Un errore

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[Questo capitolo contiene scene esplicite]

Killian rimase molto sorpreso dalla reazione di Emma, non solo per come era scappata, ma anche per l'iniziale risposta al bacio. Sembrava che non aspettasse altro, quando non aveva mai pensato che uno come lui potesse piacerle. Rimase fermo in mezzo al palco, dove Emma lo aveva lasciato correndo, cercando di realizzare quanto appena successo. Aveva baciato Emma, ed era stata una sensazione bellissima, che non provava da tanto tempo; o che forse non aveva mai provato.

Poi lei era scappata. Come avrebbe dovuto interpretare un gesto del genere? Quali erano i dubbi che l'attanagliavano? Cosa la frenava così tanto da non permetterle di lasciarsi andare con lui? Killian credeva di aver fatto le cose per bene questa volta, era stato gentile, paziente con lei e l'aveva fatta sentire l'unica donna sulla faccia della Terra. Non riusciva a capire cosa avesse sbagliato. Certo, c'era da contare il fatto che Emma non era esattamente single, ma non gli sembrava un limite insormontabile, a maggior ragione per il fatto che le cose tra i due non andavano granché bene. O almeno questo era quello che Emma gli aveva confidato, e a giudicare dalla voglia che aveva messo in quel bacio, non poteva che darle ragione. Sembrava davvero in cerca di attenzioni, calore e affetto...e passione. Killian avrebbe potuto darle tutto questo se lei glielo avesse permesso.

Killian stava per andarsene, spegnere le casse, il computer e togliere la musica quando sentì un rumore: Emma stava tornando. Sembrava aver pianto, parecchio, ma stava tornando da lui. Killian rimase fermo, nuovamente stupito; questa ragazza era una continua sorpresa per lui! E non è da tutti, il che per Killian è da considerare un vero pregio, dato che è sempre in cerca di qualcosa di nuovo. Cerca di tenere il più lontano possibile la noia, ed Emma sembrava riuscire nell'intento alla perfezione.
Emma si avvicinò sempre di più, finché arrivo guardandolo negli occhi e lo baciò.

Ancora un bacio intenso, voluto, carico di passione ancora una volta; sembrava un déjà vu, ma questa volta non si fermarono. Questa volta Killian prese Emma tra le braccia, la strinse, si guardarono e continuarono. Si avvicinarono a quello che era stato allestito come il divano di casa Bennet, e vi fece sdraiare Emma, il tutto senza smettere di baciarsi. Killian era letteralmente sopra di lei, e si stavano avvicinando al punto di non ritorno. Non che a Killian importasse più di tanto, perché sapeva cosa voleva, ma le chiese comunque se fosse sicura di quello che stava facendo: "Non farmi domande, ti prego, so che me ne pentirò, ma al momento è quello che voglio" fu la risposta di Emma.

Killian si tolse la maglia, mostrando il suo torace muscoloso e il petto villoso che ad Emma piaceva tanto. Lei non lo sapeva, ma l'aveva vista mentre sbirciava l'allenamento del giorno precedente. Killian prese a quel punto le braccia di Emma e gliele fermò sopra la testa, in modo da bloccarle su divano. Doveva essere lui a comandare: continuò a baciarla, poi passò a baciarle il collo, poi una spalla e sul torace, lateralmente, finché non trovò la zip del vestito, che a quel punto apri con la bocca tenendo in gancio tra i denti mentre lo faceva scorrere. In tutto ciò Emma era immersa nell'eccitazione del momento, l'adrenalina e il sudore, le lacrime ormai asciugate sulle sue guance; tutto non faceva che aumentare il desiderio di quello che sarebbe avvenuto di lì a qualche istante.

Killian continuò a spogliarla, mentre, una volta liberatele le braccia, lei spogliava lui. Ancora un'ultima conferma prima che tutto procedesse naturalmente "Em.." - "Non parlare". Fu così che Killian la prese, e cominciarono a muoversi l'uno seguendo il ritmo dell'altro, finché non ci fu un'armonia completa di piacere. Killian finalmente potè giocare con i lunghi capelli biondi, mentre lei gli graffiava la schiena scaricando quel poco di forza che le era rimasta. I loro respiri accelerarono all'unisono, finché entrambi non cominciarono ad ansimare, eccitati e immersi totalmente nell'atto, che culminò poco dopo, con estrema soddisfazione.

"Come ti senti?" Chiese Killian, sdraiato di fianco ad Emma quando tutto finì. Si stavano guardando negli occhi da minuti, e qualcuno avrebbe dovuto fare la prima mossa. "Non lo so, è successo tutto così in fretta..bene, ma allo stesso tempo male. Cosa dirò ad August?" - "Hai fatto quello che ti sentivi, è giusto così, e se non vuoi non sei obbligata a dirglielo." - "Che vorresti dire?"
"Che non ricapiterà, quindi possiamo benissimo tenercelo per noi, senza che nessuno lo venga a sapere" .

Emma rimase scioccata dall'affermazione di Killian: era appena andata contro ogni suo principio pur di cogliere il momento con lui. Non l'avrebbe mai fatto sapendo che questo sarebbe stato il risultato! Lei pensava che Killian ricambiasse quello che provava. Emma si stava innamorando di lui. Per cui si alzò, si riversati velocemente e gli chiese: "Killian cosa sono io per te?"
Killian non sapeva cosa rispondere così disse semplicemente: "e io cosa sono per te? Il tuo amante?" - "No!! Assolutamente no! Sai benissimo che ho dei princìpi. Non farei mai una cosa del genere se non per.." - "Oh certo, prima erano molto chiari i tuoi pincìpi! Ti ricordo che sei stata tu a tornare indietro, io non ti ho inseguita, ho rispettato la tua scelta, non ti ho costretta a fare nulla. Uscendo da quella porta e poi rientrando eri ben consapevole di che cosa sarebbe successo! Non dare la colpa a me, da come ne parli sembra che sia il tuo corruttore!" Senza accorgersene Killian aveva alzato il tono di voce, e se ne rese conto quando la risposta arrivò solo dopo un breve silenzio: "Hai ragione, è stato un errore! Dimentichiamo e basta! Non succederà più, non so come ho potuto anche solo pensare...arr!" - "Pensare cosa?"
Senza nemmeno rispondere Emma se ne andò, ma questa volta Killian non rimase in silenzio: "Sei davvero brava ad andartene quando le cose si fanno complicate! Però questa volta non tornare!"

Emma chiuse la porta alle sue spalle e non si voltò indietro. Capì di essere stata una completa stupida a fidarsi di lui. Non avrebbe più commesso un errore simile.

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