, ed eccola: stava camminando velocemente rasente il muro, probabilmente cercando di mettere più spazio possibile tra lei e Killian.Non ci mise molto a raggiungerla. Nel momento in cui le prese la mano per fermarla, Killian si rese conto di non sapere nemmeno che cosa dire: era stato così istintivo e naturale, non voleva che lei se ne andasse da lui, e altrettanto naturalmente aveva fatto in modo che ciò non avvenisse. Tanto meno con quella malinconia e delusione negli occhi: eppure non riusciva a dirle nemmeno una parola.
Lei gli stava rivolgendo esattamente lo stesso sguardo di poco prima, ferito: uno squarcio profondo che le aveva toccato il cuore, come se qualcosa si fosse rotto.
L'unica cosa che Killian riuscì a fare fu semplicemente quella di avvicinarsi, prenderle il viso tra le mani, asciugarle quell'unica lacrima che le stava percorrendo la guancia. Salata, e dolce allo stesso tempo era la pelle di lei, sotto il tocco lieve delle labbra di Killian.Una lacrima che era stato lui a farle versare, e chissà di quante altre era stato responsabile: si sentiva in dovere di asciugarle almeno quella, per poi avvicinarsi, lentamente, alle sue labbra.
Lei guardava e bramava quelle di lui, tanto quanto Killian era rimasto in fissa, colto alla sprovvista, ed estasiato da quanto quella bocca rossa e carnosa, incredibilmente sconvolto da come fosse per lui come una calamita.Questa volta era Emma quella combattuta: "ti prego..non lo fare" - furono le parole di Emma, sussurrate debolmente.
Mentre un'altra lacrima scendeva, Killian premette le sue labbra su quelle di lei, inconsapevole di quella che era stata la sua flebile richiesta. Fu un bacio casto, nulla di più semplice e più bello. Diverso da tutti gli altri che c'erano stati: questa volta sembrava che ci fosse un collegamento, sembrava che i sentimenti di entrambi fossero sulla stessa lunghezza.Da quel contatto riaffiorarono tutti i sentimenti che Killian aveva provato per Emma. Tutto ciò che provava ancora, che era stato seppellito e messo a dura prova dal suo orgoglio.
Nonostante tutto, Emma mantenne l'autocontrollo che le era sempre mancato quando si trattava di Killian. Non riuscì a lasciarsi andare, era troppo ferita da tutti i suoi comportamenti, troppo stanca di soffrire. Aveva giurato a se stessa che non si sarebbe più fatta del male in quel modo, e questa volta mantenne fede al giuramento.
Abbassò il volto, cercando aria, e allo stesso tempo spazio: "ti prego non farlo!"
"Che cosa?"
"Questo!"
"Perché?"
"Killian, non farlo!"
"Emma, hai sempre avuto ragione. Ora ho capito, sono stato un'idiota, non avrei dovuto trattarti nel modo in cui ho fatto. Perdonami!"
Le loro fronti erano a contatto, Emma continuava a tenere lo sguardo basso: non poteva permettersi di guardarlo negli occhi senza provare una fitta al ventre. Allo stesso tempo, non poteva nemmeno guardarlo senza provare l'ardente desiderio di credere alle sue parole, per perdersi ancora una volta in quell'azzurro che erano i suoi occhi, e quelle forti emozioni che solo lui le sapeva regalare. E il fatto che il suo cuore battesse ad un ritmo anormale e accelerato, come con nessuno le era capitato, ne erano un'altra prova."Non posso!"
"Perché non puoi?" - le carezze di lui sul suo viso non facevano altro che rendere ulteriormente difficile quello che stava per dire.
"Killian no, è già successo, più di una volta. Non posso credere a quello che stai dicendo. Non appena qualcosa non andrà come avevi previsto, ti rimangerai tutto quanto, e sarò io a dover raccogliere i cocci di quello che tu hai rotto"
"Emma, non voglio farti del male, lo giuro su tutto quello che ho"
"Non fare promesse che non puoi mantenere!"
"Perché credi che non la manterrò?"
"Hai ricordato tutto?"
"Quanto basta per capire che non posso permettere di lasciarti andare via"
"Smettila!! Per favore! Non dire più queste cose. Noi non possiamo stare insieme, tu non lo vuoi, è questo il problema! Ci sono passata troppe volte! I tuoi umori altalenanti, io non ce la faccio a starti dietro. Questa volta mi hai ferito troppo in profondità per poter pensare di rimettere tutto a posto con un bacio!"Mentre le sue parole la uccidevano dentro, il corpo di Emma non faceva che urlare esattamente l'opposto. Era stupefacente come il corpo di lei potesse aderire e completare il corpo di lui.
Killian le sollevò ancora una volta il viso, e senza aggiungere altro, tornò al suo gioco di sguardi, richiedendo accesso alle sue labbra.
La stessa dolcezza di poco prima portò l'autocontrollo di Emma a vacillare, per un momento: un breve momento in cui poté di nuovo assaporare il sapore del suo Killian, lasciare che fosse lui a condurre il gioco.
Per sua fortuna si trovava già appoggiata al muro, altrimenti avrebbe ceduto sulle sue stesse gambe, in seguito a quel bacio, che diventava sempre più profondo.Un attimo. Fu solo questo il tempo che concesse a se stessa, per dire addio a quelle emozioni.
Di nuovo abbassò la testa, l'appoggiò sul petto di lui, inebriandosi del suo profumo, per imprimere bene nella mente anche quella sensazione. Gli stava tenendo stretti i lembi della giacca di pelle nera, espressione della forza che moralmente stava mettendo in quell'atto di resistenza.
"Non mi farai più del male, perché non te lo permetterò."Emma si sottrasse a quell'abbraccio, con un po' di sforzo riuscì a riprendere l'equilibrio e a rimettersi sui propri passi. Non incontrò più lo sguardo di Killian, e fece per andarsene, di fronte ad un Killian impotente.
Non poteva biasimarla per questo rifiuto, non poteva pretendere che lei fosse sempre pronta ad accoglierlo a braccia aperte. Era chiaro che ci fosse una lotta interiore in atto, ma non poteva e non voleva che fosse la parte irrazionale di lei a vincere. Quella parte che la spingeva verso di lui.
In fondo aveva ragione, lui l'avrebbe ferita di nuovo, come aveva già fatto, e chissà quali altre cose le aveva fatto che ancora non ricordava. Non sapeva ancora a che cosa aveva rinunciato, ma non poteva essere così egoista da permettere che lei piangesse di nuovo per lui. Non lo meritava. E lui non si sentiva abbastanza forte da reggere il peso di quella colpa: non si sarebbe mai perdonato il fatto di averla fatta soffrire, sapendo a priori che sarebbe successo.Aveva ragione anche su un altro punto, doveva fermarsi, non poteva comportarsi così. Non poteva spingersi oltre. Doveva lasciarla andare, questa volta era lei la cosa più importante.
La questione non riguardava lui, non importava quanto Killian fosse confuso dalla presenza di Emma, quanto il mondo fosse imprevedibile al suo fianco, quanto tutto fosse più bello di fianco a lei o come fosse il mondo guardato attraverso i suoi occhi. Questa volta prima ancora di quello che Killian provava, veniva Emma.
Killian ancora non se ne era reso conto, ma per la prima volta nella sua vita, aveva fatto un vero atto d'amore: aveva messo il bene della persona amata davanti al proprio.***
Mi sono impegnata molto per questo capitolo, volevo rendere al meglio la lotta interiore di Emma, come anche la dolcezza di un Killian innamorato. È forse uno dei capitoli che più mi piace, adoro questo momento così intimo e carico tra i nostri due amati protagonisti! Spero che vi sia arrivato tutto questo.
Colgo l'occasione anche per farvi gli auguri di Natale, e questo è il mio piccolo regalo per voi <3 <3
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We are (im)possible
RomanceEmma Swan e Killian Jones. Elisabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy. Epoca diversa, età diverse, circostanze diverse; ma allo stesso tempo, stessi sentimenti, stesse divergenze e stesso coinvolgimento. Difficoltà, passione, amicizia, romanticismo, dr...