Come una scossa

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Emma era un fascio di nervi! Aveva così tanti pensieri per la testa: che cosa stava facendo? Dove voleva arrivare con questa storia? Cosa pensava di ricavare dalle lezioni di ballo?

La sorpresa regnò sovrana quando Killian la prese e cominciò a farla volteggiare sul palco. Non si aspettava una cosa del genere, meno di tutto da lui! Killian sapeva ballare! Wow, chi l'avrebbe mai detto? Quando aveva imparato? Con chi aveva imparato? No, questi non sono fatti suoi! Non dovrebbe nemmeno interessarle. Lei ha August, lui la rende felice.

La domanda sorse spontanea: "Sono davvero felice con August?". Era un po' di tempo ormai che quella domanda le ronzava in testa, ma non aveva mai avuto veramente il coraggio di porsela. Aveva paura della risposta: che cosa sarebbe successo se non fosse così? Avrebbe il coraggio di lasciare August? Lui è stato sempre così gentile, il suo primo amore, il suo primo bacio, la sua prima volta, il suo primo tutto. Si sentiva male al pensiero di poterlo ferire; Emma era consapevole di quanto l'amava August. Un nodo allo stomaco fisso l'attanagliava da quando erano cominciate le prove. Si sentiva già in colpa nonostante non fosse successo assolutamente nulla. Perché nulla sarebbe dovuto succedere. Giusto?

Lei ha amato August fin da quel primo bacio rubato. Era perfetto! Tutto quello che Emma avrebbe mai potuto cercare in un ragazzo: gentile, premuroso, affettuoso e galante. Emma sapeva di essere fortunata; tuttavia, come aveva confessato a Killian ultimamente le cose non andavano molto bene. Il rapporto si era un po' freddato, lui non le riservava più tutte quelle attenzioni che le dava prima, e si stavano allontanando. All'inizio era difficile, dopo un anno o più di relazione, staccarsi non è così semplice. Emma all'inizio si sentiva un vuoto quando vedeva che August si stava allontanando, ma allo stesso tempo non faceva nulla per recuperare le cose. Già da mesi pensava infatti che la loro storia fosse giunta alla frutta, come direbbe Regina. Era difficile ammetterlo: era come un fallimento, e ancora una volta provava quello strano senso di colpa, perché sentiva di non aver dato il 100% di sé, o almeno non nell'ultimo periodo. August non se lo meritava. Meritava sincerità.

La verità è che tutto questo era riuscita ad ammetterlo proprio quella sera, dopo le prove. Ci voleva Killian per renderla consapevole di tutto, per farle trovare il coraggio di ammettere, almeno con se stessa di quanto a lei non bastasse più August. Dirlo ad alta voce nella macchina di Killian fu anche più brutto che pensarlo soltanto, tuttavia le era servito per rendersi conto che effettivamente non poteva più evitare quei pensieri.

E poi quella sera: il tocco leggero delle mani di Killian, il suo profumo così vicino, la sua mano in vita, quei suoi occhi scuri e intensi. Gli abiti ottocenteschi gli donavano particolarmente, lo facevano sembrare molto più grande e tenebroso di quanto già non sembrasse. "Scommetto che Killian odia quel costume, quasi quanto io lo adoro" pensò. Tutto di lui quella sera la fece come impazzire, le ci voleva una doccia, qualcosa che la facesse rilassare. In realtà avrebbe voluto che ci fosse lì lui, che la toccasse ancora come aveva fatto mentre ballavano, avrebbe voluto sentire il suo respiro leggero sul collo, e sentirsi ancora protetta e al sicuro tra le sue braccia. Non avrebbe mai potuto inciampare o sbagliare direzione finché avesse condotti lui.

Non sapeva ancora dove aveva trovato il coraggio di chiedergli delle lezioni di ballo. Forse non voleva che quella sensazione svanisse così, in quell'attimo troppo fuggente. Ma ne avrebbe mai voluto abbastanza? Killian aveva accettato, nonostante Emma si aspettasse un rifiuto, ma era quasi certa che lui non provasse lo stesso. Come poteva? Da come l'ha sempre trattata si direbbe che la sua sola presenza lo infastidisca. Eppure aveva accettato di allenarsi con lei, per di più soli.

Emma non vedeva l'ora, anche se era molto in ansia per come sarebbero potute andare le cose. Aveva bisogno di parlarne con le sue amiche, ma che cosa avrebbe potuto dirgli? Aveva sempre coperto Hook di insulti per come la trattava, ora non poteva andare da loro e cambiare magicamente la sua versione.
Doveva dirlo a qualcuno questo era certo, altrimenti sarebbe impazzita. Aveva avuto il coraggio di invitare Killian a "uscire", avrebbe trovato il coraggio anche per parlare con Regina ed Elsa. Le avrebbe chiamate subito, non poteva più aspettare.

"Grazie Elsa per aver risposto subito, avevo dimenticato che questa sera Regina sarebbe uscita con Robin" - "Figurati! Di che si tratta di così urgente da non poterne parlare domani?"
"Credo di non vedere più Killian come Hook" - "Che vorresti dire con questo?"
Emma si fece forza, non poteva temere il giudizio di Elsa, è la sua migliore amica, deve capirla: "Credo che Killian mi stia iniziando a piacere". Silenzio. Non era certo la reazione che si aspettava. "Elsa, ci sei?" - "Sí, scusami, è che..non so che dire, il che non è proprio da me!" - "Che ne pensi?" - "Non è da te Em, tu sei molto decisa di solito, e poi August...davvero non me lo aspettavo."
Elsa aveva ragione, non è da lei, e si era dimenticata di non averle parlato di August; non se la sentiva al momento di parlare di lui, voleva pensare a Killian: "Hai ragione, è meglio parlarne domani, quando ci sarà anche Regina"
"Emma, dalla voce mi sembri scossa, sei sicura di volerne parlare domani?" - "Sì, così magari domani avrò le idee più chiare, è stato un errore chiamarti, scusami, è stata una lunga giornata! Buonanotte!". Dopo un attimo di esitazione Elsa rispose al saluto: "Buonanotte Em, ricordati che ti voglio bene, qualunque cosa tu ci dica domani".

La conversazione termino così, e le parole di Elsa alimentarono ulteriormente l'agitazione e i pensieri di Emma.

Quella notte non riuscì a dormire, e questo le diede il tempo per capire che cosa avrebbe davvero raccontato il giorno dopo alle amiche. La decisione era presa, e le sue amiche non l'avrebbero fatta sentire più in colpa di quanto già non si sentisse.

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