Ricordi

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Arrivò anche il primo giorno di prove, tutti non stavano più nella pelle, volevano cominciare al più presto. C'era molto lavoro da fare: pensare ai costumi, alle scenografie, alle battute da preparare, alle intese da creare tra attori, e poi provare e riprovare finché tutto non fosse stato all'altezza dei canoni della Signora Gold. O quanto meno si aggirasse intorno alla perfezione.

Erano tutti lì...tutti tranne Killian. Emma aveva timore che non si sarebbe presentato, e nonostante dovesse esserne speranzosa, non lo era. Avrebbe voluto che lui fosse lì.

Quando la Signora Gold cominciò a parlare di tutte le disposizioni, assegnando i vari compiti, Emma non fece altro che fissare la porta, aspettando che si aprisse.
Dopo pochi minuti, che ad Emma sembrarono ore, quella porta si aprì.
Non fu Killian a entrare: era solamente Robin, il che rese Regina molto più attenta.

Era passata ormai mezz'ora, e Killian ancora non si era presentato, e, mentre tutti si erano già messi al lavoro, la sua assenza spinse Emma a chiedere spiegazioni alla Signora Gold.
"Mi scusi, ma perché Killian Jones non è qui? Non dovevamo essere entrambi coinvolti in questo progetto?" - "Signorina Swan, il suo Darcy è appena arrivato".
Quando Emma si girò vide che effettivamente Hook era arrivato, e si sentì stupida per il fatto di essere stata così impaziente da andare addirittura a parlare con Belle. Inoltre perché era così preoccupata che non venisse?

Killian, noncurante dello sguardo che Emma gli lanciò, andò dritto da Robin, senza nemmeno premurarsi di chiedere quale fosse effettivamente il compito a lui assegnato.

Così trascorse il primo giorno, e il seguente, è quello dopo ancora. Nulla di rilevante sembrava dover accadere tra i due. Il che non si può dire per Regina e Robin, perché finalmente cominciarono a legare. Tanto che Robin chiese finalmente alla sua Jane di uscire.

Regina era totalmente su di giri ed euforica per questa uscita, perché finalmente qualcosa sembrava andare per il verso giusto. Anche se sapeva che a sua madre, Cora, quest'uscita non avrebbe fatto molto piacere; sperava infatti che Regina si concentrasse nei suoi studi, affinché un giorno fosse stata lei a prendere in mano lo studio di avvocato della madre. Cora voleva il successo per la figlia, e nessun ragazzo avrebbe potuto mettersi in mezzo.
Per questo Emma era molto felice per Regina, finalmente un po' di evasione dagli schemi di Cora: Robin sembrava un bravo ragazzo, intelligente, alla mano e molto attraente, il che non guastava.

Quando ormai Emma era rassegnata riguardo al fatto che il piano della Signora Gold non avrebbe dato alcun frutto, il destino giocò la sua carta.
Era pomeriggio ormai inoltrato, e nel teatro della scuola erano rimasti solamente Emma, Regina, Robin e Killian.
"Em, io e Robin andiamo a prenderci qualcosa, ti va di venire?" - "Regina, dovrei fare il terzo incomodo, capisco che tu non voglia lasciarmi qui sola con Hook, ma va tutto bene. Il tuo dovere di amica l'hai fatto, ora tocca a me: vai, e divertiti, spero che prima o poi arrivi quel bacio che tanto aspetti" - "Grazie Emma! Sicura che non ti spiace rimanere qui sola con lui? Tanto non ti rivolgerà nemmeno la parola vedrai. Non lo facevo così scontroso!"
"Già..no, non preoccuparti, ci vediamo domani!".

Killian non si accorse nemmeno di essere rimasto solo con Emma. Era totalmente concentrato sull'allestimento del perfetto mobile stile '800, che avrebbe fatto parte dell'arredamento di casa Bennet. Ed Emma non voleva disturbarlo, anche perché non sapeva fino a che punto l'avrebbe sopportata. Non voleva nemmeno parlare, perché questo l'avrebbe sicuramente portato a chiudere tutto e andarsene. Così stettero in silenzio per tutta l'ora successiva, coinvolti ciascuno nei propri compiti.

Ad un certo punto, verso le 18, Emma si accorse che non solo era già diventato buio, ma che aveva anche cominciato a piovere. "Questa non ci voleva! Sono qui a piedi, e a casa non c'è nessuno che possa venire a prendermi!"
"Ehi Em, vuoi un passaggio?"
Emma rimase sorpresa da quella domanda, spiazzata, colta così alla sprovvista che l'unica cosa che riuscì a dire fu: "Come?" - "Io sono qui in macchina, e dato che sta diluviando, a meno che tu non stia aspettando un passaggio da Noè, potrei dartene uno io"
"Si...certo, se non è un problema, mi faresti un favore" - "Direi più che ti risparmierei un raffreddore! Non vorrei mai che la Signora Gold incolpasse me dell'assenza della sua Elizabeth".
Ecco, perché deve giustificare un semplice atto di cortesia camuffandolo per un dovere?! Perché non può semplicemente essere gentile?!

Fu un viaggio imbarazzante: Emma avrebbe voluto fare conversazione, ma temeva un ennesimo rifiuto.
"Perché non hai chiamato il tuo ragazzo?" Disse all'improvviso Killian. "August è agli allenamenti di calcio il venerdì sera, non avrebbe potuto. E comunque le cose tra noi non vanno un granché bene ultimamente, non lo avrei chiamato in ogni caso"
Emma non sapeva perché si era appena confidata in quel modo, a lui probabilmente non importava nemmeno della sua vita amorosa. Era meglio se fosse rimasta in silenzio; e poi non aveva parlato di August nemmeno con Elsa e Regina, perché lo stava facendo con lui?!
"Capisco" fu la semplice risposta. Fortunatamente! Emma non voleva andare oltre su quell'argomento.

"Siamo arrivati, abiti ancora qui giusto?" Emma non si era nemmeno accorta di non avergli detto dove abitava. "Sì, te ne ricordi ancora!" - "Difficile dimenticare un posto dove hai vissuto per anni" - "Certo...allora grazie!"

Scesa dalla macchina, l'adrenalina era ancora in circolo. Emma avrebbe sperato in un'altra risposta: non voleva una dichiarazione di amicizia, ma sperava almeno in un riferimento alla loro infanzia insieme, un ricordo, qualcosa che l'avesse coinvolta. Non si aspettava che ricordasse solamente il fatto di aver abitato nella casa accanto alla sua. In realtà doveva essere soddisfatta anche solamente della gentilezza di quel pomeriggio.
Per la prima volta quel muro non sembrava più tanto alto.

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