"Mi stai davvero offrendo un passaggio per casa?"
"Chi ha detto che voglio portarti a casa?"Emma era molto allettata da quella risposta, moriva dalla voglia di sapere dove Killian avrebbe voluto portarla. Se non fosse stato per il fatto che quella sera avrebbe dovuto badare a Neal, quasi sicuramente sarebbe salita su quella macchina. E per la trecentesima volta sarebbe anche andata contro ogni suo buon proposito. Quel ragazzo la faceva andare fuori di testa come nessun altro aveva mai fatto. Oh, poi c'era anche il fatto che Graham l'avrebbe raggiunta a casa quella sera, per cui no, non poteva assolutamente salire su quell'auto.
"Non ci penso nemmeno a salire in macchina con te!" - mentì, spudoratamente, dato che aveva già considerato tutti i pro e contro. I contro superavano nettamente l'unico pro: sarebbe stata con Killian...un pro, che in un'altra occasione sarebbe sicuramente bastato. Tuttavia in quel momento doveva contenere i danni, e cercare di sembrare il più disinvolta possibile, dal momento che era ancora arrabbiata con lui. Arrabbiata, certo, ma non sapeva più nemmeno lei per cosa precisamente. L'incoerenza regnava sovrana.
Emma continuò a camminare lungo lo stretto marciapiede, all'ombra degli alberi che si trovavano a ridosso della strada, anche se ormai l'ombra stava decisamente avendo la meglio sugli ultimi raggi solari, che ancora riuscivano a filtrare dal tramonto. Per fortuna era una giornata serena, altrimenti, se avesse piovuto, non avrebbe più avuto scuse per rifiutare il passaggio di Killian. Come era successo quella volta dopo le prove in teatro tempo fa. Sembrava fosse passata un'eternità.
Dopo circa due minuti di strada, fatta interamente in silenzio, con Killian che ancora si ostinava a starle a fianco, tamburellando le dita sul volante e lasciando penzolare l'altra fuori dal finestrino, costringendo la sua vettura a procedere ad una velocità di circa 2 Km/h, Emma si fermò. "Hai intenzione di seguirmi fino a casa?"
"Era questa l'idea, sì"
"E cosa ti fa pensare che io voglia fare la strada con te? Anzi, il fatto che io non voglia salire in macchina indica molto chiaramente quanto io non voglia la tua compagnia"
"No, il fatto che tu non voglia salire in macchina conferma solamente quanto tu sia testarda e non voglia ammettere che invece vorresti venire con me." - Ma come faceva a conoscere così bene Emma?
"Sono sempre io, il bambino con cui giocavi da piccola! E oggi come allora, ho il potere di interpretare i tuoi pensieri guardandoti solamente"
"Avremo avuto al massimo sei anni, come potevi capirmi? E comunque non ci riesci nemmeno adesso"
"Oh, ti capivo eccome! Se non ricordo male, quando era morto il tuo cricetino...Timmy se non sbaglio, ti rifugiasti sulla casa sull'albero. Non c'è stato bisogno di farti dire quello che era successo, perché già avevo capito che tutto quello di cui avevi bisogno era un abbraccio. E che cosa feci io?" - Come faceva a ricordarsi quella storia in maniera così vivida? Persino Emma se ne era dimenticata.
"Mi abbracciasti"
"Visto?! Ti conosco Swan, anche se non lo vuoi ammettere, sai che è così"Nel tempo di quella conversazione, già si intravedeva la casa di Emma, oltre la curva.
"E ora perché mi avresti accompagnato fino a casa in questo modo?"
"Perché non sei voluta salire in macchina"
"No, intendo perché vi tenevi così tanto ad accompagnarmi"
"Oh, così mi ferisci! Sai quanto io tenga a te! Non potrei mai permettere che ti succeda qualcosa nel tragitto casa-scuola, sapendo che hai tardato nel tornare proprio per aspettare me"Beccata, di nuovo. E poi cosa intendeva con la frase "Sai quanto io tenga a te", no, Emma non lo sapeva.
"Chi ti dice che stessi aspettando te?"
"Ti conosco, ricordi? Sei rimasta in palestra quando tutti erano usciti, ero io l'ultimo. O aspettavi me, o il mio coach...oddio, dimmi che non hai una tresca anche con lui! Mi sentirei tradito"
Emma non riusciva a capire di che cosa stesse parlando. Era tornato il solito insolente Hook, ma perché rimarcare così in maniera sarcastica quello che c'era stato tra loro due. Questo sì che la feriva.
"Finiscila, voglio tornarmene solo a casa"
"Se tu avessi accettato il mio passaggio ci saresti già. Non incolparmi di questo. Anzi dovresti ringraziarmi che ho trovato il modo di accompagnarti comunque"
Dopo un attimo di silenzio, quando ormai avevano raggiunto il piccolo giardino che fronteggiava la casa di Emma, aggiunse: "non vorrei mai deludere Graham permettendo che ti succeda qualcosa che possa far saltare i vostri piani per la serata"
Ecco allora dove voleva andare a parare! ERA GELOSO.
Il piano di Emma allora aveva funzionato. A scoppio ritardato, ma aveva funzionato.
"Beh, ora sono a casa" disse Emma, senza riuscire a nascondere un sorriso, che a Killian non sfuggì.
"Lo vedo, e se basta nominare Graham per farti tornare il sorriso, potevi dirmelo subito, almeno non avrei fatto la strada di fianco ad una con il broncio" - sì, era proprio geloso, ed era anche stupido. Come faceva a non capire che quel sorriso con Graham non aveva nulla a che fare?!
"Grazie" - disse - "per avermi accompagnata"
Dopotutto era contenta che lo avesse fatto, altrimenti non avrebbe mai confermato il fatto che proprio il ragazzo che aveva davanti provava qualcosa per lei.
"Non c'è di che. Saluta Graham da parte mia"
"Lo farò" - cercò di provocarlo ancora un pochino. Era divertente vedere come aggrottava le sopracciglia quando era contrariato.
"E tu salutami Zelena"
"Che c'entra ora Zelena?!"
"È con lei che andrai al ballo no?" - ora la situazione le stava sfuggendo di mano. Perché glielo stava chiedendo, quando sapeva già quale sarebbe stata la risposta? O no?
"Emma? Sei tu?" - Era Mary Margaret, che doveva aver sentito dei rumori fuori dalla porta di casa, e per questo si era affacciata a vedere cosa stesse succedendo.
"Sì, arrivo mamma" sì girò Emma per risponderle.
Killian non le diede nemmeno una risposta, spinse il piede sull'acceleratore e lasciò quella domanda in sospeso, ed Emma sulla soglia di casa. L'unica cosa che fece per chiudere la conversazione, bruscamente interrotta dalla madre di Emma, fu esporre una mano fuori dal finestrino, che era stato abbassato per tutto il tempo del tragitto scuola-casa, per salutarla.
***
Hey theeere :D ho appena finito di scrivere questo capitolo, e vi confesso che anche io non so come andranno le cose. Sono stata presa d'ispirazione per scriverlo, spero che sia piaciuto a voi tanto quanto è piaciuto a me scriverlo <3
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We are (im)possible
RomanceEmma Swan e Killian Jones. Elisabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy. Epoca diversa, età diverse, circostanze diverse; ma allo stesso tempo, stessi sentimenti, stesse divergenze e stesso coinvolgimento. Difficoltà, passione, amicizia, romanticismo, dr...