Déjà vu

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Aprire gli occhi, e vedere ancora una volta il verde profondo degli occhi di lei non fu piacevole come al solito.
Sì, "come al solito", perché Emma era diventata una costante nella vita di Killian, e nonostante avesse sempre portato sensazioni positive e voglia disperata di fare e di vivere, in quel pomeriggio, i sentimenti di lui avevano subito un netto cambiamento.
Non riusciva a specchiarsi il quegli occhi, velati da un sottile strato umido, probabilmente di lacrime, senza sentire di nuovo quel senso di vuoto e confusione che aveva provato qualche ora prima, in quel teatro.
Gli costava molto ammetterlo a se stesso, ma al momento del risveglio, avrebbe tanto desiderato non vedere Emma seduta di fianco al suo letto; non faceva altro che ricordargli uno dei momenti peggiori della sua vita, perché era esattamente la stessa scena che aveva vissuto risvegliandosi dal coma. Lei di fianco al lettino, ricca di speranza e sollievo, con chissà quali aspettative nei suoi confronti, e lui sempre più spaesato e confuso. Era come un déjà vu.

Emma d'altro canto, era veramente come Killian la stava descrivendo nei suoi pensieri: era destinata a non trovare pace, così come la loro storia. Non appena si fossero avvicinati l'un l'altra, una catastrofe sembrava celarsi dietro l'angolo, pronta a ingoiarli in un profondo buco nero, da cui avrebbero potuto uscirne solo dopo innumerevoli sforzi. Insieme. Mary Margaret aveva cercato di trasmettere un ideale di speranza alla propria figlia, secondo lei l'ottimismo sarebbe la carta vincente per ogni proposito, ed Emma per una volta, riguardo tutto quello che concerneva Killian, si era fidata. Aveva cominciato a credere fermamente che insieme avrebbero potuto superare qualsiasi difficoltà.

Anche se Killian aveva perso la memoria, non aveva perso il potere di interpretare al meglio le espressioni di Emma.

Durante quell'ora passata ad aspettare un nuovo risveglio del suo amato, Emma aveva maturato un'idea. Anzi, una certezza, Killian provava qualcosa di vero nei suoi confronti, e nonostante quello non fosse il momento più adatto, sentiva il bisogno fisiologico di sentirsi in qualche modo sua, ancora una volta.

"Ehi, come ti senti?" - non appena vide aprirsi quel cielo azzurro sul viso di Killian, Emma gli si avvicinò, cercando un contatto fisico, sporgendosi sul lettino e allungando la mano per accarezzargli semplicemente l'avanbraccio. Era stato un gesto spontaneo, di conforto, e rassicurante.
Killian in risposta, sentì il solito fremito corrergli lungo tutto il braccio, come sucedeva ad ogni sfioramento con la sua pelle. Tuttavia quella volta fu diverso: un brivido freddo fece fremere la sua pelle e non poté non ritrarre il braccio, per sottrarsi a quel contatto...indesiderato.

"Ma che hai?"- Emma si era chiaramente accorta della freddezza di quello che Killian aveva fatto, ma nonostante campanelli d'allarme non le dessero tregua, cercò di non darci troppo peso, dato il luogo e la circostanza.

"Sto bene. Che ha detto il dottore mentre dormivo?"
Emma arrossì improvvisamente, anche se cercò di nasconderlo il più possibile abbassando lo sguardo; cosa che non servi a nulla, se non ad aumentare l'evidenza del suo disagio.
"Ha detto che hai avuto una forte scarica di adrenalina, che probabilmente ti ha creato tutto il malessere".
"Capisco."

Dopo qualche minuto di silenzio, Emma decise di fare la sua domanda: non poteva più aspettare, voleva chiederlo da settimane, e tutto sommato, le cose tra di loro sembravano andare bene, si trovavano in un luogo appartato e in intimità, seppur in un ospedale. Non poteva più aspettare, e forse questo avrebbe tirato su di morale anche a Killian.
"Killian, posso chiederti una cosa? Premesso che forse non è il momento più opportuno, ma sai, è un po' che voglio farlo e con tutto quello che è successo...beh è passato in secondo piano"
"Cosa mi vuoi chiedere, Swan?"
"So che non sei ancora tornato a scuola, ma c'è un ballo a inizio giugno, un ballo in maschera per la precisione. Lo organizzano tutti gli anni...cioè il ballo, non è detto che tutti gli anni sia un ballo in maschera...anzi quello di quest'anno è il primo..."
"Emma vai al punto"
"Giusto...ti andrebbe di andarci insieme?"

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