Addio

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Il primo passo prevedeva un chiarimento con August, o meglio, Emma aveva bisogno di parlare francamente con lui, per chiudere definitivamente la loro storia. Era diventato un enorme peso nascondere i suoi veri sentimenti per Killian, e non poteva più permettersi di omettere nulla con il suo (futuro ex-) fidanzato. Inoltre quel passo le serviva per capire che cosa provasse effettivamente sia per August sia per Killian: le possibilità erano due, o quanto successo era stato semplicemente frutto del raffreddamento del rapporto con il suo ragazzo oppure davvero si stava innamorando di Killian, e a quel punto August era di troppo.
Nonostante questa fosse una decisione presa, per Emma era davvero molto difficile, August gli era stato accanto per molto tempo, prima come amico e poi come fidanzato, gli voleva ancora bene. Non era più ovviamente come prima, il lato passionale della loro storia si era affievolito fino a spegnersi, era subentrato quasi un amore fraterno. Era questo a rendere quel passo così difficile. L'idea di perderlo non le piaceva affatto, erano molto simili, quel genere di rapporto genuino che si instaura quando si sta molto bene con una persona e che regala una totale pace dei sensi. Tuttavia Emma sapeva di averlo ferito, anche se effettivamente August non ne era ancora al corrente, e anche il pensiero che lo avrebbe fatto stare male contribuì in quei giorni intensi a farla stare peggio. Sapeva che una volta raccontata tutta la verità non sarebbe più potuta tornare indietro, e per quanto lei non volesse perderlo come persona la decisione a quel punto non sarebbe più spettata a lei: era August a dover decidere se sarebbe mai stato in grado di perdonarla, e nonostante Emma lo conoscesse abbastanza bene, comunque non sapeva quale sarebbe potuto essere l'esito di quella confessione.

E poi c'era Killian: due poli, completamente opposto a lei - e di conseguenza ad August - sia esteticamente che caratterialmente, non a caso si erano sempre scontati per ogni minima cosa. Eppure quando Killian la guardava tutto sembrava sparire: nulla aveva più senso, tutto sembrava andare bene e quello sguardo la faceva sentire la ragazza più bella del mondo. Non aveva mai provato nulla di simile, il che andava ben oltre le farfalle nello stomaco.
Emma era ancora ferma al suo intervento di sabato sera, nonostante fosse passata quasi una settimana da allora, non era ancora arrivata a capire che cosa avesse spinto Killian ad allontanare così brutalmente August da lei. In realtà non sapeva nemmeno che cosa provasse Killian per lei; non riusciva a capire nemmeno questo, tutto era così nuovo...e complicato. Aveva persino preso in considerazione l'opzione della gelosia, ma l'aveva subito scartata, perché nonostante quello che c'era stato tra loro due, non aveva ancora nessun motivo per poter essere geloso, anche perché non stavano insieme. Questo faceva parte del secondo passo: parlare con Killian.

Non aveva più rivisto Killian da quel famoso mercoledì, sabato sera a parte, quando aveva incrociato il suo sguardo in quell'attimo di furore, e che nuovamente l'aveva smossa e le aveva fatto mettere di nuovo tutto in discussione. Sì dovevano parlare, a sarebbe avvenuto solamente dopo il chiarimento con August. Il vero motivo per cui Emma cercava di rimandare la conversazione comprendeva anche il fatto che aveva paura di quello che avrebbe potuto dirle Killian, d'altra parte l'ultima volta che avevano parlato lui le aveva detto che tutto sarebbe rimasto segreto, come se quello che era appena avvenuto non fosse di alcun peso e importanza per lui.

Venerdì mattina, Emma prese coraggio e decise di fissare un appuntamento con August per quello stesso pomeriggio: "Ciao, ascolta avrei bisogno di parlarti, ci possiamo incontrare oggi pomeriggio al parco vicino a casa mia?". No, era un messaggio troppo ambiguo, chissà che cosa avrebbe pensato; sicuramente avrebbe immaginato che l'argomento in questione fosse il suo rifiuto di sabato sera, anche perché non aveva più rivisto nemmeno August da allora, dato che era stato proprio lui ad evitarla. Così cambiò il testo del messaggio con un semplice: "Ci vediamo alla nostra panchina al parco oggi?". Sì, così andava molto meglio, premette invio e aspettò la risposta, che non tardò ad arrivare. "Verso le 15 mi farò trovare lì. A dopo".

Era un pomeriggio di metà marzo, quindi quasi primaverile, c'era una leggera brezza, ma il sole cominciava a essere caldo, ed era piacevole sentirlo sulla pelle, e lasciarsi scompigliare i capelli da quel debole venticello. Emma diversamente da quanto accadeva di solito arrivò in anticipo all'appuntamento: quella panchina, sotto un enorme acero che la teneva sempre all'ombra, se non fosse per delle infiltrazioni tra le foglie, che permettevano che venisse colpita dai raggi del sole caldo, era uno dei luoghi preferiti di Emma, insieme alla casetta sulla spiaggia. Lì Emma ed August si diedero il primo bacio in una tiepida serata estiva; lei se lo ricordava molto bene, e provò un moto di nostalgia ricordando quanto era stato bello e tutte le sensazione provate. I ricordi furono interrotti quando vide arrivare August.

"Ciao, scusami, sono in ritardo?" - "Ciao, no tranquillo, stranamente, sono io in anticipo". August fece un timido sorriso, perché nonostante fosse davvero insolito come evento, e in una situazione normale si sarebbe messo a ridere ampiamente, in quel momento sembrò teso, come se sapesse quello che Emma gli voleva dire, così cercò di prendere in mano la situazione: "Dobbiamo parlare vero?" - "Direi che ultimamente le cose sono un po' cambiate tra di noi, non ti sembra?", August si sedette sulla panchina e fissò il parco che aveva davanti prima di annuire. "Credimi quello che sto per dirti è difficile per me, quanto è difficile per te ascol.." - "C'entra quel Jones vero?" la interruppe, ed Emma non se l'aspettava tanta audacia in un confronto così diretto. "Sei diversa da quando hai cominciato a lavorare a quel progetto teatrale, da quando hai cominciato a frequentare lui. Io ho ammesso che le cose tra di noi ultimamente non funzionano, ti prego non mentirmi e abbi il coraggio di ammettere che ho ragione" - "E' complicato." - "No Em, non è complicato. Ho visto come ti sei allontanata. Sabato sera speravo che volessi andartene per passare il resto della serata soli noi due, dato che è un po' di tempo che non lo facciamo. Invece passo io per il pervertito della situazione e indovina un po' chi salta fuori? Per cui no, non è complicato, abbi almeno l'onestà di dirmi che tra di voi c'è qualcosa". Emma aveva le lacrime agli occhi, aveva ragione, e chiaramente provava del rancore nei suoi confronti, proprio quello che Emma sperava di evitare. "Mi dispiace davvero molto! - seguì qualche secondo di pausa, per permettere ad Emma di soffocare i singhiozzi e continuare la conversazione - devo ammettere che c'è stato qualcosa di più di un bacio.." - "Ci sei andata a letto?" Emma non si aspettava nemmeno quella seconda domanda così diretta: "Non voglio mentirti, perché meriti verità, quindi...sì, è successo...solo una volta. Ed è stato un errore" - "Quindi merito la verità, ma merito anche di essere tradito?" - "Non fare così, ti prego. Sai che non è quello che intendevo" - "Così come? Credi che sia facile stare qui? Sono così deluso...e arrabbiato! Vorrei prendere quel ragazzo a calci! Credo di non riuscire a stare qui ancora a guardarti in faccia! Prima quando ti guardavo negli occhi riuscivo sempre a capire che cosa ti passasse per la testa, ma ora vedo una persona completamente diversa...e non mi piace quello che vedo".

August a quel punto si alzò, le diede le spalle, nonostante lei avesse provato a trattenerlo, e se ne andò. Emma voleva fargli capire quanto fosse dispiaciuta, aveva cercato di dirgli che non avrebbe voluto che finisse in quel modo, ma fu tutto inutile, e chi poteva biasimarlo? Emma decise così di lasciarlo andare, doveva dargli il suo spazio. Forse avrebbero potuto metterci una pietra sopra, con il tempo, e una volta sbollita la rabbia forse sarebbe stato a sentirla, ma di certo non sarebbe stato quello il giorno. Fu in quel momento, tra le lacrime e i singhiozzi, che Emma capì di averlo perso per sempre.

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