Cannella

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Il tragitto dalla stanza 216 alla caffetteria non sarebbe potuto essere più silenzioso. Nonostante Emma fosse al culmine della felicità nel riavere Killian al suo fianco, si trovava anche in estremo imbarazzo. Non sapeva esattamente cosa dire, senza essere fuori luogo, e allo stesso tempo voleva apparire al meglio agli occhi di quel ragazzo. Fino a quel momento non ci aveva minimamente pensato, e Killian non sembrava alleggerire l'atmosfera dato che anche lui camminava in assoluto silenzio guardandosi quelle buffe pantofole che aveva ai piedi. D'altronde come biasimarlo, Emma era una perfetta estranea per lui, quindi non aveva la minima idea di che cosa lei si sarebbe aspettata da lui, quindi per evitare di deludere quelle stesse aspettative aveva optato per tenere la bocca chiusa.

"Buongiorno, che cosa vi posso servire?" - la cameriera si era avvicinata al tavolo dei ragazzi rompendo il ghiaccio rivolgendosi ad Emma. Candice a quanto diceva la targhetta, sembrava molto amichevole, con quel sorriso luminoso stampato in faccia, come se facesse parte del suo contratto di lavoro.
"Per me una cioccolata con della panna e.." - "cannella" - Killian finì la frase per lei.
"C-come?"
"Non so come mi sia uscito. Ma hai l'aria di una che fa strani abbinamenti con le spezie"
"No, Killian! Questo è un ricordo!" - nonostante Hook facesse il disinvolto, anche lui era rimasto completamente esterrefatto da quello che aveva appena detto. Non ricordava nemmeno che cosa prendeva lui a colazione prima dell'incidente, ed era in grado di fare ordinazioni per quella ragazza che aveva seduta davanti?
Emma allo stesso tempo si era come riaccesa, tutti i timori che aveva riguardo all'imbarazzo della prima uscita si erano come dissolti, ricordandole che quel ragazzo che aveva di fronte era ancora il ragazzo che amava.

"Ok, allora cioccolata calda con panna e cannella, altro?"
"Giusto qualche biscotto da immergerci dentro, grazie"
"Ok, per te invece?" - disse rivolgendosi a Killian. Quel sorriso che gli aveva rivolto era fin troppo amichevole, e lo sguardo che gli aveva riservato lasciava intendere che Killian aveva catturato la sua attenzione.
"Per me un caffè con due brioche, una alla marmellata e una alla crema" - la cameriera non sembrava nemmeno essersi accorta dell'abbondante ordine tanto era impegnata a non togliere gli occhi di dosso da Killian. Se avesse continuato ancora per molto avrebbe finito per consumarlo.
"Ehm, avremmo fame!" - Emma non era riuscita a trattenere la sua acidità nei confronti di Candice. La persona che tanto stava apprezzando era off-limits e doveva capirlo.
"Ehi, quanta fretta biondina!"
"Non chiamarmi così!"
"Beh ma sei bionda no? E sei anche piccina in confronto a me, quindi biondina mi sembra perfetto! Preferiresti Barbie? O bambolina? Nel caso ti desse fastidio essere chiamata con un nome commerciale"
"Smettila e finisci questo ordine"
Candice nel frattempo aveva assunto un'aria divertita, e da come si stavano punzecchiando a vicenda aveva capito che purtroppo quel bel ragazzo non sarebbe stato tanto disponibile. Questo non le vietò in ogni caso di serbargli un'altro dei suoi smaglianti sorrisi e dargli un'ultima occhiata.
"Un succo, alla pesca. Ho finito"
"Ok, allora vi porto tutto al più presto"

"Finalmente se ne è andata! Se avesse detto un'altra volta 'ok' l'avrei presa a schiaffi probabilmente!"
"Meno male che ti portano della panna e della cioccolata! Qui c'è bisogno di addolcirsi!"
"Oh andiamo non hai visto come ti guardava? Ti stava mangiando con gli occhi!"
"Sì e quindi? Gelosa?"
Emma arrossì violentemente a quella domanda: sì, era gelosa! Ovviamente però non avrebbe potuto dirglielo, e poi non meritava di averla vinta così facilmente.

"Possibile che anche in un ospedale tu sia capace di farti notare dalle altre ragazze?"
"Altre? Voi dire che anche tu mi hai notato come loro?"
Ok, la stava affossando, doveva cambiare discorso, altrimenti sarebbe uscito in quattro e quattr'otto quello che prova per Hook.
"Sei arrossita, ho fatto centro?"
"Assolutamente no! Smettila di fare il cascamorto!"
"Peccato, mi stavo divertendo così tanto. Sei carina quando arrossisci, e farti ingelosire è anche meglio"
Il suono della risata che seguì quell'affermazione fece sorridere anche Emma, che finalmente dopo giorni riuscì a sentirsi tranquilla, come se nulla di tutto quel dramma che erano stati gli ultimi eventi fossero mai accaduti. Il potere che aveva Killian di trasmetterle tranquillità era incredibile.

Pochi minuti dopo arrivarono le ordinazioni: la tazza di Emma era enorme, e quel ciuffo di panna bianca con qualche spruzzo di cannella era davvero invitante. Per non parlare delle brioches di Killian, rigonfie di ripieno, che solo a guardarle ci si sentiva sazi.
"Hai veramente intenzione di mangiarle entrambe?"
"Sì, perché?"
"Sono enormi!"
"Ne vuoi assaggiare una vero? Non c'è bisogno di una scusa, basta chiedere, quale preferisci?"
"Come sei irritante!"
"No, sono gentile Swan" - Nessuno dei due ci fece caso, ma nessuno aveva detto a Killian il cognome di Emma, la realtà era che la sua ripresa sembrava stesse procedendo alla grande, il tutto grazie alla sola presenza di Emma. I loro bisticci avevano occupato molti anni della vita di Killian, anche se lui non lo ricordava. Inoltre Killian non sapeva nemmeno che la ragazza che aveva seduta di fronte e a cui stava offrendo un assaggio della sua colazione, era esattamente quella dolce bambina che ricordava fosse compagna di giochi d'infanzia. Uno dei suoi pochi ricordi vividi.

"E va bene, crema"
"Ci avrei scommesso!"
"Cosa? Sono così prevedibile? Allora marmellata!"
"No, altrimenti rischi di diventare ancora più acida!"
Killian prese la brioche alla crema e la avvicinò al viso di Emma perché ne prendesse un morso. Era un gesto così naturale, ed Emma seguì la dinamica che aveva cominciato Killian addentando quel dolce esattamente affianco all'enorme morso che era già stato dato da Killian.
"Ahahahah"
"Che hai da ridere?"
"Ti è rimasto tutto lo zucchero a velo sul naso"
"Oh certo, parla quello con le ciabatte con i pulcini!"
"Ehi, me le ha portate mia madre, non le ho scelte di mia volontà!"
Emma prese un tovagliolo per pulirsi, ma Hook fermò il suo gesto, prendendole il tovagliolo di carta e avvicinandolo dolcemente al suo naso per tirare via lo zucchero che vi era finito. Fu un gesto dolce. Semplicemente dolce e premuroso. Spontaneo. Non avevano mai vissuto quella quotidianità, ed Emma avrebbe tanto voluto farci l'abitudine.
Killian invece continuava a stupirsi dei suoi stessi gesti nei confronti della biondina, era come se il suo corpo conoscesse già Emma, ma quando cercava di ricordarla una nebbia avvolgeva ogni pensiero.

"Sei arrossita di nuovo"
Emma cercò di coprirsi portandosi la tazza di cioccolata davanti alle labbra per cominciare a sorseggiarla.
"Allora dove hai intenzione di portarmi questa mattina?"
"È una bella giornata, quindi fuori, in giardino"
"Va bene, oggi andremo al parco, ma posso esprimere una preferenza per domani?"
"Che cosa ti dice che verrò anche domani?" - ora era il suo turno di punzecchiarlo un pochino.
"Il fatto che tu sia qui ora pronta a portarmi ovunque io voglia"
"Touché. Dimmi"
"Ho voglia di suonare"
"Cosa? Suonare? Tu suoni? Che cosa?"
"Hai intenzione di tempestarmi di altre domande o mi lasci rispondere"
"Presuntuoso"
"Il pianoforte. Non ho molti ricordi, e tra i flashback ricordo le lezioni di piano, e da qualche parte devo pur cominciare a ritornare in me. Sbaglio?"
"E come pensi che suonare possa ridarti la memoria?"
"Non può. Però è una parte di me, e ho voglia di farlo. Sono quasi morto ricordi? Voglio fare tutto quello che ho voglia di fare, e ora ho voglia di suonare"
"Perché devi parlare in questo modo?" - quella frase sulla sua quasi morte aveva toccato Emma nel profondo. Se lui la prendeva come un gioco, per lei era stato ben altro: era un incubo che tutt'ora non era finito, e ne avrebbe portato i lividi ancora per molto.
"Scusami, non volevo sconvolgerti, credevo che sapessi del mio incidente"
"Killian SMETTILA! Tu non sai come è stato!"
Killian non osò rispondere con altra ironia e sarcasmo, aveva capito che quello era un tasto dolente per lei. Semplicemente rimase in silnzio, aspettando che fosse lei a dire altro. Questa sua reazione inaspettata lo rese ancora più curioso di scoprire quanto più possibile riguardo a Emma Swan.

Finirono la colazione in silenzio, incrociando i loro sguardi di tanto in tanto, ma distogliendoli subito dopo. Era sceso il gelo su quel tavolo, in quel momento sì che c'era bisogno di un sorriso rassicurante alla Candice.
"Allora mi porti fuori?"
"Sì, andiamo" - Emma lascio i soldi per pagare il conto, dimenticandosi sbadatamente della mancia per la cameriera. Sbadatamente.
Prese le stampelle di Killian e lo aiutò ad alzarsi. Sarebbe stata una lunga mattinata. Era mortificata per quella reazione che aveva avuto, sperava solo di riuscire a riportare su il morale per entrambi alla luce del sole caldo di Aprile.

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