Un altro incubo

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L'irrequieto sonno di Emma fu interrotto da improvvisi rumori provenienti dal giardino. Era ancora troppo intontita dal sonno pesante per ricordare dove si trovava, tanto che in un primo momento fu presa dal panico non riconoscendo le pareti tra le quali si trovava.
Quando vide Neal ancora addormentato accanto a sé, ricordò alla perfezione cosa era successo e perché si trovasse in quel luogo. Non solo, ricordò anche il sogno che l'aveva accompagnata nel sonno più profondo.
Quel sogno le fece ritornare le lacrime agli occhi, è un senso di claustrofobia accennò in quella piccola casetta: la sua mente doveva essere particolarmente provata da quello che era successo quella sera con Hook, tanto da farglielo rivivere in sogno...in un incubo, come se non bastasse viverlo una volta soltanto.

I rumori in giardino diventarono anche più insistenti, probabilmente erano i suoi genitori che erano tornati dalla galante cena per il loro anniversario e li stavano cercando. Fu molto difficile ricacciare indietro le lacrime e nascondere gli occhi lucidi, alzarsi cercando di trovare il giusto equilibrio, avvicinarsi alla botola e ancora di più scendere quei cinque pioli che la separavano dalla terra ferma.

"Mamma siamo qui" - la sua voce era ancora più tremenda del suo aspetto probabilmente. Non sapeva nemmeno che ore fossero e da quanto tempo era in quella casa.
"EMMA! Mi avete fatto prendere uno spavento terribile! Non farlo mai più! Come ti è saltato in mente di uscire in giardino nel bel mezzo della notte portandoti anche tuo fratello?!"
"Sì Em, ci siamo spaventati non poco vedendo la culla di Neal vuota, i giochi sparsi in salotto e la tua camera vuota, senza alcuna traccia di voi in nessun angolo di casa"

I suoi genitori dovevano essere parecchio preoccupati, con la loro iperprotettività sarà stato uno shock non vederli in casa. Probabilmente avevano iniziato a prendere in considerazione anche rapimenti alieni.
"Scusatemi, volevo portare Neal a giocare nella casa sull'albero come facevate voi quando io ero piccola. Non pensavo che ci saremmo addormentati" - mentire era sicuramente la cosa che meno avrebbe voluto fare quella sera, ma sicuramente sarebbe stato molto più facile che dire la verità e dare spiegazioni.

"Ora dov'è tuo fratello?"
"Dorme tranquillo anche lui nel rifugio sull'albero, circondato da cuscini, state tranquilli, va tutto bene" - per fortuna Neal era troppo piccolo per raccontare quello a cui aveva assistito quella sera.
"Vado a prenderlo subito" - disse suo padre nel dirigersi con passo accelerato verso la porta finestra che conduceva al giardino sul retro.

"Emma, ti comporti in modo strano in questi giorni, non è da te, è successo qualcosa?"
"No mamma, nulla di particolare"
"Em, tesoro, non sono arrabbiata con te, ero solo preoccupata, sai che mi puoi dire qualsiasi cosa. Sono qui anche per ascoltarti, quindi non mentirmi ti prego"

Dal tono di voce e dal modo in cui stava scegliendo le parole, Emma aveva capito che sua madre sapeva qualcosa di troppo, ma cosa?

"Mamma va tutto bene, davvero, perché mi fai questa domanda?"
"Ho visto August oggi al ristorante, con una ragazza che non avevo mai visto...cosa è successo tra di voi? Non state più insieme?"
Oh, ecco cosa aveva scoperto.
"No, ho deciso di chiudere"
"Ti va una tazza di cioccolata? Con cannella, la tua preferita, così ne parliamo un po'?" - Proprio quello di cui aveva meno bisogno in quel momento insomma, fare due chiacchiere con Mary Margaret, che le avrebbe estorto anche il più piccolo dettaglio su August e Hook.
"No mamma, sono stanca, vorrei solo andare a letto. Sto bene, credimi"

Detto questo Emma si diresse verso le scale che portavano al piano superiore, per andare diretta in camera, sotto le coperte. A nascondersi dal mondo.
Non aveva nemmeno chiesto a sua madre come fosse andata la cena: perfetto, altri sensi di colpa da aggiungere alla lunga lista dell'ultimo periodo.
Sul terzo scalino almeno si fermò, giusto il tempo di richiamare l'attenzione di Mary Margaret per intonare un semplice "Grazie mamma" - al quale rispose con un amorevole e genuino sorriso, che nascondeva anche un po' di preoccupazione.

Quando Emma entrò nella sua stanza di nuovo le tornarono in mente tutti i momenti vissuti con Killian, quelli brutti...ma anche quelli belli. Era così difficile stargli lontano, per quanto ci avesse provato era attratta da lui come una calamita, ed era spaventata. Quella sensazione per cui avrebbe potuto farle toccare il cielo con un dito era indescrivibile, ma era anche consapevole che era la persona che più al mondo poteva ferirla.
Non voleva più vederlo, doveva dimenticare. Dove a farlo, altrimenti sarebbe stata di nuovo intrappolata nel suo sguardo, nel suo sorriso smagliante e nei suoi modi che, seppur irritanti, gli davano quel tocco irresistibile da bad boy.

La notte passò completamente insonne, ma per tutto il resto della settimana Killian non si presentò a scuola. Almeno aveva avuto la decenza di non ostacolarla nel suo piano di evitarlo! Di questo poteva essergli soltanto grata: non vederlo le provocava un senso di vuoto, ma le permetteva di cominciare a rimettere a posto la sua vita.

Per il momento aveva deciso di non dire nulla ad Elsa e Regina, non voleva altre persone preoccupate per lei, anche se avevano intuito benissimo che c'era qualcosa che non andava. Adorava le sue amiche perché anche in quel contesto erano riuscite a starle vicino, lasciandole il beneficio del dubbio e non chiedendo nulla.

Stranamente Killian non si era presentato nemmeno alle prove in teatro. Per quanto la curiosità fosse forte, non aveva chiesto nulla a nessuno, tanto meno alla signora Gold. Non avrebbe commesso di nuovo l'errore di dimostrarsi troppo interessata. Tuttavia fu la stessa insegnante a riunire tutti durante quel giorno di prove, per comunicare a tutti quanti era successo.

"Ragazzi, purtroppo devo darvi una bruttissima notizia. Anzi due, una peggio dell'altra. Questa sarà l'ultimo giorno in cui potremo riunirci per questo spettacolo, purtroppo è venuto a mancare il nostro protagonista"

"COSA?!" - Emma sentì quelle parole, pronunciate con la massima preoccupazione e un tono di voce troppo alto per quella stanza, prima di accorgersi che era stata proprio lei a intonarle.
"Signorina Swan, purtroppo il signor Jones ha avuto un incidente in auto - non non poteva succedere davvero! Non stava succedendo, era sicuramente un incubo - al momento è ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Storybrook, in gravi condizioni"

Un momento di paralisi seguì quelle parole, non riuscì a muoversi, smise anche di seguire il continuo del discorso della sua insegnante: "non mi sembra il caso di procedere con questo corso senza il protagonista, e per solidarietà, dato che la recita sarebbe stata tra due settimane, e abbiamo già raccolto una discreta somma dalla vendita dei biglietti, verranno devoluti alle cure del vostro compagno, con tutto l'affetto che possiamo dargli, un augurio e molte preghiere di pronta guarigione."

Emma non poteva sentire altro, si alzò, non si sa bene con quale forza, e si mise a correre, pur mancandole il respiro, verso l'uscita del teatro, decisa ad andare in ospedale, di corsa se fosse stato necessario.

***
Ciaooo 😘 sono tornata dalle vacanze, e ho ritrovato l'ispirazione *.* spero che il capitolo vi sia piaciuto, ora che settembre si avvicina non avrò più molto tempo per scrivere, quindi non aggiornerò più ogni giorno come facevo all'inizio :( non odiatemi vi prego, cercherò di aggiornare il più in fretta possibile per non tenervi troppo sulle spine, conto di riuscirci almeno ogni 3 giorni. Mi raccomando fatemi sapere nei commenti se vi piace o meno quello che leggete, anche il più piccolo pensiero sarei molto felice di poterlo leggere 😍 Fatemi sentire la vostra presenza insomma <3

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